L’amministratore delegato, Massimiliano Cossu, racconta il progetto Welcome to Italy a SustainEconomy.24, report de Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School
Calore umano e innovazione tecnologica alla base della mission di Portale Sardegna. Massimiliano Cossu, amministratore delegato della online travel agency quotata su Aim Italia di Borsa Italiana, racconta a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il sole 24 Ore Radiocor, il progetto Welcome to Italy, nato dall’alleanza con Welcome Travel Group (azienda di Alpitour World e Costa Crociere) che ha reso Portale Sardegna un tour operator nazionale con le ambizioni di conquistare una fetta importante della distribuzione del prodotto turistico italiano, come risposta alternativa ai principali player digitali internazionali.
Siamo all’avvio della stagione, dal vostro punto di vista quali sono le prospettive e che visione avete?
«Le prospettive sono certamente migliori rispetto all’anno scorso e il numero di vaccinati crea aspettative positive. L’anno scorso abbiamo vissuto un vero last second, quest’anno c’è una ripresa di advance booking, si stanno normalizzando i periodi di prenotazioni anticipate. Il fenomeno Covid sta iniziando a rientrare e, soprattutto, riusciamo a gestirlo. Certo il mercato straniero è ancora abbastanza indietro per mancanza di regole, l’est Europa è inesistente. Quest’anno la torta del mercato turistico non sarà certo quella del 2019 e aziende come la nostra devono conquistare nuove fette di mercato, aumentare il market share ed è quello che stiamo cercando di fare».
Quali sono, quindi, le prospettive per la vostra società?
«Ci ritroviamo, dopo il Covid, un’azienda completamente diversa perché siamo riusciti a cogliere opportunità impensabili. Non siamo più una realtà regionale ma nazionale, abbiamo partner di primissimo livello e siamo riusciti a crearci nuove opportunità. Parlo del progetto ‘Welcome to Italy’ che oggi ci consente di presidiare l’intera penisola con un nuovo modello di business, o meglio, come una nuova filiera del comparto turistico».
Welcome to Italy partirà a pieno ritmo nel 2021?
«No, la piattaforma è stata messa online recentemente e questo sarà un anno di partenza. Stiamo schiacciando l’acceleratore sui vari canali di distribuzione. La piattaforma è complessa e il prodotto è innovativo e rivoluzionario e non vogliamo bruciare le tappe ma abbiamo una cartuccia in mano che ci permetterà di raggiungere, appunto, l’obiettivo di aumentare la quota di mercato attingendo ad un bacino nazionale e non solo regionale e canali, in termini di distribuzione, impensabili prima del Covid. Riusciamo a coprire tutti i target di clientela – non solo balneare ma dall’enogastronomia alla cultura, dall’archeologia allo sport – e in due mesi siamo riusciti a creare più di 500 pacchetti viaggio tematizzati e penso che nessun operatore in così poco tempo sia riuscito a creare tanti pacchetti smart costruiti dai nostri local expert che hanno superato le 100 unità in tutta Italia. Per la prima volta in Italia si lavora insieme con un’unica strategia e un unico marchio. Welcome to Italy può rappresentare un’occasione per riprenderci una fetta di mercato lasciata ai motori di prenotazione della Silicon Valley che hanno più del 30% del nostro mercato».
Venendo al tema della sostenibilità, quanta attenzione riscontrate e quanta attenzione c’è da parte vostra?
«Noi siamo estremamente sensibili a questo tema. La ragione per cui sono nati Portale Sardegna e poi Welcome to Italy è proprio perché tutte le persone che hanno aderito sono innamorate del proprio territorio. Per cui cerchiamo di avere un occhio di riguardo per tutto quello che riguarda lo sfruttamento ambientale e il rispetto delle normative. Ma cerchiamo anche di valorizzare quegli aspetti più unici, peculiari e sani che consentono all’uomo fa pace con l’ambiente, la sua storia, i sapori e i saperi. Creare nuove opportunità a borghi che stanno scomparendo e far decidere ad un giovane di rimanere o no, crediamo che sia un’azione anche sociale. C’è tanta umanità in quello che cerchiamo di fare, qualcuno ha detto che è il nuovo Umanesimo del turismo: siamo riusciti a coniugare il digitale con tutto ciò che è umano».
18/6/2021