lbs
Burgio (Alpitour): «Hotel e voli sempre più green, dalle certificazioni al sapone solido. Per noi è già la normalità»
Burgio (Alpitour): «Hotel e voli sempre più green, dalle certificazioni al sapone solido. Per noi è già la normalità»
lbs

Il presidente e amministratore delegato del Gruppo Alpitour delinea la strategia sostenibile e parla della ripartenza a SustainEconomy.24, report di Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School

L’impegno per la sostenibilità, che da sempre caratterizza l’azienda, è destinato, nel giro di alcuni anni, a divenire uno dei driver principali, parte del dna stesso del gruppo.

Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato del Gruppo Alpitour, primo player del settore turistico e proprietario dei principali brand italiani di Tour Operating, la collezione di alberghi VOIhotels e la compagnia aerea Neos, racconta a SustainEconomy.24, report di Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School le varie iniziative, dagli hotel certificati agli investimenti per aerei meno inquinanti fino all’eliminazione della plastica e, la recente innovazione dei saponi solidi. Da quest’estate in tutti i resort. Con la voglia di ripartire, dopo lo stop per il Covid.

La spinta, spiega, verrà dall’Italia, seguita da Spagna e Grecia. Con qualche fastidio e perplessità per la disparità di trattamento con altri Paesi che già stanno ripartendo con pacchetti extra-europei.

Il vostro gruppo, con tutte le varie realtà, è presente in luoghi importanti e idilliaci. Qual è l’attenzione alla sostenibilità?

«L’impegno fondamentale da sempre, in azienda, è di lasciare i luoghi ai nostri successori, figli, come li abbiamo trovati se non meglio. Ma lo sviluppo di questa strategia non è facile perché molto spesso gli alberghi, le spiagge e le palme che noi proponiamo non sono di nostra proprietà, quindi questa nostra esigenza si scontra con la filosofia di alcuni Paesi, soprattutto in via di sviluppo, che chiaramente non considerano la sostenibilità come una delle cose più importanti e ci accusano, noi Paesi occidentali o industrializzati, di aver inquinato per secoli e ora che stanno cominciando a costruire la loro ricchezza di caricarli di costi perché la sostenibilità è un costo. Quindi, noi, possiamo sviluppare tutto queste strategie di sostenibilità nei nostri alberghi, nelle nostre attività dell’aviazione e poi chiaramente in tutte le piccole attività che quotidianamente facciamo nei nostri uffici e sedi».

In particolare, quali sono le iniziative che state portando avanti e i progetti futuri in tema ambientale?

«Noi concepiamo l’ambiente come una derivata del mondo della sostenibilità e quindi abbiamo dedicato una grandissima attenzione: per esempio le nostre sedi hanno energia fotovoltaica e sfruttano la luce naturale oltre ad essere costruite con precisi criteri ambientali; siamo attenti alla raccolta della plastica e della carta, punatndo ad essere una compagnia paper free; ora siamo ancora lontani, però, devo dire abbiamo fatto dei passi da gigante. Abbiamo poi fatto una bellissima campagna di educazione per i bambini delle scuole elementari con la casa editrice Giunti con la pubblicazione di un libro sulla storia di un bambino che vuole occuparsi del mondo che lo circonda, e sono già 125.000 i bambini coinvolti; abbiamo collezioni di viaggi legate essenzialmente al green e alla natura con proprietari e fornitori che hanno capito questo mondo e che vogliono svilupparlo. Poi nell’aviazione abbiamo fatto dei grossi investimenti per aerei di ultima generazione della Boeing che hanno consumi – e quindi emissioni – ridotti di oltre il 20 per cento».

Quindi avremo hotel, villaggi, voli sempre più green?

«Come sempre quando ci sono queste innovazioni all’inizio tutti ne parliamo, tra 20 anni non ne parleremo più perché sarà normale e farà parte del nostro Dna. Ma è chiaro che bisogna cominciare a essere i primi anche se i primi pagano un prezzo e spesso sono un po’ quelli che vengono presi in giro dagli altri. Noi abbiamo cercato di far riconoscere i nostri sforzi con la certificazione GSTC (Global Sustainable Tourism Council) e ormai quasi tutti i nostri alberghi hanno questo riconoscimento delle Nazioni Unite. Avevamo avviato l’eliminazione della plastica monouso negli alberghi, poi con il Covid abbiamo fatto un salto indietro di 50 anni; poniamo attenzione a tutto il mondo dell’alimentazione privilegiando il Km zero, il bio e i prodotti senza glutine. Quest’anno, poi, con la nostra catena VOIhotels, abbiamo fatto un accordo con un’azienda italiana, Allegrini, che produce dei saponi solidi, e quindi più facilmente trasportabili e con il vantaggio di non doverli impacchettare con un risparmio di oltre 2.800 kg di plastica; pensavamo che il cliente avrebbe mostrato resistenza e invece l’86% della clientela, tutta italiana, in uno dei nostri resort dove abbiamo fatto il primo test è stato assolutamente d’accordo: mi sembra un numero altissimo e molto interessante. Sulla base di quel test tutti i nostri resort in Italia quest’estate avranno quel tipo di sapone, con più di un milione di flaconi in plastica da 25 ml risparmiati. È talmente impattante non portare più tanti flaconcini di plastica nelle isole delle Maldive o nelle isole lontane; è una cosa geniale, siamo molto contenti ad essere i primi nel mondo perché non ho sentito nessuno che abbia preso questa strada».

Si è appena aperta la nuova stagione, dopo l’esperienza del Covid. Cosa vi aspettate?

«Quest’anno è tutto molto incerto tra notizie di varianti, la possibilità di viaggiare, la green card, Paesi che vogliono i tamponi. Quindi cosa rimane di certo? L’Italia molto forte, anche per una maggior sensazione di sicurezza, poi la Spagna e la Grecia con alcune piccole difficoltà burocratiche. In attesa che si possano aprire quelli che impropriamente chiamiamo ‘corridoi sanitari’: puntiamo alle isole delle Maldive, dove abbiamo quattro isole con clientela 100% italiana e l’aereo è nostro e potrebbe essere Covid free. Ci piacerebbe ricominciare in piena sicurezza e, certo, vediamo con un certo fastidio alcune linee straniere che operano già Malpensa- Sharm el Sheik o che hanno lanciato un progetto per portare all’estero gli italiani facendo scalo nel loro hub nei Caraibi mentre, noi, come linea aerea italiana non possiamo volare; Vedere un volo inaugurale che porta da Malpensa 100 turisti nel Mar Rosso quando è specificatamente proibito uscire dalla Comunità Europea senza giustificato motivo – e il turismo non è un giustificato motivo – è qualcosa che ci lascia senza parole».

Ci vorrebbe qualche misura in più nell’immediato?

«Né io, né Alpitour e neppure tutti i nostri colleghi della filiera turistica abbiamo le informazioni sulla situazione sanitaria italiana e quindi non siamo in grado di dire cosa si debba o non debba fare, ma vedo che i Paesi esteri, con storie di contagi o decessi simili ai nostri, stanno ripartendo: dalla Germania vanno in Egitto, i polacchi vanno a Zanzibar e i russi alle Maldive. Ci sono migliaia di lavoratori in Italia ma anche in questi Paesi esteri che potranno avere problemi anche di sussistenza. Noi, ad esempio, nel 2020, pur in assenza di ospiti, abbiamo continuato a pagare gli stipendi a tutti i nostri colleghi alle Maldive, a Zanzibar, in Madagascar. Di fronte a una pandemia mondiale siamo tutti pazienti, ma visto che tutti gli altri ripartono con situazioni simili alla nostra, ci chiediamo il perché non possiamo farlo anche noi».

SFOGLIA IL REPORT COMPLETO

18/6/2021

Data pubblicazione
18 Giugno 2021
Categorie
SustainEconomy.24