News & Insight
News & Insight
News & Insight
News & Insight

02 Maggio 2018

Velocità adattiva, empatia e responsabilità sociale: le nuove competenze dei manager della Digital Transformation

Il 20 aprile 2018, Claudia Paoletti, Managing Partner di Kilpatrick, ha tenuto a Villa Blanc una lezione aperta a partecipanti ed ex partecipanti del programma di Sviluppo Manageriale della LUISS Business School. Presenti in aula imprenditori, manager e dirigenti che hanno scelto di valorizzare il proprio ruolo e la propria esperienza, ampliando le competenze necessarie a una gestione innovativa e interfunzionale dell’azienda. L’intervento “La carriera ai giorni d’oggi: il punto di vista dell’Headhunter” ha voluto fornire ai partecipanti validi spunti, per approcciare un possibile cambiamento professionale affrontandolo con maggiori informazioni in merito al processo di selezione. Ci si è quindi soffermati sia sui vari step di selezione sia sugli aspetti di negoziazione dell’offerta e di corretto inserimento nella nuova azienda. I primi 100 giorni nel nuovo ruolo e nella nuova realtà sono infatti fondamentali per poter creare le giuste relazioni e per potersi rendere credibili nei confronti dei superiori, dei colleghi e, soprattutto, del proprio team. Oltre all’importanza di capire i propri punti di forza che ti rendono unico e gestirli al meglio per essere riconosciuti per il proprio valore, i primi giorni in azienda devono essere focalizzati alla comprensione del gruppo. È soprattutto in questa fase infatti che il manager deve imparare a vedere le persone al di là dei loro ruoli e concentrarsi invece su chi sono e sul valore che sono in grado di portare all’interno dell’azienda. Non sempre purtroppo le persone all’interno di un’organizzazione professionale sono inserite nel ruolo giusto ed è compito di un bravo manager fare una fotografia dell’attuale situazione ed apportare i giusti cambiamenti nel team comprendendo le attitudini di ogni componente. L’intervento ha approfondito il tema della trasformazione delle competenze del manager di oggi. Stiamo infatti vivendo un momento storico molto vivace che ci vede operare in un contesto digitale in forte trasformazione. Alle competenze classiche di un manager quali la leadership, la capacità di trascinare il team nel cambiamento, la visione e la coerenza bisogna aggiungere nuove skills necessarie per sopravvivere in questo nuovo contesto aziendale: Velocità adattiva: siamo in un mondo dove non è più possibile prevedere le regole del gioco. C’è bisogno di flessibilità e capacità di guidare il team senza troppa pianificazione. Interculturalità e attitudine sociale: siamo in una società nella quale è importante apprezzare e valorizzare la diversità. Il lavoro in gruppi multiculturali e multifunzionali consente la contaminazione di idee e crea innovazione. Etica e responsabilità: la digitalizzazione, i temi della privacy, la sostituzione di ruoli e di mansioni grazie all’automazione sono temi attuali e molto sensibili nei quali il manager deve imparare a muoversi. Empatia strutturata: il remote management, l'empatia filtrata da uno strumento digitale che si interpone nella comunicazione e il fatto che non sempre sia possibile uno scambio fisico per motivare il proprio team, sono temi di vitale importanza che il manager deve affrontare in maniera consapevole. Pensiero Critico: in un mondo dove i Big Data sono il fulcro delle azioni di business, la capacità di ricevere, analizzare e interpretare i dati verificando le fonti e mantenendo autonomia di pensiero è di basilare importanza per un valido manager. In passato vivevamo in una economia complicata che richiedeva pianificazione e organizzazione mentre oggi viviamo in un’economia complessa. Nasce quindi la necessità di creare innovazione per sopravvivere di fronte a concorrenti sempre più agguerriti e di fronte ad un mercato sempre più esigente e veloce. L’Executive Speech si è concluso toccando il tema spinoso della gestione dei Millennials. Essi infatti sono abituati ad un mondo veloce nel quale è possibile avere tutto e subito, dove semplicemente schiacciando un bottone è possibile ricevere un prodotto entro un’ora a casa propria. Le relazioni interpersonali della nuova generazione sono per lo più demandate ai social network dove si è soliti fare apparire solo il nostro lato positivo e non le nostre debolezze. Per queste ed altre ragioni, l’inserimento in azienda risulta il più delle volte difficoltoso e in salita. I giovani infatti si aspettano di impattare fin da subito sui risultati aziendali e di essere valutati e apprezzati in maniera continuativa dal proprio capo. Ecco che la figura del manager diventa fondamentale per comprendere questo loro approccio, il loro idealismo, la loro volubilità, per prenderli per mano e guidarli a scalare la montagna affrontando le varie sfide e difficoltà, senza la pretesa di arrivare subito in cima come vorrebbero. Il programma di Sviluppo Manageriale è un corso weekend intensivo di General Management dedicato ai professionisti che vogliono arricchire a 360° la propria esperienza lavorativa, con competenze in tutto l’arco delle funzioni manageriali. Sviluppo Manageriale affronta tutti gli argomenti della gestione del business e fornisce strumenti pratici di lavoro per la pianificazione finanziaria, strategica e amministrativa di tutte le funzioni aziendali, integrandoli con tematiche di innovazione e leadership. La struttura didattica del corso basata sul “learning-by-doing” e sul “problem-based learning”, comprende laboratori, simulazioni e didattica online tramite webinars e, unita al confronto diretto con i docenti e al network con gli altri partecipanti, conferisce un valore aggiunto unico al percorso. La nuova partenza del corso è prevista per il giorno 8 Giugno 2018 con una riduzione del 5% per tutte le iscrizioni ricevute prima di un mese dall'inizio del percorso. SCOPRI IL PROGRAMMA 02/05/2018

24 Aprile 2018

Leader for Talent #L4T 2018: scopri i Guest Speaker a confronto con gli studenti della LUISS Business School

Vittorio Pisani, dirigente superiore della Polizia di Stato; Marco Sala, CEO International Game Technology PLC; John Pepper, former Chairman e CEO The Procter & Gamble Company: sono i leader che hanno incontrato gli studenti dei Master specialistici e dell’MBA della LUISS Business School, durante la seconda edizione di Leader for Talent #L4T. La serie di eventi è nata nel 2016 per favorire la trasmissione dell’esperienza reale della leadership, nella sua operatività e nella gestione concreta delle dinamiche aziendali, da parte dei leader delle principali aziende e organizzazioni agli studenti della Business School, grazie a una cornice di interazione diretta e immediata. Se nella prima edizione le testimonianze di Claudio Descalzi, CEO Eni; Walter Ruffinoni, CEO NTT DATA Italia; Giuseppe Recchi, Vicepresidente esecutivo TIM; Marco Patuano, CEO Edizione s.r.l e Martin Sorrell, CEO WPP hanno arricchito gli studenti in termini di hard e soft skill, gli incontri di questa edizione hanno voluto trasmettere i diversi significati di essere leader, grazie a un’attitudine che riesce a portare cambiamento e innovazione, sulla base dei valori che la stessa leadership esprime. Testimonianze di leadership maturate in contesti plurali per far fronte a una stessa domanda: si nasce leader o si diventa leader? Partecipare a Leader for Talent è stata un’occasione senza precedenti, che ha permesso agli studenti della scuola di scoprire le diverse le risposte. Che hanno emozionato, appassionato e stimolato tutta la community #LUISSBusiness. Vittorio Pisani ha raccontato una leadership che ha il coraggio di “metterci la faccia”, che guida il team verso gli obiettivi da raggiungere con responsabilità, coraggio e onestà intellettuale. Obiettivi che perseguono al tempo stesso etica e crescita per la società: Vittorio Pisani ha diretto le attività investigative che hanno condotto alla cattura del boss del clan dei casalesi Antonio Iovine e del capoclan Michele Zagaria. #Leader for #talent #L4T con #VittorioPisani, Dirigente generale della Polizia di Stato. Servire le persone, coinvolgere la #squadra, umiltá e onestà intellettuale: sono le linee guida della #leadership del capo della squadra mobile di #Napoli che ha diretto le attività investigative per la cattura dei boss #AntonioIovine e #MicheleZagaria. Oggi al centro del confronto con gli studenti #LUISSBusiness, dove la #ClasseDirigente di domani impara dall'esperienza dei #leader di oggi. Grazie per la tua storia Ambra! #repost @1puntino #LUISSBusinessSchool #LUISSMasters Un post condiviso da LUISS Business School (@luissbusiness) in data: Feb 7, 2018 at 10:25 PST Che cosa distingue realmente un leader? Per Marco Sala, la leadership si riconosce dalla capacità di coinvolgere il team. Fare leva su sé stessi e sulla propria personalità più autentica per portare onboard i membri del team e saperli così guidare verso un obiettivo comune è il consiglio agli studenti #LUISSBusiness di Marco Sala, leader di una delle poche aziende italiane che hanno concluso operazioni di acquisto all'estero, contribuendo a diffondere l'imprenditorialità italiana nel mondo. Ricca di spunti e appassionante la testimonianza di #MarcoSala alla #LUISSBusiness School per Leader 4 Talent #L4T dove la #leadership si racconta e si trasmette! pic.twitter.com/uVAL7XnE8u — Paolo Boccardelli (@PBoccardelli) 28 marzo 2018   Diventare leader è un “lifelong journey”: John E. Pepper, former Chairman e CEO, The Procter & Gamble Company, ha condiviso con gli studenti dei Master e dei programmi MBA della scuola, una visione della leadership come specchio e realizzazione dei valori personali. Una leadership value-driven, in cui la passione, l’impegno nei confronti dei clienti e della community in cui si opera, fare la differenza grazie all’engagement sono i fattori che determinano il vero successo del business. A country needs the #committment of #business leaders to face challenges and solve problems concerning people's lives: now at #LUISSBusiness, we're focusing on the reasons why we need to educate #LeadersForAbetterWorld, thanks to #JohnPepper. #L4T pic.twitter.com/kCGW2teaWF — LUISS Business School International Programs (@LUISSBusinessIP) 17 aprile 2018  

24 Aprile 2018

Riscoprire le emozioni: non è mai troppo tardi

Articolo di Gabriele Gabrielli, Professor of Practice in People Management, Human Resource Management and Organisational Behaviour LUISS Business School e Responsabile del People Management Competence Centre & Lab  Le competenze dell'intelligenza emotiva Non si fa che parlare di intelligenza emotiva e delle sue competenze: in convegni e seminari, nelle organizzazioni e in azienda. Le troviamo così nei repertori dei modelli di competenze usati dalle imprese per orientare il comportamento dei propri leader e manager, se ne fa ampio riferimento nelle policy e negli strumenti di performance management, costituiscono una tra le dimensioni più importanti da osservare durante gli assesment centre. Negli ultimi decenni abbiamo assistito in effetti alla crescita continua di attenzione verso l'intelligenza emotiva associata, in generale, a quella che sottolinea l'importanza delle soft skills e in particolare delle people skills per sviluppare leader e manager efficaci, capaci cioè di gestire con successo il capitale umano e intellettuale. Non è però così sempre facile scoprire il valore delle emozioni perché la carriera può metterle in silenzio come la storia di Alfredo che raccontiamo più avanti, una tra le molte, dimostra.  La concettualizzazione dell'intelligenza emotiva e le motivazioni che ne supportano la sua rilevanza per il business management e per le organizzazioni in generale hanno preso le mosse, come noto, dai risultati di alcuni studi che hanno reso evidente come l'intelligenza non si fonda solo su un fattore, ma sia multi-fattoriale. Infatti, comprendiamo quello che ci circonda, apprendiamo e comunichiamo con gli altri ricorrendo ai sensi e alle emozioni che consentono di "connetterci" più efficacemente. Di qui anche l'importanza assegnata alle competenze di comprensione e decodifica del linguaggio non verbale, che diventa una competenza centrale (comunicazione interpersonale) per leader e manager. Leadership e emozioni  Con il termine intelligenza emotiva, dunque, secondo i numerosi studi realizzati nel campo della psicologia e del comportamento organizzativo, s'intende comunemente l'abilità di scoprire e usare in modo opportuno i sentimenti e le emozioni proprie e quelle degli altri, distinguerle e comprenderle a fondo per costruire sulle stesse la propria visione e azione. Accrescere e migliorare le competenze di intelligenza emotiva, piuttosto che concentrarsi solo sull'intelligenza cognitiva, diventa dunque essenziale per le posizioni di guida in quest'epoca di cambiamento straordinario accelerato dalla trasformazione digitale che costruisce connessioni e interdipendenza tra sempre più numerosi attori. Per ispirare gli altri e costruire organizzazioni durature in un ambiente dai confini incerti e mutevoli, infatti, leader e manager devono essere in grado di generare "risonanza emozionale". Insomma, ci stiamo rendendo conto che per troppo tempo i manager hanno considerato le emozioni alla stregua di un rumore di fondo che disturbava la loro performance e il funzionamento razionale dell'azienda. Quest'epoca però sembra ormai volgere definitivamente al tramonto perché le emozioni trovato oggi piena cittadinanza nel management. Quando la competizione mette in silenzio le emozioni. Una storia tra le molte  Non è facile però, si diceva, dare piena cittadinanza alle emozioni. È l'esperienza di molti executive e manager; sono più numerosi di quanto possiamo immaginare. Gli ostacoli che non consentono alle emozioni di eprimersi liberamente, riconoscendone il loro valore generativo per sé e per gli altri, sono di diversa natura. Possono essere ostacoli collegati all'ambiente culturale e di business in cui si cresce e si fa carriera, possono essere attinenti più alla sfera personale, a come si è fatti, insomma una questione di carattere e di personalità. Rientra nel primo caso la storia di Alfredo, un "cinquantino" - direbbe il commissario Montalbano - un top executive e imprenditore di successo che dopo la laurea si "guadagna" l'accesso a due tra le più prestigiose business school internazionali. Diventato adulto, dimentica le emozioni, perde contatto con esse e non le riconosce più come dimensioni "utili". Scompaiono dal suo linguaggio, né vi trovano traccia in quello delle aziende di straordinaria fama in cui lavora negli anni successivi macinando successi e accumulando prestigio. Tutto questo ha avuto un inizio. Alfredo nel nostro secondo incontro mi racconta che il tempo di questa progressiva dimenticanza "ha avuto inizio quando ho cominciato a danzare con la competizione". Una danza così travolgente che gli fa perdere letteralmente il contatto con il sé più profondo e autentico. "Dov'è finito Alfredo?", è questa la domanda alla quale vuole ora dare risposta, è stanco di essere triste e insoddisfatto. Alfredo è consapevole di aver fatto l'esperienza della felicità quando era giovane studente, uno stato di grazia che è proseguito anche durante il percorso accademico seppur "tosto". Questa esperienza è venuta meno "dopo". Conversiamo per cercare il focus. La "smania da performance" - mi racconta a un certo punto - "mi ha fatto perdere contatto con la mia dimensione umana". Riflette, torna indietro, rimane in silenzio. Poi dice: "Sì, ho perso contatto con le emozioni quando sono entrato nel giro vorticoso della competizione delle business school che ho frequentato; poi tutto si è aggravato quando sono entrato in azienda, primo della short list". Da diversi anni Alfredo ha difficoltà a sentire e riconoscere le emozioni; tentenna nell'individuare i bisogni che ha e che sempre si celano dietro le emozioni che l'epoca della performance, dei benchmark e del misurarsi continuamente con chi sta sopra a te hanno silenziato. Mi parla dei figli e della moglie. L'unico momento in cui vedo negli occhi una luce diversa. Si spegne rapidamente sopraffatta dal racconto delle loro performance. Mentre l'ascolto, mi torna in mente un pensiero di Arthur Schophenauer. Prendo il libro dove è annotato, lo legge: "In realtà il valore che noi attribuiamo all'opinione degli altri e la nostra preoccupazione costante al riguardo oltrepassano di regola ogni ragionevole giustificazione [...] da tale preoccupazione nasce quasi la metà di tutte le afflizioni e le ansie da noi provate". Rimane in silenzio tamburellandosi la testa con le dite. Oggi Alfredo vuole connettersi nuovamente con sé, con i valori con cui è cresciuto e che ha sacrificato sull'altare del "giudizio altrui", vera e propria forca caudina se si vuole essere riconosciuti "primi". Ha iniziato a lavorare per ascoltare e accogliere le emozioni che "la smania della perfomance" ha reso silenti, vuole dare loro cittadinanza e riscoprirne il lessico che non conosce più. È talmente impoverito il suo vocabolario che non sa più etichettarle; si stupisce grandemente quando fa esperienza di questo davanti a me riuscendo a menzionare a mala pena tre emozioni. Per Alfredo insomma è arrivato il momento di consentire alle emozioni di uscire allo scoperto, di lasciarle fluire, di riconoscerle e utilizzarle come leva per stare bene e per ritrovare quella felicità che ha perduto danzando con la competizione. Probabilmente per scoprire che potrà essere più efficace come imprenditore e manager. Mentre ci stiamo salutando si ferma sulla porta e aggiunge: "anche come marito e padre". Suggerimenti bibliografici Gabriele Gabrielli, Sviluppare le competenze per il "people management", in Gabrielli G., Profili S., Organizzazione e gestione delle risorse umane, Isedi, Torino 2016 (II^ edzione) Gardner H., Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza, Feltrinelli, Milano, 1987 Goleman D., Working with emotional intelligence, Bantam Books, New York, 1998 Riggio R.E., Lee J., "Emotional and interpersonal competencies and leader development", in Human Resource Management Review, Elsevier, 17, pp. 418-426 Persone e processi eccellenti sono l’essenza di ogni organizzazione di successo. I programmi Executive dell’area “People, Organization Development & Leadership” della LUISS Business School forniscono conoscenze, metodologie e strumenti per valorizzare e gestire in modo strategico il capitale umano, disegnando architetture organizzative innovative in grado di supportare efficacemente i piani di sviluppo dell’organizzazione. Obiettivo dei programmi afferenti all’area è supportare la progettazione e l’implementazione di una “People Strategy” all’avanguardia, che permetta un’efficace execution della strategia aziendale, in maniera integrata e coerente in tutte le sue parti. SCOPRI I PROGRAMMI 24/04/2018

24 Aprile 2018

A worldwide famous brand? A matter of quality and communication strategy

A very stimulating talk took place on April 10, 2018 when the students of the Master of Fashion & Luxury Management met Michele Consoli, Head of Communications of Talarico Cravatte. Lucia, student of Master, shared with us the most interesting aspects of this “Made in Italy” successful company Michele Consoli, the very young marketing and Communications Manager of Talarico, explained to the Fashion and Luxury Management class the aspects of working in a truly “Made in Italy” company, and how to survive in this global, fast-growing industry. After a brief explanation of the authentic history of the company, Mr. Consoli gave us an overview about the tie market in Italy, a very niche area but that still has a high demand, about the main competitors, and their business model, which is both B2C and B2B. It was very interesting to know that Talarico is not only focused on ties anymore but it also expanded in foulards for women, an expansion driven by one simple but very essential principle: consistency. Indeed these products are perfectly consistent with the main offer, and above all, they are made with the same material of ties, silk. They are not interested in a larger expansion so far, what they want is to stay focused on their main product offering the best quality. He explained why their products are so unique, highlighting their handcrafted details, results of an excellent craftmanship work.  Thanks to this we were able to understand why the most powerful men in the world (Presidents, politicians, CEO, ambassadors) want to wear Talarico ties. Moreover, he shared a relevant focus on the marketing and communication strategy of the firm, based on a strong storytelling and characterized by the fact of preferring print advertising instead of digital one, in order to be more credible and increase the customers’ trust. The preference of this channel is also due to the type of target they aim to (+30 years old). However, the company has its own e-commerce, and all the most influent social media, such as Instagram and Facebook, this latter is the most relevant for them. Talarico represents a really “upstream” company, which is not interested in offering too many categories of products, or invest too much on Instragram advertising, they simply want to go on offering excellent and unique products, that can satisfy even the most demanding customers, 100% Italian qualities that make Talarico well-known and appreciated all around the world. This article was written by Lucia Zanone, student of the Master of Fashion & Luxury Management  DISCOVER THE MASTER  24/04/2018

19 Aprile 2018

BINARIO 18: dal 20 al 22 aprile l’evento degli studenti di Event Management presso le Officine Farneto

“BINARIO 18 - itinerari nella comunicazione visiva” è un evento nato dalla collaborazione tra Apload, Officine Farneto e LUISS Business School come progetto conclusivo del corso in Event Management Un festival dedicato alle arti grafiche che si terrà a Roma presso le Officine Farneto venerdì 20 aprile dalle 13 alle 24, sabato 21 aprile e domenica 22 aprile dalle 10 alle 24. Tre giorni di mostre, workshop, live performance e talk, per esplorare le trasformazioni dell’arte e della comunicazione visiva con l’avvento del digitale, attraverso un viaggio itinerante sui binari delle arti grafiche e visive. Oltre all’esposizione di oltre 30 artisti che rappresentano illustrazione, fotografia, street art, BINARIO 18 presenterà un concerto inedito di Boosta con live performance di Luca Barcellona, mostre personali create ad hoc da artisti come Fernando Cobelo, opere realizzate on site come quella dell’artista romano Maupal, workshop sperimentali come QMQ di iosonopipo, talk di The Pills e della fotografa Ilaria Magliocchetti Lombi. L’evento sarà anche un’occasione per i giovani talenti di incontrare i principali professionisti del mondo dell'advertising grazie all'iniziativa PORTFOLIO POINT: 5 tavoli con due sedie in formula "speed date" per mostrare il proprio portfolio, chiedere consigli, condividere esperienze e scambiare contatti. SCOPRI BINARIO 18 APLOAD e Officine Farneto sono partner del corso della LUISS Business School in Event Management, un percorso progettato per formare figure professionali esperte nel settore, grazie a conoscenze di marketing e comunicazione, e a capacità di analisi, problem solving, gestione delle risorse, esperienza di budgeting. I partecipanti vengono attivamente coinvolti nelle attività didattiche attraverso l’adozione di un approccio blended, che affianca alle tradizionali lezioni frontali frequenti momenti di esercitazione pratica, ora individuali ora di gruppo. Il corso si articola in 300 ore di formazione, di cui 200 dedicate alla didattica frontale e 100 di project work. Le 200 ore di didattica frontale sono suddivise tra insegnamenti teorici di General Management e insegnamenti di specializzazione, con l’obiettivo di ideare, realizzare e gestire un vero e proprio evento. 19/04/2018 

13 Aprile 2018

Exchange program LUISS Business School e Paris Sorbonne

Laboratori, lezioni, visite e un concerto all’Ex Dogana di Roma per l’Exchange Program tra gli studenti del Master Musique et Musicologie della Sorbonne di Parigi e gli studenti del Master of Music LUISS Business School Cinque giorni di full immersion musicale tra incontri con professionisti, lezioni e workshop presso la sede della LUISS Business School a Villa Blanc, che si concluderanno il 13 aprile con un concerto presso l’Ex Dogana di Roma, in zona San Lorenzo. L’exchange program tra gli studenti del Master Musique et Musicologie della Sorbonne di Parigi e gli studenti del Master of Music - Major del Master in Media Entertainment della LUISS Business School si rinnova per il terzo di anno di seguito: i laboratori, le lezioni e le visite di approfondimento avranno lo scopo di avvicinare e mettere a confronto due culture artistiche differenti, ma accomunate da un passato ricco di eventi e personaggi che hanno contribuito a trasformare l’industria musicale europea degli ultimi decenni. Insieme i ragazzi visiteranno diverse location appositamente selezionate da professionisti del settore discografico (studi di registrazione e celebri luoghi dedicati alla musica live), con la possibilità di conoscere gli scenari della musica prodotta nella capitale italiana, sede contemporanea di entertainment e music industry. Tra le varie attività organizzate dagli studenti del Master of Music, un concerto presso l’Ex Dogana di Roma, in Viale dello Scalo S. Lorenzo 10, che si terrà venerdì 13 aprile 2018 a partire dalle ore 22:00, e vedrà l'esibizione di Khadyak, star della musica elettronica francese. L’artista - già nota per essere apparsa in numerose campagne di brand internazionali come Adidas, Benetton e Nike - unisce nella sua musica elementi dell’R&B alternativo e dell’hip hop, creando un sound caratterizzato da impronte di dance e di elettronica. La serata proseguirà con l’esibizione del rapper Nitro, nuovo volto della scena hip-hop nazionale, che presenterà il suo nuovo album No Comment Spring Tour, durante la tappa romana del suo tour. 13/04/2018 

10 Aprile 2018

LUISS e Komen Italia a Villa Blanc per la prevenzione e la sostenibilità

Al via la partnership tra l’Università LUISS Guido Carli e Komen Italia   Al via la partnership tra l’Università LUISS Guido Carli e Komen Italia con l’incontro "Carovana della prevenzione". Una partnership nata per sensibilizzare le giovani generazioni all’adozione di stili di vita sani e sostenibili e alla prevenzione, per favorire l’idea di benessere come bene comune da tutelare per sé stessi e per la collettività. Mercoledì 18 aprile nella sede LUISS di Viale Romania, e Giovedì 19 aprile nella sede della LUISS Business School a Villa Blanc, tre unità mobili di prevenzione eseguiranno su prenotazione esami per la diagnosi precoce dei tumori del seno e ginecologici e offrire consulenze specialistiche e percorsi personalizzati utili all’adozione di stili di vita più corretti. La partecipazione al programma è riservata a tutti gli studenti, docenti e personale amministrativo. Dalla collaborazione nasce anche il concorso di fotografia "Care", aperto a tutti gli studenti regolarmente iscritti all’anno accademico 2017-2018, che premierà la fotografia che saprà meglio esprimere la visione "del vivere bene e del vivere insieme", mettendo in risalto valori come il rispetto di sé e degli altri. Le fotografie premiate saranno esposte in un padiglione dedicato alla LUISS, in occasione della Race for the Cure, organizzata da Komen al Circo Massimo il 20 maggio 2018. Le iscrizioni al contest sono aperte fino al giorno 20 aprile 2018. "Carovana della prevenzione" sarà aperto dalla tavola rotonda “La tutela della salute delle donne tra educazione, sostenibilità e nuove sinergie” che si terrà mercoledì 18 aprile alle ore 11:00 presso il LUISS LOFT in Viale Romania 32, Roma. Allegato Dimensione Bando di Concorso 377.96 KB Scheda di partecipazione 443.66 KB Modulo Privacy 344.88 KB CLICCA PER MAGGIORI INFORMAZIONI  10/04/2018

30 Marzo 2018

Il corso LUISS Business School in Family Business Management

Il 16 febbraio 2018 ha preso il via il corso in “Family Business Management” della LUISS Business School per la formazione dei giovani manager dell’impresa familiare, con le testimonianze di Gaetano Micciché, Presidente di Banca IMI, Marco Patuano, Amministratore Delegato di Edizione srl e Marcella Panucci, Direttore generale di Confindustria. Dall’analisi delle principali caratteristiche dei Family Business e degli scenari economici in cui operano, sia in Italia che all’estero, il corso diretto da Fabio Corsico vuole consolidare e trasmettere un bagaglio di esperienze e di competenze specialistiche per la crescita delle imprese familiari, la spina dorsale del nostro Paese. #Governance, strumenti per il passaggio generazionale, #finanza, #SoftSkills: Fabio Corsico, Direttore del corso in #FamilyBusiness #Management, introduce la prima edizione del programma alla #LUISSBusiness School. pic.twitter.com/vtPJAitIYL — LUISS BusinessSchool (@LUISSBusiness) 16 febbraio 2018 La testimonianza di Gaetano Micciché è stata per gli studenti un’occasione unica per comprendere quali strumenti e strategie assicurano la solidità dell'impresa familiare, grazie a un governance che sappia guardare non solo alla redditività, ma costruire le connessioni giuste per il futuro del Paese e consolidare la presenza italiana nel mondo. Fare sistema con la #formazione: crescita personale e professionale che incontra lo sviluppo del Paese. Benvenuti agli allievi del corso in #FamilyBusiness #Management #LUISSBusiness School @intesasanpaolo pic.twitter.com/miX5LgPlM1 — LUISS BusinessSchool (@LUISSBusiness) 17 febbraio 2018 Continuità e la sostenibilità del business al centro dell’intervento di Marco Patuano nell’ambito del modulo di “Economia e gestione delle imprese familiari”. Con Marcella Panucci un approfondimento sulle regole della Corporate Governance dell'impresa familiare, tra organizzazione del sistema e commitment personale. La #Governance dell'#ImpresaFamiliare: oggi alla #LUISSBusiness con Marcella Panucci @panuccimar Direttore generale @Confindustria per il corso in #FamilyBusiness Management pic.twitter.com/BNgEwSTksS — LUISS BusinessSchool (@LUISSBusiness) 17 marzo 2018 30/03/2018

30 Marzo 2018

Effective Communication through Powerpoint: il contest creativo di Leonardo SpA per gli studenti LUISS Business School

Un contest creativo lanciato da Leonardo SpA che ha invitato gli studenti iscritti ai master della LUISS Business School a proporre idee innovative per progettare la grafica dei materiali di comunicazione sia interna sia esterna, diretti a favorire la presentazione dell’offerta da parte della divisione Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni. Alla luce delle trasformazioni in atto nei mercati B2B, dove le scelte d’acquisto non dipendono esclusivamente dalla variabile del prezzo, il brand ha assunto un rilevo centrale come elemento di differenziazione dell’offerta per definire le politiche di mercato, ottenere vantaggi competitivi sostenibili e investire su relazioni stabili e collaborative. Il contest “Effective Communication through Powerpoint” è nato proprio dalla volontà della divisione di Leonardo SpA di comprendere come utilizzare al meglio la propria brand identity per la presentazione dell’offerta ai propri interlocutori. Il contest ha visto tutti gli studenti dei master in Fashion & Luxury Management, Gestione della produzione cinematografica e televisiva, Food & Wine Business, Event Management, del Master of Music e delle Writing School for Cinema & Television - divisi in gruppi e affiancati da un’attività di tutoring costante condotta da un esperto in comunicazione - presentare le proprie idee creative ai referenti dell’azienda che, dopo una fase di valutazione, hanno selezionato il progetto migliore maggiormente in linea con i loro obiettivi. Vincitrici del contest Dalia Caterino e Francesca Sacchetti, studentesse del Master of Fashion & Luxury: “Nel giorno di presentazione del Contest, con uno scambio di sguardi ancora oggi impresso nella mente, abbiamo capito di voler assolutamente partecipare ad una sfida che, seppur così lontana dal mondo del Fashion, ci è sembrata un’opportunità stimolante da cogliere nell’immediato. Ci siamo messe in gioco, unendo le nostre competenze e le nostre passioni, per dar vita ad un progetto che ci sembrava apparentemente impossibile da realizzare. Grazie all’aiuto offertoci dal grafico Daniele Marrone, che ha seguito e consigliato ogni singolo gruppo di lavoro, abbiamo superato ogni aspettativa e giorno dopo giorno il nostro progetto ha preso forma. Una forma straordinaria, che ci ha dato la possibilità di distinguerci e di essere proclamate vincitrici del contest. Un’esperienza che ci ha rese estremamente orgogliose di noi stesse, dandoci la forza di superare quei limiti, grafici e non, che credevamo invalicabili. Abbiamo avuto l’opportunità di creare un gioco di squadra unico e vincente, confrontandoci e convertendo le nostre idee in scelte grafiche. Il lavoro di gruppo ci ha aiutato a sviluppare delle capacità che ci saranno sicuramente d’aiuto nel nostro futuro professionale e personale”. Congratulazioni alle studentesse vincitrici del primo premio del contest @Leonardo_IT "Effective #Communication through #Powerpoint" alla #LUISSBusiness! #BrandIdentity #LUISSMasters pic.twitter.com/EdJxwpRk7A — LUISS BusinessSchool (@LUISSBusiness) 9 marzo 2018 29/03/2018 

28 Marzo 2018

Leader for Talent #L4T with Marco Sala, Chief Executive Officer International Game Technology PLC

He’s the CEO of one of the few Italian companies that has been shopping abroad in recent years, a company which is a world leader in the business in which it operates. Marco Sala, Chief Executive Officer of International Game Technology PLC will meet LUISS School International Masters’ students on the occasion of Leader for Talent – #L4T, a series of meetings with speakers from the corporate world. These meetings with business leaders of important organizations are oriented to management best practices and designed to offer students the opportunity to debate current business issues to enrich their professional and soft skills. Marco Sala is Chief Executive Officer of International Game Technology PLC (IGT), and serves on its Board of Directors. He is responsible for overseeing the strategic direction of the Company, which is publicly traded on the New York Stock Exchange (NYSE:IGT). He works directly with the board and other senior management to establish long-range goals, strategies, plans, and policies. Prior to April 2015, Sala served as Chief Executive Officer of GTECH S.p.A. (formerly known as Lottomatica Group) since April 2009, and was responsible for overseeing all of the Company’s segments including the Americas, International, Italy, and Products and Services. He joined the Company as Co-General Manager in 2003, and since then, has served as a member of the Board of Directors. In August 2006, he was appointed Managing Director with responsibility for the Company’s Italian Operations and other European activities. Previously, he was Chief Executive Officer of Buffetti, Italy's leading office equipment and supply retail chain. Prior to Buffetti, Sala served as Head of the Italian Business Directories Division for SEAT Pagine Gialle. He was later promoted to Head of Business Directories with responsibility for a number of international companies such as Thomson (Great Britain), Euredit (France), and Kompass (Italy). Earlier in his career, he worked as Head of the Spare Parts Divisions at Magneti Marelli (a Fiat Group company) and soon after, he became Head of the Lubricants Divisions. Additionally, he held various marketing positions at Kraft Foods. Sala graduated from Bocconi University in Milan, majoring in Business and Economics. 28/03/2018

21 Marzo 2018

Le opportunità per i consulenti d’impresa in Brasile: gli studenti #LUISSBusiness incontrano Graziano Messana, CEO di GM Venture

“La figura del Legal Counsel sta assumendo un’importanza sempre più strategica per le imprese, soprattutto per quelle che investono all’estero”: la testimonianza di Graziano Messana, CEO di GM Venture, nell’ambito del Master in Consulente legale d’impresa della LUISS Business School ha illustrato le opportunità di crescita professionale che il Brasile riserva, in particolare alla luce degli investimenti e delle acquisizioni da parte di aziende straniere nel Paese. Con i recenti investimenti di Gavio, Granarolo, Italmatch e del Gruppo Azimut – protagonista della seconda operazione brasiliana al mondo, grazie a 4 acquisizioni consecutive –, il Brasile si conferma un partner strategico per il mercato italiano. Come investire in Brasile in maniera appropriata è stato il focus di un modulo dedicato, nell’ambito del master diretto da Francesco Di Ciommo, avvocato cassazionista e professore ordinario di diritto privato LUISS Guido Carli: un Paese consumatore naturale di Fashion, Furniture e Food – le cosiddette 3F – e “il terzo più grande al mondo per i social network. 140 milioni sono gli utenti Internet e, di questi, circa 50 milioni fanno acquisti on line” come ha sottolineato Graziano Messana durante la sua testimonianza. “È il terzo paese al mondo sui settori beauty e personal care e resta nelle prime cinque posizioni se consideriamo il mercato degli elettrodomestici, medical devices e prodotti farmaceutici. Forte il settore IT e grandi opportunità si registrano nell’area del Fintech, considerato il ridotto numero di banche che domina il mercato a fronte del 40% della popolazione che non ha un conto corrente. Un mercato che è stato valutato in 24 MLD di dollari nei prossimi 10 anni”. La testimonianza ha permesso alle studentesse e agli studenti del master di conoscere le peculiarità dell’economia brasiliana dalla voce di un professionista che, della capacità di guidare le operazioni locali a partire dalle specificità del contesto brasiliano, ha fatto il suo successo. Gli incontri tra i professionisti e la community degli studenti e delle studentesse della LUISS Business School sono mirati a rafforzare il network tra la scuola e le imprese, così da favorire l’apprendimento delle attitudini e delle competenze più utili a interpretare gli scenari globali, saperne cogliere le opportunità e fare innovazione grazie agli strumenti e alle strategie manageriali più avanzati. “Suggerisco la lettura di guide giuridiche agli investimenti stranieri per comprendere le principali differenze rispetto, ad esempio, alla normativa italiana. I paesi sud americani, nonostante siano paesi di civil law, presentano varie peculiarità. Utile anche la permanenza presso università brasiliane, 3 o 6 mesi, o lo svolgimento di stage presso studi legali internazionali presenti in Brasile” sono i consigli Graziano Messana agli studenti e le studentesse della Scuola. “La figura del consulente legale non ha confini e la testimonianza del dott. Graziano Messana ne è un lucido esempio – ha commentato Andrea Brunone, Brand Ambassador del Master in Consulente legale d’Impresa. – Interessante lezione sull’economia brasiliana e sull’internazionalizzazione dei processi di impresa. Obrigado a todos!” Biografia CEO di GM Venture, società fondata a San Paolo nel 2006, Graziano Messana vanta una ricca expertise in start up e investimenti in Brasile. È Board Member di società italiane presenti in Brasile tra cui Eataly, Fiera Milano, Brunello Cucinelli e Vice Presidente della Camera Italo-Brasiliana di Commercio. 21/03/2018

19 Marzo 2018

L’Advocacy: costruire consenso per aziende e istituzioni

Non bastano più l’incontro one-to-one con il decisore e le compensazioni per il territorio: la costruzione del consenso per le aziende ha bisogno di metodi e tecniche nuovi. È necessario passare da una visione 'razionale' dello stakeholder engagement a una 'relazionale', che faccia sentire i cittadini parte del processo e stimoli la partecipazione di terze parti del mondo associativo, accademico e dei media Articolo di Gianluca Giansante, Docente LUISS Guido Carli e partner Comin & Partners L’evoluzione del contesto sociale, politico e dei media impone la necessità di ripensare le attività di relazioni istituzionali di lobbying. La costruzione del consenso per le aziende e le istituzioni ha bisogno di metodi e tecniche nuovi. Non basta più l’incontro one-to-one con il decisore e le compensazioni per il territorio: la costruzione del consenso per le aziende ha bisogno di metodi e tecniche nuovi che tengano conto del mutato scenario, nel quale le istituzioni non riescono a mediare il consenso sociale a causa di un mutato contesto legislativo (la riforma del titolo V della Costituzione in primis) e sociale, con l’emergere di nuovi attori. L’Advocacy è un metodo che punta a influenzare le politiche pubbliche attraverso un coinvolgimento forte non solo dell’attore istituzionale ma di settori ampi della società, costruendo alleanze larghe e stimolando la partecipazione di terze parti del mondo associativo, accademico e dei media. È un’attività che non coinvolge più solo la funzione relazioni istituzionali ma l’intera azienda, con la partecipazione in prima linea di aree di lavoro molto diverse fra loro, dalla comunicazione, alla ricerca, dal marketing alla corporate citizenship e un forte commitment del vertice. In questo senso, l’approccio di Advocacy può comprendere azioni di lobbismo “puro”, costruendo però percorsi efficaci non solo nella facilitazione della realizzazione di un progetto, ma anche nel rafforzamento della reputazione dell’azienda o dell’istituzione interessata. È un metodo che richiede un dialogo con i cittadini che consenta di comprenderne in profondità le esigenze e di coinvolgerli fin dalle prime fasi della realizzazione del progetto, per evitare che la narrazione sul progetto sia territorio egemonico degli attori “contro”. Richiede quindi la costruzione di una “relazione” con i cittadini e non più solo la spiegazione “razionale” delle ragioni dell’azienda. Il nuovo scenario sociale e le nuove esigenze di coinvolgimento Nel suo ultimo rapporto, l’Osservatorio permanente Nimby Forum – l’ente che monitora le opposizioni a opere di pubblica utilità e insediamenti industriali in costruzione o in progettazione – raccoglie alcuni dati utili a comprendere questo nuovo scenario. Infatti, non solo cresce il numero di impianti contestati (359 in totale, con un +5% dall’anno precedente), ma cambiano le motivazioni ed emergono nuove necessità. Dallo studio emerge come la partecipazione attiva ai processi decisionali stia guadagnando un’importanza crescente. I diversi attori coinvolti nel processo si aspettano di essere ascoltati, interpellati, e coinvolti. Proprio l’assenza di coinvolgimento è segnalata come una delle cause principali alla base delle contestazioni (seconda solo alle preoccupazioni per l’ambiente), con un trend di incremento costante: 14,6% nel 2014, 18,6% nel 2015, 21,3% nel 2016. Per un’azienda che voglia realizzare un nuovo progetto industriale o un’infrastruttura non è più sufficiente utilizzare gli strumenti classici del lobbying. È necessario, invece, comprendere in profondità le esigenze dei cittadini e coinvolgerli fin dalle prime fasi della realizzazione e soprattutto costruendo una colazione larga che supporti l’opera e includa i media, locali e nazionali, studiosi ed esperti, il mondo delle associazioni e gli influencer digitali. Un percorso efficace di Advocacy dovrà quindi partire dalla comprensione delle ragioni alla base del conflitto, per disarmarlo e arrivare a un consenso attivo da parte dei cittadini. Comprendere problemi e necessità per disinnescare i conflitti Quando un‘azienda o un’istituzione entra in un territorio o in un contesto sociale per realizzare i propri obiettivi di business, viene generalmente percepita come una presenza esterna e aliena, e quindi da combattere (spesso sulla base di pregiudizi). Un territorio rappresenta un sistema complesso e multidimensionale, un ambiente dove non vivono solo attori istituzionali, ma anche economici, sociali e culturali, che vogliono trovare in quel progetto o in quell’infrastruttura proposta anche una realizzazione delle proprie esigenze e aspettative. Se non vengono ascoltate e coinvolte tutte le componenti fin dalle prime fasi, si osserva l’emergere di attori sociali che trovano la loro ragion d’essere proprio nell’opposizione all’azienda o all’istituzione portatrice del progetto. A questo proposito un asset chiave diventa la reputazione dell’azienda. Realtà che godono di una reputazione bassa o negativa dovranno fronteggiare conflitti più aspri, se non vere e proprie “guerre di religione” da parte degli attivisti. Questi soggetti tenderanno a creare un sistema complesso e articolato, un network che si potrà estendere dal livello locale a quello nazionale o internazionale. Se però fin dalle prime fasi questi attori trovano un riconoscimento del proprio ruolo e delle proprie aspettative, è possibile disinnescare gli elementi conflittuali, e anzi tramutare queste energie in una forza di cooperazione, in un percorso di costruzione e creazione del consenso. È necessario passare da una logica di comunicazione top-down a una strategia di stakeholder engagement bottom-up. Gli attori in campo, e in primo luogo le aziende, devono spostare il focus della propria azione e cambino il proprio approccio strategico. Non basta coinvolgere pochi punti nevralgici – in particolare le istituzioni locali – perché si è perso il loro ruolo di mediatori del consenso sociale. Da “razionale” a “relazionale”: un nuovo approccio per lo Stakeholder Engagement Attualmente, possiamo osservare come molti dei metodi e delle attività di stakeholder engagement normalmente messi in campo risultano, di fatto, inefficaci se non addirittura controproducenti. Questo avviene proprio perché, nel nuovo contesto politico e sociale, segnato dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni, è insufficiente che un progetto sia condiviso solo con i decisori pubblici e le autorità locali che hanno effettiva competenza giuridica. Anzi, spesso il consenso proveniente da istituzioni che godono di una bassa reputazione costituisce un ulteriore “bias” per l’opinione pubblica. Questo rende inutile lo sforzo di mettere in evidenza, tramite una comunicazione puramente razionale e di contenuto, i benefici e i punti di forza di un’infrastruttura o di un progetto strategico. È necessario passare da una visione “razionale” dello stakeholder engagement a una “relazionale”. Non basta spiegare le ragioni per cui un’opera è necessaria, serve creare una relazione con gli elementi chiave di un territorio, quelli che possono influenzare positivamente la comprensione della necessità di un progetto e della sua rilevanza per la comunità. Per le aziende è necessario operare un cambiamento di strategia e organizzativo: talvolta le attività di stakeholder engagement vengono viste come una parte staccata dal core business, e il top management non ne viene coinvolto quindi in maniera attiva. Si tratta invece, sempre più, di un’attività che non coinvolge solo la funzione relazioni istituzionali ma l’intera azienda, con la partecipazione in prima linea di aree di lavoro molto diverse fra loro, dalla comunicazione, alla ricerca, dal marketing alla corporate citizenship. I pilastri di una strategia di Advocacy Per rendere più efficaci le attività di stakeholder engagement e costruire il consenso attorno a un progetto, è necessario quindi un approccio di Advocacy che si basi su tre elementi chiave. Il primo sono le attività di comunicazione, che permettano di creare un clima favorevole alle decisioni proposte. Servirà quindi definire una serie di messaggi che rispondano alle diverse esigenze dei vari gruppi di stakeholder, dalle istituzioni – interessate a non perdere e anzi accrescere il proprio consenso - ai rappresentanti dei settori produttivi dell’area ai media locali, fondamentali a raggiungere larghi strati di cittadini. Modellare questi messaggi rispetto ai pubblici di riferimento non significa diminuirne l’efficacia, ma anzi metterne in maggiore evidenza gli aspetti che possono stare più a cuore ai diversi soggetti. Sarà necessario attivare tutte le aree della comunicazione, dalla gestione delle media relations al digital, dalla CSR (che sarebbe meglio definire corporate citizenship) alle Public Relations. La seconda attività chiave di una strategia Advocacy è il coinvolgimento delle terze parti, con azioni che promuovano un punto di vista esterno e autorevole e aggiungano contenuto al dibattito. Sarà quindi fondamentale coinvolgere opinion leader riconosciuti dalla comunità per la loro autorevolezza accademica, professionale o personale e costruire assieme a loro il percorso che porti al consenso sul progetto. Così come istituti di ricerca, associazioni sul territorio e tematiche. La terza area è relativa al coinvolgimento dei cittadini come portavoce di istanze favorevoli al progetto. Per farlo è necessario coinvolgerli prima di avviare le attività di “permitting” e non dopo. In questo modo, il consenso generato permetterà di facilitare il processo di approvazione e realizzazione a tutti i livelli. Ma soprattutto, nel caso di potenziali criticità, sarà la stessa opinione pubblica a depotenziare possibili attacchi e agire verso il rafforzamento della reputazione dell’azienda e dell’istituzione coinvolta. Usare questi strumenti all’interno di una strategia di Advocacy coerente, indirizzando le energie di tutte le aree aziendali coinvolte e con il sostegno di terze parti, permetterà quindi di rappresentare gli interessi aziendali e allo stesso tempo contribuire al dibattito democratico, valorizzando il ruolo di tutti gli attori sociali coinvolti, dai cittadini alle istituzioni, dalle parti sociali ai media. “Grassroots Advocacy e Lobbying indiretto” è il corso del programma in Corporate Communication & Stakeholder Management  diretto da Gianluca Comin che si propone di analizzare le dinamiche, le strategie e gli strumenti per la creazione del consenso dal basso. Il corso si terrà venerdì 23 marzo e sabato 24 marzo 2018 per una durata complessiva di 2 giornate, 15 ore di formazione. Gianluca Giansante, Docente di comunicazione politica LUISS Guido Carli, Partner Comin & Partners, e ‎Patrizia Rutigliano, Executive Vice President of Government Affairs, Corporate Social Responsibility & Communication Snam S.p.A sono i coordinatori scientifici del modulo. 20/04/2018

Nessun articolo trovato
Nessun articolo trovato