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Alfani (Versalis): «Acceleriamo sulla circolarità e saremo certificati al 100%»
Alfani (Versalis): «Acceleriamo sulla circolarità e saremo certificati al 100%»
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L’amministratore delegato della società del gruppo Eni impegnata nei settori della petrolchimica e della chimica da fonti rinnovabili parla dei prossimi obiettivi a SustainEconomy.24

Versalis, la società della chimica di Eni, vuole diventare una società completamente differenziata e sostenibile premendo sull’acceleratore della diversificazione, della decarbonizzazione e della chimica verde. E punta ad essere, a breve, una società certificata ISCC Plus (International Sustainability and Carbon Certification) . L’amministratore delegato, Adriano Alfani, in un’intervista a SustainEconomy.24, report de Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School, delinea il percorso che parte dagli investimenti per i siti italiani ma guarda alle opportunità di portafoglio di prodotti – dopo lo sbarco nel settore dei disinfettanti durante il Covid – e sui mercati esteri.

Versalis vuole giocare un ruolo chiave nella transizione economica verso un modello di crescita sostenibile. Qual è il vostro percorso?

«La nostra visione è quella di diventare una società completamente differenziata e sostenibile; chiaramente è un obiettivo, come per tutte le aziende, sempre molto ambizioso, però, siamo sicuri che, con le nostre persone – abbiamo più di 5.000 talenti – un forte know how e una grande capacità di innovazione tecnologica nonché importanti partnership strategiche, raggiungeremo il nostro obiettivo e la nostra visione. Versalis fa parte di un grosso gruppo, come l’Eni, che ha chiaramente definito già la sua strategia e, come Versalis, non possiamo che andare in quella direzione nonché anche allinearsi a quelli che sono gli obiettivi dell’industria chimica europea. Lo vogliamo fare attraverso tre pilastri: perseguire la specializzazione e la diversificazione del portafoglio nell’ottica, chiaramente, della sostenibilità economica; dedicare un’attenzione importante alla decarbonizzazione e ottimizzazione dei processi per aumentare l’efficienza e la produttività; lo sviluppo della chimica circolare da fonti rinnovabili. Il nostro obiettivo è quello di chiudere il ciclo, vale a dire, ridurre gli sprechi ma soprattutto valorizzare il prodotto quando ha raggiunto la sua fine vita. Ma, oltre l’obiettivo, bisogna definire il percorso e noi lo abbiamo già iniziato da diverso tempo, abbiamo già sviluppato e commercializzato dei prodotti che derivano dal riciclo meccanico e vogliamo lavorare sulla complementarietà di diverse tecnologie di riciclo, meccanico e chimico. Un altro importante pilastro è quello della chimica da fonti rinnovabili, la chimica verde, e abbiamo già due piattaforme tecnologiche».

Sul fronte dei prodotti, dalla circolarità dei rifiuti all’apporto nell’emergenza Covid, quali sono le ultime novità e i progetti cui state lavorando?

«L’innovazione è fondamentale ed è un driver principale per l’industria chimica europea. Durante l’ultimo periodo noi abbiamo aumentato la commercializzazione di prodotti su base di riciclo fino al 75% per diverse applicazioni ma riscontriamo dei limiti per alcuni settori – come alimentare e farmaceutico – che difficilmente possono essere forniti con un prodotto da riciclo meccanico anche se, grazie ai nostri sforzi, stiamo lavorando anche su questi settori. Durante il periodo Covid, ma non relativo all’emergenza, abbiamo siglato una collaborazione con la società piemontese AGR, proprietaria di una tecnologia per la devulcanizzazione di elastomeri post consumo per lo sviluppo del riciclo delle gomme. Negli ultimi 18-24 mesi il nostro obiettivo è stato quello di accelerare sulla circolarità e abbiamo aumentato la partecipazione di Versalis non solo nelle filiere tradizionali ma anche nelle nuove filiere. Un esempio di successo è il disinfettante Invix che abbiamo introdotto sul mercato in piena emergenza sanitaria; noi prima del Covid non eravamo assolutamente nel mondo dei disinfettanti, e abbiamo introdotto questo prodotto che ci ha consentito di supportare l’emergenza, ma anche di entrare, dal punto di vista del business, in un nuovo mercato dove prima non eravamo presenti. Ora stiamo ampliando la gamma di prodotti Invix anche con un liquido specifico per le superfici e siamo in attesa delle autorizzazioni del ministero della Salute per la commercializzazione. E ancora, un altro settore che stiamo sviluppando è una collaborazione per introdurre prodotti per la tutela delle colture ed erbicidi per la disinfezione delle superfici a base vegetale biodegradabile».

Brindisi, Porto Marghera, Priolo, per citarne alcuni: qual è il futuro per gli stabilimenti italiani?

«Versalis ha un’importante footprint italiana, in Italia abbiamo nove stabilimenti e sei centri di ricerca; quindi, molti nostri investimenti, chiaramente, sono dei piani di trasformazione legati al territorio e ai diversi pilastri della strategia e vanno nella direzione di raggiungere sempre più un elevato livello di eccellenza operativa e produttiva con un forte focus sulla decarbonizzazione. Abbiamo annunciato importanti investimenti a Brindisi, in parte di manutenzione programmata e in parte proprio nell’ottica di efficienza di produttività per circa 100 milioni di euro. A Mantova stiamo investendo 40 milioni di euro, a Priolo l’anno scorso abbiamo fatto un investimento di circa 90 milioni e a Porto Marghera, nell’ambito del più ampio progetto di trasformazione Eni, stiamo portando avanti un importante investimento nella diversificazione del portafoglio e in un notevole abbattimento delle emissioni di CO2 pari a circa 600.000 tonnellate, il 25% delle emissioni degli stabilimenti Versalis italiani. Nell’ottica, poi, di aumentare la sostenibilità e ridurre le emissioni abbiamo lavorato su una certificazione ISCC Plus che dà veramente l’opportunità di valorizzare sul mercato i prodotti derivati da materie prime sostenibili e avere anche la tracciabilità. Abbiamo ottenuto la certificazione per la maggior parte dei siti (Brindisi, Porto Marghera, Mantova, Ravenna e Ferrara) ma il nostro obiettivo, a breve, è di avere la certificazione come società e quindi di certificare anche gli ultimi siti».

L’impronta è italiana, ma Versalis è anche presente all’estero. Ci sono opportunità che possono aiutare il vostro percorso?

«Sicuramente ci sono alcune opportunità già implementate e altre che, chiaramente, richiedono di mantenere gli occhi sempre aperti. La fortuna di Versalis è di avere un grandissimo bagaglio di tecnologie e, per certi aspetti, alcune ancora in fase di sviluppo che vorremmo implementare. Tutti questi sforzi vanno nell’ottica di una specializzazione del portafoglio prodotti per mercati dove già siamo ma anche di ampliare il portafoglio di mercato, sviluppando anche prodotti in mercati dove oggi noi non siamo per motivi storici o di partecipazione. Quindi siamo lavorando tantissimo in questa direzione. Asset locali, brand commerciali e collaborazioni – come il recente accordo con Saipem – sono i tanti modi in cui Versalis si sta indirizzando per sviluppare sempre più velocemente anche un mercato internazionale che oggi comunque rappresenta meno del 10% del nostro portafoglio».

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02/07/2021

Data pubblicazione
2 Luglio 2021
Categorie
SustainEconomy.24
Tematiche
sostenibilità