25 Maggio 2021
Michela Lentini ha scelto di affrontare le sfide quotidiane del divario di genere e di quello generazionale nel mondo del lavoro consolidando le sue competenze manageriali. Sa bene infatti che, nel nostro Paese, appena il 18% delle posizioni dirigenziali è occupato da donne ed è proprio nei ruoli manageriali che emergono le maggiori differenze di retribuzione di genere. E sa anche che l'unione di due generazioni e il mix perfetto di Millennial e profili con maggiore seniority nel mondo del lavoro può creare team vincenti e di successo. La strada le è sembrata una sola: tornare a studiare e intraprendere un Executive MBA. Chimico farmaceutico con 10 anni di esperienza nell'industria farmaceutica, appassionata di lifescience, ha ricoperto diversi ruoli sia in R&S che nel Marketing, facendosi guidare nel suo lavoro dall’ambiziosa visione di migliorare la vita delle persone attraverso l’innovazione farmacetuica. Nonostante la giovane età ha alle spalle importanti esperienze, come quelle maturate in MSD in qualità di Marketing Associate Director in ambito Vaccini, e precedentemente in Novartis/GSK, come Regulatory Affairs Associate prima e Product Manager poi. Oggi è Oncology Senior Brand Manager in AbbVie. Michela, perché hai scelto un Executive MBA targato Luiss Business School? Uno dei motivi è stata la voglia di sfidare il divario generazionale sul lavoro. In questo tipo di percorso di formazione incontri persone di età diverse, per esempio nel mio corso ero una delle persone più giovani, con i miei 35 anni. Consolidare le mie competenze creando valore dalla contaminazione generazionale era la mia priorità. Ma c'è un altro gap ancora da sfidare. Quale? Quello di genere. Per una donna la propria preparazione professionale è un modo per colmare questo divario. In più, avendo un background scientifico ma lavorando in un contesto commerciale, volevo perfezionare alcune competenze finanziare e strategiche, acquisite on the job negli anni. Che ricordi hai del percorso in aula? Il gruppo era molto affiatato e lo è ancora, nonostante il percorso di studi sia terminato da qualche mese. Ora ci lega l'affetto e alcuni progetti di business che abbiamo avviato insieme nell’ultima fase dell'EMBA. Confrontandosi con professionisti di provenienza, esperienza e approccio diversi dai propri, ognuno di noi ha acquisito qualcosa che va molto oltre un semplice titolo di studio. In che modo? Facendo leva sulle relazioni interpersonali e sul networking, una delle cose più importanti che mi sono portata a casa dopo questi due anni. Come è stato affrontato il potenziamento delle soft skill? Le iniziative mirate allo sviluppo delle soft skill sono state tantissime. Per esempio, molto utile per il mio lavoro è stato il corso di public speaking. O ancora, ricordo una bellissima esperienza residenziale di due giorni in un teatro, tutti insieme, guidati da un attore professionista in un percorso introspettivo mirato a migliorare le nostre qualità di improvisazione, decision making, lavoro di squadra. Durante il master avete sperimentato il ruolo di imprenditori: qual è il tuo ricordo di questa esperienza? Uno degli obiettivi finali dell’EMBA era la consegna di un progetto in cui mettere in campo tutte le competenze acquisite. Ci siamo quindi cimentati nella sfida di lanciare delle idee di business e aggregarvi persone attorno, creando delle vere e proprie startup, alcune delle quali stanno andando avanti. A chi si immagina questo percorso come puramente didattico, dico che non lo è perché permette di mettere in pratica quanto si è appreso con un fine concreto, vestendo i panni degli startupper. Personalmente, ho lanciato un’idea di circular crowd a supporto delle PMI italiane in risposta all’emergenza COVID-19. Un’emergenza non solo sanitaria, ma anche economica. Insieme ad altri cinque colleghi abbiamo ipotizzato un business model innovativo in cui privati, imprese e professionisti del digitale contribuiscono a una ripresa circolare dei comparti più colpiti dalla crisi. Ora c'è un progetto ben strutturato da poter implementare. A valle di un percorso già lungo e articolato di quasi due anni, da un lato eravamo stanchi, dall’altro eravamo galvanizzati da quello che stavamo realizzando. E’ stato incredibile come ognuno di noi abbia ritrovato una nuova energia nei propri gruppi di lavoro. Luiss Business School mira a formare leader che abbiano un impatto nel mondo, lasciando un’impronta non solo nel proprio percorso professionale. Com'è stata trattata questa tematica durante il corso? Ho riscontrato la mission della Luiss Business School - leader for a better world - in diversi corsi in programma. Personalmente ho molto apprezzato il corso del Professor Matteo Caroli in Gestione sostenibile d'impresa. Sostenibilità significa tante cose, non solo green o circular economy. Significa riuscire a creare valore condiviso per tutti gli stakeholder intorno al proprio business, soprattutto per la comunità in cui si opera. Comprendere che una gestione d'impresa efficace passi anche attraverso la sostenibilità e il valore condiviso è un tema che in Luiss Bussiness School è affrontato in modo concreto e tangibile. Un altro corso molto interessante è stato quello del Professor Andrea Prencipe in Gestione dell'innovazione. Innovazione è una parola blasonata e a tavolta abusata. Ho capito il senso di innovazione intesa come “unione dei puntini”. In che senso? Per innovare sono necessarie nuove lenti, non necessariamente per pensare fuori dagli schemi e inventare qualcosa di nuovo e disruptive, bensì per ripensare allo status quo nell’ottica di “innovarsi per innovare”. Abbiamo discusso i fattori organizzativi che frenano o abilitano l’innovazione, descritti attraverso una serie di esempi di successo e di insuccesso utili a comprendere la dinamica dei processi innovativi e le implicazioni organizzative. Il tuo consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso. Se in questo momento vi state chiedendo perchè intraprendere un EMBA, forse vi trovate in un momento professionale o personale di stallo. Se percepite di essere in una comfort zone, se sentite di aver smesso di imparare ogni giorno... allora è proprio il momento di uscirne e rimettersi in gioco! 25/05/2021
10 Maggio 2021
I valori della Luiss Business School non si raccontano solo attraverso l'offerta formativa, ma soprattutto attraverso le persone che hanno fatto un pezzo di strada nelle nostre aule e hanno sintetizzato l'eccellenza nel proprio percorso professionale. La storia di Dalia Caterino, Creative Office Library & Vintage di Gucci, per la serie #MyLuissBusiness Uno studio del World Economic Forum sostiene che il 65 per cento dei bambini che oggi frequentano le elementari, in futuro faranno dei lavori che ancora non esistono. Ne è la prova Dalia Caterino, alumna di Fashion and Luxury Business – Major of the Master in Fashion, Luxury and Tourism Management di Luiss Business School, oggi parte del team dell'Ufficio Stile di Gucci a Roma, impegnata nel Creative Office Library & Vintage. Arrivata per un colloquio nel settore comunicazione, Dalia ha raccontato la visita all'Ufficio Stile di Valentino, vissuta grazie al master, attirando l'attenzione dei suoi recruiter, che le hanno permesso di adattare sulle sue competenze una figura professionale che oggi supporta i designer nel processo creativo. Dopo una laurea triennale in Moda e Costume a La Sapienza, Dalia ha scelto il master in Fashion & Luxury per potenziare la sua formazione. Oggi ha 28 anni ed è un'alumna nel vero senso del termine: «Parlo del mio percorso in Luiss sempre con la luce negli occhi». Offerta formativa, focus sulle competenze linguistiche e sviluppo delle soft skill in aula: ecco i boost che hanno accelerato la carriera di Dalia nel mondo della moda. Dalia Caterino, perché hai scelto Luiss Business School? Avevo già dei feedback positivi da altre persone, che l'avevano frequentata in passato. Ho messo a confronto varie università che offrivano questo tipo di percorso, ma già dall'Open Day sono stata catturata dall'incontro con i docenti. Quali pensi siano i punti di forza dell'offerta formativa del master in Fashion & Luxury? Il focus sulla lingua inglese: penso sia indispensabile per l'industria della moda. Quando ho iniziato ero a un buon livello e all'inizio avevo un po' di timore, ma il master mi ha permesso di accrescere moltissimo il mio inglese. È stato molto prezioso anche il confronto con persone provenienti da culture diverse: nel mio anno di master eravamo in diciassette. In più, il piano di studi – molto ampio, ma non generalizzato – mi ha convinto: ogni aspetto era approfondito nello specifico e non lasciato a una trattazione generica. Durante il percorso questo mi ha aiutato a capire cosa volevo fare davvero. In che modo? Quando si inizia un master per un'industria come quella della moda, dove le figure sono davvero tante e varie, è difficile individuarne alcune specifiche. Con questo master sono stata guidata verso la comprensione sul dove collocarmi nel prossimo futuro. Quanto è stato importante lo sviluppo delle soft skill previsto nel curriculum? Ero una persona molto chiusa: con il master sono riuscita a fare un passo avanti. Il doversi confrontare non solo con professori, ma anche con professionisti, dà un assaggio di ciò che si andrà a vivere fuori. Spesso la paura dei giovani è quella di non essere abbastanza: ti dicono sempre che o non hai studiato a sufficienza o non sei completamente formata su un aspetto specifico. Invece credo che con il master in Luiss Business School, grazie alla sua offerta formativa ampia ma sempre specifica, si riesca sempre a cogliere il necessario. Non c'è mai del superfluo. Quali sono stati i momenti più significativi del tuo percorso in Luiss Business School? L'esame finale, dove siamo riusciti a mettere in atto tutto quello che avevamo imparato. È un lavoro di gruppo: devi sia far combaciare le tue idee con quelle del tuo team sia metterti in competizione. Quest'ultima cosa è molto importante: se non c'è, non cresci. Permette di superare i propri limiti, altrimenti rimani sempre nella tua comfort zone. Un altro aspetto molto importante di questo percorso sono le visite alle aziende. Cosa ricordi di queste esperienze? Tra tutte, l'Ufficio Stile di Valentino, a Roma, ha segnato il mio percorso. Lì abbiamo visitato il loro archivio storico. Durante il colloquio con Gucci per lo stage stavo raccontando proprio quell'esperienza. Quel racconto li ha spinti ad offrirmi la posizione che ricopro oggi, anche se mi ero candidata per altro. Per quale posizione ti eri candidata? Volevo lavorare nella comunicazione e public relation. Ma proprio attraverso i laboratori soft skill e i corsi che approfondivano questi aspetti, mi sono accorta che tutto quello che ci viene raccontato sul mondo della moda è un po' fumoso. Nessuno ti dice cosa vai a fare davvero dopo, qual è il lavoro vero. Quindi è possibile avere il sogno di ricoprire una posizione che magari non esiste. Confrontarci con il responsabile comunicazione di McQueen è stato utilissimo: ci ha aiutati a comprendere quali sono i meccanismi fondamentali di quella posizione. Ho sempre cercato di rubare con gli occhi: dai professori, dai professionisti, ma anche dai colleghi. Fino a oggi non mi sono mai fermata a pensare dove sono arrivata. Volevo entrare in Gucci da sempre e ci sono riuscita, in una posizione che non sapevo esistesse. Cosa ti ha insegnato questa consapevolezza? Che bisogna porsi un obiettivo e arrivarci a piccoli passi, concentrandosi su quello che si sta facendo nel qui e ora, a cosa possiamo fare e a cosa possiamo portare con noi nel futuro. Lavori nell'Ufficio Stile library & vintage di Gucci: di cosa ti occupi esattamente? Il mio Team collabora alla gestione della biblioteca, supportando i designer nel processo di sviluppo inziale della collezione, e della gestione del Vintage di proprietà dell’azienda. È una posizione trasversale a tutto l’Ufficio Stile. In due anni e mezzo la posizione è cresciuta tantissimo: non esiste in altre aziende. Io e la mia responsabile la stiamo plasmando sulle nostre figure, sulle esigenze dell'azienda e sento di star crescendo tantissimo. E credo che gran parte del merito sia anche del mio percorso in Luiss. Venire dal mondo Luiss ha fatto la differenza nel tuo ingresso nel mondo del lavoro? Hai notato qualche differenza? Assolutamente sì. Luiss Business School è una realtà riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Sei a contatto con il mondo del lavoro sempre e questo conta. Senza una specializzazione non sarei stata in grado di affrontarla, anche se fossi stata la persona più preparata del mondo. In apparenza il mondo della moda e del lusso sembra meno maschili di altri, ma in certe posizioni permangono delle difficoltà. L'essere donna e il percorso formativo in Luiss ti hanno aiutata a crearti una sorta di corazza? Sì: anche il solo confrontarci in aula, anche i laboratori soft skill mi sono serviti. L'Ufficio Stile è una realtà molto impegnativa: è il mondo della moda al mille per mille. Il master mi ha aiutato a rafforzarmi. Mettersi in gioco e in competizione con gli altri dà maggiore sicurezza in se stessi e aiuta a superare certe barriere, mostrandoti per quello che sei, senza sentirsi svantaggiata perché si è donne. Pensi che in futuro continuerai a costruirti sul campo o pensi di tornare sui banchi per acquisire nuove competenze? Vorrei farlo già adesso! Sono uscita da due anni e mezzo e da allora sono in Gucci. Ma sono molto curiosa, mi piace imparare e mi piacerebbe tornare a formarmi. La moda non è più quella di vent'anni fa. Ci sono tante tematiche – sostenibilità e innovazione, tra le altre – che stanno cambiando la governance delle aziende. In che modo si sta muovendo Gucci su questi argomenti? Gucci è la prima azienda che si espone su temi come ambiente e sostenibilità. Come Ufficio Stile facciamo dei corsi di aggiornamenti su questi argomenti. Quando lavori a determinati ritmi non hai molto tempo per aggiornarti ed è molto positivo che invece l'azienda ti spinge a prenderti del tempo per formarti e informarti. Hai fatto anche il mentor per Coursera: cosa hai messo della tua formazione in Luiss in questa esperienza? Tutte le conoscenze che avevo acquisito! Fare il mentore a persone come me, anche se ero appena uscita dall'università, è stato molto interessante. Fornire spunti su come informarsi, cosa che abbiamo sempre fatto in Luiss, è fondamentale: la curiosità e l'informarsi sempre su ciò che accade non devono mancare. Un consiglio per chi deve iniziare. Rubate con gli occhi e fate tante domande ai professionisti. Cercate da subito le esperienze di stage. Prima della fine del master c'era molta ansia per la ricerca dello stage. Bisogna non darsi subito per vinti cercando uno stage. Bisogna cercare di non mollare, credere che qualcosa arrivi. Anche perché il team Luiss affianca gli studenti nella preparazione dei colloqui: c'è il massimo sostegno lungo tutto il percorso. 10/5/2021
22 Aprile 2021
Le quattro squadre si sono confrontate nell’evento finale di Data Girls del progetto GROW - Generating Real Opportunities for Women di Luiss Business School, affrontando le challenge di Terna, WINDTRE, Italgas e Iren, grazie al supporto di IBM e Istat Negli ultimi due anni i dati hanno conquistato un ruolo fondamentale nella società e nelle imprese. La data analysis è un campo di grandi opportunità, tutte da cogliere soprattutto per la carriera delle donne. Allo sviluppo di leadership femminili sempre più solide e STEM oriented è dedicato il progetto Data Girls di GROW - Generating Real Opportunities for Women di Luiss Business School. Tra i quattro progetti giunti in finale è stato premiato il gruppo che ha accettato la challenge di Terna, creando una solution che andrà a migliorare il posizionamento di un cliente industriale nel settore dell’imbottigliamento. Ne è nata Rita, una bottiglia in R-Pet che va a intercettare la propensione di spesa dei consumatori orientati verso acquisti sostenibili e la riduzione di margini di spesa legati all’impiego della plastica riciclata al posto di quella vergine. «Il processo è stato lungo e non facile, ma siamo felici di avercela fatta – hanno spiegato le studentesse Luiss Business School durante la premiazione – Ringraziamo il team di Terna e la nostra tutor per averci supportato». La squadra guidata da Helena Da Rochi Romana si è aggiudicata un buono spesa. Cos’è GROW Il progetto Data Girls di GROW - Generating Real Opportunities for Women ha l'obiettivo di promuovere, sostenere e migliorare lo sviluppo personale e professionale delle studentesse dei percorsi MBA Luiss Business School, con particolare attenzione all'inserimento nel mondo del lavoro e alla promozione della carriera professionale, finalizzata al raggiungimento di posizioni di vertice in aziende, amministrazioni, enti, università e altre organizzazioni. Grazie al coinvolgimento di quattro business partner - Italgas, WindTre, Terna e Iren - e di due partner tecnici - Istat e Ibm – gli studenti coinvolti nel progetto, giunto alla sua quinta edizione, hanno potuto lavorare sulle proprie competenze digitali, studiando soluzioni data driven a challenge reali, elaborate grazie anche al supporto di un tutor Luiss Business School, uno aziendale e uno tecnico. A questo si aggiunge lo shadowing, l'affiancamento di un professionista dell'ambito in cui le studentesse desiderano lavorare in futuro. Le challenge di Data Girls Sfida alla sostenibilità: la challenge Terna «L’obiettivo della nostra challenge è stato quello di ottimizzare il posizionamento competitivo di un cliente industriale operante nel settore dell’imbottigliamento. La realtà coinvolta è quella di AVVENIA, società leader nel settore dell’efficienza energetica e controllata del Gruppo TERNA S.p.a.», spiega Helena Da Rocha Romani, studentessa del Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione è portavoce del gruppo di sole data girls. Partendo dai dati forniti dall'azienda, il gruppo ha analizzato gli interventi di efficientamento energetico realizzati sul processo industriale, grazie anche alla piattaforma software IBM Watson Studio. Il passo successivo è stato migliorare la competitività dell'azienda attraverso una parola chiave: sostenibilità, uno dei driver più potenti per orientare la propensione d’acquisto. Da lì è nata l'idea per un nuovo prodotto realizzato in R-pet, la bottiglia Rita. Giga Crew, nuovi scenari per WINDTRE WINDTRE ha chiesto al gruppo rappresentato da Claudia Frasca, studentessa del master Luiss Business School in Project Management, di identificare una strategia innovativa da immettere sul mercato: «Ci è stato chiesto di trovare una soluzione che fosse appetibile per i clienti già esistenti o che potesse interessare un nuovo target». Ragionando sulle risposte di un questionario rivolto alla generazione Z, quindi a giovani d'età compresa tra i 15 e i 20 anni, si è fatto emergere l'approccio dominante: quello di consumo elevato di giga. Inoltre, la maggior parte degli intervistati usa una scheda intestata a uno dei genitori, ragione alla base della scarsa presenza di questo target nelle strategie WINDTRE. Molti hanno dichiarato l'idea di poter condividere e ricevere giga dagli amici: da questa risposta è nata l'idea di una community, Giga Crew, in cui poter svolgere questa operazione, e di un'omonima offerta che permetta ai ragazzi di sentirsi parte di una famiglia dove condividere anche i giga. Per raggiungere diversi target, sono state aggiunte altre funzioni come il Giga Crowdfunding e l'Orange Monday. Prevedere i contatti al call center: la challenge Iren Smart working e gradimento del servizio fornito da Iren: come ha inciso la pandemia sul tasso di contatto? Da questa domanda parte la challenge che l’azienda, una delle più importanti e dinamiche multicommodity operanti in Italia, ha lanciato al gruppo, di cui Sofia Massei del Master Luiss Business School in Gestione Risorse Umane e Organizzazione, è la portavoce. «È stata un’ardua sfida, ma molto coinvolgente», spiega Sofia. La richiesta dell’azienda è stata quella di analizzare il traffico delle chiamate inbound pervenute al call center per il servizio luce e gas e il servizio idrico negli anni 2019 e 2020, al fine di verificare gli impatti legati all'emergenza sanitaria in termini di scostamento volumi in ingresso, variazioni stagionali e distribuzione del traffico nelle varie fasce giornaliere. Grazie al sistema di data analysis IBM Watson, con il supporto di tutor e docenti, il gruppo ha elaborato i dati tramite questo strumento innovativo. Si è così realizzato un forecast base, a seguito del quale sono stati elaborati due scenari: nel primo, si è considerata l’incidenza dello smart working e della condizione pandemica; nel secondo, invece, sono stati messi in relazione il gradimento e il numero di telefonate ricevute. L’analisi ha rivelato che il più penalizzato in questo periodo è stato il settore energy: lì i ragazzi hanno puntato la loro attenzione, invitando l’azienda a fare lo stesso. Un servizio tailored in tutta Italia: la challenge Italgas La challenge lanciata da Italgas ha un obiettivo molto chiaro: migliorare il servizio offerto ai clienti. Analizzando i dati forniti dall'azienda, il gruppo di cui Cristina Squarcia (studentessa di Fashion Management) è la portavoce, si è concentrato sulle abitudini, la riqualificazione energetica e il fenomeno delle seconde case. Inoltre, si è fatta una valutazione delle aree più attrattive per Italgas sul territorio nazionale. I dati emersi sono diventati una road map che l'azienda potrà utilizzare per fornire un servizio più mirato a quei target come i proprietari di seconde case, molto più presenti al Sud Italia, ma soprattutto per diventare un brand pioniere nel suo settore. Cosa resta di una sfida Il progetto ha svelato alle partecipanti che un percorso data driven può guidare verso soluzioni approfondite e reali. A questo si aggiunge il lavoro di squadra, la tenacia, l’uso delle soft skill per definire il proprio ruolo in un gruppo, il time management, il confronto e il dialogo con alcuni dei più importanti manager italiani, ma anche con studenti con diversi background professionali; l'acquisizione di competenze di data analysis, necessarie nel business contemporaneo. Tutte caratteristiche necessarie per costruire le leader di domani. 22/4/2021
21 Aprile 2021
Nell’ambito del progetto Data Girls di GROW - Generating Real Opportunities for Women, WINDTRE ha messo alla prova le studentesse dei master Luiss Business School sull’analisi dei dati forniti su un campione di 1 Mln di clienti della propria customer base, per individuare una strategia innovativa da lanciare sul mercato, tale da ingaggiare tanto i clienti già esistenti quanto un nuovo target. L’iniziativa, giunta alla V edizione, è nata per potenziare le competenze di Data Analysis delle studentesse e supportarle nel cogliere tutte le opportunità di crescita personale e professionale offerte dalla gestione dei dati e dal mondo digitale. Claudia Frasca, studentessa del master in Project Management, ha raccontato l’esperienza del team vincitore della Challenge proposta da WINDTRE e come Data Girls abbia arricchito il bagaglio di conoscenze e competenze sia hard che soft. Giga Crew: una community per la condivisione di Giga dedicata alla Generazione Zeta «L’idea nasce da un’analisi descrittiva effettuata sui clienti WINDTRE, da cui si evince che la Gen Z, pur essendo quella con minore densità (rappresenta circa il 7% della clientela totale) è però quella con un consumo di giga più elevato. Partendo da questo aspetto, abbiamo iniziato a ragionare su tale discrepanza e abbiamo effettuato un questionario rivolto alla generazione Z e quindi ai giovani di età compresa tra i 15 e i 20 anni. Dal questionario è emerso che i ragazzi hanno un approccio di consumo di giga elevato e che la maggior parte di loro ha la scheda SIM intestata a uno dei genitori. Questo aspetto ci ha rivelato la probabile causa della bassa presenza di gen Z all’interno della customer base WINDTRE. Altro insight interessante riscontrato nel questionario è che la maggior parte degli intervistati si dichiara molto interessato all’idea di poter condividere e ricevere giga da amici. Proprio da questo spunto è partita la nostra idea, ossia coinvolgere i clienti appartenenti alla Gen Z attraverso la creazione di una community sull’app WINDTRE chiamata Giga Crew, per scambiare e condividere giga con tutti i contatti WINDTRE della propria rubrica. In seguito, e grazie all’utilizzo della piattaforma Watson di IBM, abbiamo delineato ulteriori target di riferimento. L’offerta Giga Crew, che avrà un costo mensile di 1,99€, rappresenta una vera community, una piattaforma di aggregazione che ci permetta di sentirci parte di una famiglia all’interno della quale donare giga e organizzare eventi per i nostri cari. Dal momento che il nostro obiettivo è quello di coinvolgere varie generazioni di clienti, non soltanto ragazzi appartenenti alla Gen Z, abbiamo pensato, attraverso la crew, di aggiungere diverse funzioni all’app WINDTRE. All’interno della Giga Crew si potranno infatti organizzare dei giga Crowdfunding e quindi raccogliere giga tra i contatti e donarli a coloro tra i nostri amici che ne abbiano più bisogno oppure regalare giga per eventi speciali, come ad esempio un compleanno o un anniversario. Infine, proprio per coinvolgere tutti gli utenti di ogni fascia di età, abbiamo pensato di inserire una serie di offerte a premio in base a quanti giga condividano all’interno della community. È da qui che nasce l’Orange Monday, che prevede una serie di offerte premium inserite all’interno del già esistente Winday, dedicate esclusivamente ai clienti che decidano di condividere giga all’interno della Crew». Il potenziale di solution data driven per sviluppare prodotti innovativi e team coesi «Abbiamo compreso l’importanza dell’analisi dei dati e in particolar modo siamo rimasti affascinati da quanto un percorso data driven possa guidare verso una solution approfondita e reale. Grazie a questa opportunità abbiamo potuto relazionarci con persone aventi background differenti e questo ha accresciuto la nostra consapevolezza di quanto sia importante e di quanto valore aggiunto porti la diversità. All’interno del team ognuno di noi è riuscito a ritagliarsi un ruolo ben definito e differente proprio grazie alle proprie soft skill, contribuendo così a guidare efficacemente il gruppo verso la finale». Per lo sviluppo delle solution i team si sono potuti avvalere del supporto dei partner tecnici del progetto, grazie agli open data messi a disposizione da ISTAT e alla piattaforma Watson di IBM. 21/04/2021
Nell’ambito del progetto Data Girls di GROW – Generating Real Opportunities for Women, Iren ha messo alla prova le studentesse dei master Luiss Business School sull’analisi del traffico delle chiamate inbound pervenute al call center, al fine di definire l’impatto della pandemia sul tasso di contatto ed elaborare un forecasting per il 2021. L’iniziativa, giunta alla V edizione, è nata per potenziare le competenze di Data Analysis delle studentesse e supportarle nel cogliere tutte le opportunità di crescita personale e professionale offerte dalla gestione dei dati e dal mondo digitale. Sofia Massei, studentessa del Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione, ha raccontato l’esperienza del team vincitore della Challenge proposta da Iren e come Data Girls abbia arricchito il bagaglio di conoscenze e competenze sia hard che soft. Tra smartworking e livello di gradimento: l’incidenza della pandemia sul tasso di contatto «In questi mesi ho seguito la challenge di Iren, una delle più importanti e dinamiche multiutility del panorama italiano, attiva nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell'energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e dei servizi tecnologici. La richiesta dell’azienda è stata quella di effettuare una previsione del numero di telefonate che saranno ricevute dal call center nel 2021 a fronte dei dati forniti degli anni 2019 e 2020. È stata un’ardua sfida, ma molto coinvolgente. Come l’abbiamo affrontata? Grazie alla presentazione e alla conoscenza del sistema di analisi dei dati IBM Watson e con il supporto dei nostri tutor e docenti, abbiamo elaborato i dati. Abbiamo così realizzato un forecast base, a seguito del quale abbiamo elaborato due scenari: nel primo abbiamo preso in considerazione l’incidenza dello smartworking e della condizione pandemica; nel secondo abbiamo messo in relazione il gradimento e il numero di telefonate ricevute». Un lavoro di squadra per padroneggiare il mondo dei dati «È stata veramente un’esperienza unica e arricchente quella di poter dialogare con i manager di IREN e di entrare in contatto con un’organizzazione prestigiosa, acquisendo competenze di data analysis molto richieste nel mondo del business. Dalla partecipazione a questo progetto, oltre alle competenze acquisite, porto con me un ottimo lavoro di squadra messo in atto, per il quale ringrazio tutti i miei colleghi. Insieme abbiamo appreso e sperimentato l’importanza di essere tenaci, determinati e uniti per il raggiungimento degli obiettivi, in un clima di pieno rispetto e attenzione reciproca». Per lo sviluppo delle solution i team si sono potuti avvalere del supporto dei partner tecnici del progetto, grazie agli open data messi a disposizione da ISTAT e alla piattaforma Watson di IBM. 21/4/2021
Nell’ambito del progetto Data Girls di GROW – Generating Real Opportunities for Women, Terna ha messo alla prova le studentesse dei master Luiss Business School su come ottimizzare il posizionamento competitivo di un cliente industriale analizzando i dati sulla contabilità energetica come chiave di lettura del processo produttivo per identificare ulteriori iniziative di efficientamento. L’iniziativa, giunta alla V edizione, è nata per potenziare le competenze di Data Analysis delle studentesse e supportarle nel cogliere tutte le opportunità di crescita personale e professionale offerte dalla gestione dei dati e dal mondo digitale. Helena Da Rocha Romani, studentessa del Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione, ha raccontato l’esperienza del team vincitore della Challenge proposta da Terna e come Data Girls abbia arricchito il bagaglio di conoscenze e competenze sia hard che soft. Sostenibilità la parola chiave per ulteriori iniziative di efficientamento energetico: nuovi prodotti e nuovi target «Nella prima parte della challenge abbiamo analizzato gli interventi di efficientamento energetico realizzati sul processo industriale, partendo dai dati forniti dall’azienda sugli interventi effettuati per la sostituzione del compressore e la modifica dei sistemi di soffiaggio. Grazie alla piattaforma IBM Watson Studio fornita dal partner della challenge IBM, abbiamo interrogato il database generando due modelli di regressione lineare, riuscendo così ad esaminare gli efficientamenti effettuati e gli scenari di costo. Nella seconda parte della challenge abbiamo identificato ulteriori iniziative finalizzate a migliorare la competitività dell’azienda, proponendo come abilitatore chiave l’economia circolare. La parola chiave è sostenibilità: un requisito fondamentale nell’orientare i comportamenti d’acquisto e fonte di vantaggio competitivo. I dati sui consumatori, le analisi sul mercato italiano dell’imbottigliamento e dei nuovi scenari legati a questo tema ci hanno guidato verso l’idea di un nuovo prodotto realizzato in plastica riciclata, l’R-pet. L’R-pet garantisce minori costi ambientali, permette di abbassare i valori delle emissioni di CO2 legata ai prodotti e consente di rispondere prontamente alle norme europee. Il passaggio dallo scenario As- Is verso la nostra proposta permette un beneficio di rilievo garantendo una prima linea di ricavo dall’applicazione dell’R- pet a livello di processo. Per avere una vista complessiva dei benefici, va considerata la possibilità di incrementare la propria customer base offrendo un nuovo prodotto in grado di rispondere alle esigenze dei nuovi segmenti d’interesse, ad esempio i clienti attenti alla sostenibilità». Più prospettive, una sfida da vincere «Questa esperienza mi ha consentito di esplorare l’ambito degli analytics che assume maggiore rilevanza nei processi di trasformazione digitale delle aziende, acquisendo nuove competenze ed apprendendo un nuovo strumento per la gestione dei dati. La gestione di un progetto in parallelo alle attività del Master mi ha aiutato a migliorare il mio time management e a essere più produttiva. Infine, il clima di fiducia e cooperazione instauratosi all’interno il gruppo ci ha permesso di realizzare un progetto di cui sono fiera. La diversità dei nostri percorsi di studio è stato l’elemento chiave che ci ha consentito di affrontare la sfida in maniera distintiva, analizzando il tema da più prospettive». Per lo sviluppo delle solution i team si sono potuti avvalere del supporto dei partner tecnici del progetto, grazie agli open data messi a disposizione da ISTAT e alla piattaforma Watson di IBM. 21/04/2021
06 Marzo 2021
In occasione della Giornata internazionale della donna 2021, celebriamo il talento delle giovani donne pronte a mettersi alla prova con nuove competenze, per giocare d’anticipo e con successo la partita del lavoro del futuro. Con il progetto GROW – Generating Real Opportunities for Women, Luiss Business School è al fianco delle aziende per sostenere e promuovere la crescita delle giovani donne e far crescere il Paese. Perché GROW Il Progetto GROW – Generating Real Opportunities for Women promuove e sostiene lo sviluppo personale e professionale delle studentesse Luiss Business School con particolare attenzione all’inserimento nel mondo del lavoro e all’evoluzione della carriera finalizzata al raggiungimento di posizioni di vertice in aziende, amministrazioni, enti, università e altre organizzazioni. Il progetto ha visto la luce l’11 novembre 2016 ed è giunto oggi alla quinta edizione. Le attività di GROW Job Shadowing Imparare con l’esperienza: una giornata di affiancamento a una manager nell’ambito lavorativo di interesse. Data Girls Supportare le studentesse interessate a cogliere tutte le opportunità offerte dalla gestione dei dati e dal mondo digitale. L’obiettivo è aumentare l’occupazione femminile in ambito digitale, in fortissima crescita dal punto di cista professionale e che fa registrare un forte gap tra domanda e offerta. Grow Talk Condividere buone pratiche ed esperienze da traslare, attraverso la contaminazione, da una realtà aziendale all’altra. Quinta edizione: la voce delle studentesse La quinta edizione di Data Girls mette alla prova le studentesse su quattro Challenge che richiedono competenze di analisi dei dati per sviluppare soluzioni innovative alle sfide proposte da Iren, Italgas, Terna, Wind 3. Le studentesse, suddivise in gruppi, si avvalgono dei set di dati ISTAT e della piattaforma di analisi Watson messa a disposizione da IBM. «Il progetto GROW mi è sembrato da subito un’ottima idea, sia per la matrice ideale che ne è alla base, sia per i contenuti altamente professionalizzanti – racconta Francesca Piazzolla, 27 anni, studentessa del Master in Marketing Management – Major in Sales and Account Management, al lavoro sulla Challenge di Terna. – Da quest’esperienza mi aspetto di trarne conoscenze approfondite in ambito di data research ma soprattutto spero di coglierne la ricchezza umana derivante dal lavoro in team». Per Giorgia Urbani, 22 anni, studentessa del Master in Financial Management – Major in Amministrazione Finanza e Controllo, che si sta confrontando con la Challenge Wind 3 «GROW è un’opportunità che aiuta capire l’impegno che comporta essere una leader e come conciliare vita professionale e personale». Secondo Veronica Da Dalt, 22 anni, studentessa del Master in Corporate Events – Major del Master in Marketing Management, «Leadership è abbattere i propri muri, incoraggiare sé stessi e chi si ha intorno a uscire dalla propria comfort zone puntando in alto». E a proposito della Challenge con Iren: «Ciò che mi ha spinto a partecipare al progetto sono stati curiosità e voglia di mettermi alla prova, non avendo mai appreso nozioni di data analysis. Grazie a questo percorso ho la possibilità di crescere personalmente e professionalmente, e non potrei esserne più grata». Beatrice Alasotto, 24 anni, studentessa Master in International Management che lavora alla Challenge di Italgas, racconta: «Partecipare a GROW mi ha permesso di acquisire competenze professionali nell’ambito del digitale al fine di contribuire alla valorizzazione della leadership femminile nel mondo del lavoro». Storie di successo Roberta Tedone, studentessa del Master in Management and Technology che ha partecipato all’edizione 2020 di GROW, è oggi Data analyst in Telepass: «GROW mi ha dato l’opportunità di valorizzare il bagaglio culturale che avevo acquisito durante gli studi e offerto una simulazione molto fedele del mondo del lavoro. Mi ha permesso di acquisire sicurezza e ha aperto molte porte del mio futuro professionale». SCOPRI TUTTE LE STORIE 6/3/2021
23 Febbraio 2021
Una convenzione volta a favorire l’incontro tra formazione e lavoro, rafforzando le sinergie tra il mondo accademico e le istituzioni: è l’intento alla base di una convenzione stipulata tra la Prefettura di Roma e l’Università Luiss Guido Carli. Sulla base di questa convenzione, anche gli studenti Luiss Business School potranno candidarsi per i tirocini curriculari messi a disposizione dalla Prefettura di Roma. Gli allievi selezionati avranno l’opportunità di vivere un’esperienza professionale in campo istituzionale, che permetterà loro di mettersi alla prova in prima persona con le dinamiche di un’organizzazione complessa e con le sfide del rapporto con i cittadini e il territorio. Un’occasione preziosa per potenziare conoscenze tecniche, competenze trasversali, e arricchire il proprio percorso formativo. Come di consueto, gli studenti Luiss Business School potranno candidarsi sul portale Job Teaser, dove saranno regolarmente pubblicate le posizioni aperte. 23/2/2021
03 Dicembre 2020
Nell’ambito della partnership tra Luiss Business School e lo Studio Legale Fair Legals, la studentessa del Master of Art Arianna Sera, si è aggiudicato il bando di selezione di curatori per la mostra promossa negli spazi dello studio legale, con il progetto Framed - mostra individuale di Marialuisa Antonelli. Fair Legals dal 2017 si interessa al settore dell’arte contemporanea, promuovendo artisti e curatori emergenti. Quest’anno la scelta del progetto curatoriale è avvenuta attraverso il bando che ha coinvolto gli studenti del Master of Art della Luiss Business School. FRAMED Marialuisa Antonelli EXHIBITION A cura di Arianna Sera Studio Legale Fair Legals - ROMA 10 dicembre 2020 – 25 dicembre 2020 La mostra Framed, allo stato attuale delle ordinanze relative all'emergenza Covid, sarà fruibile al pubblico non appena le disposizioni governative daranno la possibilità di usufruire degli spazi espositivi Framed è l’ultima produzione pittorica dell’artista Marialuisa Antonelli, datata giugno 2020. Questo lavoro incarna i sentimenti più intimi dell’artista, che racconta la sua verità unilaterale attraverso l’analisi di un periodo di solitudine, incertezza e distanziamento sociale. Il concept di Framed porta all'attenzione il tema, tanto più attuale negli ultimi mesi, della costrizione dell'essere umano in spazi obbligati, che lo tengono distante dalle persone a lui più prossime: la tela diventa quindi l'allegoria di tale limitazione, entro cui l'essere umano è ridotto – anche graficamente – all'essenziale. L’obbligo di rimanere confinati nelle nostre case, ha portato Antonelli ad una lunga riflessione sul sociale iniziata già nei primi mesi del 2019. Come una profezia, con il lavoro Libro d’Artista e Incastri, l’artista ha anticipato di un anno gran parte delle problematiche contemporanee. Framed è frutto di un lavoro di sintesi, di riduzione stilistica e di piattezza assoluta del materiale plastico. Per arrivare alla produzione delle opere Antonelli ha riformulato due tecniche, quella pittorica e xilografica, mescolandole. Le opere realizzate vogliono puntare all’essenza, eliminando ogni dettaglio superfluo. Le due serie, ma soprattutto le tele di grandi dimensioni, raffigurano incroci di corpi umani in uno spazio vitale costrittivo, all’interno del quale gli individui rappresentati non hanno né spazio di manovra né la possibilità di assumere posizioni diverse da quelle a loro assegnate. Le opere rappresentano le condizioni attuali in cui l’individuo non ha più margine d’azione. Per un rapporto di causa-effetto l’uomo, secondo Antonelli, è alienato da logiche secolari ormai gerarchizzate. Pur vivendo in un periodo storico in cui la libertà d’espressione ci appare come una conquista garantita dalle nuove tecnologie, non siamo in realtà del tutto liberi da assodati meccanismi sociali. Dunque lo stato di costrizione suggerito dai lavori dell’artista supera la contingenza del momento, per sollecitare una riflessione di più ampio respiro. Dal 10 al 25 dicembre pubblicheremo e condivideremo contenuti visivi, articoli ed interviste sulle principali pagine social e all’interno del sito della mostra. Lo scopo del progetto curatoriale è quello di stimolare il pubblico, condividendo con esso tematiche inedite inerenti all’esposizione. In sostanza ciò che sarebbe stato condiviso, durante la mostra, verrà invece pubblicato prima dell’apertura di essa. L’intento è quello di ricavare un daily virtuale di contenuti che riveleranno, a poco a poco, il pensiero creativo dell’artista: “la riduzione, sempre più costante di spazi vitali necessari per vivere”. Marialuisa Antonelli nasce a Viterbo nel 1994, frequenta l’Istituto statale d’Arte e successivamente si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo nella classe di Pittura. Nei primi anni di formazione si dedica alla pittura figurativa utilizzando l’olio. Durante la sua carriera ha sperimentato differenti modalità artistiche indagando gli aspetti tecnici della xilografia, della grafica, della fotografia e della street art. La sua innata vocazione per la materia pittorica ha convinto Antonelli ad utilizzare nuovamente l’olio e la tela. Negli ultimi anni ha deciso di sperimentare nuovi procedimenti, i quali hanno portato l’artista all’abbandono della pittura figurativa, lasciando spazio a nuove opere, in grandi serie, di natura geometrica formate perlopiù da campiture monocrome. Arianna Sera nasce a Roma nel 1996, ha studiato e si è diplomata in lingue nel 2015. Da sempre però ha mostrato profondo interesse per lo studio del museo e delle discipline artistiche. Nel 2016 decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, laureandosi in Valorizzazione dei Beni Culturali, con una tesi in Museografia dal titolo Il museo come soggetto di comunicazione attiva tra storia e contemporaneità. Nel 2017 ha partecipato alla Biennale Internazionale di Arte e Cultura RomArt con l’opera la Famiglia. Attualmente frequenta il Master in Arte e Curatela presso la Luiss Business School ed è parte attiva del Collettivo Curatoriale ArteX. Mail: exhibitionframed@gmail.com Sito: https://www.framedarte.com/ Facebook: https://www.facebook.com/Framed-100499535146217 Instagram: https://www.instagram.com/framed.exhibition/ LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/fair-legals/ 12/3/2020