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Fileni: «Non ci sono alternative ad una scelta bio. E’ responsabilità verso i consumatori e valore economico»
Fileni: «Non ci sono alternative ad una scelta bio. E’ responsabilità verso i consumatori e valore economico»
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ll  vicepresidente del primo gruppo in Italia delle carni bianche da agricoltura biologica parla dell’impegno e dei progetti a SustainEconomy.24, report de Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School

Non ci sono alternative alla scelta bio per rendere la filiera produttiva virtuosa e sostenibile: puntare sulla qualità del prodotto è un’assunzione di responsabilità verso il consumatore, e puntare sulla sostenibilità è un’assunzione di responsabilità verso le risorse ambientali. Ma anche una scelta di ritorno economico. E’ questa la via tracciata da Fileni, gruppo agro alimentare marchigiano, terzo player nazionale nel settore delle carni avicole e leader in Italia nelle carni bianche da agricoltura biologica. Il vicepresidente, Massimo Fileni racconta a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e il Sole 24 Ore Radiocor,  il percorso da cittadini e imprenditori. Il Gruppo con oltre 1.800 dipendenti ha 7 stabilimenti produttivi, e investimenti nell’ordine di 100 milioni di euro programmati nel 2021-2025, tra innovazione e tradizione. Dall’abbattimento delle emissioni al 100% di energia rinnovabile dalle carni allevate senza il ricorso agli antibiotici e i mangimi non Ogm al packaging riciclabile.

Fileni ha scelto un percorso di sostenibilità che va dalla qualità del prodotto al rispetto dell’ambiente. Ci parla di questa scelta?

«Noi siamo già un’azienda che si occupa di nutrire, che è una delle più grandi responsabilità che professionalmente si può avere, e ci siamo resi conto che quello che facciamo, nutrendo, è custodire la terra e l’ambiente, il territorio e gli animali. Avevamo già un’attenzione per questi temi e abbiamo deciso di renderla sistematica e organizzata. La scelta è continuare a fare quello che sappiano fare e farlo ancora meglio e, non solo dal punto di vista del consumatore inteso come chi mangia i nostri prodotti, ma del consumatore, in quanto cittadino e persona. La nostra produzione è lunga e complessa, ma anche corta nel senso che controlliamo, in prima persona, dal prodotto allo scaffale. Noi siamo il terzo gruppo in Italia per dimensione nell’avicoltura e il primo in termini di carne biologica».

Di recente siete anche diventati società benefit. Come si conciliano responsabilità ambientale e sociale con redditività e competitività? E la risposta dei consumatori vi dà ragione?

«E’ una conciliazione necessaria in quanto cittadini prima ancora che imprenditori. Dobbiamo preoccuparci della possibilità di continuare a prosperare in questo pianeta. Da cittadino la risposta è che non ci sono scelte alternative; da imprenditore posso dire che la scelta è altrettanto sensata. Si possono fare scelte green, sostenibili e responsabili in base a 3 linee di pensiero: la scelta responsabile e sostenibile è anche efficiente perché difficilmente una scelta sostenibile, ambientale e sociale non ha un senso anche strettamente economico; la scelta sostenibile in qualche modo anticipa le scelte del decisore politico che saremmo costretti a fare più avanti e quindi anticiparle ha un senso economico stretto per l’ultima linea del conto economico, se non nell’immediato, nel medio e lungo periodo; la terza, la scelta responsabile incontra la preferenza di consumatori e attori responsabili».

Qual è la ricetta e quali sono i progetti che sta portando avanti Fileni nel 2021, un anno di ripartenza dopo la pandemia che ha cambiato le vite e le abitudini?

«Il 2020 e il 2021 hanno una specificità che non hanno altri anni. Abbiamo imparato a lavorare in termini di trasformazione per evitare rischi e pericoli, abbiamo visto qualche difficoltà nella supply chain riguardo al mix di prodotti che sono variati molto ma rispetto ad altri settori non abbiamo avuto grossi vantaggi ma neppure svantaggi. Abbiamo avuto canali, come il fuori casa – dalla ristorazione alle mense chiuse -che hanno sofferto ma sono stati compensati dall’aumento del retail. Non si è sospeso il consumo ma si è fatto in maniera diversa. Nel nostro caso, quindi, più che di ripartenza parliamo di un percorso che prosegue. Per quanto riguarda il 2021, oltre al passaggio a società benefit, a breve uscirà il bilancio di sostenibilità, abbiamo acquisito di recente un’azienda produttrice di uova e abbiamo in mente diverse ristrutturazioni e investimenti produttivi oltre a grandissime novità di prodotti e packaging. Negli anni 2021-2025 abbiamo stabilito di fare investimenti nell’ordine dei 100 milioni».

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21/5/2021

Data pubblicazione
21 Maggio 2021
Categorie
SustainEconomy.24
Tematiche
food sostenibilità