Digital Transformation
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09 Aprile 2020

«L’azione del Governo sia ispirata dai dati»

L'importanza della digitalizzazione nello tsunami che ci ha travolto: l'intervento di Paola Pisano, Ministro per l'Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione in occasione di #Italiasmart, su DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore   L'Italia era quart'ultima nella classifica europea Desi per utilizzo e sviluppo di servizi digitali. Per fare un esempio, il tasso di applicazione dello smart working era del 2%, laddove altri Paesi, come il Regno Unito e la Francia, erano al 20 per cento. Ci siamo quindi trovati in una situazione di svantaggio ad affrontare un‘onda d'urto molto forte. Due considerazioni meritano di essere fatte: la prima è la reazione all'emergenza, di breve periodo, quindi bisogna mettere subito in campo tutte le attività le azioni, i progetti che si possono attuare per dare una risposta a cittadini e aziende, ospedali e malati, non solo di Covid, che si trovano in estrema difficoltà. La seconda è riuscire a fare in modo che questa reazione emergenziale poi abbia ricadute stabili nel nostro Paese. Molto velocemente abbiamo messo in piedi tre progetti: il primo è "Solidarietà digitale", per dare risposte immediate attraverso servizi digitali al cittadino in modo gratuito in tutta Italia; il secondo "Innova per ltalia" con Mise e Miur per trovare soluzioni innovative coinvolgendo anche il mondo delle start up; la terza è la task force sui dati e l'app per il contact tracing di cui tutti parlano. La cosa più importante è che questa task force deve riuscire a creare un'infrastruttura che aiuti il governo a creare le proprie policy guidato dai dati e non da altri fattori. Questo tsunami che ci ha travolto ha reso evidente agli occhi di tutti l'importanza della digitalizzazione, delle reti, dei dati, ma soprattutto l'importanza di rivedere il modello sociale che noi oggi abbiamo portato avanti con molta fatica. Abbiamo quattro fattori cruciali: lavoro; smart working e digitalizzazione; ricerca e lotta alle disuguaglianze; semplificazione e sburocratizzazione. Questi quattro fattori vanno affrontati non solo in modo emergenziale e non solo con gli aiuti che oggi stiamo mettendo in campo, ma anche e soprattutto con la presa di coscienza che dobbiamo avere un modello di economia nuovo, da studiare in poco tempo e iniziare a mettere in pratica rapidamente nei prossimi mesi. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 09/04/2020 

09 Aprile 2020

Smart working e innovazione contro il coronavirus

Le considerazioni di #ItaliaSmart,  virtual panel organizzato da Cdp - Cassa depositi e prestiti con Luiss Business School: oggi su DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 ore   Con l'emergenza Covid-19 per la prima volta lo smart working è diventato all'improvviso una necessità e una priorità per tutelare la salute delle persone, il lavoro e i servizi. Dall'oggi al domani aziende e Pubbliche Amministrazioni sono state chiamate a realizzare questa trasformazione, quando, solo fino a qualche settimana prima, il lavoro agile era parte di un processo più ampio di digitalizzazione del lavoro che procedeva a passo non così spedito. Questa accelerazione senza precedenti ha dimostrato che, se nel dopo Covid-19 niente sarà più come prima, ciò è ancora più vero se si pensa al mondo del lavoro e dell'innovazione: è questa la considerazione di fondo che ha animato #ItaliaSmart, il virtual panel organizzato da Cdp – Cassa depositi e prestiti in collaborazione con Luiss Business School, Talent Garden e P4I – Partners4Innovation, che si è tenuto lo scorso primo aprile. A fare il punto sulle nuove tecnologie che stanno trasformando la società, sullo smart working e sulle nuove competenze che saranno richieste nel futuro sono stati, assieme alla ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, Maurizio Di Fonzo, chief people and organization officer di Cdp, Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School, Mariano Corso, direttore scientifico di P4I, Davide Dattoli, ceo e co-founder di Talent Garden e Monica Parrella, direttrice generale del personale del Ministero dell'economia e delle finanze.   «In Cdp eravamo abituati a qualche centinaia di persone che facevano un giorno di lavoro agile a settimana: dall'oggi al domani siamo passati al 100% e più di 2.000 persone in smart working», ha spiegato Di Fonzo. «Video e call sono aumentati del 1.700% rispetto a febbraio, i messaggi scambiati nelle chat sono cresciuti del 1.100%: se lo avessimo programmato, ci avremmo messo qualche mese». Dattoli ha aggiunto che non bastano solo i dati per ricavare una fotografia del cambiamento in atto: «La sfida è cambiare le regole del gioco. Soltanto uno shock di questo tipo è riuscito a dimostrarci che come facevamo prima era un retaggio del "si è sempre fatto così": abbiamo fatto un passo avanti di dieci anni, ma senza essere preparati. Oggi più che mai è quindi fondamentale la capacità di reazione: in questo momento non servono piani triennali, ma a 30 giorni». Proprio per reagire a un evento dagli effetti difficilmente prevedibili, un vero e proprio cigno nero, «le imprese cominceranno a ragionare sui modelli di business più resilienti», ha detto Paolo Boccardelli. «In questo contesto il digitale ha subito una grande accelerazione intraprendendo una strada senza ritorno. In futuro aumenterà ulteriormente la domanda di skill digitali e quindi la necessità di accelerare la trasformazione di competenze e professionalità. Parallelamente, andranno affrontati e risolti i nodi in tema di privacy e di regolamentazione di questi mercati». Anche per Mariano Corso «questo è il momento di esagerare con la formazione, perché le persone non si sentano lasciate allo sbaraglio» e siano pronte a gestire la «fase 2, che definirei di normalizzazione: cerchiamo di applicare più in profondità i principi fondanti dello smart working e poniamo le basi non soltanto di una seconda fase emergenziale». «Se siamo riusciti in pochissimo tempo in oltre 8.000 persone a lavorare a distanza al Ministero, vuol dire che gli strumenti tecnologici esistevano già», ha chiosato Monica Parrella, per la quale il fabbisogno di competenze manageriali pesa più delle infrastrutture. Punto di partenza, per la manager, è accettare che «il presidio fisico del dirigente è il contrario della leadership. Altro tema è quello delle soft skills: nei concorsi della pubblica amministrazione non è prevista alcuna domanda sulla motivazione» e oggi i dirigenti si rendono conto che la capacità di rapporto umano soprattutto a distanza «ha importanza notevolissima, su cui concentrarsi sia in fase di formazione sia di condivisione di buone pratiche». Proseguono intanto anche i "Webinar series" di Luiss Business School: dopo Marco Patuano e Maximo Ibarra, prossimi protagonisti sul sito della Scuola saranno il 16 aprile alle 18:30 Marco Sesana, amministratore delegato di Generali Italia, il 22 Luigi De Vecchi, chairman of Continental Europe for corporate and investment Banking di Citi, e il 29 Marco Morelli, amministratore delegato uscente di Mps. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 9/4/2020 

01 Aprile 2020

CDP, Luiss Business School, Talent Garden e P4I: #ITALIASMART – Virtual Panel su innovazione e smart working

CDP, Luiss Business School, Talent Garden e P4I: il 1° aprile alle 15 #ITALIASMART – Virtual Panel su innovazione e smart working RIVEDI IL WEBINAR    Si terrà oggi 1° aprile alle ore 15:00 #ItaliaSmart, il virtual panel organizzato da Cassa Depositi e Prestiti in collaborazione con Luiss Business School, Talent Garden e P4I - Partners4Innovation per approfondire il tema dell’innovazione e dello smart working a cui parteciperà il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano. L’emergenza Covid-19 impone infatti a tutte le organizzazioni di ridefinire i propri processi in una logica digitale, a partire dalla sperimentazione dello smart-working. Durante il virtual panel si analizzeranno quindi le opportunità connesse allo sviluppo delle nuove tecnologie, delineando trend e best practice per le competenze e il lavoro del futuro. Interverranno tra gli altri Maurizio Di Fonzo, Chief People and Organization Officer Cassa Depositi e Prestiti, Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, Mariano Corso, Direttore Scientifico P4I - Partners4Innovation, Davide Dattoli, CEO e Co-Founder Talent Garden, Monica Parrella, Direttrice generale del Personale Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il virtual panel, a cui parteciperanno i manager di tutte le società partecipate da Cassa Depositi e Prestiti, vuole essere anche un momento di riflessione per tutte le aziende italiane in un momento di profonda trasformazione. E proprio nell’ottica di formare la classe dirigente del Paese per un futuro che si preannuncia molto diverso da come lo si prospettava, Luiss Business School ha messo gratuitamente a disposizione di CDP e delle sue partecipate una serie di strumenti di formazione digitale. 01/04/2020

27 Marzo 2020

Alleggerire pressione su linee mobili, privilegiare comunicazioni su rete fissa

Il Presidente dell’AGCOM Angelo Cardani intervistato da DigitEconomy.24, il report di Radiocor e Luiss Business School, ricorda l’importanza di una rete in fibra performante per “un Paese che intenda assicurare al proprio tessuto produttivo e alla propria popolazione connessioni adeguate, non solo rispetto alle difficili sfide presenti, ma anche e soprattutto, rispetto a quelle future. Prima si riesce a realizzare meglio è”.   Un invito ai consumatori italiani a privilegiare, ove possibile, l’uso delle linee telefoniche fisse «in modo da alleggerire la pressione sulla rete mobile». E un’esortazione agli operatori di tlc perché continuino a fare la loro parte e considerino le esigenze degli utenti in questo momento particolare. A parlare è Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Agcom, nel corso di un’intervista a DigitEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School. Dal monitoraggio effettuato da alcuni operatori, spiega Cardani, «risulta che se da un lato la rete dati, seppur molto sollecitata, sostiene adeguatamente il consistente aumento dei volumi, qualche problema dovuto ad un anomalo incremento del traffico è invece stato riscontrato sulle linee mobili». Facendo un quadro complessivo della situazione, il presidente dell’Autorità ricorda poi l'importanza fondamentale di una rete in fibra performante per il Paese e sottolinea come «tutti gli operatori che svolgono servizi essenziali debbano impegnarsi affinché i cittadini non vengano abbandonati, specialmente se soli, dentro le proprie case». Cardani ha poi ricordato come «una rete performante sia imprescindibile in un Paese che intenda assicurare al proprio tessuto produttivo e alla propria popolazione connessioni adeguate, non solo rispetto alle difficili sfide presenti, ma anche e soprattutto, rispetto a quelle future. Prima si riesce a realizzare meglio è». Aggiungendo che «le iniziative adottate a livello wholesale per incrementare le prestazioni dell’infrastruttura sono certamente utili. Ma si può e, probabilmente, si deve fare di più. La collaborazione pubblico/privato può portare a un miglioramento delle prestazioni delle connessioni e a una maggiore accessibilità alle offerte sottoscrivibili. Andrebbero poi valutate soluzioni che assicurino qualche forma di incentivo alle famiglie degli alunni per poter usufruire di connessioni domestiche adeguate ai fini della partecipazione alla didattica a distanza». Sul fronte di un allargamento delle maglie regolatorie e antritrust, il presidente dell’Agcom ha segnalato che «ogni periodo di emergenza determina un allentamento, maggiore o minore, dei vincoli normativi abituali: dobbiamo assicurare che quanto fatto in un frangente eccezionale non limiti eccessivamente e soprattutto in modo irreversibile altre libertà fondamentali, come quella riferita all’iniziativa economica, tutelata dai principi concorrenziali, che non deve essere compressa in modo eccessivo in questo momento e non deve essere penalizzata in modo definitivo nel lungo periodo». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO E LEGGI L'INTERVISTA  27/03/2020

27 Marzo 2020

Al via gli incontri on line con i protagonisti dell’economia della Luiss Business School

L'avvio con Marco Patuano, senior advisor di  Nomura Dopo aver avviato sin dal primo giorno la didattica sincrona digitale,  grazie alla piattaforma Webex di Cisco, Luiss Business School lancia oggi  i Webinar Series, un ciclo di incontri online con i protagonisti dell'economia, della finanza e del lavoro per approfondire gli impatti di lungo periodo che l'emergenza Covid-19 avrà sulle imprese e la loro gestione da un lato e sulla vita dei singoli dall'altro. Primo ospite degli incontri  ospitati su una piattaforma accessibile dal sito businessschool.luiss.it è stato Marco Patuano, senior advisor di Nomura, già amministratore delegato di Tim e della holding Edizione, che discuterà fra le altre cose di investimenti, sia dal punto di vista delle aziende che di gestione del portafoglio personale in un momento in cui la volatilità sui mercati è particolarmente alta. La formula live streaming permette di reinventare gli incontri di formazione dedicati a professionisti e imprese, facilitando la comprensione e l'interpretazione di uno scenario nuovo e in costante cambiamento, grazie a un linguaggio accessibile e all'interazione diretta con gli ospiti. Il secondo appuntamento sarà invece il 3 aprile, sempre alle 18.30, con Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Acea, mentre l'8 aprile sarà protagonista Maximo Ibarra, alla guida di Sky Italia, e dopo Pasqua, il 22, Luigi de Vecchi, al vertice di Citi in Europa. A inizio aprile, Luiss Business School lancerà inoltre Flex, un nuovo programma flessibile e adattabile sia alle esigenze personali che agli impegni professionali, attraverso una modalità di erogazione digitale, che prevede il 90% delle lezioni in distance learning e attività di networking in presenza, una volta terminato il lockdown. Il programma prevederà sia lezioni in modalità sincrona che videopillole per una più completa fruizione ed esperienza. Da sempre il digitale è nel DNA della Business School: prima ancora dell’emergenza sanitaria, la scuola aveva messo a disposizione degli studenti una piattaforma di microlearning, che nelle ultime settimane si è consolidata con la didattica sincrona in diretta. A oggi, a circa 1.250 studenti della Business School (7.000 a livello di tutta Luiss) sono state erogate complessivamente oltre 4 milioni di ore di lezioni in diretta su Webex, raggiungendo così i principali Paesi di provenienza degli studenti, fra cui Cina, Spagna, Germania e Stati Uniti. Alla didattica digitale si è convertita settimana scorsa anche la recentemente acquisita Amsterdam Fashion Acadamy in Olanda, dove le restrizioni sono state adottate più tardi che in Italia. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO E LEGGI L'INTERVISTA 27/03/2020 

27 Marzo 2020

Ora il governo rottami l’adsl: intervista a Renato Soru, AD e fondatore Tiscali

«Traffico fino a +200%, ora il governo rottami l'adsl»: l'intervista all'ad e fondatore di Tiscali, Renato Soru per DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 ore Traffico in aumento, reti sotto stress, investimenti richiesti alle telecom. Di fronte agli effetti dell'emergenza coronavirus per il settore delle tlc, Renato Soru, presidente e amministratore delegato di Tiscali, tornato da vari mesi alla guida dell'azienda da lui fondata, chiede al governo di dare sostegno alla domanda affinché «si riconoscano alle tlc i prezzi giusti per i servizi che offrono» visto che oggi gli operatori italiani hanno le tariffe più basse d'Europa. In passato, ricorda Soru in un'intervista a DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School), ci sono stati incentivi per i decoder tv oppure per la rottamazione delle auto. Ora è il momento di «rottamare le vecchie tecnologie», tipo l'adsl.   Intanto, nei giorni dell'emergenza, il gruppo ha registrato aumenti del traffico in media del 50% con picchi fino a +200 per cento. Presidente Soru, che iniziative avete intrapreso per contrastare l'emergenza Covid-19? Siamo stati abbastanza tempestivi, abbiamo in ufficio solo il 5% della nostra forza lavoro, a presidio del Noc, il Network operations center, ovvero il centro di controllo della rete, il resto è in smart working. Siamo riusciti a far lavorare da casa anche il nostro call center.  Che numeri avete raggiunto di aumento di traffico? Registriamo aumenti del traffico del 50%, con picchi fino al 200 per cento. Siamo stati messi a durissima prova, ma abbiamo risolto le difficoltà installando nuovi apparati, facendo altri investimenti in hardware. C'è un traffico abnorme che porterà tutti operatori a dover realizzare investimenti. È salito in maniera esponenziale anche il numero di speed test, i test di velocità di connessione, se ne contano fino a 200mila in un giorno per una sola azienda, si consiglia di usarli in maniera meno compulsiva visto che consumano banda preziosa. In ogni caso l'importanza cruciale e il valore dei servizi offerti dalle tlc è sotto gli occhi di tutti e tutti stanno toccando con mano l'importanza enorme della rete. Gli operatori di tlc riusciranno ad affrontare gli investimenti necessari? Bisogna considerare che la domanda è molto forte, e ci troviamo in un contesto molto competitivo. Stiamo compiendo tutti un salto in avanti di tanti anni, facendo corsi accelerati di video conferenze, ci stiamo attrezzando sullo smart working, stiamo portando a casa l'utilizzo in remoto di piattaforme digitali complesse. Potremmo utilizzare la situazione disastrosa che stiamo vivendo per accelerare la trasformazione digitale. Tuttavia bisogna considerare che, per realizzare questi obiettivi, si chiede agli operatori, che già hanno speso 6,5 miliardi di euro per le frequenze 5G, di investire di più. Con l'attuale livello di prezzi sul mercato, gli investimenti non sono sostenibili, bisogna aiutare i consumatori a pagare il giusto prezzo per servizi in fibra: se dobbiamo portare il lavoro a casa non può bastare l'adsl. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO E LEGGI L'INTERVISTA 26/03/2020 

27 Marzo 2020

Nel 2020 continueremo a investire: l’intervista all’ad di iliad, Benedetto Levi

«Sulle reti faremo la nostra parte, e nel 2020 continueremo a investire»: l'intervista all'ad di iliad, Benedetto Levi per DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore   Iliad, sul fronte del potenziamento delle reti, è pronta a fare la sua parte e, nonostante l'epidemia di coronavirus, continuerà a investire in Italia con obiettivi «ambiziosi» per il 2020. Lo dichiara a DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School) Benedetto Levi, amministratore delegato di iliad, operatore mobile italiano che fa parte del gruppo francese Iliad. Intanto, proprio per l'aumento esponenziale di smart working e telelavoro legato alle misure restrittive per fermare il virus, il gruppo ha registrato un incremento dei consumi del «15-20 per cento». Di fronte all'emergenza del coronavirus che iniziative ha preso o prenderà iliad? Per iliad è fondamentale garantire la sicurezza dei propri dipendenti e assicurare una connettività di massima qualità ai propri utenti, in modo da consentire loro di gestire le numerose attività online utili in questi giorni così particolari. Ci siamo mobilitati fin dai primi momenti di allerta per mettere tutti i dipendenti in condizione di lavorare in sicurezza e garantire la continuità del lavoro in smart working per tutte le funzioni che possono essere gestite dalla propria abitazione. Abbiamo contribuito al progetto di "Solidarietà Digitale" erogando gratuitamente 10GB, oltre che chiamate gratuite anche verso l'estero, per tutti i nostri utenti in Italia con offerta iliad Voce garantendo così anche a questi utenti la possibilità di usufruire della rete internet, dato che le nuove circostanze potrebbero determinare delle necessità impreviste.  Inoltre, abbiamo deciso di compiere un passo di grande responsabilità verso tutte le piccole e medie imprese tra i nostri fornitori, anticipando i pagamenti e procedendo quindi a saldare le fatture che sarebbero state pagate normalmente a 60 giorni, immediatamente. Parliamo di oltre 2000 fatture e più di 250 soggetti coinvolti, per un totale di decine di milioni di euro. Troviamo sia un modo per contribuire concretamente a supportare chi, come le piccole e medie imprese, rischia in questo momento di essere maggiormente impattato dalla crisi.  Speriamo davvero possa diventare una pratica condivisa da molti altri grandi gruppi industriali. Con smart working e telelavoro il traffico è aumentato per tutte le compagnie. E per voi? Abbiamo registrato un incremento tra il 15/20% sui consumi. Attualmente siamo presenti nel segmento del mobile con delle offerte che da sempre prevedono dei pacchetti gigabit molto consistenti oltre che pacchetti di traffico voce illimitati. Mi capita di pensare che se questo "lock-down" forzato fosse avvenuto negli anni passati, con le offerte che c'erano fino a 2 anni fa, sarebbe stato molto complicato fare smart working o accedere così tanto a Internet per altre attività. Confermate di voler investire in Italia per il 2020? Nel 2019 abbiamo raggiunto traguardi molto importanti, con oltre 5 milioni di utenti in 18 mesi e un fatturato più che triplicato rispetto al 2018. Continuiamo ad avere obiettivi ambiziosi, con un target di circa 5.000 siti radio attivi entro la fine del 2020 e l'obiettivo di 10.000/12.000 siti installati entro la fine del 2024, puntando a raggiungere un equilibrio in termini di Ebitda con meno del 10% di quota di mercato. Come giudicate le previsioni del dl Cura Italia riguardo al rafforzamento delle reti? Le disposizioni del decreto legge, in particolare quelle previste all'art. 82, sono molto importanti perché rappresentano una base per garantire servizi e copertura in un momento così complesso in cui la connettività è fondamentale. Ora bisognerà definire in dettaglio le azioni. Le istituzioni interessate hanno già avviato i lavori e noi faremo la nostra parte. Avete iniziative in programma in particolare nelle zone in digital divide? Diverse istituzioni hanno promosso appelli e noi siamo pronti a collaborare e a fare il massimo possibile. Oggi iliad garantisce copertura nazionale e procede spedita e con grande impegno nello sviluppo della propria rete (nel solo 2019 sono stati installati oltre 4mila siti radio). In questo momento siamo chiamati a potenziare la nostra infrastruttura, come tutti gli operatori, naturalmente nel rispetto di tutte le norme adottate del Governo a prevenzione del contagio e limiti in termini di sicurezza dei lavoratori. Siete soddisfatti delle recenti decisioni Agcom al fine di rafforzare le reti e la connettività? Condividiamo le iniziative prese dell'Autorità. E anche per le prossime, siamo confidenti che Agcom, in questo momento particolarmente delicato, saprà farsi interprete attento di tutte le questioni che verranno rappresentate. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO E LEGGI L'INTERVISTA   27/03/2020

27 Marzo 2020

Coronavirus: boom dell’uso della piattforma Webex

«Col coronavirus boom dell'uso della piattaforma Webex, +5022%»: l'intervista al Ceo di Cisco Italia, Agostino Santoni per DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore   Un vero e proprio boom dell'utilizzo della sua piattaforma, Webex, oggi scelta da migliaia di scuole e aziende per la didattica da remoto e per videoconferenze e collegamenti in smart working. Lo ha registrato il Cisco Italia in questi giorni nei quali la popolazione è costretta a restare a casa per l'epidemia coronavirus. Il ceo Agostino Santoni, in un'intervista a DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School), alza il velo sui dati: l'incremento dell'utilizzo di Webex, nei primi 18 giorni, è stato del 5.022 per cento. Tra le altre iniziative intraprese per dare sostegno nell'emergenza, un grande impegno del gruppo è stato profuso per aiutare i detenuti a restare in contatto con i propri familiari.  Sullo sviluppo tecnologico dell'Italia, Santoni esprime un giudizio soddisfacente: «Siamo riusciti – dice - ad aggiornare il sistema operativo del Paese relativamente all'uso di alcune tecnologie. Mi auguro, e ne sono fortemente convinto, che questa sarà l'eredità positiva che lascerà questo momento». L'attuale emergenza sanitaria ha evidenziato il ruolo fondamentale delle nuove tecnologie, qual è l'impegno di Cisco? A partire dall'inizio dell'emergenza abbiamo deciso di riproporre quanto fatto da Cisco in Cina: abbiamo cioè offerto in maniera gratuita una parte importante delle nostre piattaforme, a partire da Cisco Webex, per un periodo di 3-4 mesi. Stiamo facendo uno sforzo grandissimo per rendere queste piattaforme sostenibili e tenere il carico di traffico. Abbiamo infatti registrato un incremento, nei primi 18 giorni di emergenza, per Webex in Italia del 5.022 per cento. Inoltre abbiamo collaborato e stiamo collaborando con città, regioni, pubbliche amministrazioni. Siamo inoltre stati tra i primi a partecipare a iniziative molto belle come "Solidarietà digitale" con la ministra dell'Innovazione Paola Pisano: abbiamo identificato le imprese che erano nella prima zona rossa e dato loro la disponibilità della piattaforma Webex e il supporto necessario per usarla. Quando tutta Italia è diventata zona rossa, abbiamo deciso di ampliare la collaborazione a livello nazionale. Inoltre abbiamo partecipato al progetto "Scuola continua" del Miur, garantendo anche in questo caso aiuto nella gestione della tecnologia. L'apprezzamento è straordinario.  Un'altra area dove stiamo facendo un ottimo lavoro è rappresentata dalle carceri. Avevamo già portato il nostro progetto "Cisco Academy" in realtà come Bollate, Secondigliano, Regina Coeli. Con l'inizio dell'emergenza, visto che i carcerati non potevano più vedere i loro parenti, grazie alla collaborazione col personale interno, tra cui abbiamo trovato dei veri e propri eroi, abbiamo reso disponibile Webex nelle carceri.  Siamo partiti da Bollate, ma la voce si sta spargendo. L'Italia sta vivendo, a causa dell'emergenza, un balzo in avanti tecnologico senza precedenti. Eravamo preparati? Su alcuni aspetti l'Italia aveva un gap digitale rispetto ad altri Paesi europei, aspetti messi sotto pressione dall'emergenza. Ma stiamo trovando nello specifico di alcune aree, smart working e utilizzo delle piattaforme per la didattica a distanza, tanta energia positiva, voglia, grinta. Siamo riusciti ad aggiornare il sistema operativo del Paese, relativo all'uso di alcune tecnologie, mi auguro, e ne sono fortemente convinto, che questa sarà l'eredità positiva che lascerà questo momento. Certo, tutto ciò non è sufficiente per dire che il Paese non ha più problemi a livello di tecnologie digitali, non basta infatti avere un pc e la banda ultra larga per fare smart working, prima di tutto è necessario un percorso di trasformazione del modo in cui imprese e pubblica amministrazione lavorano.  Il governo in che modo  può fare la sua parte? Ho apprezzato alcune decisioni del governo, la velocità di reazione, di fare accordi. Penso ai progetti "Solidarietà digitale" e "Scuola continua"; due ministeri, quello dell'Innovazione e quello dell'Istruzione hanno reso disponibile molto velocemente la tecnologia per imprese e amministrazioni. Il momento che stiamo vivendo deve farci compiere uno scatto in avanti quando ripartiremo, mi auguro più velocemente possibile, con la vita normale. Oggi nelle giornate che stiamo vivendo, tutti i processi di funzionamento devono essere digitali, e tutto questo avrà conseguenze positive quando usciremo dall'emergenza. Sulla sicurezza delle reti e del 5G c'è molto dibattito nel Paese, soprattutto sulla possibilità di usare la tecnologia cinese. Qual è la posizione di Cisco? Noi non ci occupiamo di problemi geopolitici, ma di dare delle caratteristiche alle nostre tecnologie. Tutte le nostre piattaforme hanno quattro caratteristiche: semplicità, apertura, programmabilità e sicurezza. Ci poniamo così nella posizione di collaborare in tutti i Paesi in cui operiamo. Il dibattito sulle tecnologie lo lasciamo alla discussione politica. Sul 5G c'è una grandissima discussione su quali siano le migliori tecnologie. Quando il 5G sarà implementato non lavoreremo esclusivamente col 5G, ma utilizzeremo più tecnologie che devono essere interoperabili tra di loro. Il nostro ruolo da una parte è quello di aiutare le aziende a implementare il 5G, dall'altra è quello di fare in modo che tutte le tecnologie siano tra loro interoperabili. E quando si parla interoperabilità e di reti, Cisco ha un'opinione molto forte: il collante è rendere tuttostraordinariamente sicuro. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO E LEGGI L'INTERVISTA 26/03/2020

13 Marzo 2020

«Contro il coronavirus puntare su infrastrutture e reti»

L'importanza delle tecnologie per affrontare l'emergenza Covid-19: il commento di Paolo Boccardelli, direttore Luiss Business School per DigitEconomy24, il report in collaborazione con Il Sole 24 Ore Per affrontare l’emergenza legata al nuovo coronavirus Covid-19 le tecnologie rappresentano un elemento fondamentale, in quanto è proprio su di esse che si basano alcuni dei nuovi paradigmi che si stanno diffondendo, come ad esempio lo smart working o la didattica on line che tutte le scuole e università italiane stanno realizzando. Ma il nostro Paese è attrezzato per far leva sulle nuove tecnologie per affrontare le sfide contingenti ma soprattutto quelle del futuro? Se guardiamo all’indice europeo di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), l’Italia si trova al ventiquattresimo posto e non va meglio se guardiamo alle componenti più “soft”: sebbene l’Istat stimi che tre quarti delle famiglie italiane navighino a banda larga, oltre il 40% degli individui possiede tuttora competenze basse. Inoltre, l’Italia è terza al mondo, dopo Stati Uniti e Messico, nella classifica dei Paesi che riscontrano le maggiori difficoltà nell’individuare lavoratori con le giuste competenze richieste dal mercato. In riferimento al nostro divario digitale, l’appello del Governo alle telco per far fronte all’emergenza Covid-19 riguarda correttamente la spinta agli investimenti in reti infrastrutturali. Mediobanca stima che il settore Tlc italiano rappresenti l'1,8% del Pil e il 5,9% degli investimenti complessivi; oggi si richiede, sempre più, di accelerare non solo lo sviluppo delle reti mobili di quinta generazione 5G – dove occorrono a livello globale investimenti pari a circa 4 trilioni di dollari, tra spese in ricerca e sviluppo e spese in conto capitale entro l’anno – ma anche di dotare il Paese di una rete fissa in fibra ottica a prova di futuro e in grado di accelerare la strategia italiana verso la gigabit society. I benefici derivanti dagli investimenti infrastrutturali possono essere di breve termine (aumento della domanda aggregata) e di lungo termine (produttività dei fattori produttivi, conseguimento di economie di scala, e migliore accesso all'informazione e alla tecnologia). La diffusione del virus proveniente da Wuhan è certamente una grave minaccia per il Paese e la società tutta, che porta con sé il rischio di generare un impatto negativo sul Pil mondiale ancora da quantificare. E proprio per questo motivo le opportunità abilitate dal 5G e più in generale dalla banda ultralarga non devono e non possono essere sottovalutate: a maggiori livelli di connettività corrispondono e corrisponderanno elevati tassi di crescita dell’economia. Lo sviluppo dei network, la connettività diffusa, le nuove applicazioni rese possibili da big data e intelligenza artificiale impatteranno sulle modalità di gestione del lavoro e delle relazioni. L’incredibile avanzamento delle nuove tecnologie e le straordinarie opportunità ad esse connesse possono giocare un ruolo strategico in questo momento storico, e non solo per noi. E allora, ripartire dalle infrastrutture digitali significa mettere in sicurezza i propri lavoratori. Significa inoltre favorire la gestione dei servizi, non solo sanitari, nel rispetto dei singoli interessi nazionali. Recentemente, il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato di voler stanziare 350 milioni a sostegno delle esportazioni, introducendo al tempo stesso misure significative a favore di territori, aziende, e lavoratori. Inoltre, con l’obiettivo di contenere gli impatti negativi del coronavirus sulla crescita, si intende lavorare su strumenti di rilancio dell’economia. Alla minaccia globale, è necessario rispondere con azioni locali; ad esempio, con un piano europeo, come propone Confindustria, volto ad accelerare gli investimenti in infrastrutture. Quanto all’Italia, la priorità è quella di impiegare le proprie risorse in aiuti a famiglie e imprese colpite dal virus, senza perdere di vista le potenzialità delle infrastrutture telco e digitali. Superata la tempesta, ci ricorderemo (auspicabilmente) dell’importanza delle telecomunicazioni, considerate un’infrastruttura determinante per il superamento della crisi. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 13/03/2020

13 Marzo 2020

Coronavirus: Huawei si offre per collegare in cloud gli ospedali italiani

L'intervista al presidente Huawei Italia Luigi De Vecchis, per DigitEconomy.24, il report Luiss Business School e Il Sole 24 Ore di Simona Rossitto Un contributo alla lotta contro il coronavirus. Lo propone, in questi giorni drammatici per la vita del Paese,  Huawei Italia, mettendo sul piatto, oltre alla donazione di una serie di apparati di protezione, la possibilità di collegare in cloud gli ospedali italiani tra di loro, comunicando con le unità di crisi. Lo annuncia, in un'intervista a DigitEconomy.24 il presidente del gruppo Luigi De Vecchis. Su un altro fronte, cioè quello della sicurezza delle reti, il manager italiano risponde punto per punto alle accuse che definisce «infondate» contro i vendor cinesi. Innanzitutto «non è mai stata trovata una prova che dimostri che le reti di Huawei non siano sicure». Realizzare, invece, le reti 5G con un solo vendor non farebbe altro che rendere il sistema più attaccabile dagli hacker. Riguardo poi al core network, il cuore della rete, Huawei si dice anche pronta a fare un passo indietro. E alle accuse del Copasir che ha evidenziato gli obblighi di informazione esistenti verso Pechino, il presidente di Huawei Italia risponde affermando che «riguardano solo quanto accade nella Cina stessa». Presidente De Vecchis, di fronte all'emergenza coronavirus, quali iniziative state mettendo in campo? Stiamo mettendo in campo una serie di iniziative, dalla donazione di apparati di protezione, come tute per il personale medico, a una soluzione di comunicazione in cloud che, assieme ai nostri partner, permetterà ad alcune strutture ospedaliere di regioni diverse di comunicare con le unità di crisi in tempo reale, scambiandosi informazioni, dati e collaborando nell'emergenza. Vorremmo anche collegare i centri di eccellenza italiani con gli ospedali cinesi di Wuhan che hanno già sperimentato sul campo il contenimento dell'epidemia. La Cina è riuscita a reagire bene anche con il contributo delle tecnologie (intelligenza artificiale, big data). Dal punto di vista interno non abbiamo nessun problema operativo, ad esempio alcuni giorni fa abbiamo fatto un meeting con centinaia di persone da tutta Italia in videoconferenza. Di fronte al rallentamento atteso dell'economia italiana avete rivisto i piani di investimento? L'epidemia metterà in difficoltà enormi le imprese, e noi non siamo immuni. Cerchiamo però di confrontarci, con l'obiettivo di mantenere una presenza forte nel Paese.  Voglio inoltre ricordare che l'investimento in R&S in Italia è cresciuto del 250% dai 12 milioni di dollari del 2016 ai 42,1 milioni del 2019. Inoltre, entro il 2021, il nostro obiettivo è di incrementare gli investimenti nella ricerca con le università italiane intorno al 15 per cento. Collaboriamo a progetti di ricerca e sviluppo con 16 università italiane grazie al nostro centro globale di ricerca di Segrate dove ci occupiamo, a livello mondiale, di Link in ponte radio e di onde millimetriche. C'è inoltre un forte impegno sul tema delle competenze digitali. Passando al tema della sicurezza delle reti, a breve  l'Italia dovrà recepire il piano Ue sul 5G. Che cosa ne pensa? Nel mondo della scienza tentare di spezzare una competenza ed eliminarla dal contesto delle collaborazioni scientifiche è come decidere di tagliare un fiume con un coltello. Nel 5G Huawei ha realizzato il brevetto numero uno. Ad oggi detiene il 20% dei brevetti nel mondo sul 5G che condivide con tutte le industrie del settore che partecipano ai comitati di standardizzazione internazionali. I pregiudizi, di matrice americana, sulla presenza della nostra azienda in Italia, sono infondati e non contribuiscono all'avanzamento del digitale in Italia. Sono formulati senza la reale conoscenza del settore delle telecomunicazioni. Una delle accuse alle aziende cinesi, è quella di usufruire di aiuti di Stato Huawei è un'azienda che ha un bilancio controllato da Kpmg e investe in ricerca e sviluppo oltre il 15% del proprio fatturato. I soldi non vengono dal governo cinese ma dal nostro fatturato. Huawei, inoltre, investe nel mondo delle tlc più di quanto non facciano le aziende americane del settore messe assieme, questa è la forza del gruppo, non altro. Il Copasir parla di prove evidenti alla base delle preoccupazioni riguardo alla presenza di aziende cinesi nelle nostre reti. Qual è la vostra posizione? Innanzitutto bisogna dire che non è mai stata trovata una prova che dimostri che le reti di Huawei non siano sicure, né è mai stato rilevato dalle università che lavorano con noi, dai nostri competitori o dagli operatori di telecomunicazioni. Ogni volta viene fuori il discorso della porta Telnet sulla rete Vodafone, ma bisogna ricordare che si tratta solo un mezzo per avere diagnosi limitate alla qualità dei dati e dell'accesso. Nel nostro Paese bisogna poi considerare il fatto che il Dis abbia lavorato a una legge che affronta globalmente il problema della sicurezza e che ha portato alla definizione del perimetro informatico di sicurezza. Legge studiata da esperti che conoscono le tecnologie e le reti. In realtà è una legge che ha allargato il perimetro, e secondo noi è l'approccio giusto. Ma supponiamo che abbiano ragione i critici e che si proceda con la realizzazione del 5G con un solo vendor, questo sarebbe un vero disastro per la sicurezza delle reti nel mondo. La sicurezza ha bisogno di una risposta tecnica e non politica. La tecnologia Huawei, è la più controllata al mondo, passata al setaccio da tecnici con autorizzazioni dell'intelligence britannica identici a quelli della Nsa americana, non sono mai state trovate criticità. Abbiamo messo a disposizione i codici sorgenti del nostro software per controllarlo. Purtroppo c'è prevenzione nei nostri confronti e la relazione del Copasir non fa eccezione. La legge cinese sulla sicurezza non impone a nessun cittadino o impresa cinese di sottrarre illegalmente dati. Che cosa può dire sul rapporto tra il governo di Pechino e le aziende cinesi, al centro delle accuse? La nota che è stata divulgata dal Copasir è infondata, la legge sulla sicurezza in Cina è chiara, gli obblighi di informazione verso il governo cinese riguardano solo quanto accade nella Cina stessa. Non è scritto da nessuna parte che le aziende o le persone siano obbligate a farlo fuori dalla Cina. Ciò nonostante si continua a dire il contrario. La sicurezza delle reti 5G non può dipendere da una decisione politica. Con il 5G le società di tlc e le imprese che investiranno nell'innovazione tecnologica, potranno riprendere quel vantaggio competitivo nei confronti degli Over the top, che hanno il 70% della capitalizzazione mondiale delle imprese Ict. Questo è uno dei motivi del nervosismo americano. Attualmente qual è la presenza di Huawei nelle reti italiane? Al momento Huawei ha un 20-30% delle reti, escluso il core network. D'altronde la rete in mano a un solo vendor è più vulnerabile e più reti simili possono veramente rappresentare una debolezza endemica per un sistema Paese. Noi abbiamo sempre detto che se il problema è il core network, il cuore della rete, siamo pronti a fare un passo indietro per restarne fuori. Riteniamo che una rete multivendor sia più sicura. D'altra parte, però, se la rete dovesse essere in mano a un solo vendor, sarebbe più vulnerabile ed un attacco hacker che, se avesse successo, sarebbe in grado di fermare l'intera rete. Immaginate ora più reti al mondo realizzate da un'unica tecnologia. In questo caso un solo attacco hacker sarebbe devastante. Più reti simili possono rappresentare una debolezza endemica per un sistema Paese. Il problema non sono le backdoor, ma sono gli attacchi degli hacker in continua crescita. Infine la sicurezza che usiamo nella nostra rete è uguale a quella dei nostri competitori. Che rapporto avete col governo italiano? Rispettiamo il governo italiano che ha avuto un approccio rigoroso, scientifico ed obiettivo nei confronti della sicurezza delle reti. Certo la prima legge sul golden power ha sollevato un'attenzione inusitata e fuorviante per i vendor extraeuropei, ma la legge sul perimetro cibernetico ha indirizzato il problema vero sulla sicurezza. Siamo convinti che questo sia l'approccio giusto e speriamo che presto siano rimossi i pregiudizi contro i vendor extraeuropei. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 13/13/2020