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LVenture: «Italia ora più competitiva per le startup. Quest’anno lanciamo un acceleratore green»
LVenture: «Italia ora più competitiva per le startup. Quest’anno lanciamo un acceleratore green»
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Il ceo Luigi Capello traccia un quadro a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor

Il venture capital sfiora numeri record in tutto il mondo e anche in Italia, dopo la frenata della prima parte del 2020. La spinta viene da nuovi settori, complice il cambio di abitudini dovuto alla pandemia: il food delivery, l’e-commerce e la sostenibilità. Luigi Capello, ceo di LVenture Group, holding di partecipazioni che investe in startup digitali e ne accelera il processo di sviluppo attraverso l’acceleratore LUISS EnLabs, parla a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor, di un’Italia ora più competitiva per le startup e di una grande attenzione ai temi della sostenibilità. Ma anche dei progetti futuri della società, che vede segnali positivi per il 2021 e annuncia il lancio di un acceleratore proprio in ambito green.

Come sta andando il mondo delle startup?

«Ho guardato i numeri di marzo e siamo a livelli record in tutto il mondo, nel venture capital a livello mondo sono stati investiti 40 miliardi di dollari solo nel mese di gennaio e, a livello Italia, i primi due mesi del 2021 registrano un +50% sui primi due mesi del 2020. Quindi il venture capital è un mercato che sta andando particolarmente bene».

Come è cambiato il mercato e cosa sta spingendo la ripresa?

«Abbiamo vissuto un 2020 in cui il venture capital ha avuto una frenata improvvisa e non ci sono stati round nei mesi di marzo ed aprile ma, poi, la pandemia ha fatto cambiare le abitudini ad ognuno di noi. Innanzitutto, del consumatore che è stato forzato ad un cambiamento quantico: con il food delivery abbiamo ordinato la cena a domicilio, la spesa ci è arrivata a casa, abbiamo scelto l’e-commerce e le app per i pagamenti. Secondo, le corporate che si sono rese conto che se non avessero cavalcato l’innovazione probabilmente non avrebbero retto all’impatto; di qui un grande interesse all’innovazione e alla ricerca di nuovi modelli di business, anche da parte della piccola azienda online che all’improvviso doveva sviluppare l’e-commerce. E, infine, il mercato venture capital e le risorse finanziarie del programma da 1,6 miliardi di Cdp, avviato a inizio 2020 ed entrato nel vivo. Queste tre novità hanno spinto nel secondo semestre del 2020 il venture capital che ha potuto recuperare i livelli del 2019. Una spinta che continua nel 2021 ed anzi è in fase di accelerazione».

Dal punto di vista di LVenture ravvisa interesse per i temi della sostenibilità?

«La sostenibilità è una mission per noi fondamentale cui diamo molta attenzione, ma abbiamo anche una serie di startup che hanno impatto sul tema. Ricordo, tra le altre MyFoody, una startup che fa promozione nei supermercati per i cibi in scadenza, con sistemi per comunicare al pubblico come comprarli a sconto, oppure Deesup, il marketplace del design e arredi di seconda mano che ha creato un mercato di sostenibilità e recupero e, ancora, Shampora che permette di creare prodotti per capelli su misura just in time, senza magazzino e utilizza packaging riciclato».

Quali sono i vantaggi per una startup ora in Italia e cosa, invece, dovrebbe cambiare?

«Prima eravamo un po’ penalizzati, se pensiamo a quante volte si leggeva di ragazzi che andavano a Londra a creare una startup. Oggi quantomeno siamo competitivi, si è creato un humus positivo per cui non partiamo con handicap, siamo competitivi nei round iniziali e i soldi si trovano. Certo se mi dici che deve
essere fatto un round da 300 milioni non so se in Italia è stato fatto negli ultimi anni. Per partire siamo competitivi. Cosa si deve fare? Le richieste sono sempre le stesse: rendere più fluenti le operazioni e sburocratizzare al massimo la filiera delle norme che si sono ossidate anno su anno. Quelle sulle startup sono nate nel 2012 e poi se ne sono susseguite tante altre, servirebbe una sintesi di queste norme fatta in modo pratico-operativo».

Parliamo della società. Dopo il 2020 cosa vede nel 2021 di LVenture?

«Il 2020 ha avuto un primo semestre difficile ma nel secondo abbiamo visto un recupero e abbiamo chiuso in termini di ricavi come l’anno precedente, a livello di ebitda e risultato netto rettificato siamo stati positivi e quindi direi siamo andati molto bene. Per il 2021 ci aspettiamo grandi cose, è passato già un trimestre e vediamo segni positivi: c’è un flusso di capitali che sta arrivando in maniera importante e ci aspettiamo importanti operazioni nelle nostre startup e, nella seconda parte dell’anno, interessanti opportunità di exit. I progetti principali del 2021 sono il lancio di un acceleratore proprio in ambito green e il lancio del nostro parallel fund: progetti che puntano a posizionare LVenture tra i campioni europei».

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9/4/2021

Data pubblicazione
9 Aprile 2021
Categorie
SustainEconomy.24