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16 Aprile 2021

Venture Capital, Enzo Peruffo: «Le dinamiche di questo mercato sono imprescindibili per ripartire»

Ci sono importanti opportunità da cogliere per gli investitori interessati in innovazione attraverso il venture capital, ma è necessario formare chi va ad operare con questi capitali. A questa necessità Luiss Business School risponde con l’Executive Flex Programme in Venture Capital Dynamics & Startup Engagement Cogliere le opportunità di crescita attraverso investimenti ad alto tasso di innovazione è una delle strade per rilanciare l'economia, ma è necessario fare cultura e formazione per rendere l'Italia una startup nation. Sono queste le ipotesi di lavoro emerse durante il webinar “Il Venture Capital a supporto del Paese” tenutosi il 14 aprile e organizzato da Luiss Business School in partnership con LVenture Group. «Nel 2020 sono stati raccolti più di 173 milioni di euro da 15 startup, anche impegnate in fase di skill up - Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education Luiss Business School – Il nostro Paese ha oltre il 78% di venture capital investiti in vari ambiti. Accanto a questo ecosistema la dinamica è molto ricca. C'è tutta una serie di iniziative che favoriscono l'universo delle startup. Le dinamiche di questo mercato sono imprescindibili per chi gestisce un portafoglio di investimento istituzionale e per quelle aziende che investono in innovazione». Si discute da tempo del ruolo del venture capital in Italia e della capacità del Paese di attrarre investimenti, anche istituzionali, legati all’innovazione. Le operazioni ci sono, stanno crescendo, ma c'è ancora molta strada da fare. Basti pensare che il Pil americano prodotto da 50 stati nasce per lo più in California, che da sola produce il 15%. Merito della Silicon Valley, che contribuisce in larga parte alla crescita di valore e della ricchezza dell'economia americana. Lo 0,5% del Pil americano è investito in venture capital nazionale, producendo grande valore. In Italia la percentuale è pari allo 0,01%, un numero che non deve scoraggiare perché, come ha spiegato Roberto Magnifico, Board Member LVenture Group, «è tutta opportunità». Molti settori sono in forte crisi a causa della pandemia: diventa importantissimo dare supporto alle Pmi e in questa azione il ruolo del venture capital è fondamentale. Ma è necessario che ci sia un passaggio normativo che ne regoli anche le azioni. Il ruolo degli investitori è fondamentale per finanziare nuove iniziative imprenditoriali: le prospettive dei mercati sembrano positive e anche gli enti previdenziali sembrano pronti a far parte della partita del venture capital in Italia. Come spiega Diana Saraceni, Co-Founder e General Partner Panakes Partners, «c'è un livello intrinseco di rischio molto alto nell'investire sulla singola startup. Ma quando entra in un portafoglio cambia. Chi prende un impegno con un fondo di venture capital, fa un accordo sullo strumento che dura dai sette ai dieci anni. È un capitale molto paziente». Ma quanto sono pronti gli investitori istituzionali previdenziali a effettuare questo avvicinamento? Quanto è importante formare risorse umane efficienti per favorire il dialogo con i fondi di venture capital e mettere a sistema tutti gli attori, a patto che ci sia il framework fiscale adatto? Come spiega Giovanni Maggi, Presidente Assofondipensione, «gli italiani sono agli ultimi posti sull'educazione finanziaria e previdenziale, ma dal fondo si può solo risalire. Capitale umano, giovani e formazione devono essere tenuti sempre in considerazione». Per diventare una startup nation è dunque necessario un cambio culturale, che passa soprattutto dalla formazione. Da questa richiesta del mercato, grazie all'eccellenza accademica e alla consolidata esperienza nell’ambito Venture Capital, nasce la seconda edizione dell’Executive Flex Programme in Venture Capital Dynamics & Startup Engagement promosso dalla partnership tra Luiss Business School e LVenture Group. In questo percorso formativo si punta a creare figure manageriali capaci di padroneggiare tutti gli strumenti e i processi necessari per amplificare l’impatto di un investimento nel mondo delle start-up. L'Executive Flex Programme in Venture Capital Dynamics & Startup Engagement è stato presentato durante il webinar “Il Venture Capital a supporto del Paese” tenutosi il 14 aprile e organizzato da Luiss Business School in partnership con LVenture Group, operante nel settore del Venture Capital a livello nazionale e internazionale. Hanno partecipato al dibattito Giovanni Maggi, Presidente Assofondipensione, Roberto Magnifico, Board Member LVenture Group, Alberto Oliveti, Presidente ENPAM, Diana Saraceni, Co-Founder e General Partner Panakes Partners. Introdurrà i lavori Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education Luiss Business School. A moderare il dibattito Maria Isabella Leone, Associate Professor & Co-Director Flex Program Venture Capital Dynamics and Startup Engagement Luiss Business School. RIVEDI IL WEBINAR SCOPRI IL PROGRAMMA  15/4/2021

09 Aprile 2021

LVenture: «Italia ora più competitiva per le startup. Quest’anno lanciamo un acceleratore green»

Il ceo Luigi Capello traccia un quadro a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor Il venture capital sfiora numeri record in tutto il mondo e anche in Italia, dopo la frenata della prima parte del 2020. La spinta viene da nuovi settori, complice il cambio di abitudini dovuto alla pandemia: il food delivery, l'e-commerce e la sostenibilità. Luigi Capello, ceo di LVenture Group, holding di partecipazioni che investe in startup digitali e ne accelera il processo di sviluppo attraverso l'acceleratore LUISS EnLabs, parla a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor, di un'Italia ora più competitiva per le startup e di una grande attenzione ai temi della sostenibilità. Ma anche dei progetti futuri della società, che vede segnali positivi per il 2021 e annuncia il lancio di un acceleratore proprio in ambito green. Come sta andando il mondo delle startup? «Ho guardato i numeri di marzo e siamo a livelli record in tutto il mondo, nel venture capital a livello mondo sono stati investiti 40 miliardi di dollari solo nel mese di gennaio e, a livello Italia, i primi due mesi del 2021 registrano un +50% sui primi due mesi del 2020. Quindi il venture capital è un mercato che sta andando particolarmente bene». Come è cambiato il mercato e cosa sta spingendo la ripresa? «Abbiamo vissuto un 2020 in cui il venture capital ha avuto una frenata improvvisa e non ci sono stati round nei mesi di marzo ed aprile ma, poi, la pandemia ha fatto cambiare le abitudini ad ognuno di noi. Innanzitutto, del consumatore che è stato forzato ad un cambiamento quantico: con il food delivery abbiamo ordinato la cena a domicilio, la spesa ci è arrivata a casa, abbiamo scelto l'e-commerce e le app per i pagamenti. Secondo, le corporate che si sono rese conto che se non avessero cavalcato l'innovazione probabilmente non avrebbero retto all'impatto; di qui un grande interesse all'innovazione e alla ricerca di nuovi modelli di business, anche da parte della piccola azienda online che all'improvviso doveva sviluppare l'e-commerce. E, infine, il mercato venture capital e le risorse finanziarie del programma da 1,6 miliardi di Cdp, avviato a inizio 2020 ed entrato nel vivo. Queste tre novità hanno spinto nel secondo semestre del 2020 il venture capital che ha potuto recuperare i livelli del 2019. Una spinta che continua nel 2021 ed anzi è in fase di accelerazione». Dal punto di vista di LVenture ravvisa interesse per i temi della sostenibilità? «La sostenibilità è una mission per noi fondamentale cui diamo molta attenzione, ma abbiamo anche una serie di startup che hanno impatto sul tema. Ricordo, tra le altre MyFoody, una startup che fa promozione nei supermercati per i cibi in scadenza, con sistemi per comunicare al pubblico come comprarli a sconto, oppure Deesup, il marketplace del design e arredi di seconda mano che ha creato un mercato di sostenibilità e recupero e, ancora, Shampora che permette di creare prodotti per capelli su misura just in time, senza magazzino e utilizza packaging riciclato». Quali sono i vantaggi per una startup ora in Italia e cosa, invece, dovrebbe cambiare? «Prima eravamo un po' penalizzati, se pensiamo a quante volte si leggeva di ragazzi che andavano a Londra a creare una startup. Oggi quantomeno siamo competitivi, si è creato un humus positivo per cui non partiamo con handicap, siamo competitivi nei round iniziali e i soldi si trovano. Certo se mi dici che deveessere fatto un round da 300 milioni non so se in Italia è stato fatto negli ultimi anni. Per partire siamo competitivi. Cosa si deve fare? Le richieste sono sempre le stesse: rendere più fluenti le operazioni e sburocratizzare al massimo la filiera delle norme che si sono ossidate anno su anno. Quelle sulle startup sono nate nel 2012 e poi se ne sono susseguite tante altre, servirebbe una sintesi di queste norme fatta in modo pratico-operativo». Parliamo della società. Dopo il 2020 cosa vede nel 2021 di LVenture? «Il 2020 ha avuto un primo semestre difficile ma nel secondo abbiamo visto un recupero e abbiamo chiuso in termini di ricavi come l'anno precedente, a livello di ebitda e risultato netto rettificato siamo stati positivi e quindi direi siamo andati molto bene. Per il 2021 ci aspettiamo grandi cose, è passato già un trimestre e vediamo segni positivi: c'è un flusso di capitali che sta arrivando in maniera importante e ci aspettiamo importanti operazioni nelle nostre startup e, nella seconda parte dell'anno, interessanti opportunità di exit. I progetti principali del 2021 sono il lancio di un acceleratore proprio in ambito green e il lancio del nostro parallel fund: progetti che puntano a posizionare LVenture tra i campioni europei». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 9/4/2021

09 Aprile 2021

Gay (Digital Magics): «In Italia grande voglia di fare impresa. Startup e digitale per crescere guardando agli acceleratori»

L'incubatore di startup Made in Italy riceve ogni anno oltre 1.500 candidature di progetti e il tema della sostenibilità è una costante, spiega l'amministratore delegato a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor. E i programmi di accelerazione sono il futuro Le imprese italiane e le startup sono molto ben posizionate in tema di sostenibilità. Marco Gay, socio e amministratore delegato di Digital Magics, incubatore di startup Made in Italy e pmi innovative che operano nell'ambito del digitale, quotato su Aim Italia, parla della grande voglia di fare impresa nel nostro Paese testimoniata da 1.500 candidature che l'incubatore riceve ogni anno. La pandemia ha reso più concreta la trasformazione digitale ma occorrono politiche industriali, spiega Gay da past presidente dei Giovani di Confindustria e attuale presidente di Confindustria Piemonte. E, forte di 73 startup attive a portafoglio che, l'ultimo anno, hanno visto il fatturato aggregato superare i 62 milioni, con una crescita del 14%, guarda ai programmi di accelerazione «parte importante della nostra attività ma anche un cardine dello sviluppo dei settori industriali». Quanta attenzioni riscontrate nel mondo delle imprese e delle startup verso la sostenibilità? «Il tema della sostenibilità a 360 gradi ha un impatto, anche grazie al crescendo di attenzione negli ultimi anni, che sicuramente trova un grande riscontro nelle imprese e nelle startup. Le imprese italiane sono molto ben posizionate con una forte attenzione all'ambiente e all'ecosistema del territorio e per le startup - anche per una questione di attenzione generazionale e per il fatto che i progetti nascono già con forti criteri di sostenibilità - è diventata una costante. Ad esempio abbiamo una delle nostre startup, che si chiama AWorld che proprio della sostenibilità ha fatto il suo core business ed è stata scelta dall'Onu come piattaforma di supporto per la campagna Act Now. Oppure Macingo, una delle principali piattaforme italiane di sharing delivery di trasporti ingombranti che ha permesso di abbattere le emissioni di C02. Sono solo due esempi per spiegare che non solo riscontro una attenzione sul tema ma anche che per l'ecosistema delle startup la sostenibilità è un tema industriale. E, soprattutto, danno l'idea di una sensibilità assai concreta». Voi supportate la crescita di una nuova generazione di imprenditori. C'è voglia di fare impresa? «C'è una grandissima voglia di fare impresa: mediamente ogni anno noi riceviamo oltre 1.500 candidature di progetti, già confermati da team, di imprenditori che vogliono essere supportati da Digital Magics. Lo ritengo un dato interessantissimo se pensiamo che le startup sono poco più di 11mila al registro delle imprese, e quindi, 1.500 tutti gli anni denotano una grande voglia di fare impresa e di crescita. Quindi la voglia c'è, ed è anche solida, ed è anche vista in maniera corretta con idee innovative che vedono il concorso di team che all'inizio cercano di essere complementari per poi crescere ed accelerare». Dal vostro punto di vista quali sono i settori, in questa fase, più dinamici? «Vediamo dinamismo nei settori Fintech e Insurtech, nel mondo del software e service al servizio del 4.0 e della trasformazione digitale delle imprese e nel mondo del marketplace ed e-commerce che nell'ultimo anno hanno avuto una forte accelerazione. Sono i settori in cui noi, come azienda, stiamo facendo e abbiamo fatto i maggiori investimenti e stiamo vedendo grande vivacità. Accanto a questi non bisogna dimenticare i settori del food, dell'health dove, soprattutto negli ultimi mesi, c'è stata una propensione maggiore a fare impresa. E poi c'è il mondo delle smart city e di tutto quello che riguarda anche i cosiddetti abilitatori di innovazione che sono Iot, Cloud, 5G, Intelligenza artificiale. E che noi però, come azienda, giudichiamo come componenti molto trasversali a tutti i progetti che andiamo a individuare. Sono ambiti in cui c'è anche una grande crescita che segue la crescita del mercato per tutto quello che è trasformazione tecnologica e digitale». Cosa è cambiato nell'ultimo anno? «Quello che abbiamo visto tanto cambiare nell'ultimo anno è una maggiore concretezza nei confronti della trasformazione digitale; prima c'era l'idea di doverla fare o le aziende che dovevano cimentarsi, oggi l'industria dell'innovazione e delle startup è un'industria a tutti gli effetti del nostro Paese. Si è trovata di fronte ad una opportunità di maturazione accelerata e, quindi, ha fatto quel passo avanti cui tutto l'ecosistema lavora alacremente perché diventi strutturale e continuativo nel tempo». Soffermiamoci ora sull'attività di Digital Magics. Quanto avete investito finora e quali sono i vostri target? «Noi oggi abbiamo 73 startup attive a portafoglio e per noi attive vuol dire che sono all'inizio della fase di mercato e non sono nella fase finale della nostra collaborazione che è quella verso la exit dalla partecipazione o della cancellazione della partecipazione che, ahimè, fa parte dell'ecosistema delle startup. Quest'anno abbiamo avuto una raccolta importante delle nostre società in portafoglio che hanno raccolto, come capitali di rischio, oltre 27 milioni di euro e di questi circa il 10% lo abbiamo investito noi come Digital Magics. Il fatturato aggregato delle nostre startup a portafoglio ha superato i 62 milioni di euro con una crescita del 14%, tra il 2019 e il 2020 a parità di perimetro. Un dato molto importante perché, con un portafoglio di partecipazioni in cui la maggioranza ha una vita inferiore ai 4 anni, avere una crescita del 14% vuol dire che l'ecosistema sta crescendo e sta iniziando a diventare importante. Ma guardando al futuro ci sono, soprattutto, i programmi di accelerazione che diventano una parte importante della nostra attività ma anche un cardine dello sviluppo dei settori industriali. È il caso della sostenibilità - e stiamo concludendo in questi giorni un programma di accelerazione proprio sulla crescita e la sostenibilità insieme a Lazio Innova, il fondo della Regione Lazio - o nel Fintech e Insurtech che per noi sono settori importanti e strategici - e siamo e saremo non solo protagonisti ma anche partner, e ciò ci inorgoglisce, del programma di accelerazione Fintech e Insurtech della rete dei programmi nazionali di accelerazione di Cdp Venture Capital. Poi abbiamo una grande attenzione per il mondo delle nuove tecnologie, il 5G e l'Intelligenza Artificiale, tutti settori che possono e potranno dare, partendo da un settore come quello italiano che è soprattutto business to business, un grande impulso alla crescita industriale». Mettendo il cappello di chi ha rappresentato e continua a rappresentare le imprese quali sono le necessità, cosa servirebbe? «Innanzitutto fare i vaccini potrebbe dare un impulso a voltare pagina e non solo per la serenità dei cittadini ma per una vera ripartenza economica. Abbiamo bisogno di una politica industriale che vada ad agire su settori strategici ma anche su dei fattori di sviluppo che sono la connettività e anche le infrastrutture immateriali come la banda ultra larga e il 5G. C'è bisogno di una politica industriale che vada in questo senso, c'è bisogno di riforme strutturali concrete, da quella del fisco alla Pa, di cui questo Paese ha bisogno e di cui hanno bisogno le aziende che nascono, operano e devono crescere in questo Paese per poi espandersi anche all'estero. Di un ecosistema che deve essere non senza regole, perché le regole servono a competere meglio sul mercato, ma che deve aiutare a crescere. Mi ha sempre molto stupito come aziende eccellenti sul nostro Paese diventano straordinarie quando vanno all'estero. Quindi, sintetizzando: una politica industriale, riforme e tutto il mondo delle competenze, della riqualificazione professionale e della scuola con grande attenzione agli Its. Sono tre pilastri che probabilmente si possono davvero racchiudere tutti sotto le politiche industriali. Ma se noi vogliamo vedere l'innovazione, la trasformazione digitale, il Made in Italy del futuro, si deve passare tramite la sua grande storia ma anche tramite la possibilità di avere uno stupendo cammino davanti a noi». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 9/4/2021

06 Aprile 2021

Il Venture Capital a supporto del Paese

Investimenti ad alto tasso di innovazione: come cogliere tutte le opportunità di crescita e competitività e rilanciare l’economia? Registrati al webinar in partnership con LVenture Group! Il 14 aprile alle ore 17.30 si terrà il webinar “Il Venture Capital a supporto del Paese” di Luiss Business School in partnership con LVenture Group, operante nel settore del Venture Capital a livello nazionale e internazionale. Un’opportunità unica per confrontarsi su una tematica imprescindibile per investitori istituzionali e aziende ad alto tasso di innovazione, originata dal punto di svolta in cui il Paese si trova attualmente grazie all’avvio delle attività di CDP e Enea Tech. Prenderanno parte al dibattito Giovanni Maggi, Presidente Assofondipensione, Roberto Magnifico, Board Member LVenture Group, Alberto Oliveti, Presidente ENPAM, Diana Saraceni, Co-Founder e General Partner Panakes Partners. Introdurrà i lavori Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education Luiss Business School. A moderare il dibattito Maria Isabella Leone, Associate Professor & Co-Director Flex Program Venture Capital Dynamics and Startup Engagement Luiss Business School. AGENDA Apertura lavoriEnzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education Luiss Business School InterventiGiovanni Maggi, Presidente AssofondipensioneRoberto Magnifico, Board Member LVenture GroupAlberto Oliveti, Presidente ENPAMDiana Saraceni, Co-Founder e General Partner Panakes Partners ModeraMaria Isabella Leone, Associate Professor & Co-Director Flex Program Venture Capital Dynamics and Startup Engagement Luiss Business School Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI  6/4/2021