News & Insight
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01 Dicembre 2020

Webinar – Master in Food & Wine Business e Master of Art

Scopri con gli Alumni l’esperienza dei due Master   Il 15 dicembre a partire dalle ore 16.30 sarà possibile partecipare al Webinar di presentazione delle prossime edizioni del Master in Food & Wine Business e del Master of Art in partenza il 18 gennaio 2021. I Master Food & Wine Business è un Master Universitario di I livello realizzato dalla Luiss Business School in partnership con Gambero Rosso Academy, la più ampia piattaforma di formazione professionale nel settore enogastronomico. Il Master offre a giovani neolaureati una formazione manageriale basata sullo sviluppo di competenze specifiche della filiera enogastronomica e vitivinicola. Art è un Master Universitario di I livello progettato dalla Luiss Business School per insegnare ai giovani tutte le nuove professioni collegate all’allestimento, all’organizzazione di mostre ed eventi artistici, catalogazione e archiviazione, ufficio stampa, collezionismo privato e pubblico, software e applicazioni di guida ai musei multiplatform. Il tema del Webinar I coordinatori didattici dei due Master presenteranno i contenuti e la struttura dei programmi. Al Webinar saranno presenti gli Alumni del Master of Art e del Master in Food & Wine Business che racconteranno della loro esperienza di formazione presso la Luiss Business School e del percorso professionale intrapreso nel settore di specializzazione grazie alle nuove competenze acquisite durante il Master e ai servizi personalizzati offerti dal Career Service. I partecipanti al webinar potranno interagire attivamente con gli Alumni e i coordinatori durante una Q&A session. Il Webinar è indirizzato a laureandi e laureati di I, II livello o con ordinamento a ciclo unico, interessati a intraprendere percorsi professionali nel settore dell’arte e della filiera enogastronomica e vitivinicola. Per partecipare al Webinar è necessaria la registrazione. REGISTRAZIONE  1/12/2020

30 Novembre 2020

Too big to gain? Chi guadagna dalle fusioni nel settore bancario

di Paolo Boccardelli, direttore Luiss Business School, pubblicato su la Repubblica Affari & Finanza, 30 novembre 2020  La recente pandemia ha contribuito ad aumentare i rischi di credito per le banche, accelerando alcuni trend tra i quali, in particolare, il consolidamento del settore. È il regolatore stesso che ha impresso un cambiamento alla sua strategia, un tempo poco incline all’integrazione tra banche senza l’avvio di costosi processi di aumento di capitale: oggi appare più favorevole, concedendo alle banche acquirenti l’opzione di portare a patrimonio il badwill della banca target. Persino le politiche nazionali di risposta alla pandemia sono diventate un fattore incentivante: basti pensare alla possibilità introdotta dal Governo italiano per le società che approveranno un'operazione di fusione nel 2021 di trasformare fino al 2% del patrimonio target in crediti d'imposta. Misure e stimoli utili a favorire le aggregazioni, nell’ipotesi che banche più grandi resistano meglio alla crisi. Ma a fronte di un possibile vantaggio di solidità, ben presente nella visione degli organi di vigilanza, Luiss Business School ha analizzato il legame tra la crescita dimensionale delle banche e i rendimenti per gli azionisti: ebbene, su un campione di oltre 3500 osservazioni di banche europee nel periodo 2010-2019, la ricerca ha messo in evidenza che la crescita dimensionale delle banche riduce la redditività per gli azionisti. Tale relazione negativa, tuttavia, viene moderata dall’adozione di specifici modelli di business e dalle capacità di gestione del credito. Nel dettaglio, è stato osservato che, a parità di altre condizioni, la crescita degli attivi e lo sfruttamento delle economie di scala per banche di minori dimensioni genera impatti positivi sul ROE, ma superata una soglia di circa 50 miliardi di euro, il contributo alla redditività per gli azionisti diventa negativo. La pendenza negativa di tale relazione, tuttavia, dipende dal tipo di modello di business adottato: le banche che lavorano con un modello di business più tradizionale fondato sul retail e con una leva inferiore per il funding presentano una relazione tra crescita dimensionale e redditività per gli azionisti meno negativa. In aggiunta, per tutte le banche, la capacità manageriale di gestire i rischi in modo proattivo risulta determinante. La ricerca ha preso in considerazione il “NPL ratio”, rappresentato dal rapporto tra i crediti deteriorati e il totale dei crediti, e il “migration rate”, ovvero il tasso di migrazione da crediti in bonis a crediti in sofferenza. La capacità di gestione del credito e di questi due indicatori ha effetti eterogenei in relazione alle dimensioni. In particolare, nelle banche più piccole e con impieghi inferiori a circa 23 miliardi di euro, la crescita del tasso di deterioramento dei crediti genera impatti significativamente negativi sui rendimenti per gli azionisti. Viceversa, le banche di maggiori dimensioni riescono ad assorbire la crescita del tasso di deterioramento senza effetti negativi sulla redditività e, anzi, mostrano una rilevante capacità di identificare opportunità di riprese di valore anche in presenza di un superiore migration rate. Tali risultati appaiono ancora più significativi in mercati a bassa crescita economica e sotto la media dell’area Euro, quali l’Italia. È pertanto nella gestione del rischio e dell’ottima allocazione del capitale verso gli impieghi che si gioca la partita della profittabilità bancaria. Questi risultati si inseriscono nel trend di rivoluzione digitale che sta vivendo il settore. Nel futuro business bancario sarà imprescindibile prevedere la trasformazione del core banking verso sistemi cloud e modelli di sviluppo agile, in cui la capacità innovativa e di costruzione di partnership con operatori digitali e del fintech rappresenteranno un fattore tanto importante quanto la scala degli investimenti. Ed è proprio alla luce di queste considerazioni che debbono essere interpretate le operazioni di M&A in Italia e in Europa. Il consolidamento e la crescita dimensionale restituiscono al mercato operatori più solidi e in grado di dispiegare su una base di clienti più grande la capacità innovativa e di trasformazione che il digital banking può offrire. Ma senza il favore di BCE e governi e senza gli incentivi, in particolare quelli fiscali delle DTA (imposte attive differite) nelle operazioni di integrazione, non appare per nulla scontato estrarre valore da tali operazioni, poiché è forte il rischio di vedere vanificate le economie di scala, soprattutto se le operazioni stesse non sono condotte da soggetti dotati di quella elevata capacità gestionale che solo alcuni leader di mercato possono fornire. Pertanto, se viene confermata la volontà di consolidare ulteriormente il settore bancario in Europa per ridurre i futuri rischi di default, risulta necessario insistere sulla presenza di incentivi fiscali a favore delle aggregazioni, poiché altrimenti gli azionisti delle banche in odore di integrazioni potrebbero non considerare convenienti tali operazioni, non solo per motivi legati alla governance, ma anche per le difficoltà di remunerazione dei loro investimenti.

26 Novembre 2020

Nel campus della Google italiana ecco le declinazioni della sostenibilità

La storia di Vetrya, la Google italiana, che dieci anni fa ha ripensato il modello d'impresa improntandolo alla sostenibilità. Il fondatore e amministratore delegato Luca Tomassini a SustainEconomy.24 parla anche del contributo alla lotta al Covid e del nuovo Piano industriale che sarà presentato a metà dicembre   Innovazione e sostenibilità vanno di pari passo perché il modello di business va ripensato. Un'idea che Vetrya porta avanti da dieci anni. Luca Tomassini, fondatore, presidente e ceo del gruppo, definito da  tanti la Google italiana, ne parla a SustainEconomy.24, report di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore Radiocor. Insieme al  contributo dato nella lotta al Covid e la spinta sul digitale, "uno dei pilastri del futuro". E il nuovo Piano industriale che sarà presentato a metà dicembre con l'obiettivo di diventare una digital company italiana partner dell'industry nella transizione del digitale, degli operatori tlc, media e utility.  Si parla tanto di sostenibilità. Per voi una parola d'ordine è l'innovazione. Sono conciliabili? Cosa vede in un futuro più sostenibile? « Non solo innovazione e sostenibilità sono conciliabili, ma non possono stare l'una senza l'altra. C'è ormai la consapevolezza che il nostro modello di crescita e sviluppo vada ripensato; abbiamo capito che non è possibile continuare a investire, sviluppare e fare impresa senza pensare agli impatti che tutto questo comporta sul futuro. In una parola, abbiamo capito che bisogna guardare avanti, alle prossime generazioni, per prendere decisioni come se chi arriverà dopo di noi fosse già qui e potesse dire la sua. E cos'è l'innovazione, se non lo sguardo rivolto al futuro? Io credo che salvaguardare la nostra casa comune richieda e richiederà sempre più la disponibilità di strumenti potenti, intelligenti e leggeri che ci aiutino a misurare il nostro impatto, a ottimizzare i nostri sforzi, a raccogliere informazioni per calcolare benefici e conseguenze delle nostre azioni, e regolarci di conseguenza. E penso che questi strumenti, che già oggi ci circondano, nel futuro sostenibile diventeranno la norma, supportando gli obiettivi di crescita insieme a quelli di sostenibilità». Lei ha dato vita a quella che viene definita la Google italiana, una piccola Silicon Valley in Umbria. Cosa significa sostenibilità in Vetrya? «Oggi si parla tanto di sostenibilità: noi abbiamo iniziato già dieci anni fa, quando il termine era sicuramente meno di moda, e abbiamo reso sostenibile il nostro modello di impresa. Siamo partiti da subito con un'impresa radicata nel territorio, orientata al rispetto delle persone, determinata a crescere non in maniera fine a se stessa, ma per generare sviluppo e benessere, e migliorare la qualità della vita di tutti quelli che hanno contribuito e contribuiscono al nostro successo. Per fare qualche esempio il nostro campus è disegnato attorno alle persone e accanto agli spazi operativi abbiamo previsto aree destinate a svago, sport, cultura e innovazione. Da subito abbiamo integrato l'impianto elettrico tradizionale con pensiline fotovoltaiche, e per il riscaldamento dell'acqua è stata impiegata una parabola a concentrazione solare. Una sorta di "girasole digitale" controllato da satellite, che insegue il sole; all'interno del parco auto sono state inserite diverse auto elettriche e il Corporate Campus è dotato di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici direttamente da pannelli solari. Con l'avvento della pandemia abbiamo ulteriormente incentivato lo smartworking fino a raggiungere la quasi totalità dei nostri collaboratori, che possono lavorare con serenità e produttività». Parliamo del Covid-19 che ha modificato profondamente le nostre vite e evidenziato il ruolo delle tecnologie. La sua società ha cercato e sta cercando di dare un contributo. Ce ne parla? «Durante la crisi il cambiamento e l'innovazione non si sono arrestati, anzi hanno in un certo modo accelerato la loro corsa. Appena avuto sentore dell'importanza del fenomeno, abbiamo attivato le nostre migliori energie per sviluppare soluzioni all'altezza della sfida che ci si presentava, con la messa a punto prima di una soluzione di tracciamento presentata prima della call del ministero per l'Innovazione, poi di dispositivi indossabili per garantire il mantenimento della distanza di sicurezza sui luoghi di lavoro insieme ad una piattaforma digitale, che stiamo vendendo non solo in Italia. Con la piattaforma di videocomunicazione, Eclexia, abbiamo messo a disposizione dei nostri clienti uno strumento agile ed efficace per gestire al meglio le attività necessariamente remotizzate, come quelle legate alla formazione. Mi limito a questi esempi per dare un'idea di come abbiamo cercato e stiamo cercando di applicare la filosofia nella quale crediamo profondamente: quella di un digitale al servizio dell'uomo, che facilita la vita e offre sostegno per superare le situazioni più difficili».  Quali sono gli insegnamenti della pandemia?  « Paradossalmente questa pandemia ha offerto proprio la consapevolezza, anche a chi non l'aveva, che il mondo del digitale è uno dei pilastri del futuro. I maggiori comparti dell'economia riescono ad andare avanti grazie al digitale ma servono le infrastrutture.  Questo tipo di richiesta, stimolata dalla situazione di emergenza, è stata recepita soprattutto dagli operatori di tlc che stanno rivedendo i piani di investimento sulla parte infrastrutturale importante per lo sviluppo del digitale. E poi, grazie alla pandemia, abbiamo finalmente capito che l'innovazione, come ho già scritto, non chiede permesso: bisogna cogliere al volo l'opportunità di abbracciarla, se non vogliamo farci sorprendere ancora. Anche perché ci sono prati verdi su cui andare a sviluppare modelli di business basati digitale». Lei che è stato un precursore nelle tecnologie nel nostro Paese: dai cellulari a internet alla tv on demand. Cosa vede nel futuro? Pensa a qualcosa in particolare? «Da un'e-commerce più evoluto alla realtà aumentata e, soprattutto andare a sfruttare la possibilità di banda delle nuove reti come il 5G, il mondo dell'internet of Thing. Lo scenario che attualmente ci si presenta davanti potrebbe sembrare sconfortante. Ma mi piace parlare di un'operazione che ho chiamato "memoria del futuro": guardare indietro per guardare avanti per cogliere gli "assaggi" di quel che sarà. Ecco, io credo che l'errore peggiore che possiamo commettere sia quello della cecità, dell'assenza strutturale di lungimiranza, della sottovalutazione dei rischi, in una parola l'errore della mancata progettazione del futuro». E nel futuro di Vetrya? A breve presenterà il nuovo piano industriale… «Sa quali sono state le imprese statunitensi più virtuose nell'attraversare il periodo di crisi? Secondo gli analisti, sono quelle hanno agito prima che la crisi arrivasse; che si sono concentrate sulla crescita a lungo termine; che hanno mantenuto gli obiettivi cambiando semplicemente il modo per raggiungerli; e che sono state attente al risparmio, ovvero hanno preservato il loro capitale, la loro possibilità di sopravvivenza, azione e investimento. È esattamente quello che ha fatto e sta facendo il gruppo che guido, che tenendo fermo l'obiettivo dell'innovazione ha colto l'opportunità di un mercato affamato di digitale, con imprese che esprimono ancora in larghissima parte un fabbisogno di trasformazione del business, alle prese con le sfide della sicurezza, dello smartworking, di infrastrutture agili e di collaborazione efficiente. Noi da sempre mguardiamo a due cose: all'innovazione, tecnologia digitale e tlc, e ad anticipare le esigenze dei clienti. Ogni anno dobbiamo cercare di modulare le richieste e il nostro nuovo piano industriale vedrà questa rimodulazione con una forte attenzione a tutto quello che è il processo di Digital Trasformation  per diventare una digital company italiana partner dell'industry nella transizione del digitale, degli operatori tlc, di media editori e utility favorendo il cross selling tra tutte le nostre direzioni: Cloud computing; media comunication e industry, telco 5G e fibra ottica.   Conto per metà dicembre di presentarlo agli investitori e alla comunità finanziaria». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  26/11/2020

26 Novembre 2020

Ericsson: è responsabilità delle tlc essere sostenibili. Spinta dal 5G per l'Italia

L'ad di Ericsson in Italia, Emanuele Iannetti a SustainEconomy.24 parla delle potenzialità del 5G con benefici per l'Italia di oltre 14,2 miliardi  entro il 2025   La sostenibilità è al centro della missione di Ericsson perché essere realmente sostenibili e fare business in modo etico e responsabile crea  valore aziendale. Di fronte ad una  bolletta energetica mondiale per le reti mobili destinata ad aumentare   notevolmente è responsabilità delle aziende di tlc agire con soluzioni e reti 5G a minore impatto. L'amministratore delegato di Ericsson Italia, Emanuele Iannetti,  traccia a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School  anche le  ricadute del 5G in Italia con benefici attesi ad oltre 14,2 miliardi  al 2025. Ma nel nostro Paese occorre ancora lavorare sulla copertura, sulla modernizzazione della Pa e colmare il gap sulle competenze digitali. Ericsson è stata di recente nominata tra le aziende più sostenibili al mondo. Come possono digitalizzazione, reti e banda larga contribuire alle sfide globali? «La sostenibilità è al centro della missione di Ericsson, "Contribuire a dare vita a un mondo intelligente, sostenibile e connesso", ed è integrata nella nostra strategia aziendale. Per più di un secolo le tecnologie di Ericsson hanno trasformato interi settori della società, e oggi ogni nostro prodotto, soluzione o progetto fornisce un contributo al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Estendere i benefici della digitalizzazione a un numero crescente di persone, significa ad esempio migliorare l'accesso all'istruzione e alle cure sanitarie, garantire maggiore inclusione finanziaria e sociale, superare le sfide ambientali globali». Quanto è importante mettere la sostenibilità al centro dell'agenda per un'azienda di telecomunicazioni? Qual è l'impatto sul business? «Essere realmente sostenibili e fare business in modo etico e responsabile sono oggi due elementi chiave per la creazione di valore aziendale. Abbiamo rilevato che la bolletta energetica per le reti mobili a livello globale è di circa 25 miliardi di dollari e prevediamo che questa cifra sia destinata ad aumentare poiché il traffico dati da dispositivi mobili crescerà di 4-5 volte fino al 2025.È responsabilità dell'intera industria delle telecomunicazioni agire per contenere questo aumento del consumo energetico e costruire soluzioni e reti 5G con un minore impatto ambientale. A supporto dei nostri clienti abbiamo sviluppato un modello denominato "Breaking the energy curve", che prevede una strategia olistica composta da quattro elementi: preparare le reti modernizzandole, attivare software per il risparmio energetico, far leva sulle nuove tecnologie per ridurre la necessità di hardware, e gestire l'infrastruttura introducendo ove possibile l'intelligenza artificiale. Questo approccio ha l'obiettivo di migliorare le prestazioni lungo tutta la catena del valore e differenziare Ericsson dai suoi concorrenti. Oltre a far cambiare direzione alla curva del consumo energetico, consentendo ai nostri clienti di ridurre le emissioni di CO2. Il settore ICT, che costituisce l'1,4% di tutte le emissioni globali di CO2, potrà contribuire a ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030. Inoltre, secondo il report Exponential Climate Roadmap Action di Ericsson, la digitalizzazione può consentire la riduzione del 15% delle emissioni globali anche in altri settori quali energetico, utilities, trasporto e logistica, costruzioni, manifatturiero e agricoltura. Ericsson stessa ha ridotto le emissioni del 50% tra il 2012 e il 2016 e del 24% fino al 2019. Ora ci siamo posti l'ambizioso obiettivo di essere carbon neutral entro il 2030». Il 5G che ruolo può avere in un futuro sostenibile? «Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030 la tecnologia 5G, il cloud e l'intelligenza artificiale ricopriranno un ruolo fondamentale. Mentre in passato ogni nuova generazione di reti mobili ha aumentato il consumo di energia e le emissioni di CO2, il 5G si presenta dal punto di vista energetico come lo standard più efficiente mai sviluppato, e contribuirà a spezzare questo trend. Le tecnologie emergenti - abilitate dal 5G - saranno fondamentali per consentire a industrie e città di ridurre la loro carbon footprint. Grazie al 5G molte realtà potranno migliorare la loro efficienza attraverso l'ottimizzazione delle risorse, il controllo remoto dei processi industriali e l'analisi dei dati relativi all'energia consumata». Parliamo dell'Italia. Ericsson è nel nostro Paese da oltre 100 anni. Quali sono le potenzialità e le carenze del Paese? «Ericsson è presente in Italia da 102 anni e ha contribuito a rendere le telecomunicazioni alla portata di tutti, grazie a importanti innovazioni tecnologiche. Attualmente, l'Italia sta vivendo un momento di importante trasformazione grazie allo sviluppo dell'infrastruttura 5G, che porterà considerevoli vantaggi a tutto il Paese. In chiave economica si parla di un beneficio pari a oltre 14,2 miliardi di euro entro il 2025 a fronte di 6,6 miliardi di euro di costi per l'implementazione delle reti. Questa tecnologia ha la potenzialità di colmare il digital divide raggiungendo zone dove è difficile portare la fibra, e può dare un forte impulso alla trasformazione digitale delle nostre industrie. Perché questo si avveri, occorre però lavorare per eliminare ogni barriera ed incertezza che impedisce agli operatori di poter investire massivamente ed in tempi rapidi sulle reti 5G, quali ad esempio le complesse procedure per l'ottenimento dei permessi e gli stringenti limiti elettromagnetici, di gran lunga inferiori rispetto alle soglie stabilite dall'Unione Europea. Il successo del 5G si misurerà dall'impatto che l'adozione di questa tecnologia avrà in termini di benefici per persone e imprese, di ricadute positive sulla ripresa economica e sulla trasformazione digitale del paese e sull'ambiente». Non possiamo non parlare dell'esperienza della pandemia che ha messo in risalto il ruolo e l'importanza delle nuove tecnologie. Cosa ha insegnato agli operatori del settore e su cosa bisogna lavorare? «Con milioni di persone a casa, c'è stato un forte aumento di traffico sulle infrastrutture di rete. Basti pensare che ad inizio pandemia in Italia la fruizione di Internet tramite connessione fissa è aumentata di 3 ore al giorno, mentre la connessione da mobile è aumentata di oltre 1 ora al giorno. Non solo le reti hanno tenuto, ma è cambiata anche la percezione dell'opinione pubblica sulle loro rilevanza strategica. Sono tre i pilastri su cui occorre lavorare in modo integrato. In primis, occorre portare connettività nelle aree non coperte, negli istituti scolastici, ospedali, borghi e nelle zone periferiche delle città. In secondo luogo, occorre offrire più servizi digitali ai cittadini, per cui è necessario un grande lavoro di modernizzazione della pubblica amministrazione. Infine, e forse questo è il punto più rilevante, è fondamentale colmare il gap sulle competenze digitali, per formare le nuove generazioni, gli amministratori pubblici, gli imprenditori e i manager del futuro». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  26/11/2020

26 Novembre 2020

Inwit: la strategia sostenibile dai manager all'inclusività digitale. Serve una Legge Obiettivo per il 5G

L'amministratore delegato, Giovanni Ferigo, parla a SustainEconomy.24 di Luiss Business School e Il Sole 24 Ore - Radiocor, del Piano di sostenibilità triennale. E dell'impegno nella "rivoluzione" del 5G: servono una Legge Obiettivo e un'Alleanza di sistema, dice. In un Paese ancora non sufficientemente attrezzato   Il Piano di sostenibilità triennale e il prossimo debutto con il primo Report integrato. Giovanni Ferigo, l'amministratore delegato di Inwit, il più grande tower operator in Italia, da giugno nel Ftse Mib e da settembre nello Stoxx Eu 600, in una intervista a SustainEconomy.24, report de Il Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School parla della strategia per generare valore di lungo periodo. Un percorso che passa anche per il 5G «fattore chiave per abilitare città più sostenibili». Una rivoluzione, però, possibile solo se ci sarà una copertura capillare della rete mobile ultraveloce. La crisi innescata dal Covid ha spinto verso il digitale ma il Paese «ancora non è sufficientemente attrezzato» dice Ferigo. Bene, quindi, l'inserimento dell'implementazione delle reti 5G nelle linee guida del Recovery Plan. Ora servono una Legge Obiettivo per il 5G e un'Alleanza di sistema. E assicura: «Inwit è pronta a fare la sua parte». Cosa vuol dire, per una società come Inwit, contribuire ad un futuro più sostenibile? «Per Inwit la sostenibilità è parte integrante delle strategie aziendali con l'obiettivo di generare valore in una prospettiva di lungo periodo e contribuire alla crescita, al miglioramento e allo sviluppo sociale ed economico delle comunità in cui opera. In Inwit crediamo fermamente che il processo di definizione di un piano che persegua lo sviluppo sostenibile della nostra società e del nostro pianeta passi inevitabilmente dalla creazione delle condizioni interne migliori, che consentano di fare attecchire e germogliare la cultura della sostenibilità, permettendo quindi la creazione di valore di lungo periodo. Il 2020 è stato l'anno dello sviluppo di progetti e di numerose attività che hanno visto nascere alcuni processi tipici di un approccio al business moderno e sostenibile. È stato definito un Piano di Sostenibilità per gli anni 2021-2023, è stato avviato un processo di stakeholder engagement, sono state avviate le attività che porteranno alla pubblicazione del primo Report integrato di Inwit, relativo all'anno 2020 e redatto sulla base dei criteri internazionali dell'Integrated Reporting».  Come nasce e che cosa contiene il Piano di Sostenibilità triennale per il 2021-2023?  «Il Piano di Sostenibilità 2021-2023 è stato sviluppato partendo dall'Agenda Onu 2030 ed è focalizzato su 5 aree di impegno: Governance, People, Environment, Innovation, Community. Per quanto riguarda l'area Governance i target del Piano di Sostenibilità sono stati inseriti nel sistema di MBO e LTI dei nostri manager. Abbiamo avviato un processo di coinvolgimento dei nostri stakeholder e per rafforzare e rendere continuo questo dialogo ci siamo impegnati a definire una policy di Stakeholder Engagement. L'area People parte dal presupposto che le nostre persone sono centrali in questo percorso verso un modello di business sostenibile e costituiscono la risorsa primaria per la diffusione della cultura di sostenibilità all'interno e all'esterno dell'azienda. Nell'area Environment del Piano ci siamo impegnati a definire una strategia climatica che ci porti alla Carbon Neutrality nel 2025 come risultato di un processo di quantificazione del CO2, di riduzione del CO2 tramite efficienza energetica, produzione e acquisto da fonti rinnovabili e infine, con la compensazione delle emissioni di CO2 residue, ossia delle emissioni inevitabili, attraverso l'acquisto di crediti di carbonio. Nell' area Innovation entra di diritto la nostra attività a supporto degli operatori nella digitalizzazione del Paese. Prevediamo quindi di aumentare e rafforzare la micro-copertura mediante Small Cells e DAS (Distributed Antenna System) anche in una prospettiva di riduzione degli impatti ambientali. Di realizzare un ‘Tower upgrade' realizzando connessioni in fibra, sviluppare e installare piattaforme di sensoristica in ottica Internet of Things. Infine, con l'area Community guardiamo al contesto in cui operiamo: il nostro obiettivo è promuovere e sviluppare progetti di collaborazione per aumentare la copertura di Comuni di minori dimensioni, di aree rurali e siti di elevato valore sociale e culturale. Vogliamo contribuire da un lato a superare il digital divide geografico e dall'altro a favorire una maggiore inclusività digitale. In questa direzione è significativa l'installazione delle nostre antenne DAS in oltre 15 strutture ospedaliere, nei Musei e nelle Università. Quindi un programma articolato e sfidante, con precisi interventi e obiettivi, nel quale Inwit crede fermamente».  Un percorso che passa anche per il 5G?  «La digitalizzazione del Paese è un'opportunità di sviluppo che integra pienamente tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. Il 5G sarà una delle tecnologie abilitanti per la promozione di una società più sostenibile, favorendo innovazione, inclusione, riduzione delle disuguaglianze, faciliterà l'adozione di modelli produttivi sempre più circolari. Il 5G è, infatti, un fattore chiave per abilitare città più sostenibili, fornendo la connettività su misura necessaria per la smart mobility, per servizi pubblici ed edifici più intelligenti, che svolgeranno un ruolo significativo nello spingere le transizioni digitali e in ambito green. Ma questa "rivoluzione" sarà possibile solo se ci sarà una copertura capillare della rete mobile ultraveloce, non soltanto in outdoor con le torri di telecomunicazioni ma – grazie ai sistemi DAS o alle small-cells, che permettono di coprire con il segnale mobile aree particolari - anche all'interno di edifici, stazioni, ospedali, aeroporti, musei, aziende, università, centri commerciali e luoghi di aggregazione».  La pandemia da Covid-19 ha reso le tlc sempre più fondamentali: smartworking, didattica a distanza, uso delle piattaforme digitali. Quale è la situazione e che cosa serve per migliorare in futuro?  «La seconda ondata del Covid-19 ha costretto molte persone, come era accaduto negli scorsi mesi, a svolgere a distanza le proprie attività quotidiane. Lo smart working e la didattica a distanza stanno già determinando inevitabilmente un aumento esponenziale del traffico dati, che però non sempre è supportato da una connessione veloce diffusa in misura omogenea su tutto il territorio nazionale. Mentre la crisi ci spinge verso il digitale cresce l'evidenza che il Paese non sia ancora sufficientemente attrezzato per traghettarci tutti verso questo futuro. Questa nuova diffusa consapevolezza può costituire oggi una imperdibile opportunità per orientare le scelte che guideranno la ripresa e per riuscire a colmare i gap strutturali che l'Italia ancora sconta rispetto ai principali partner europei e internazionali. È quindi senz'altro un'ottima notizia il fatto che il Governo intenda includere nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l'implementazione delle reti 5G come una delle priorità sulle quali concentrare gli investimenti del Next Generation Eu. Al tempo stesso appare sempre più importante il varo di una "Legge Obiettivo per il 5G". Con un'"Alleanza di Sistema", tra Istituzioni, Imprese, Associazioni di Comuni e altri soggetti, si possono rimuovere gli ostacoli esistenti e porre le basi per lo sviluppo e la crescita del Paese anche attraverso il 5G. Inwit è pronta a fare la sua parte». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  26/11/2020

26 Novembre 2020

REFOLDED. Percorsi meta-artistici

Il Collettivo Curatoriale composto dagli studenti della X edizione del Luiss Master of Art, Master Universitario di I livello della Luiss Business School con la supervisione scientifica di Achille Bonito Oliva, presenta la mostra “REFOLDED. Percorsi meta-artistici” che si terrà dal 14 dicembre 2020 al 18 gennaio 2021 negli spazi della Fondazione Pastificio Cerere in Via degli Ausoni, 7 a Roma. Allo stato attuale delle ordinanze relative all'emergenza Covid, è assicurato l'allestimento della mostra e si resta in attesa di nuove disposizioni riguardo l'apertura al pubblico. Nel caso fosse negato l'accesso per questioni di sicurezza, la mostra sarà visibile on line. È possibile partecipare all’inaugurazione online della mostra REFOLDED domani 14 dicembre 2020 alle ore 16:00 collegandosi al seguente link:    COLLEGATI     a cura del Collettivo curatoriale Luiss Master of Art X Roma - Fondazione Pastificio Cerere 14 dicembre 2020 - 18 gennaio 2021 Gli artisti: Yuri Ancarani, Silvia Bigi, Simone Cametti, Francesco Capponi, David Casini, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Francesca Cornacchini, Fabrizio Cotognini, Chiara Fantaccione, Francesco Fossati, Goldschmied & Chiari, Kensuke Koike, Gianni Politi, Alessandro Scarabello, Serena Vestrucci, Stefania Vichi. Il Collettivo Curatoriale composto dagli studenti della X edizione del Luiss Master of Art, Master Universitario di I livello della Luiss Business School con la supervisione scientifica di Achille Bonito Oliva, presenta la mostra “REFOLDED. Percorsi meta-artistici” che si terrà dal 14 dicembre 2020 al 18 gennaio 2021 negli spazi della Fondazione Pastificio Cerere in Via degli Ausoni, 7 a Roma. Gli studenti del Luiss Master of Art hanno curato tutti i passaggi progettuali e organizzativi della mostra, dal concept alla scelta degli artisti, dagli allestimenti, alla comunicazione, con un innovativo progetto di promozione sui social e l’attivazione di percorsi di approfondimento e laboratori di didattica online. Il tema scelto dal Collettivo Curatoriale per il project work finale è la meta-arte, ovvero quella riflessione che l’arte compie su sé stessa. Attraverso questo ripiegamento la sua autoreferenzialità permette all’arte di legittimarsi mostrando le sue condizioni di possibilità. In questo percorso di introspezione, vengono messe in atto alcune strategie identificate come esempi di approccio al tema della meta-arte. Il concetto viene declinato come ripresa iconografica di opere che si sono poste come modelli della storia dell’arte; come rivisitazione della tradizione pittorica che identifica il paesaggio e il mito come alcuni dei suoi generi; come una riflessione sulla scelta di un medium espressivo: la fotografia, la pittura, la scultura, l’installazione possono essere interpretate in base al legame con la tradizione artistica, la società, la cultura e l’arte contemporanea. “C’è un atteggiamento riflessivo, un livello concettuale che accompagna tutta l’arte occidentale fino a oggi. Per cui ‘meta’ implica proprio questo: l’arte è una forma pensante”, afferma Achille Bonito Oliva. Tredici gli artisti individuati per la coerenza al tema - Yuri Ancarani, Simone Cametti, Francesco Capponi, David Casini, Francesca Cornacchini, Fabrizio Cotognini, Chiara Fantaccione, Kensuke Koike, Goldschmied & Chiari, Gianni Politi, Alessandro Scarabello, Serena Vestrucci, Stefania Vichi - a cui si aggiungono i tre finalisti del Premio Internazionale Generazione Contemporanea, indetto dal Luiss Creative Business Center con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea italiana ed internazionale, sostenere artisti under 35 e ampliare la collezione permanente d’arte contemporanea della Luiss Business School. Gli artisti selezionati sono: Silvia Bigi, il duo Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Francesco Fossati. Il Collettivo Curatoriale: Federica Acierno, Daniele Albanese, Carlotta Anello, Sveva Angeletti, Giulia Baratta, Ludovica Bartoli, Marilù Bonini, Lara Cadel, Valerio Carosi, Sofia Celli, Bruno Di Sarcina, Giulia Doneddu, Eliana Famà, Carolina Feliziani, Giulia Gaibisso, Sara Gaibotti, Chiara Gatto, Elena Giacalone, Paolo Gilardi, Guido Grignaffini, Alessandra Iezzi, Polina Khovaeva, Cecilia Lanzarini, Giulia Luciani, Rosaria Madeo, Davide Pellicciari, Giulia Piccioni, Alice Pio, Giulia Quinzi, Arianna Sera, Riccardo Tartaglini, Erika Venanzetti. REFOLDED. Percorsi meta-artistici a cura del Collettivo curatoriale Luiss Master of Art X Fondazione Pastificio Cerere 14 dicembre 2020 - 18 gennaio 2021 dalle 15:00 alle 19:00, dal lunedì al sabato Ingresso libero. Prenotazione al sito https://www.pastificiocerere.it/ Via degli Ausoni, 7 00185 Roma Tel. +39 06.45422960 Mail: info@pastificiocerere.it Facebook: @refolded.moax  Instagram: @refolded.moax INFO E-mail: press.refolded@gmail.com Referenti Ufficio Stampa Refolded: Giulia Doneddu: 393 077 3704 Elena Giacalone: 329 087 7150

25 Novembre 2020

Luiss Business School ha ospitato il Premio Italia Giovane, dedicato agli under 35 protagonisti della ripartenza

“Il Premio Italia Giovane è un esempio di come passione, creatività, innovazione e voglia di cambiamento siano elementi essenziali per la costruzione di una leadership di successo. In un Paese duramente provato per la pandemia in corso, che ha accentuato le disuguaglianze non solo in Italia, ma a livello globale, i premiati di questa edizione contribuiscono a creare valore per la nostra società, costruendo con il loro impegno percorsi di eccellenza e di successo” così il direttore Paolo Boccardelli     Premio Italia Giovane 2020: una special edition che ha testimoniato la voglia dei giovani di essere protagonisti, far conoscere le proprie storie professionali e accademiche messe a servizio del Paese. Il premio - medaglia di rappresentanza da parte del Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – è stato dedicato al concetto di “Smartsociety: competenza, innovazione e coraggio per il rilancio”: molte delle storie pervenute hanno in comune la lotta al Covid, sia dal punto di vista sanitario, della ricerca, sociale e di volontariato a sostegno delle comunità, sia dal punto di vista personale.  All’evento, ospitato per la parte in presenza presso la Luiss Business School di Roma, hanno contribuito in streaming  Franco Frattini (Comitato d’onore), Andrea Chiappetta (Presidente comitato promotore), il ministro alle  Politiche Giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, il professor Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School, il presidente della Rai Marcello Foa. “Questa iniziativa - ha dichiarato Frattini, presidente Sioi, Società italiana per l’organizzazione internazionale - è uno stimolo lanciato al Paese ed ai decisori politiche affinchè rendano i giovani davvero protagonisti del futuro. Il messaggio da diffondere è in linea con quanto accade in Europa, dove la nuova programmazione, non a caso, parla di ‘next generation Ue’, di innovazione, ricerca, sostenibilità. In questi ambiti, le storie dei ragazzi e delle ragazze del Premio Italia giovane possono insegnarci molto”. Ha aggiunto Spadafora: “Oggi più che mai è necessario creare e rilanciare opportunità e strumenti capaci di favorire una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei giovani. Sono convinto che da questo momento così drammatico che stiamo vivendo, i nostri giovani ne usciranno ancora più forti e ne sapranno trarre insegnamento.  I vincitori di questo Premio sono la dimostrazione che il futuro e il cambiamento sono possibili e che l’impegno e il “crederci sempre” vengono riconosciuti e premiati. Spero che siate da modello e ispirazione per tantissimi altri giovani altrettanto talentuosi e determinati”. “La Rai – ha rimarcato il presidente Foa - ha sentito la necessità di entrare in contatto coi giovani, e lo ha fatto cercando di raggiungere i giovani nel luogo in cui sono più abituati a informarsi e intrattenersi, cioè il mondo digitale. Siamo solo all’inizio di un percorso che sta avendo ottimi risultati, lo dimostrano i dati lusinghieri di Rai Play. Mi piace molto il titolo che avete scelto di dare a questo evento: la RAI sostiene gli sforzi di innovazione, perché ne va del futuro del nostro Paese”. “Il Premio Italia Giovane – ha detto ancora Boccardelli - è un esempio di come passione, creatività, innovazione e voglia di cambiamento siano elementi essenziali per la costruzione di una leadership di successo: ciò rispecchia in pieno la missione della Luiss Business School, ovvero supportare giovani talenti nella loro crescita professionale e personale per renderli in grado di confrontarsi con le sfide future. In un Paese duramente provato per la pandemia in corso, che ha accentuato le disuguaglianze non solo in Italia, ma a livello globale, i premiati di questa edizione contribuiscono a creare valore per la nostra società, costruendo con il loro impegno percorsi di eccellenza e di successo. A loro, l’augurio di non smettere mai di seguire, coltivare e condividere competenze e passioni: solo così facendo si potrà creare una cultura coesa ed aggregata”. “Non abbiamo voluto interrompere questa consolidata tradizione – ha concluso Andrea Chiappetta - per dare un segnale di forte presenza e d’impegno dei giovani in questa fase storica delicata, poichè starà a loro essere protagonisti dalla ripartenza del Paese. Il recovery dell’Italia è racchiuso nella forza dei giovani”. L’evento, moderato dal responsabile comunicazione del Premio, Claudio Mazza (Clutech), è stato ospitato dalla LUISS BUSINESS SCHOOL che a messo a disposizione le proprie infrastrutture tecnologiche per permettere la partecipazione in digitale. I 17 vincitori I settori di provenienza sono diversi partendo dalla sanità, alle start up, all’arte, all’impegno civico, alla fisica, alla matematica oltre che ingegneria fino alla libera professione; si evince una significativa esperienza all’estero e formazione di livello. Angelo  Bottone, growth hacker e membro di SocialWarning; Tommaso Murè più giovane membro della task force per la Presidenza Italiana del G20; Daniele Pronestì, Investment e Asset Manager del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, selezionato da Forbes come uno dei 100 Italiani Under 30 più promettenti della nazione; Elena Gangitano, studi tra Oxford e Roma specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo; Giulia Marzetti, project management e sostenibilità; Ernesto Taccogna under 30 segnalato da Forbes attivo nel campo delle Ernergie rinnovabili; Gaia Alaimo, umbra, founder di Your Millennial Mentor e una professionista delle Risorse Umane; Gian Marco Ludovici, Biologo; Giulia Andrea Guadalupi, ufficiale medico dell’Aeronautica militare, ha curato il trasporto aereo sanitario d’urgenza di pazienti in imminente pericolo di vita Covid; Giulio Deangeli, neuroscienziato a Pisa dove sta per conseguire la quarta laurea; Maddelena Mariani, co-founder di Tecnoseta a Roma;  Lodovica Moronesi, laureata in giurisprudenza ricercatrice nell’ambito del diritto dello spazio; Sabrina Brizioli, nata a Perugia, esperta di diritto internazionale; Riccardo Borchi, toscano e web designer ideatore www.curaitalia.it; Sabrina Brizioli esperta di Diritto Internazionale; Sara Laudato, campana, scienziata nel campo delle biotecnologie; Stefano Cinti, chimico e divulgatore scientifico; Virginia Stagni, bolognese attiva nel campo editoriale, lavora per il Financial Times. 24/11/2020

23 Novembre 2020

ERSlab Technology con Interlogica

    L’innovazione sociale conseguente allo sviluppo tecnologico sta avendo un’accelerazione inimmaginabile rispetto alle rivoluzioni industriali del passato. Su di essa si rivolgono timori e speranze che vanno spesso al di là di un approccio posato e razionale. Esiste infatti il rischio di vivere in maniera passiva e deterministica questo cambiamento proiettando verso di esso paure apocalittiche o speranze messianiche. All’atteggiamento catastrofista di una umanità ormai irrimediabilmente corrotta dalle nuove tecnologie (con scene da film distopico) corrisponde all’opposto quello innovatore che vede nell’avanzamento tecnico-scientifico la panacea di ogni male, la soluzione ad ogni problema (il paradiso dell’automazione). Quello deterministico però è un approccio non etico in quanto esclude la libertà di intervento e la responsabilità che ne consegue. L’arbitrio umano è invece il fondamento di ogni attenzione verso sé e verso l’altro. Per questa ragione ogni volta che si delega a uno strumento una qualche scelta, ogni volta che si interpone uno strumento in una relazione fra persone, ogni volta che si rappresenta con uno strumento una realtà, si produce una forma di distorsione sociale. La digitalizzazione è pertanto un fenomeno che deve essere guidato responsabilmente, con attenzione e cura, senza paura né slanci in avanti: se non si è in grado di identificare le criticità di una certa innovazione, adottarla vuol dire procedere irresponsabilmente alla cieca. Con questo obiettivo è stata invitata Interlogica, una software house, a presentare la sua BigUp!, una applicazione finalizzata a riconoscere le competenze tra colleghi, trasformare i ringraziamenti in collaborazione, incrementare l’impatto positivo sui valori e sulla cultura aziendale. Gli studenti dei Master in Financial Management, Major in Corporate Finance; Big Data Management; Management & Technology, Major in Business Transformation, hanno affrontato la sfida di analizzare lo strumento sotto il profilo etico e proporne l’uso più adatto. 23/11/2020

19 Novembre 2020

Dipartimento di Stato Usa: «su 5G legislazione italiana all'avanguardia, bandire completamente fornitori inaffidabili»

Il punto, con DigitEconomy.24, report Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School, sui rischi della nuova tecnologia e il confronto tra le norme  italiane e americane   La legge italiana sulla sicurezza informatica è «sicuramente una delle più avanzate in Europa» anche se «vorremmo vedere l'Italia fare il passo successivo e bandire completamente i fornitori di 5G non affidabili». Lo chiarisce Stephen Anderson del  Bureau of economics and business affairs del Dipartimento di Stato americano in un colloquio con DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School). Gli Usa plaudono anche alla tool box europea sul 5G, ricordando che «gli strumenti vanno utilizzati». E concordano con il comitato parlamentare italiano Copasir sui rischi dell'uso di tecnologia cinese. Quanto  alle prescrizioni decise dal governo italiano su Kkr in relazione all'ingresso in FiberCop, il Dipartimento di Stato sottolinea: «siamo assolutamente contenti che le società e gli investitori americani stiano investendo in settori importanti delle economia italiana e questo riflette la forte e dinamica partnership tra Stati Uniti e Italia». «Felici di vedere che l'Italia ha riconosciuti i rischi sulla sicurezza» Partiamo dalla comparazione tra il sistema legislativo americano e quello italiano. «Gli Stati Uniti – spiega  Anderson - hanno condotto una campagna per reti 5G sicure negli ultimi due anni,  la abbiamo coordinata con gli alleati e partner stretti lungo tutto il percorso. Ognuno di questi Paesi ha trovato una strada diversa per raggiungere l'obiettivo. Nel caso dell'Italia, siamo assolutamente incoraggiati e felici di vedere che abbia riconosciuto i rischi, rischi significativi per la sicurezza e per quanto riguarda la privacy causati da un potenziale utilizzo di fornitori non affidabili nelle reti di telecomunicazioni 5G». La legge italiana sulla sicurezza informatica «è sicuramente una delle più avanzate in Europa e a nostro avviso fornisce una protezione completa per i sistemi informatici italiani. Siamo assolutamente soddisfatti, ma vorremmo sicuramente vedere l'Italia fare il passo successivo e unirsi agli Stati Uniti e ad altri membri nella linea di bandire completamente i fornitori di 5G non affidabili». «Toolbox Ue sl 5G è utile, va usata» Allargando lo sguardo agli strumenti approntati dall'Unione europea, «gli Stati Uniti – prosegue Anderson - sono stati molto felici di constatare l'adozione della tool box per la sicurezza 5G dell'Unione europea in sinergia con il Clean network americano. Di recente il sottosegretario alla crescita economica Usa, Keith Krach, ha incontrato il commissario europeo Thierry Breton a Bruxelles e hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che ha evidenziato l'impegno degli Stati Uniti e dell'Unione Europea a condividere i principi sulla sicurezza 5G. In conclusione, accogliamo con favore il fatto che gli Stati membri possano fare pieno uso degli strumenti di sicurezza per 5G, soprattutto per applicare le restrizioni pertinenti ai fornitori ad alto rischio. La tool box è utile, ma gli strumenti devono essere usati come previsto». «5G cinese rappresenta una minaccia per i Paesi democratici» Riguardo all'uso della tecnologia cinese per il 5G, il Dipartimento rimarca la sua posizione di contrarietà. «Facciamo un passo indietro, pensando – ricorda Anderson - solo a cosa stanno promuovendo gli Stati Uniti per quanto riguarda Internet e le infrastrutture di telecomunicazioni. Ci auguriamo di aver sostenuto attivamente un Internet aperto, affidabile e sicuro. I Paesi democratici di tutto il mondo hanno abbracciato questa visione, compresi i multi-stakeholder di Internet. Abbiamo tradizionalmente promosso questa visione perché crediamo nella competizione continua per la crescita, perché crediamo nella legge e nella giustizia, e crediamo nel libero flusso dei dati a beneficio di chi fornisce scienza, arte, istruzione e apprendimento. Si riesce a immaginare che cosa sarebbero stati gli ultimi mesi con il Covid se non avessimo avuto informazioni efficaci e libere? Ora, a nostro avviso, la Cina si è avvicinata alla governance di Internet, mina il modello multi-stakeholder che è stato una caratteristica predominante dell'ambiente tecnologico globale. Penso che, alla luce di ciò, sia abbastanza chiaro che il 5G cinese mina e rappresenti una minaccia per i Paesi democratici proprio come il rapporto del dicembre 2019 del Copasir ha chiaramente evidenziato. Ma, sia chiaro, dal nostro punto di vista non si tratta di conflitto tra gli Stati Uniti e la Cina». Il segretario di Stato Pompeo «ha detto che la scelta non è tra gli Stati Uniti e nessun altro, è tra libertà e sicurezza. La Repubblica popolare cinese impone a società come Huawei di consegnare tutti i dati richiesti dal governo cinese. Per quanto riguarda il giusto processo, c'è poca o nessuna trasparenza, nessun rispetto della privacy individuale. Il partito comunista cinese vuole che i leader delle loro aziende private siano utilizzabili nei momenti chiave! Quindi siamo d'accordo col Copasir sulla minaccia alla democrazia e alle norme e istituzioni democratiche rappresentata dai cinesi, e vediamo questo come parte di una strategia della Cina per esportare l'autoritarismo digitale. Penso che siamo più sicuri con azioni come quelle che l'Italia ha intrapreso per escluder fornitori non affidabili dalla sua catena di approvvigionamento, ma dobbiamo continuare a lavorare insieme al fine di garantire che garantire la sicurezza». «Contenti che società come Kkr investano in settori importanti in Italia» Quanto alle prescrizioni decise dal governo italiano nei confronti dell'americana Kkr, azionista di FiberCop, la nuova società della rete secondaria di Tim, «il governo degli Stati Uniti – conclude Anderson- preferisce non commentare lo screening degli investimenti da parte di altri Paesi, in particolare i nostri amici e i nostri alleati, ma siamo assolutamente contenti che le società e gli investitori americani come Kkr stiano investendo in settori importanti delle economie italiane e questo riflette la forte e dinamica partnership tra Stati Uniti e Italia». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  19/11/2020

19 Novembre 2020

Hu Kun ( Zte): «collaborare tra Paesi è economicamente conveniente»

Parla l'amministratore delegato della filiale italiana a DigitEconomy.24, report Sole 24 Ore Radiocor e Luiss Business School. Rete unica? «Siamo pronti a collaborare nel business della fibra»   La collaborazione tra i vari Paesi, includendo le catene di fornitura globali, è «conveniente» a livello economico ed è «molto importante» anche per superare la pandemia. E' la posizione di Hu Khun, amministratore delegato di Zte Italia, interpellato in vista del cambio di guida alla presidenza degli Usa, dopo un'amministrazione Trump sotto la quale i rapporti tra Cina e Usa sono peggiorati. Facendo il punto con DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) sulla situazione del 5G nel nostro Paese, Hu Khun ricorda che intanto gli operatori in Italia sono pronti a partire già alla fine dell'anno con la nuova tecnologia, anche se l'avvento massivo è previsto l'anno prossimo. Se impatto della pandemia c'è stato sullo sviluppo delle reti, è da rinvenire nel fatto che gli operatori di telecomunicazioni, data la crisi economica, hanno ora meno soldi da investire. Quanto al dossier rete unica, Zte è pronta a collaborare nel business della fibra, indipendentemente dallo scenario che verrà fuori, come già fa oggi con Tim e Open Fiber. Sul fronte, invece, della cybersecurity, Zte collabora con Parlamento e Governo italiani «molto bene» mentre, riguardo alla posizione del Copasir sull'uso delle tecnologie cinesi, Hu Khun afferma: «non mi piace vedere accuse senza prove». Alcuni studi parlano di un rallentamento nello sviluppo delle reti 5G, anche in relazione alla pandemia. E' d'accordo con questa lettura? Nonostante la pandemia, non ho osservato un rallentamento nello sviluppo delle reti. La crisi ha reso piu' evidente l'importanza e l'essenzialità delle infrastrutture di telecomunicazioni e di una migliore connettività.  D'altronde la pandemia ha avuto un forte impatto economico in tutti i settori. Se c'è quindi unaconseguenza della crisi sullo sviluppo del 5G, è il fatto che gli operatori hanno, per queste ragioni, meno soldi da spendere. Che cosa vi aspettate per il 2021? Sarà ugualmente l'anno dello sviluppo del 5G come atteso? Alla fine di quest'anno gli operatori saranno pronti, ma la copertura massiva avverrà il prossimo anno, anche sul fronte dell'offerta dei device. Ci saranno sempre più modelli diversi di smartphone 5G, dispositivi Cpe e device IoT. C'è chi ritiene che, per ammortizzare gli investimenti, sia importante coinvestire nel 5G, siete disponibili a farlo con altri partner? Noi siamo focalizzati sulla tecnologia e sulle applicazioni, sui contributi a ogni nuovo 5G use case. Al momento non abbiamo piani di investire direttamente nel business degli operatori. Oggi meno del 20% degli investimenti sul 5G sono legati all'industria, nel futuro questa percentuale salirà all'80 per cento. Questo vuol dire che ci sarà un grande cambio di passo. In Italia si parla tanto del dossier della rete unica in fibra ottica e della possibilità di estenderla al 5G Si tratta di un dibattito noto, ormai da tanto tempo, noi guardiamo e aspettiamo di vedere che cosa accadrà. La discussione sembra volgere al termine. Collaborerete a questo progetto? Naturalmente. Noi oggi stiamo lavorando intesamente con Tim e Open Fiber nella fibra, siamo molto attivi in questo settore. Non ha importanza quello che accadrà, siamo pronti a collaborare. Il Copasir ha sottolineato più volte i rischi dell'utilizzo della tecnologia cinese. Ciò potrebbe rallentare lo sviluppo del 5G in Italia? Penso che la cybersecurity sia un aspetto molto preoccupante, e noi capiamo totalmente questi timori e collaboriamo con i regolatori. La questione è gestibile con lo sforzo di tutti, compresi gli operatori di tlc, gli Over the top, i regolatori. Agendo su questi diversi fronti la cybersecurity è una materia sotto controllo.  Abbiamo accolto con favore la tool box della Ue e lavoriamo molto bene con il Governo e il Parlamento italiano. Avremo questo approccio con ogni nuovo decreto o legge che arriverà.   Quanto al Copasir vorrei fare giusto un commento: dal mio punto di vista non mi piace vedere delle accuse senza prove. Ma capiamo la preoccupazione. Per questo abbiamo fatto i nostri sforzi, investiamo nel nostro Security lab, la nostra piattaforma molto trasparente e aperta ai parner, includendo anche il codice sorgente. Negli Usa cambierà il presidente, il nuovo corso potrebbe contribuire ad  ammorbidere i rapporti in genere tra Cina e Usa? Non sono qualificato a commentare, ma una cosa penso sia importante: ognuno sa che la collaborazione globale, includendo anche la supply chain globale, è conveniente a livello economico, secondo vari studi. Ne derivano benefici comuni per tutti i Paesi. E' dunque molto importante la collaborazione per tutti i Paesi del mondo, anche per venir fuori tutti assieme dalla pandemia In Italia prevedete un miliardo di investimenti, su che cosa saranno focalizzati? Nel 2015 abbiamo detto che nei futuri 5 anni fino al 2020, avremmo investito 500 milioni di euro in Italia e abbiamo concluso con successo questa parte di investimento. Dopo di ciò, vogliamo dimostrare la determinazione a continuare a investire nel nostro businesss in Italia. Nei prossimi 5 anni investiremo un miliardo aggiuntivo. Investiremo nel potenziamento delle infrastrutture, continueremo ad assumere persone, a lavorare con i partner locali. Nel prossimo anno ci sarà inoltre un focus nel business degli smartphone. La nostra attenzione sarà focalizzata in particolare negli use case del 5G, pensiamo che sia una parte molto importante nello sviluppo della nuova tecnologia nel Paese. Abbiamo già assunto persone nel nostro Cybersecurity lab, nella nostra smartphone business unit, vogliamo continuare. Ci può dare una cifra delle assunzioni legate al miliardo d'investimenti? Dipende da alcune condizioni, non voglio creare aspettative, ma posso dire che negli scorsi 5 anni noi abbiamo creato piu di 3mila posti di lavoro in Italy, questo è il punto di riferimento. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO 19/11/2020

17 Novembre 2020

La sostenibilità da vicino

  “La sostenibilità da vicino” è un percorso di webinar sviluppato nell’ambito di “Con la Scuola”, il progetto di formazione per dirigenti scolastici e docenti, promosso da Snam, ELIS, Luiss Business School, Confindustria e ANP (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola), che nasce per facilitare l’integrazione della sostenibilità nella didattica. Gli incontri ospiteranno significative testimonianze d’impresa per raccontare in che modo le aziende affrontano concretamente il tema della sostenibilità e riflettere sulle metodologie didattiche più efficaci per sviluppare la consapevolezza della responsabilità sociale e ambientale nei giovani. Scopri il progetto e partecipa ai webinar! PROGRAMMA La persona al centro | Ferdinando Di Fino, Senior Vice President HR Operations, Snam 19 novembre 2020 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA L’economia circolare | Giulia Branzi, Head of International Assets and New Business Regulation, Snam 3 dicembre 2020 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA Transizione energetica e idrogeno | Dina Lanzi, Head of Technical Business Unit Hydrogen, Snam 10 dicembre 2020 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA La gestione dei rifiuti in una logica sostenibile | Andrea Perduca, Senior Vice President Biometano, Snam 7 gennaio 2021 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA Mobilità sostenibile | Daniele Lucà, Senior Vice President Global Sustainable Mobility, Snam 21 gennaio 2021 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA Città sostenibili | Cristian Acquistapace, Managing Director Snam4Efficiency 4 febbraio 2021 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA Una scuola sostenibile | Marco Alverà, AD Snam 18 febbraio 2021 ore 16:00 – 18:00 PARTECIPA 17/11/2020

17 Novembre 2020

Famiglia, fecondità e lavoro in Italia

Quali interventi e policy sono necessari per sostenere lo sviluppo della natalità e un sistema di welfare che sappia conciliare efficacemente genitorialità e lavoro: iscriviti al webinar di “Italia 2030”, il progetto MiSE e Luiss Business School per l’Italia sostenibile!  Sostenere la realizzazione dei desideri di fecondità delle coppie italiane, che vengono spesso rimandati nel tempo quando non disattesi per problemi legati all’incertezza del lavoro, del reddito e alle difficoltà di conciliazione fra genitorialità e attività lavorativa, costituisce senz’altro una priorità per lo sviluppo del Paese. Dalla crisi sanitaria del Covid-19, un vero e proprio stress test sul sistema del lavoro e di welfare italiano, sono affiorate fragilità e diseguaglianze che dettano nuove necessità di intervento, che guardi sia all’immediato, sia a obiettivi di medio e lungo termine. Nel webinar verrà presentato il lavoro di analisi della situazione emerso dal tavolo su “Fecondità e lavoro”, istituito presso il centro di ricerca Dondena dell’Università Bocconi di Milano e coordinato da Letizia Mencarini, mentre i successivi interventi programmati animeranno la discussione su genitorialità e lavoro in Italia tra vecchi problemi e nuove emergenze. Coordinatore: Letizia Mencarini, Dondena, Università Bocconi Intervengono: Massimiliano Mascherini, Eurofound Stefania Multari, Confartigianato Imprese Emmanuele Pavolini, Università di Macerata e Alleanza per l’Infanzia Paola Profeta, Dondena, Università Bocconi Lucia Scorza, Confindustria Ulrike Sauerwald, Valore D Eleonora Vanni, Legacoopsociali Cristina Zanuzzi, Enel Italia Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione.  REGISTRATI SCARICA IL PAPER SCARICA LE SLIDE Rivedi il webinar

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