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«Italia al top per finanza sostenibile. Ora accompagnare la ripresa e la giusta transizione»
«Italia al top per finanza sostenibile. Ora accompagnare la ripresa e la giusta transizione»
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ll Forum per la Finanza sostenibile celebra 20 anni e apre il consueto appuntamento con la Settimana Sri. Il segretario generale, Francesco Bicciato parla delle prossime a SustainEconomy.24

L’Italia è uno dei Paesi con la tradizione più consolidata nella finanza sostenibile che è passata da fenomeno di nicchia a mainstream. Il Forum per la finanza sostenibile celebra i suoi primi 20 anni e in occasione, della consueta Settimana Sri, il segretario generale Francesco Bicciato traccia un bilancio e parla delle sfide future in un’intervista a SustainEconomy.24, report di Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School. Cita i dati di Assogestioni, relativi ai fondi aperti, che mostrano come nel 2020 in Italia si sono superati gli 80 miliardi di euro di masse gestite, contro i circa 8 miliardi di asset del 2017. Ma, afferma, ora le sfide da affrontare riguardano il ruolo della finanza sostenibile per la ripresa post pandemia e una giusta transizione.

Finanza sostenibile. Se ne parla tanto ma a che punto siamo in Italia? Come procede l’integrazione dei criteri Esg nei prodotti e nei processi finanziari?

«L’Italia è uno dei Paesi con una tradizione più lunga e consolidata nella finanza sostenibile. Quest’anno il Forum celebra i suoi 20 anni di attività: in questi due decenni, la finanza sostenibile è passata da fenomeno di nicchia a mainstream. Negli ultimi anni la crescita è stata significativa, sia relativamente agli investitori istituzionali, sia anche nel mercato retail. Lo dimostrano anche i risultati della ricerca sugli orientamenti dei risparmiatori che presentiamo in apertura della Settimana SRI, quest’anno dall’11 al 25 novembre. Questa evoluzione si riflette anche nella crescita del Forum, che negli ultimi anni è passato da alcune decine di soci agli attuali 130 associati».

A livello di normativa c’è ancora molto da fare. O le recenti direttive rappresentano un passo avanti?

«Senza dubbio i provvedimenti normativi europei degli ultimi anni rappresentano significativi passi in avanti. Con il Piano d’azione sulla finanza sostenibile del 2018, la Commissione Europea ha fissato una serie di priorità determinanti per l’evoluzione del mercato degli investimenti responsabili. Uno dei punti fondamentali su cui si sta intervenendo è la trasparenza: attraverso la Sustainable Finance Disclosure Regulation, si chiede agli operatori e ai consulenti finanziari di comunicare come tengono in considerazione rischi e impatti ambientali, sociali e di governance. Inoltre, l’Unione Europea sta costruendo un sistema di classificazione delle attività sostenibili, la “tassonomia”, utile per guidare gli investitori nelle loro decisioni. Si sta anche lavorando sul versante della trasparenza delle imprese investite: la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive dovrebbe portare a un allargamento della platea delle società che devono presentare una rendicontazione non finanziaria».

Si apre la decima edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile. Quali sono le novità di quest’anno e cosa vi aspettate?

«Le novità sono molte. La prima, a cui teniamo particolarmente, è che la Settimana SRI, pur senza abbandonare l’online, torna in presenza. Dopo l’edizione 2020 svoltasi solo in forma digitale, pur dando la possibilità della diretta streaming per tutti gli eventi, abbiamo voluto tornare a incontrarci. Quest’anno saranno presentate cinque ricerche. Una fa il punto sul mercato SRI in Italia, aggregando dati già pubblicati di diverse fonti autorevoli. Le altre approfondiscono gli orientamenti di risparmiatori, Pmi, investitori istituzionali come piani pensionistici e Fondazioni di origine bancaria. Questi attori, con le loro scelte finanziarie, possono dare un contributo significativo a un processo di ripresa e transizione verso un’economia a zero emissioni nette, che salvaguardi la giustizia sociale ed eviti il sorgere di nuove disuguaglianze. Uno degli eventi a cui teniamo molto è quello di chiusura della Settimana SRI, che si svolgerà il 25 novembre a Milano: sarà l’occasione per celebrare i 20 anni di attività del Forum, fare il punto sulla strada percorsa finora e sulle sfide da affrontare, con l’ambizione di anticipare sempre le evoluzioni di un settore molto dinamico».

Guardando proprio al ventesimo anniversario di attività del Forum, ci traccia un bilancio dell’evoluzione degli investimenti sostenibili in Italia? E quali sono le sfide future?

«Nel primo studio sul mercato SRI in Europa realizzato nel 2003 l’Italia rappresentava lo 0,1% del mercato europeo con 240 milioni di euro di masse, riferite ai soli investitori istituzionali. La situazione oggi è molto diversa. A livello europeo, secondo le rilevazioni di Morningstar, si è passati da meno di 400 miliardi di asset gestiti nel 2017 agli oltre 1.100 miliardi del 2020. Il nostro Paese rappresenta una quota significativa: i dati di Assogestioni, relativi ai fondi aperti, mostrano che nel 2020 in Italia si sono superati gli 80 miliardi di euro di masse gestite, contro i circa 8 miliardi di asset del 2017. Le sfide da affrontare sono diverse e riguardano, da un lato, il ruolo della finanza sostenibile per la ripresa post pandemia e una giusta transizione: da sole le risorse pubbliche non sono sufficienti, gli investimenti privati saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi climatici e ridurre di pari passo emissioni e disuguaglianze. In questo ambito, opportunità interessanti potranno arrivare dalle partnership pubblico-privato. Un’altra sfida riguarda la trasparenza e la sensibilizzazione dei risparmiatori verso l’importanza di fare scelte di investimento sostenibili».

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12/11/2021

Data pubblicazione
12 Novembre 2021
Categorie
SustainEconomy.24
Tematiche
sostenibilità