Il 100% degli imballaggi sarà completamente riciclabile entro il 2022. L’impegno di Findus, il marchio del gruppo Nomad Food, leader in Italia nei prodotti surgelati, passa anche per la salvaguardia dei mari. Lo spiega Carly Arnold, Direttore Marketing di Findus Italia a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School
Un manifesto nutrizionale per incoraggiare scelte sane e sostenibili e obiettivi sfidanti: dal 100% di materie ittiche certificate e di vegetali sostenibili al 2025 al 100% degli imballaggi riciclabili entro il 2022. L’impegno di Findus, il marchio del gruppo Nomad Food, leader in Italia nei prodotti surgelati, passa anche per la salvaguardia dei mari, come racconta Carly Arnold, direttore Marketing per l’Italia a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School. Che parla anche delle potenzialità del mercato dei prodotti green in Italia e all’estero con l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 un fatturato di oltre 200 milioni e 3 miliardi di fatturato, includendo anche pesce e verdure, che rappresentano il core business dell’azienda.
Si lavora ad un’alimentazione sostenibile. Quanta attenzione riscontrate nel vostro settore e tra i clienti?
«Sebbene vi sia ancora una certa incertezza sull’impatto a lungo termine del Covid-19, è chiaro che la pressione per un’azione sul clima e sul cambiamento sociale sia cresciuta. I rivenditori e i consumatori sono sempre più interessati a marchi sostenibili; criteri ambientali, sociali e di governance vengono utilizzati sempre di più per le decisioni di investimento e, guardando specificamente al settore alimentare, è noto che il modo in cui il cibo viene consumato e prodotto sta avendo sempre più peso sulla natura e sul pianeta. In qualità di azienda europea leader nel settore degli alimenti surgelati, ci impegniamo a fare la nostra parte nella trasformazione del sistema alimentare, per ridurre la pressione sulle risorse, compresa la terra. Contro lo spreco alimentare, la surgelazione può essere una soluzione chiave perché permette di ridurre al minimo gli sprechi, favorendo un approccio più attento e sostenibile al cibo. La nostra ambizione è rendere il cibo sostenibile, sano, gustoso e accessibile a tutti».
Qual è il percorso che sta portando avanti Findus?
«Una migliore alimentazione è uno dei pilastri chiave del nostro programma di sostenibilità. Il nostro Manifesto nutrizionale stabilisce gli otto impegni chiave per incoraggiare scelte positive, anche fornendo una migliore informazione ai consumatori, rendendo più convenienti le scelte sane e sostenibili e promuovendo una dieta più vegetale. Valutiamo le caratteristiche nutrizionali di tutti i nostri prodotti, utilizzando un metodo riconosciuto a livello internazionale. Questo ci permette di individuare opportunità per migliorare i prodotti e di valutare attentamente le caratteristiche nutrizionali dei nuovi lanci prima che arrivino sul mercato».
Vi siete dati obiettivi sfidanti, a che punto siete?
«Nonostante un anno turbolento per i nostri fornitori, dipendenti, clienti e consumatori, siamo orgogliosi dei nostri risultati in termini di sostenibilità sia a livello aziendale sia a livello locale. Abbiamo obiettivi ancora più ambiziosi e in cui stiamo investendo molto. Oggi, ad esempio, oltre il 95% delle materie prime ittiche utilizzate da Findus sono certificate MSC o ASC, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2025. Il 90% dei volumi totali di Vegetali Findus è stato verificato secondo lo standard di sostenibilità FSA (Farm Sustainability Assessment) e sottoposto a revisione attraverso audit da parte di un ente terzo, con l’impegno di raggiungere il 100% di vegetali provenienti da un’agricoltura sostenibile entro il 2025. Inoltre, il 100% dei nostri imballaggi sarà completamente riciclabile entro il 2022, tutte le scatole di cartone prodotte nei nostri stabilimenti utilizzano carta proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, e ci impegniamo a ridurre le emissioni di CO2 anno dopo anno. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, con orgoglio vogliamo sottolineare che nel 2020, a livello di gruppo Nomad Foods, abbiamo ridotto significativamente del 21% l’intensità delle emissioni di carbonio per tonnellata dei prodotti finiti. Per quanto riguarda l’inquinamento dei mari, lo scorso anno, come Findus Italia, abbiamo installato il nostro primo Seabin a Portoferraio (Isola d’Elba) per aiutare a ripulire i mari dalla plastica. Si tratta di un cesto di raccolta dei rifiuti che galleggia sull’acqua, capace di catturare oltre 500 kg di rifiuti all’anno e di veicolare al suo interno anche le microplastiche. E in collaborazione con Coop sosteniamo l’adozione di 10 Seabin lungo le coste italiane, dalla Liguria alla Puglia, per contribuire a raccogliere fino a 5.000 kg di rifiuti all’anno».
Quante potenzialità offre il mercato green?
«Il mercato dei prodotti vegetali e dei sostitutivi della carne vale 162 milioni di euro nella grande distribuzione italiana. Tenendo conto del fatto che il mercato alimentare veg nel Regno Unito vale 350 milioni, sappiamo che c’è ancora molto spazio per la crescita e prevediamo un aumento di quasi il 40% delle persone che proveranno i prodotti nei prossimi 5 anni. Sulla base di questi numeri, abbiamo deciso di lanciare la linea ‘Green Cuisine’ – salsicce, polpette, burger e nuggets di pollo – a base di proteine vegetali – e medaglioni di zucchine, nuggets di piselli e bastoncini di spinaci completamente vegetali. Il feedback dei consumatori è stato più che positivo, raggiungendo quasi il 20% della quota di mercato nell’ultimo trimestre e contribuendo negli ultimi mesi a oltre il 50% della crescita della categoria in Italia. L’obiettivo di Green Cuisine è raggiungere entro il 2025 un fatturato di oltre 200 milioni in tutti i Paesi in cui è presente. A livello globale, tuttavia, prevediamo di passare da 2,5 miliardi a 3 miliardi di fatturato entro il 2025, includendo anche pesce e verdure, che rappresentano il core business dell’azienda».
21/5/2021