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24 Luglio 2024

Presentazione del Master in Diritto Tributario, Contabilità e Pianificazione Fiscale: Incontra il Direttore Scientifico!

Siamo lieti di annunciare un evento speciale organizzato da Luiss Business School "Presentazione del Master in Diritto Tributario, Contabilità e Pianificazione Fiscale: Incontra il Direttore Scientifico!" che si terrà mercoledì 11 settembre dalle ore 11:00 alle ore 12:00 presso Villa Blanc. Durante l'evento, il Professor Giuseppe Melis, Professore Ordinario di Diritto Tributario presso l'Università Luiss Guido Carli e Direttore Scientifico del Master, incontrerà i neolaureati interessati a candidarsi per illustrare la struttura del Master, le opportunità occupazionali e tutti gli altri aspetti che rendono il programma un’esperienza formativa di eccellenza. Il Master in Diritto Tributario, Contabilità e Pianificazione Fiscale, in partenza ad ottobre 2024, offre un percorso di studi approfondito e qualificante, pensato per formare professionisti competenti e preparati ad affrontare le sfide del mondo fiscale e tributario. Non perdere l'occasione di entrare a far parte di una comunità che accompagna e si prende cura dello sviluppo personale e professionale di ogni candidato. Unisciti a noi per scoprire come il nostro programma può rappresentare un valore aggiunto per la tua carriera. DATA: Mercoledì 11 settembreORARIO: 11:00 - 12:00LUOGO: Villa Blanc, RomaSPEAKER: Giuseppe Melis, Professore Ordinario di Diritto Tributario, Università Luiss Guido Carli La partecipazione è gratuita, ma i posti sono limitati. Registrati ora per assicurarti un posto. 24/07/24

22 Luglio 2024

Call per Adjunct Faculty - Luiss Business School

La Luiss Business School è alla ricerca di candidati/e con adeguate competenze, qualificazioni, ed esperienze, che possano ricoprire le posizioni di Adjunct Faculty nelle seguenti discipline: Contabilità e compliance Banking Diritto commerciale e tributario Trasformazione digitale, data management, e artificial intelligence Gestione della sanità Management internazionale Leadership e soft skills Marketing Operations Finanza Sostenibilità ed economia circolare Gestione dell’innovazione, imprenditorialità e design thinking La durata della posizione è di 2 anni. Sulla Luiss Business School Fondata nel 1987 come Scuola di management dell’Università Luiss, prende il naming di Luiss Business School nel 2006 e dal 2017 ha sede nella prestigiosa cornice di Villa Blanc a Roma.  Nel panorama nazionale ha acquisito una posizione di indiscussa leadership nell’higher education, con focus sullo sviluppo delle competenze manageriali. Grazie agli accreditamenti internazionali ottenuti - AACSB, EQUIS e AMBA – si posiziona nell’élite mondiale delle business school e, attraverso il modello multi-hub, persegue una strategia che consente di arricchire l’esperienza formativa con programmi erogati in diverse sedi, sia in Italia (Roma, Milano, Belluno), sia all’estero (Amsterdam, Dubai). La Faculty rappresenta uno dei fattori distintivi della Luiss Business School grazie alla sua capacità di implementare il modello educativo, rafforzare i legami con il mondo aziendale e aumentare il livello di internazionalizzazione della Scuola. L’offerta formativa comprende: MBA, Master, Executive Programmes, Programmi Custom e Consulenza, Digital Programmes. Maggiori informazioni sono disponibili al seguente link: Perché Luiss Business School | Luiss Business School – School of Management Candidatura I/le candidati/le interessati/e sono pregati/e di inviare la seguente documentazione a selection@luissbusinessschool.it entro il 30 settembre 2024: Una lettera motivazionale che indichi le aree di specializzazione del/la candidato/a (corrispondenti agli ambiti disciplinari nei quali il/la candidato/a intende insegnare presso la Luiss Business School); Un curriculum vitae, compilato utilizzando il modello allegato; Una autocertificazione del titolo di studio, compilata utilizzando il modello allegato, ai fini dei processi di accreditamento della Scuola; Una copia delle pubblicazioni più rilevanti, se disponibili; Altra evidenza utile a supportare la candidatura, con particolare riferimento alle esperienze professionali; La sede per la quale il/la candidato/a intende candidarsi (Roma, Milano o Belluno). Requisiti Obbligatori: Laurea magistrale o titolo equivalente in ambiti rilevanti per le discipline interessate dalla presente call; Incarichi dirigenziali (o equivalenti) all’interno di aziende, società di consulenza, istituzioni finanziarie di grandi dimensioni o istituzioni pubbliche nazionali o internazionali e/o comprovato e significativo contributo allo sviluppo delle attività della Scuola; Almeno 10 anni di esperienza lavorativa; Capacità di insegnare in lingua inglese. Preferenziali: Esperienza didattica in corsi di laurea, post-laurea ed executive; Esperienza nella progettazione, sviluppo, e coordinamento di programmi formativi; Buon record di pubblicazioni e/o direzione di e/o partecipazione in progetti di ricerca applicata; Dottorato di ricerca e/o MBA. I candidati selezionati dovranno: Garantire un impegno esclusivo con Luiss Business School negli ambiti di attività della Scuola; in particolare:al momento dell’accettazione della posizione, e per tutta la sua durata, non potranno essere affiliati ad altre business school o enti di formazione, potranno svolgere limitate attività didattiche presso altre business school o enti di formazione solo previa autorizzazione del Dean, e in ogni caso utilizzando l’affiliation Luiss Business School pena l’immediata decadenza dalla posizione; Garantire un minimo di 20 ore di insegnamento all’anno o tenere almeno un corso completo presso la Luiss Business School, su richiesta della Scuola; Partecipare alle altre attività core della Scuola (Direzioni Master, Corsi Executive, Advisory Board, Counseling, Progetti di ricerca/consulenza); Contribuire al programma di sviluppo della Faculty attraverso l’innovazione dei metodi di insegnamento e partecipare alle iniziative di formazione previste per la Faculty. Benefici Riconoscimento ufficiale dello status di Adjunct Faculty Member della Luiss Business School (sito web, biglietto da visita, indirizzo mail ecc.); Appartenenza alla Comunità della Scuola; Compenso basato sulle attività effettivamente svolte DOWNLOAD CV FORMAT

17 Luglio 2024

Premio Internazionale Generazione Contemporanea: nona edizione

Promuovere l’arte contemporanea italiana e straniera, sostenere gli artisti under 35 e ampliare la collezione permanente d’arte contemporanea della Luiss Business School. Sono questi gli obiettivi del Premio Internazionale Generazione Contemporanea, giunto alla nona edizione. L’iniziativa dà vita ad un nuovo ambito di innovazione culturale, finalizzato non solo alla formazione ma anche al sostegno e alla ricerca di giovani artisti in ambito internazionale. Il concorso prevede che le opere candidate sviluppino il seguente tema: Nel corso della Storia, gli artisti si sono interrogati sulla possibilità di offrire uno sguardo sul reale, e quindi sulla possibilità che il loro operare non fosse soltanto una rappresentazione, ma l’essenza stessa del reale: un dipinto, una scultura, una fotografia ci offrono uno sguardo sul reale o sono delle mere riproduzioni della realtà? L’atto creatore dell’artista, limitandosi a raffigurare il reale, è per definizione qualcosa di falso o, invece, genera una verità nuova? Con l’affinarsi della tecnica e delle nuove tecnologie si sono ridotte le distanze nella percezione che le persone hanno del reale, ma viviamo veramente “Al tempo de li dèi falsi e bugiardi?”  Parlare oggi di “originale”, “copia”, “falso”, “multiplo”, “clone” diventa sempre più complesso. La memoria rispecchia fedelmente quanto è stato frutto di una soggettiva rielaborazione a posteriori?  L’arte è un termometro che può indagare la fenomenologia del falso poiché per sua natura ha una relazione con il reale sia con la sua essenza, nel farsi nell’oggetto, che nella sua metamorfosi.  Il Collettivo Curatoriale della Luiss Business School si interroga come questo tema influenzi la società di oggi e come la percezione e le apparenze vengano da esso condizionate.  L’attenzione è quindi posta sulla natura del falso: esiste qualcosa che nell’arte contemporanea possa essere inequivocabilmente ritenuta tale? Il concorso prevede l’assegnazione di un premio in denaro del valore di € 4.000,00, conferito al primo classificato, come premio-acquisto dell’opera scelta da una prestigiosa giuria composta da: Luca Lo Pinto – Direttore MACRO Francesca Cappelletti – Direttore Galleria Borghese Cristiana Collu – Direttore Fondazione Querini Stampalia Pia Lauro – Curatrice indipendente  Domenico Piraina – Direttore Mostre e Musei Scientifici – Comune di Milano Luca Pirolo –Direttore Area Master, Luiss Business School S.p.A. Un rappresentante del Collettivo Curatoriale della XIV edizione del Master in Management delle Imprese Creative e Culturali - Major Master in Art Management Le tre opere finaliste entreranno a far parte della mostra conclusiva del Master e del relativo catalogo. I candidati possono concorrere con una sola opera, edita o inedita, da cui emerga chiaramente l’aderenza al tema.  Sono ammesse opere realizzate con tutti i linguaggi propri dell’espressione visiva (pittura, scultura, installazione, fotografia, grafica, video, senza limiti di tecniche). Il concorso si rivolge esclusivamente ad artisti under 35. Il termine ultimo per inviare le candidature è il 10 ottobre 2024, ore 23.59. La partecipazione è gratuita. Si raccomanda l’attenta lettura del bando. ITA SCARICA IL BANDO MODULO ISCRIZIONE MODULO PARTECIPAZIONE ENG DOWNLOAD THE ANNOUNCEMENT REGISTRATION MODULE PARTICIPATION MODULE

12 Luglio 2024

Campus Visit - Esplora Villa Blanc e scopri i Master Full-time

Luiss Business School apre i cancelli di Villa Blanc per la speciale Campus Visit - Esplora Villa Blanc, un'occasione per chi desidera visitare la sede e saperne di più sui nuovi Master Full-time 2024-2025. Realizzata per volere del barone Alberto Blanc (1835-1904), Villa Blanc è un brillante esempio di eclettismo e tra le ville più suggestive di Roma. Un gioiello storico-artistico di fine Ottocento, recuperato e restaurato da cima a fondo – sia per quanto riguarda le aree storico-artistiche che quelle naturalistiche – e oggi campus principale della Luiss Business School. Nel corso della Campus Visit - Esplora Villa Blanc, gli interessati potranno visitare l’edificio e immergersi nel parco naturalistico di oltre quattro ettari, interamente ricostruito secondo i canoni tradizionali e arricchito da molteplici specie tipiche della flora mediterranea. L’occasione sarà anche un’opportunità per dialogare, in maniera informale, con i coordinatori dei Master Full-time in partenza nei prossimi mesi, master universitari di primo e di secondo livello particolarmente pensati per rispondere alle esigenze formative di giovani laureati e young professionals interessati a perfezionare la propria formazione e acquisire competenze avanzate, sviluppare un network professionale di rilievo e accelerare il proprio percorso di carriera in un contesto innovativo, dinamico e internazionale. QUANDO: giovedì 5 settembre 2024 ORARIO: 9.30 - 12.30 DOVE: Villa Blanc, Via Nomentana 216, Roma Venerdì 12 luglio 2024

11 Luglio 2024

Finanziamenti per Master di Primo e Secondo Livello: Luiss Business School e il Bando Regione Calabria

Luiss Business School è lieta di informare che i giovani laureati calabresi possono usufruire del bando della Regione Calabria per ottenere finanziamenti destinati a Master di I e II livello, per gli anni accademici 2024-2027. Questa iniziativa mira a sostenere la formazione post-universitaria qualificata e a facilitare l’accesso dei laureati calabresi a percorsi formativi di eccellenza. Il bando prevede l’erogazione di voucher fino a 10.000€ per coprire i costi di iscrizione ai Master. Inoltre, sono previste borse di studio aggiuntive per sostenere le spese di soggiorno, vitto e trasporto, calcolate in base alla distanza della residenza e dalla sede formativa. Dettagli del Bando Destinatari: Laureati di I e/o II livello residenti in Calabria da almeno sei mesiContributo massimo: 10.000€ per i costi di iscrizione ai MasterBorse di studio aggiuntive: Per coprire le spese di soggiorno, vitto e trasportoFinestre Temporali per la Presentazione delle Domande: Anno Accademico 2024-2025: dal 15 luglio 2024 al 30 novembre 2024Anno Accademico 2025-2026: dal 15 luglio 2025 al 30 novembre 2025Anno Accademico 2026-2027: dal 15 luglio 2026 al 30 novembre 2026 Luiss Business School, con la sua vasta offerta formativa d'eccellenza, è pronta a supportare i laureati calabresi nella scelta del percorso Master più adatto alle loro esigenze. I nostri Master, accreditati da enti riconosciuti a livello internazionale, soddisfano pienamente i requisiti richiesti dal bando e offrono opportunità concrete per migliorare le competenze e le prospettive occupazionali. Lo Staff Luiss Business School è disponibile per ulteriori informazioni o necessità di assistenza nella presentazione della domanda di finanziamento. 11/07/2024

26 Giugno 2024

Il Rapporto nazionale di Fondimpresa - Anno 2022

Il ruolo, le potenzialità e gli spazi di miglioramento della formazione finanziata per sostenere l’evoluzione del lavoro Il 4 luglio, dalle ore 11 alle ore 13,  avrà luogo a Villa Blanc l’evento “Il ruolo, le potenzialità e gli spazi di miglioramento della formazione finanziata per sostenere l’evoluzione del lavoro”. L’evento si colloca nell’ambito del progetto di Ricerca curato da Fondimpresa insieme a Luiss Business School, Fondazione ADAPT, EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali e Fondazione Giuseppe Di Vittorio. L’appuntamento vedrà la presentazione dei risultati della Ricerca relativi all’annualità 2022, con un approfondimento in particolare su quanto emerso in tema di competenze e formazione per promuovere l’equità di genere, rispondere ai cambiamenti demografici e favorire l’innovazione inclusiva nelle dinamiche del lavoro. AGENDA 10.30 Registrazione 11.00 Saluti e Introduzione ai lavoriMatteo Giuliano Caroli, Direttore della ricerca, Ordinario di Gestione delle imprese internazionali alla Luiss "Guido Carli" e Associate Dean per la Sostenibilità e l’impatto alla Luiss Business SchoolFulvio Bartolo, Vicepresidente Fondimpresa 11.30 I risultati della Ricerca. L’impatto della formazione finanziata da Fondimpresa nel 2022: evidenze statistiche e linee evolutiveMatteo Giuliano Caroli, Direttore della ricerca, Ordinario di Gestione delle imprese internazionali alla Luiss "Guido Carli" e Associate Dean per la Sostenibilità e l’impatto alla Luiss Business School 11.45 Afferrare Proteo - Imprese e lavoro nelle transizioni: la dimensione strategica della formazioneLuca Lo Bianco, Ricercatore Istituto Eures Ricerche Economiche e Sociali 12.00 Tavola Rotonda: Governare il mondo che cambia: competenze e formazione per promuovere l’equità di genere, rispondere ai cambiamenti demografici e favorire l’innovazione inclusiva nelle dinamiche del lavoroLivia De Giovanni, Ordinario di Statistica e Direttrice del Data Lab dell’Università Luiss "Guido Carli"Barbara De Micheli, Coordinatrice area Social Justice Fondazione Giacomo BrodoliniLuigi Serio, Docente di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore MilanoNadio Delai, Sociologo e Membro del Comitato Scientifico della ricerca Moderatore: Fabio Carducci, Giornalista, Il Sole 24 Ore 12.45 ConclusioniAmarildo Arzuffi, Direttore Area Formazione Fondimpresa REGISTRATI IN PRESENZA REGISTRATI ONLINE

13 Giugno 2024

Sostenibilità, Efficientamento Energetico e Gender Equality: Scopri le soluzioni ESG per le imprese di successo

Siamo lieti di annunciare il prossimo webinar "Sostenibilità, Efficientamento Energetico e Gender Equality: Scopri le soluzioni ESG per le imprese di successo", che si terrà martedì 16 luglio alle ore 17:00. L'evento, organizzato da Luiss Business School, vedrà la partecipazione di Angelo Riccaboni, Professore Ordinario di Economia Aziendale presso l'Università di Siena e Senior Research Fellow presso Luiss Business School. Durante il webinar, il Professor Riccaboni esplorerà le tematiche cruciali della sostenibilità, dell'efficientamento energetico e della gender equality, fornendo una panoramica delle migliori pratiche e delle soluzioni ESG (Environmental, Social, and Governance) che stanno rivoluzionando il modo di fare impresa. Questi argomenti sono diventati fondamentali per le aziende che vogliono rimanere competitive e avere un impatto positivo sulla società e sull'ambiente. Inoltre, durante l'evento verrà presentato il Flex Executive Programme in Soluzioni ESG, un percorso formativo avanzato progettato per fornire ai professionisti gli strumenti necessari per integrare le pratiche ESG nelle strategie aziendali. Non perdete questa opportunità unica di approfondire le tematiche più attuali e rilevanti per il futuro delle imprese. SPEAKER Angelo Riccaboni, Professore Ordinario di Economia Aziendale presso l'Università di Siena e Senior Research Fellow presso Luiss Business School QUANDO: Martedì 16 luglio 2024 DOVE: Online ORARIO: 17.00 – 18.00 Per partecipare è necessaria la registrazione. 13/06/2024

12 Giugno 2024

Brand & Lusso: Open Lesson sul retail parigino

Luiss Business School è lieta di annunciare un evento esclusivo dedicato al mondo del retail di lusso: "Brand & Lusso", una Open Lesson che si terrà il prossimo 26 Giugno presso il Milano Luiss Hub. Sospinta da eventi globali come la Brexit e le Olimpiadi, la scena retail di Parigi sta vivendo un periodo di straordinaria effervescenza. Brand del lusso come Dior, Louis Vuitton, Hermès e Yves Saint Laurent hanno recentemente inaugurato punti vendita innovativi, ridefinendo il modo di raccontare e valorizzare i brand attraverso esperienze uniche e coinvolgenti.In questa Open Lesson, il Professor Romano Cappellari, direttore del Major in Retail Management di Milano del Master in Marketing Management e autore del best seller "Marketing della moda e dei prodotti lifestyle", guiderà i partecipanti in un affascinante viaggio fotografico alla scoperta delle strategie dei brand francesi del lusso. Sarà un'anteprima dei contenuti che gli allievi del nuovo Major in Retail Management approfondiranno sul campo durante il retail tour internazionale, parte integrante del programma didattico. I partecipanti saranno esonerati dal pagamento della quota di accesso alle selezioni per le prossime date di selezione: 3 e 4 luglio 2024. A conclusione dell'evento i partecipanti avranno inoltre l’opportunità di fare networking e creare connessioni preziose. SPEAKERRomano Cappellari, direttore del Major in Retail Management di Milano del Master in Marketing Management QUANDO: Mercoledì 26 Giugno 2024 DOVE: Milano Luiss Hub ORARIO: 17.30 – 19.00 Per partecipare è necessaria la registrazione. 12/06/2024

15 Novembre 2021

Formazione per pace e sviluppo: i progetti Luiss Business School

Da tempo impegnata per formare leader e professionisti in grado di creare valore sui propri territori di origine attraverso le aziende, la scuola di alta formazione offre percorsi in cui, accanto alle hard skill, si coltivano life skill molto preziose per il futuro Dal 9 al 15 novembre in tutto il mondo si celebra la World Science Week for Peace and Development. Istituita nel 1986, questa settimana celebrativa mira a mettere in evidenza i legami tra progresso nella scienza e nella tecnologia con il mantenimento della pace e della sicurezza. Il raggiungimento di questi obiettivi passa soprattutto dalla formazione. Per questo, da molti anni, Luiss Business School affianca ai suoi percorsi di alta formazione iniziative che puntano a dare valore al capitale umano nato e cresciuto in Paesi funestati da guerre e sottosviluppo. Ne sono un esempio il Pakistan e l'Africa, in cui Luiss Business School ha attivato alcuni programmi ambiziosi. Ma per estendere il raggio d'azione, sono state attivate collaborazioni anche con le principali ONG attive in ambito mondiale, attraverso il progetto VolunteERS. I progetti Luiss Business School Il progetto Youth Communicators for Development (YCD) non è solo un collegamento tra Italia e Pakistan, ma anche tra presente e futuro di questi Paesi. È questo lo spirito del percorso di formazione internazionale, co-organizzato da Luiss Business School, Pakistan Poverty Alleviation Fund (PPAF) e AICS Islamabad, nel quadro del Programma per la Riduzione della Povertà (PPR) nelle aree rurali del Balochistan, Khyber Pakhtunkhwa, aree tribali ad amministrazione federale e zone limitrofe. Il Progetto YCD, realizzato sotto la supervisione dei docenti Luiss Business School Roberto Dandi (Project Coordinator) e Duilio Carusi (Project Manager), è una delle azioni previste nel quadro del PPR per contribuire alla sostenibilità dell'impegno multisettoriale delle comunità che PPR ha implementato, coinvolgendo 17 organizzazioni partner, 38 governi locali in 14 dei distretti meno sviluppati del Pakistan. Il Progetto YCD è in linea con la mission della Luiss Business School, un luogo in cui gli studenti traducono le conoscenze accademiche in azioni concrete, per affrontare le sfide globali legate all'evoluzione della nostra economia e società. Tra i percorsi Luiss Business School che mirano a incrementare lo sviluppo e la pace nei Paesi in via di sviluppo, c'è il Managerial Training for Sahara Peace Hubs di Luiss Business School, parte del progetto Pax Humana Hub, l'iniziativa voluta da Ara Pacis Initiatives for Peace e portata avanti dall'Università Luiss Guido Carli, per l'avvio dei Sahara Peace Hub. Si tratta di centri polivalenti volti a sostenere la stabilizzazione delle comunità frontaliere di Libia, Niger, Ciad, Mali e Burkina Faso, attraverso la fornitura di servizi sanitari, educativi ed energetici di base, formazione professionale, progetti generatori di reddito, pratiche agricole innovative e programmi socioculturali con particolare attenzione alle donne e ai giovani. I SPH andranno ad alimentare un network nella regione, contribuendo a trasformare le reti tribali dedite ai traffici in reti virtuose per la crescita della pace e della stabilità. Le strutture e le attività saranno gestite da giovani formati nell'università Luiss Guido Carli durante giornate dedicate dal 18 al 27 ottobre. Al programma partecipano 14 diplomati provenienti dal Mali, chiamati a gestire i Sahara Peace Hubs insieme a 7 manager, formati da Luiss Business School, e 7 giornalisti. Gli studenti dei Master specialistici possono cogliere l'opportunità di alternare alle lezioni e agli esami previsti dal loro percorso, il supporto volontario a Onlus e ONG collegati al network Luiss Business School attraverso il progetto VolunteERS. Coadiuvati dal CeSID (Centro per la Sostenibilità, Inclusione, Digitalizzazione), possono scegliere la realtà presso cui svolgere il proprio prezioso volontariato, mai fine a sé stesso, ma sempre vettore di nuove idee e prospettive. Queste esperienze sono anche il mezzo per creare relazioni forti, molte delle quali andranno ben oltre la fine dell’anno accademico dedicato al Master. Tra le realtà coinvolte nel progetto VolunteERS ci sono HummusTown, un servizio catering che prepara cibo siriano, accuratamente preparato proprio da ex rifugiati dalla Siria, che in questa realtà trovano lavoro, autonomia, riscatto sociale; Comunità di Sant’Egidio, organizzazione internazionale che offre supporto a poveri ed emarginati; Legambiente; Save The Children; Energia per i Diritti Umani, che opera in Italia e Senegal; Come Un Albero, museo-bistrot nel quartiere romano Trieste che punta all’inclusione di giovani affetti da disabilità; Bimbi & co., un’associazione che supporta l’integrazione di bambini affetti da autismo. 15/11/2021

03 Novembre 2021

Fintech, diventare protagonisti della rivoluzione digitale e della ripartenza

Al via l'Executive Master in Accounting & Finance con Major in Fintech and Banking di Luiss Business School Nel 2020 sono nate quasi 21 mila startup fintech in tutto il mondo. Già nei primi mesi del 2021 questo numero è cresciuto di oltre 6 mila unità. Nella sola area EMEA sono sorte più di 2 mila nuove imprese dedicate al settore fintech, che nell'immediato potrebbe rivelarsi un'ottima leva finanziaria per la ripresa economica. Basti pensare che secondo l’indagine condotta da ItaliaFintech nei primi 9 mesi del 2021 le piattaforme fintech hanno erogato finanziamenti alle piccole e medie imprese italiane per oltre 2,3 miliardi, passando a sostenere quasi 6.400 PMI nel 2021. Questo significa permettere alle aziende di cogliere nuove opportunità e continuare a crescere. Inoltre, nonostante la pandemia, il mondo fintech ha visto crescere i suoi ricavi del 30%. Luiss Business School dedica alla fintech un master di secondo livello, Executive Master in Accounting & Finance con Major in Fintech and Banking. Il programma è rivolto a professionisti, manager e imprenditori che vogliono acquisire competenze innovative e digitali nel mondo finance. «Il digitale rappresenta un elemento di disruption in tantissime industrie, compresa quella bancaria, che negli ultimi anni, complice l'accelerazione impressa dalla pandemia, ha affrontato alcune delle rivoluzioni più importanti – spiega Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education, Luiss Business School – Il nuovo progetto formativo che abbiamo sviluppato mira a offrire un'esperienza in grado di supportare l'upskilling o il reskilling di coloro che sono attualmente impegnati in quest'industria o che aspirano ad esserne i protagonisti. La nostra sfida è quella di disegnare un programma in linea con le esigenze della comunità e del settore». L’innovazione del mondo fintech: competenze, ruoli, mercati «All'interno di tutte le possibilità create nel mondo attuale dall’evoluzione del digitale, si colloca il mondo fintech, una parola che comprende molte realtà e si presenta come molto complicato – spiega Silvio Fraternali, Amministratore Delegato di Banca 5 del Gruppo Intesa Sanpaolo e membro del Comitato Scientifico del programma – Il percorso impostato con Luiss Business School si basa sulla parola consapevolezza, legata sia alle tecnologie connesse con questo settore sia all'importanza dell'execution, che è l'80% di ogni buona idea. Avere una visione, costruita insieme a dei professionisti e degli esponenti del mondo accademico, dà un senso concreto di quello che si può fare con quelle armi». Lavorare nella fintech è una parola bella, ma ermetica: riguarda diverse figure - l'imprenditore, che ha creato la fintech; chi ci lavora; il finanziatore; i clienti. Per funzionare, questo mondo deve vivere di ecosistemi. La visione degli altri ruoli può rendere maggiormente consapevoli di ciò che si vuole fare in questo ambito. In più, il mondo fintech è in grado di individuare nicchie e specificità che, oltre a fare sistema, potrebbero far ripartire intere zone del nostro Paese, proprio come è accaduto per la Silicon Valley, che ha creato una vera e propria economia territoriale. Dunque, qual è il ruolo che si vuole giocare sul mercato? Questa è la domanda da cui partire per fare un percorso consapevole nell'Executive Master in Accounting & Finance con Major in Fintech and Banking, che prevederà sia modalità in presenza che a distanza. Inoltre, per incoraggiare una maggiore presenza femminile nel settore, finora deficitaria, Luiss Business School ha pensato a borse di studio dedicate. La prossima edizione è in partenza! Scopri di più 3/11/2021

25 Ottobre 2021

Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per la formazione 2.0 delle imprese

Focus su innovazione e sostenibilità a supporto di imprenditori e manager Intesa Sanpaolo Formazione, la società di formazione del Gruppo Intesa Sanpaolo, e Luiss Business School hanno siglato una partnership per offrire alle imprese italiane percorsi di alta formazione focalizzati su temi di gestione d’impresa, innovazione e sostenibilità. L’Executive Programme in gestione e innovazione d’impresa, progettato e realizzato da Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Formazione e Luiss Business School si rivolge a imprenditori, manager e responsabili di funzioni aziendali che desiderano rafforzare le proprie competenze per una gestione innovativa e sostenibile dell’azienda. Le prime edizioni partiranno rispettivamente il 23, 24 e 25 novembre in Lazio e Abruzzo, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche. L’Executive Programme in gestione e innovazione d’impresa è il nuovo percorso offerto dall’Academy per le Imprese, il programma di Intesa Sanpaolo nato per offrire alle aziende italiane corsi di alta formazione per aggiornare competenze di imprenditori e manager, a fronte di uno scenario di mercato completamente trasformato dalla pandemia. L’obiettivo è sostenere le PMI anche attraverso una formazione costante e continua nell’adottare nuovi modelli organizzativi ed economici e approcci innovativi per rendere sostenibile il proprio business. Il programma offre un percorso formativo in distance learning di 5 mesi, al termine dei quali è previsto un evento di networking in presenza: 10 moduli saranno dedicati a general management e orientamento strategico, per mostrare come ambiti classici di economia aziendale debbano essere oggi reinterpretati alla luce della pandemia, altri 4 invece si focalizzeranno su temi di innovazione, dall’open innovation all’industria 4.0 e intelligenza artificiale, dalla trasformazione digitale alla circular economy e ESG. Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “La necessità di nuove competenze, per affrontare il mercato e la concorrenza, è diventato un fattore strategico per le imprese. In Italia, rispetto agli altri Paesi industrializzati, la formazione è spesso sottovalutata ed è in genere più richiesta e presente in grandi aziende rispetto a realtà più piccole. Ma per mantenere un alto livello di competizione, il tessuto industriale ha bisogno di tenersi aggiornato, pronto a conoscere nuove opportunità e cercare nuove frontiere di business. Come Gruppo Intesa Sanpaolo, siamo convinti che gli investimenti in formazione siano un importante motore di crescita e questo percorso che offriremo alle piccole e medie aziende insieme alla Luiss Business School nasce dalla convinzione che, anche grazie alle risorse messe in campo dal PNRR, abbiamo una grande opportunità di riposizionamento e rilancio dell’economia del Paese.” Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School: “Il tema della creazione di competenze è cruciale in questo momento storico per permettere e sostenere una ripresa ed una crescita strutturale del Paese, dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia da Covid–19 e a fronte di un passato non particolarmente florido sotto questo punto di vista. Come istituzione preposta alla formazione dei leader di oggi e di domani, dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, facendo leva sugli interventi europei e nazionali di Next Generation EU e PNRR e sfruttando gli assist di grandi partner, quale è Intesa Sanpaolo, per portare a casa il risultato: un Paese rinnovato con una crescita finalmente sostenibile.” RASSEGNA STAMPA Il Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per la formazione 2.0 delle impreseCorriere della Sera, Intesa e Luiss accordo per l'alta formazioneIl Messaggero, Intesa Sanpaolo. Formazione 2.0 con la LuissGazzetta di Parma, Da Novembre Luiss e Intesa Sanpaolo insieme per la formazioneMilano e Finanza, Intesa e Luiss accordo per l'alta formazioneIl Tempo, Intesa Sanpaolo, accordo con Luiss per la formazioneLibero, Intesa e Luiss sulla formazioneNuova Venezia, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, La formazione delle PMI parte dal Veneto 25/10/2021

18 Ottobre 2021

Conoscenza e competenze, le chiavi per la ripresa

Commento di Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, pubblicato su la Repubblica Affari & Finanza, 18 ottobre 2021 Stiamo vivendo un momento inedito per l’umanità. Gli ultimi anni passeranno alla storia per le rapide e sconvolgenti trasformazioni che li hanno caratterizzati, imputabili in primo luogo alla pandemia che ha scompaginato le pagine di un libro che credevamo di conoscere, anche nel finale, e ci ha costretto a ripensarci e a confrontarci con un mondo nuovo, non dopo poche esitazioni. Il virus ha causato uno shock economico tre volte peggiore rispetto alla crisi del 2008 in termini di calo del PIL su base annua. La stessa pandemia, però, rappresenta un grande acceleratore della tendenza globale verso la digitalizzazione e un catalizzatore nel promuovere l'adozione e la diffusione di tecnologie quali il 5G, l'Internet of Things, il cloud computing, l'apprendimento automatico e l'intelligenza artificiale. Stiamo assistendo, oggi, a una crescita dirompente che ci aiuterà, senza dubbio, a superare il ritardo accumulato e a intraprendere la strada per la ripresa, anche grazie agli interventi del Next generation EU e del PNRR. Allo stesso tempo, il momento attuale vede in discussione la maggior parte delle nostre convinzioni su economia, globalizzazione, mercato del lavoro e, più in generale, sulla società che nascono da un contratto sociale ormai obsoleto in quanto basato su regole pensate per un mondo che ormai non esiste più. E di questo non possiamo non tenerne conto. Anche la Scuola e l’Università sono state e continuano a essere messe a dura prova dalle trasformazioni di scenari sinora sconosciuti e sono chiamate, a loro volta, a dare risposte nuove. Per sviluppare azioni che permettano di guardare con fiducia al futuro, però, dobbiamo partire da un dato: il nostro Paese nel 2020 è stato il fanalino di coda nello European Skill Index per capacità di formare competenze professionali. Da qui deve riprendere il nostro discorso, da dove ci siamo fermati. Come Business School siamo in prima linea nel preparare i leader del futuro per navigare le nuove sfide globali. Abbiamo il compito di dotarli degli strumenti più adeguati e innovativi per permetter loro di governare un contesto mutevole, in cui insistono variabili sempre nuove e molto spesso insidiose. È un compito che si concretizza nella mission del PNRR, che vede tra i suoi obiettivi quello di rafforzare le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, e che prevede un investimento di più di 30 miliardi in istruzione, formazione e ricerca. Il ruolo delle Business School nel mondo post pandemico Come faremo ad affrontare questa sfida, partendo da una situazione di profondo svantaggio? E come le Business School possono dare il loro contributo?  Sicuramente, nell’ottica di un intervento strutturale e non emergenziale, puntando sul loro ruolo di produttori di conoscenza quale sinonimo di creatori di competenze: una conoscenza che però deve essere aperta, flessibile, pronta ad adeguarsi alle trasformazioni e declinata sul parametro dell’innovazione continua. Dobbiamo quindi seguire due direttrici: agilità e collaborazione. Il che significa  continuare a investire sull’utilizzo della tecnologia per creare una infrastruttura ancora più forte e in grado di far venir meno le disuguaglianze che caratterizzano il nostro Paese; fare dell’innovazione continua il nostro mantra, proponendo nuove soluzioni e strumenti quali un modello ibrido di apprendimento che preveda la formazione a distanza accanto a quella in presenza; ma anche  favorire il networking e lo scambio di conoscenze con lo scopo di generare un impatto sulla società. Il tutto mettendo al centro la sostenibilità che, nel nostro mondo, è sinonimo di inclusione, attenzione al mercato del lavoro e ai suoi bisogni e capacità di adattamento. È fondamentale, poi, ragionare in un’ottica glocal. La pandemia ci ha chiarito quanto la prospettiva globale non possa prescindere da quella locale: soltanto ascoltando il territorio avremo la capacità di adattare l’offerta formativa ai bisogni di un mercato con peculiarità geografiche. Come ripartire dalla formazione per i lavori del futuro D’ora in poi, nulla sarà più come prima. Le stime del WEF parlano chiaro: entro il 2022, per oltre il 54% dei dipendenti sarà richiesto un significativo processo di re-skilling e up-skilling, e molti dei lavori che la nuova generazione svolgerà ancora non esistono. La stessa declinazione di quelle che saranno le skill del futuro – quali pensiero analitico e innovazione, uso delle tecnologie e resilienza – ci chiama direttamente in causa in quello che è il nostro obiettivo fondamentale, plasmare i leader del futuro, e ci invita a non essere miopi e a mettere in campo azioni al passo con i tempi. Quelli descritti sono obiettivi ambiziosi che non possono essere raggiunti se non con un’azione congiunta e sinergica: solo facendo leva sul dialogo tra istituzioni, società civile e partner del settore privato riusciremo davvero a garantire un accesso universale all’apprendimento, a pensare e implementare azioni coordinate, e a sfruttare le potenzialità della tecnologia, per favorire una rinascita del Paese che non può prescindere dall’istruzione e dalla formazione. 18/10/2021

15 Ottobre 2021

Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per l’alta formazione su governance dei rischi finanziari

Dopo il successo della prima edizione al via oggi l’Executive Programme in “Governance, vigilanza e strategia degli intermediari finanziari” con focus su trasformazione digitale e finanza sostenibile Parte oggi la seconda edizione dell’Executive Programme in “Governance, Vigilanza e strategia degli intermediari finanziari”, il programma di alta specializzazione di Luiss Business School in collaborazione con Intesa Sanpaolo, indirizzato ad amministratori ed executive manager chiamati ad affrontare le nuove sfide imposte da un contesto bancario in continua evoluzione. Il percorso, che mira a rafforzare le competenze specialistiche in ambiti quali finanza aziendale, risk management, compliance, economia degli intermediari finanziari, si arricchisce quest’anno di approfondimenti dedicati ai temi più attuali di trasformazione digitale e finanza sostenibile: il primo sulla “Digital open banking” include la trattazione di PSD2, il ruolo del Fintech, la consulenza finanziaria automatizzata, big data, monete virtuali, applicazioni di intelligenza artificiale al settore bancario nella prospettiva di un mercato unico digitale; alle nuove regole di informativa societaria, l’impatto sulla governance bancaria nell’ambito della finanza sostenibile, quindi Green, Social and Sustainability Bond, è invece dedicato l’approfondimento di “Sustainable finance” nel contesto scaturito dal Green Deal europeo e conseguente Sustainable Europe Investment Plan. “La pandemia ci ha messo di fronte a nuovi rischi ma, allo stesso tempo, ha creato nuove opportunità. Siamo dinanzi a un qualcosa di inedito che deve essere necessariamente compreso per essere governato. Individuare la giusta chiave di lettura delle trasformazioni che interessano il mondo finanziario è per questo una delle nostre priorità. È nostro compito offrire a chi fronteggia queste trasformazioni gli strumenti più innovativi per farlo”, ha commentato Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Direttore di MBA & Executive Education, Luiss Business School. “Il percorso di formazione proposto dall’Executive Program è espressione dell’impegno profuso da Intesa Sanpaolo per la crescita della cultura economica del management italiano e sono convinto che possa divenire sempre più catalizzante rispetto ai soggetti privati attivi in questo ambito, rappresentando nel tempo, un benchmark di riferimento anche a livello europeo” ha dichiarato Marcello Mentini, Head Group Regulatory Agenda Department, Intesa Sanpaolo L’attenzione ai nuovi scenari della regolamentazione finanziaria e dei sistemi di vigilanza e controllo, nonché un punto di vista analitico sulle trasformazioni del mondo bancario, caratterizzano da sempre la partnership tra Intesa Sanpaolo e Luiss Business School. La governance dell’Executive Programme si avvale di due codirettori: prof. Mirella Pellegrini, Ordinario Luiss e dr. Marcello Mentini, Intesa Sanpaolo, e di un comitato scientifico composto dal dr. Paolo Boccardelli, dr. Stefano Lucchini, dr. Stefano Del Punta, prof. Enzo Peruffo, avv. Laura Lunghi e prof. Paola Lucantoni. RASSEGNA STAMPA Il Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo e Luiss insieme per l’alta formazione su governance dei rischi finanziariLa Repubblica, Intesa Sanpaolo con Luiss Business School per l'alta formazione su governance dei rischi finanziariAgenzia Nova, Finanza: Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per l'alta formazione su governance rischiItalia Oggi, Luiss e Intesa San Paolo, formazione per ManagerLibero, La scuola dei Manager punta su digitale e sostenibilitàIl Messaggero, Con la Luiss la formazione sui rischi delle finanziarie

12 Ottobre 2021

Gerardo Gagliardo: «Io, CFO a 30 anni grazie a Luiss Business School»

Dopo una vita passata a sognare di lavorare in Ferrari e aver raggiunto il risultato, Gagliardo ha scelto l'MBA Full Time per andare oltre le proprie stesse aspirazioni. L'occasione giusta è arrivata durante l’Exchange Programme a Shanghai «Think big to achieve big»: è questo il motto di Gerardo Gagliardo, oggi Chief Financial Officer di Exein SpA, cresciuto con il mito di Enzo Ferrari. Il suo obiettivo era lavorare a Maranello e, dopo averlo raggiunto, si è accorto che non bastava: aveva bisogno di andare ancora più in alto. Per farlo, ha scelto di continuare a formarsi. L'MBA Full-time targato Luiss Business School gli ha permesso di alzare l'asticella e di diventare il CFO di Exein, la prima società in Italia e la terza in Europa che si occupa della progettazione per la cybersecurity dei firmware dei dispositivi IoT. La società ha appena concluso un round di finanziamento da 6 Milioni di euro con investitori internazionali. Gerardo Gagliardo, cosa ti ha spinto verso il MBA Full Time di Luiss Business School? Mi sono laureato alla Luiss Guido Carli con una tesi su Ferrari: il mio sogno era arrivare a lavorare lì. Ho inviato il mio testo al CFO dell'azienda e qualche giorno dopo ho ricevuto una telefonata che mi invitava ad un colloquio a Maranello. Dopo una serie di colloqui molto approfonditi, il giorno dopo la mia laurea Il sogno era diventato realtà. Mi trovavo molto bene in Ferrari, ma superato il primo momento di entusiasmo ho percepito una certa irrequietezza, come se avessi bisogno di alzare l'asticella. Così ho lasciato Ferrari e ho scelto l'MBA Full Time di Luiss Business School. Avevo fatto il mio percorso di laurea a Villa Blanc: continuare lì mi sembrava naturale. Miravi a qualcosa in particolare? Sì, in quel periodo ero affascinato dal mondo delle startup e volevo avere gli strumenti giusti per avvicinarmi e giocare le mie carte. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? La principale differenza con Luiss Guido Carli è stata l'età delle persone che ho incontrato e il rapporto con i professori, più vicino, più confidenziale, grazie anche alle classi più piccole. Ho incontrato persone che hanno già avuto esperienze lavorative. Ho partecipato a delle conferenze per scambiare esperienze con i ragazzi più grandi dell'Executive, utilissimo anche per fare network. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Sicuramente Corporate Finance con il professor Oriani: per me è stato un ripasso perché l'ho seguito anche alla specialistica, ma è stato incredibilmente utile. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Durante l'Adventure lab ho avuto la possibilità di familiarizzare con pitch e concetti legati al mondo startup, che poi mi hanno aiutato anche nel percorso in Exein. Anche il corso di people management mi ha aiutato a capire come creare un team e gestirlo nelle sue diverse sfaccettature. Competitività: senti di aver allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? La competitività è una soft skill che avevo già visto nelle mie esperienze lavorative in Ferrari: lì l’ambiente era davvero competitivo. Nell'Mba ho creato tante amicizie, c'era un bel clima. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Dall'MBA mi porto dietro tante relazioni: il 50% delle persone che ho incontrato lì, me le sono portate dietro anche nella mia vita quotidiana. Il vero valore del network che sperimenti in Luiss Business School si misura con l'aiuto che puoi dare alle persone: mi sono ritrovato ad aiutare compagne di corso nella preparazione dell'esame di Corporate Finance. L'esperienza è stata molto dura, ma il network era una delle parti migliori, anche perché mi ha insegnato a lavorare in team, cosa che oggi vivo quotidianamente nel mio lavoro. Quali sono stati momenti più significativi che hai vissuto nel percorso in Luiss Business School? Sicuramente l'Exchange Programme a Shanghai, il Cass Symposium di Londra, che ha rappresentato una grande occasione di contaminazione internazionale, e la Bocconi Finance Competition, a cui ho partecipato rientrando tra i 5 studenti selezionati da Luiss Business School per l'occasione. Ora sei Chief Financial Officer di Exein SpA: in cosa consiste il tuo ruolo e come l'MBA LBS ti ha aiutato in questa fase professionale? Siamo la prima società in Italia e la terza in Europa che si occupa della progettazione per la cybersecurity dei firmware dei dispositivi IoT. Abbiamo appena concluso un round di finanziamento da 6 Milioni di euro con investitori totalmente internazionali ed utilizzeremo questi soldi per espanderci globalmente.Sono entrato in Exein mentre ero in Cina per l'Exchange Programme previsto dal percorso Luiss Business School. Dal Career Service giungevano diverse proposte, grazie all’ottimo lavoro svolto dal Carreer Servici per prepararci ad affrontare al meglio i colloqui, ma nessuna mi entusiasmava: lasciando Ferrari, mettevo sempre tutto il resto a confronto, per scegliere l'occasione che mi avrebbe permesso di fare di più. Finalmente è arrivato il contatto con Exein e mi sono ritrovato a diventarne il CFO a soli 30 anni. Ero inizialmente spaventato dalle difficoltà, ma il rischio fa parte della mia indole. Così ho accettato, lasciando il programma a due mesi dalla fine: cercavano qualcuno che avesse un'esperienza internazionale che io avevo maturato proprio grazie all'MBA in Cina. All'epoca era una società appena nata: oggi siamo in 15 e prevediamo di arrivare a 30 dipendenti in poco tempo. Pandemia, dalla protezione dei dati al modo di lavorare: hai notato dei cambiamenti nel team building e rispetto al prodotto? La pandemia ci ha portato molta più traction. Prima, stando in azienda, si aveva la sicurezza di lavorare in un ambiente protetto. Con lo smart working siamo diventati più vulnerabili agli attacchi, dato che i dispositivi domestici non sono pensati per proteggere questi dati. Come avete cambiato il modo di lavorare in Exein? Da maggio abbiamo adottato un modello ibrido, che pensiamo di mantenere. Il lunedì e il venerdì si resta a casa, gli altri tre giorni siamo in ufficio. Questo ha migliorato la qualità della produttività del lavoro. Il mio team si impegna e non devo stare lì a controllarli: ho deciso di dare una gestione del lavoro libera, orientata alle scadenze, che responsabilizza le persone. La leadership è stato un passaggio che ho mutuato da MBA Luiss Business School. Sono entrato come una persona brava nel finance e ne sono uscito come un CFO, capace di gestire persone, relazioni e conflitti, anche tra altri C-level. Non ne sarei capace senza l'acquisizione delle Negotiation skills, altro risultato raggiunto durante l'MBA. Ad oggi ti sei pentito di aver lasciato il tuo posto in Ferrari? Dopo due anni, posso dire di aver fatto una scelta vincente. I miei genitori mi dissero che ero pazzo a lasciare quella posizione e di dire addio al sogno che avevo sin da bambino. Ma in Silicon Valley si dice «Go big or go home»: io ho un po' riadattato questo motto alla mia carriera., trasformandolo in «Go big or go big» perché per me non c'è un'alternativa al pensare in grande se vuoi arrivare al successo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Continuo a formarmi costantemente. Credo fermamente nella conoscenza e nel sapere. Ho speso tanto tempo negli anni universitari. Ho un bagaglio di conoscenze che oggi non vedo nelle nuove generazioni. Quando valuto nuove persone, che possono vantare un cv valido, poi trovo a volte lacune incredibili. La verità è che non si studia più per sé stessi, ma solo per superare un esame. Invece bisogna impegnarsi per avere basi, competenze e conoscenze reali, che rimangono anche dopo il voto. Oltre alla formazione, pensi di navigare verso nuovi lidi? In futuro mi piacerebbe continuare in Exein Spa perché mi trovo bene. Ora puntiamo a un'exit attraverso una quotazione in borsa: per me sarebbe un bel traguardo. Poi mi piacerebbe dedicarmi ad altre attività, magari creando una nuova startup magari anche con risvolti sociali. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Prima di tutto studiare, ma con interesse per sete di conoscenza e di sapere, e non per superare un esame. Il secondo consiglio è quello di rischiare e ricordarsi sempre “Go Big or Go Big”. Il terzo è quello di curare anche i più minimi dettagli, vista la competizione, chi cura i dettagli è colui che poi fa la differenza. 12/10/2021

05 Ottobre 2021

Bruna Giordano: «Soft skill, il vero valore aggiunto della formazione Luiss Business School»

Un background sempre più trasversale per le nuove professioni legali: Bruna Giordano, dopo la laurea in Giurisprudenza, ha scelto il corso di Alta Specializzazione in “Consulente Legale d’Impresa” della Luiss Business School e oggi è Risk & Compliance Analyst in Accenture Durante l'apprendistato in uno studio legale si possono capire tante cose sulla professione di avvocato e anche su sé stessi. È quello che è successo a Bruna Giordano quando, durante i mesi in Bouché & Partners, ha capito che la professione tradizionale non era più in sintonia con la sua curiosità e con il nostro tempo. Così ha scelto di attualizzare il bagaglio di conoscenze con il corso di Alta Specializzazione in “Consulente Legale d’Impresa” della Luiss Business School. Qui, oltre a familiarizzare con materie economiche, più orientate alla business transition aziendale ormai imprescindibile, ha scoperto che le soft skill sono l'arma più importante per fronteggiare le sfide del futuro. Hai iniziato il tuo percorso in “Consulente Legale d’Impresa” Luiss Business School durante l'apprendistato presso Bouché & Partners: cosa ti ha spinto verso questa scelta? La mia scelta è stata innescata dalla consapevolezza di non riuscire a ritrovarmi nella professione che stavo intraprendendo. Avevo studiato Giurisprudenza, cercando di laurearmi il prima possibile. Ma quando dalla teoria sono passata alla pratica, mi sono resa conto che ciò che facevo non mi dava la soddisfazione che ricercavo. Quindi mi sono guardata intorno e la figura del Consulente Legale d'Impresa ha attirato la mia attenzione. Come mai? Si tratta di una figura più moderna, con skill giuridiche, ma anche economiche. Queste caratteristiche mi hanno spinta a iscrivermi al percorso in “Consulente Legale d’Impresa" di Luiss Business School. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Un ambiente estremamente stimolante, soprattutto durante i primi mesi di induction, quando abbiamo potuto studiare materie economiche, quindi estranee al mio background. Corsi come Risorse Umane, Organizzazione Aziendale, Marketing mi hanno dato spunti interessanti. In più, ho trovato molto dinamismo anche nel confronto con persone provenienti da ambiti diversi dal mio. Ho sentito la mia mente aprirsi. Nel tuo curriculum citi molti corsi come pietre miliari del tuo percorso in Luiss Business School. Qual è quello che ha cambiato maggiormente il tuo modo di lavorare? Sicuramente il corso in Diritto Bancario: era una materia che non avevo mai affrontato durante gli studi universitari e che poi mi ha avviato alla mia attuale professione, quella di Risk & Compliance Analyst in Accenture. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il percorso? Le soft skill sono state il vero valore aggiunto della formazione Luiss Business School: sul lungo termine mi hanno aiutato moltissimo nella pratica lavorativa. Abbiamo lavorato sulla gestione del tempo, delle scadenze, sull'atteggiamento proattivo e propositivo del lavoro individuale. Ma, più importante, ho capito cosa significasse lavorare in team prima ancora di entrare fisicamente in una squadra. Competitività, altra parola chiave nel mondo Luiss Business School. Senti di aver allenato questa soft skill durante il tuo percorso? Assolutamente sì, ho allenato la competitività in modo sano. Ho imparato che è fondamentale comprendere il valore di tutti gli elementi che fanno parte di un team, sottolineando allo stesso tempo le proprie caratteristiche e i propri valori. Ricordo sempre una frase che il professor Francesco Di Ciommo ci disse uno dei primi giorni: «È bene essere bravi, ma è fondamentale essere più bravi degli altri». Cosa ha significato per te questa frase? Che bisogna sempre investire su sé stessi, perfezionarsi e studiare sempre, non solo all'università o durante un master, ma anche sul lavoro. Il cosiddetto longlife learning innesca una competitività sana, che significa non il voler emergere sugli altri, ma il voler dimostrare e affermare il proprio valore. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Tutte le persone e le personalità che ho conosciuto durante il programma ho continuato a sentirle anche dopo, anche solo per chieder loro un consiglio. Penso all'esperienza del progetto GROW, dove ho conosciuto Tiziana Mennuti, direttrice delle risorse umane e del legal in RDS, che tuttora sento e mi ha dato consigli preziosissimi. Quali sono stati momenti più significativi che hai vissuto nel percorso in Luiss Business School? Tra i momenti più importanti c'è sicuramente il Leader4Talent, incontri organizzati con cadenza regolare in cui potevamo incontrare personalità di spicco nel mondo accademico o nel panorama aziendale italiano. È stata un'occasione di crescita molto importante e preziosa. Nel 2019 sei entrata in Nike Consulting – Junior Analyst, poi in Accenture come Senior nella stessa posizione: come il corso di alta formazione ti ha aiutato in questo salto di carriera? Quando ho terminato il corco si alta formazione, tramite il Career Service ho ottenuto un colloquio in Nike Consulting, una società di consulenza che si occupava dell'analisi regolamentare normativa in ambito finanziario. Il settore mi interessava molto: così ho colto l'occasione al volo e ho iniziato questa esperienza che è durata un anno e mezzo. Poi cos'è successo? Nike Consulting è stata acquisita da Accenture, quindi ora facciamo parte di una multinazionale. La Luiss Business School mi ha permesso sia di avere il mio primo posto di lavoro, ma anche nel mio salto di carriera perché tutto quello che ho imparato durante il percorso l'ho messo in pratica sul lavoro. Cosa ti ha aiutato di più in questo passaggio? Lo spirito di sacrificio e l'umiltà all'inizio, che mi hanno permesso di confrontarmi con un'azienda più piccola, con un ambiente di lavoro più ristretto, cosa che a me ha fatto bene. Perché? In questo ambiente più ristretto ho potuto sviluppare e far emergere le mie potenzialità. Quando è stato il momento per la mia azienda di fare il salto, insieme a lei l'ho fatto anche io. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? È una cosa che non escludo. Il mondo del lavoro sta cambiando e le competenze vanno attualizzate soprattutto in ambito digital. Da due anni lavoro da casa e ho dovuto acquisire tante skill digitali: vorrei continuare a formarmi soprattutto da questo punto di vista, aumentando la rivendibilità futura della mia posizione professionale. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? Il mio primo consiglio è quello di fidarsi dei professori in aula e di tutto il team intorno al percorso. Poi bisogna sfruttare al massimo le possibilità di incontro e network, che sono il vero valore aggiunto di Luiss Business School. Si permette allo studente di confrontarsi con persone e personalità con quali in un altro ambiente si avrebbe più difficoltà a confrontarsi. In più, non ultimo e non meno importante, consiglio di essere molto ambiziosi, attitudine che ripaga sempre. ---- Lo Studio Legale Lener, Morrone & Partners mette a disposizione una borsa di studio per l'edizione 2021/2022 del programma, volta ad offrire un sostegno finanziario per favorire la partecipazione. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a: master@luissbusinessschool.it o recruitmentluissbs@luiss.it SCARICA LA BROCHURE 5/10/2021

29 Settembre 2021

Ripensare lo store del futuro: la sfida di Prada al centro dell’MBA International Week

Come sarà lo store del futuro? I 40 studenti riuniti da Luiss Business School per l'edizione 2021 si sono sfidati per dare una risposta al colosso del mondo della moda In un mondo in cui possiamo comprare online in ogni momento, ovunque, qual sarà il ruolo del retail in futuro? È stata questa la domanda al centro dell’ultima edizione dell’MBA International Week 2021 organizzata da Luiss Business School. Ben 40 studenti provenienti dalle migliori business school del pianeta si sono sfidati per immaginare lo store del futuro di Prada Group. Ritorno in presenza L’MBA International Week, svolta interamente in presenza, ha offerto l’occasione agli studenti dell'edizione 2021 di partecipare a workshop tenuti dai manager Prada e dai docenti Luiss. “È stata una grande occasione per ripartire e ripartire alla grande facendo respirare un'aria internazionale al nostro campus”, ha spiegato Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education Luiss Business School. Lo store del futuro: i progetti Come sarà lo store del futuro? Gli studenti coinvolti nella sfida proposta da Prada Group sono partiti da questa domanda per lavorare sul concetto di store store del futuro. L’esperienza maturata nelle rispettive business school li ha portati a prendere in considerazione un approccio omni-channel, proponendo l’interactive advertising, vetrine digitali, campagne pubblicitarie immersive e l’utilizzo di smart mirror technology da utilizzare in negozio ma anche a casa. Occhio anche al benessere del cliente, sempre più Generazione Z, che deve comunque trovare un luogo fisico in cui entrare in empatia con il brand in modo rilassato. L’imperativo è riassunto in una frase: “Il digitale non rimpiazzerà l’esperienza dei consumatori, senza tralasciare i vantaggi della tecnologia”. Per farlo, al centro dei vari progetti sono emersi tre pillar: design, tecnologia, fattore umano. Grande importanza anche alla sostenibilità, valore centrale per il cliente del presente e del futuro. Il punto focale della sfida lanciata da Prada Group è stato capire come innovare i propri spazi di vendita al dettaglio e consolidare le relazioni con i propri clienti. Ma l’MBA International Week è stata anche un’occasione per selezionare nuovi talenti. “Noi come azienda puntiamo ad investire ovviamente sulla competenza tecnica ma ancora di più pensiamo che trovare delle risorse che possano poi rappresentare il futuro del nostro brand – ha spiegato la direttrice HR di Prada Group Cinzia Labbrozzi – anzi dei brand del nostro Gruppo, sia necessario trovare chi ha passione per il proprio lavoro chi ha passione per la nostra azienda, il nostro prodotto, il contesto ma soprattutto serve curiosità, flessibilità e spirito di adattamento”. 28/9/2021

28 Settembre 2021

Domenico Crescenzo: «Io, servant leader grazie all'MBA Luiss Business School»

Un percorso poliedrico e la voglia di mettersi alla prova al di fuori del proprio settore di competenza, l'ingegneria, hanno spinto il giovane startupper verso l'alta formazione Luiss Business School. Il risultato? Una nuova avventura e tante nuove frecce al proprio arco Domenico Crescenzo non è il classico ingegnere, certo solo delle sue conoscenze. Ma per comprendere questa personalità che in molti definirebbero “multipotenziale”, bisogna raccontare la sua storia dall'inizio. Domenico è prima di tutto un leader naturale. Il primo ruolo arriva prestissimo, durante gli anni della scuola militare aeronautica Giulio Douhet di Firenze, frequentata dai 16 ai 19 anni. Qui è stato capo corso di 40 cadetti: insieme alla fatica degli studi liceali, aveva anche la responsabilità dei coetanei del suo corso. Poi è arrivato il percorso accademico in ingegneria energetica (percorso Aspri, Alta scuola politecnica ricerca e innovazione) presso il Politecnico di Milano. Terminati gli studi, è stato il momento di un'esperienza all'estero, per la precisione a Stoccolma presso il Royal Institute of Technology (KTH), dove ha seguito un percorso di ingegneria della progettazione, specializzandosi nella branca legata alla combustione e motori a combustione interna. L'approdo in Scania, azienda leader nella produzione di veicoli industriali, sembra quasi scontato. In questa esperienza Domenico porta a compimento anche un brevetto legato a un algoritmo capace di misurare l'efficienza di iniezione del combustibile. Ma qualcosa non funziona nell'equazione della sua vita lavorativa: Domenico sente che la sua vera realizzazione è nel mondo imprenditoriale. Lancia la sua prima startup, ma le cose non vanno come dovrebbero: lui, giovanissimo, entra in un team fatto da amici, che però non condividono la stessa visione. Così inizia a frequentare il mondo imprenditoriale italiano, prima di approdare a Janssen, la divisione farmaceutica di Johnson & Johnson. Questo è stato l'inizio di continui contatti con tante realtà innovative, tra cui Keethings, startup in cui ha esplorato tutti i ruoli che è possibile ricoprire in un'azienda di questo tipo. Questa esperienza lo ha portato a capire che consolidare le conoscenze manageriali e imprenditoriali non era più una scelta, ma un imperativo. Da lì, la decisione di iscriversi all'MBA di Luiss Business School. Grazie all'ambiente fertile e stimolante, Domenico si è rimesso in gioco e ha consolidato le sue conoscenze. Durante il percorso, in piena pandemia, ha anche fatto nascere la sua seconda startup, Screevo, l'espressione finora più compiuta della sua voglia di essere imprenditore. Domenico Crescenzo, cosa ti ha spinto a scegliere l'MBA Luiss Business School in formula part-time? Mi piaceva molto il mio lavoro in Keethings e non volevo lasciarlo. Qui stavo lavorando su settori che non avevo mai toccato prima. Sono sempre stato un ingegnere, un tecnico, ma con una forte spinta verso l'imprenditorialità. Volendo portare le due cose in parallelo: studiare e mettere in pratica, la formula part-time, benché impegnativa, era adatta alla missione. Perché la Luiss Business School? Perché è uno dei programmi, se non il programma più importante d'Italia. Essendo a Roma, mi permetteva di costruire e fortificare la rete che già avevo in quest'area geografica. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? L'aggettivo che meglio esprime la mia esperienza in Luiss Business School è “diverso”. Prima di tutto, la mia classe era costituita da tantissimi profili diversi, un vero e proprio valore aggiunto: dal profilo corporate all'imprenditore, c'erano diversi tipi di persone. L'ambiente è informale, molto interessante, cosa che mi ha permesso di avvicinarmi e parlare facilmente con chiunque volessi. Sei il Co-Founder e CEO della startup Screevo. Quali competenze – hard e soft – acquisite durante l'MBA ti hanno aiutato e ti aiutano a svolgere questo ruolo importante? Sicuramente quelle legate alla parte economico finanziaria, come il budgeting e la capacità di sedersi e cercare di pianificare tutte le attività nel breve, medio e lungo termine. Abbiamo seguito corsi di imprenditorialità in cui ci hanno spiegato come fare una presentazione per gli investitori, come capire e cogliere gli aspetti principali di un mercato, oltre ad alcuni corsi di marketing in cui ci hanno insegnato a notare alcune cose. Sono corsi e materie così ampie che ti spingono ad approfondire le cose che contano di più per ogni singola persona. Per quanto riguarda le competenze soft, penso che quando si entra in un MBA, dopo aver seguito le lezioni, non si esce come delle persone completamente diverse. Accade solo se ti metti davvero in gioco durante il percorso. La serie di corsi sulla leadership, ad esempio, affiancati al coaching, vanno poi applicati affinché avvenga una vera trasformazione. Io avevo in mente una sfida. Quale? Quando parti con una startup e sei poco più di un ragazzo, con poche risorse, e chiedi a persone più senior di lavorare gratis per te, per seguire un sogno, in tempo di pandemia, senza vedersi mai, richiede una leadership importante. Dipende da me, ma anche dalla visione e da ciò che comunico alle persone che stanno davanti a me. L'obiettivo che avevo in mente era far sì che anche gli altri riuscissero a vedere ciò che vedevo io. Quindi la mia bravura doveva stare nella capacità di comunicare quel sogno e sento che l'MBA mi ha aiutato ad affinare gli strumenti per farlo. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Nel corso di leadership mi ha colpito molto una frase detta in classe: «It's not about you. It's about the others». La servant leadership, il mettersi a disposizione, l'essere il primo a prendersi gli schiaffi, creano quello spirito di trust che spinge tutto il team a mettersi in gioco. Davanti a grandi investitori ho preso molti schiaffi e il mio team mi ha ringraziato per questo! Sul coaching ho dovuto mettermi in gioco a 360 gradi: qui ho esplorato i miei limiti di persona e poi di professionista. In che senso? Nella mia esperienza, posso dire che i limiti del professionista sono strettamente legati a quelli della persona. Sono sempre stato un buon comunicatore, ma emotivamente piuttosto chiuso: in alcuni casi può diventare un problema anche sul lavoro. Quando non riesci a esprimere ciò che senti, in positivo e in negativo, possono nascere incomprensioni. Questo mio limite è stato un punto di attenzione, che mi ha costretto ad allenare questa caratteristica. L'MBA non è una serie di corsi, che puoi acquisire leggendo dei libri: richiede un rimettersi in discussione per ripartire da una base più solida. Nella tua posizione la leadership è una qualità fondamentale: cosa ci vuole per essere veri leader? Servire, ascoltare, affrontare. Per alcune persone affrontare discussioni difficili è molto complicato. Invece va fatto in modo repentino e chiaro. Bisogna essere trasparenti nei confronti di sé stessi e degli altri. Di conseguenza, bisogna affrontare ogni giorno questi temi per creare un clima di fiducia, che non va tradita. Un buon leader è una persona di cui i dipendenti e gli impiegati si fidano, per cui sono pronti a fare l'extra mile. Il tuo curriculum è molto ricco: in quale delle tue esperienze pensi che l'MBA Luiss Business School avrebbe potuto cambiare le tue performance? Credo che questo tipo di formazione avrebbe fatto la differenza in molti momenti. Nel mio percorso di ingegneria non sono mai stato esposto a questioni di business. Sono entrato all'università con l'idea di finire il prima possibile, ma al termine ho scoperto che ciò che avevo studiato non mi piaceva del tutto. Competitività: senti di aver allenato questa soft skill durante il tuo percorso in Luiss Business School? Sono estremamente competitivo per natura, ma non verso gli altri. Nell'MBA non c'è competitività interna, ma si avverte la volontà di andare avanti uniti come un blocco. Le varie sfaccettature di ognuno concorrono a creare un corpo unico. Si ha la possibilità di cogliere il meglio di ogni componente della classe. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Sono ancora nel pieno del programma, mancano sei mesi alla fine. Ho avuto contatti con persone interessate alla mia startup Screevo. Ho lanciato un'iniziativa, Startup Group, in cui abbiamo organizzato una call: si sono presentati 60 ex alumni con idee innovative. Pandemia e corso: come hai vissuto la didattica a distanza? La didattica a distanza ha i suoi limiti. Ma è la prima volta per tutti. L'esperienza di networking ne ha risentito, ma sono sicuro che ci saranno occasioni per colmare questo gap. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Il futuro sarà su Screevo. Poi non lo so: coltivo il sogno di alimentare la mia passione per la didattica. Raccontaci cos'è Screevo. Si tratta di un assistente vocale per l'industria 4.0. Il settore manifatturiero è stato travolto da un'onda di digitalizzazione. Operatori e tecnici, che sanno lavorare con le mani, spendevano più tempo davanti al computer per inserire dei dati che sul campo per risolvere i problemi. Infatti, dopo aver aggiustato una macchina, va compilato un report. L'idea è che le mani di operatori e tecnici debbano tornare a essere libere di generare valore. Per questo il nostro pay off è “Free From Typing”. Con Screevo si può parlare mentre si lavora: quello che si dice viene trascritto in maniera automatica nei campi software del cliente. Screevo rimappa quello che viene detto e inserisce ogni risposta nei campi specifici previsti dal software. Screevo può aiutarci anche a prenotare un viaggio sul sito di Trenitalia. Posso prenotare un treno sul sito di Trenitalia utilizzando Screevo: lui sa quali campi compilare con le risposte che gli diamo. La startup ha vinto la competizione Boost your ideas, lanciata da Regione Lazio e ci è valsa l'ammissione all'incubatore della Luiss. Verso la seconda settimana del Luiss & Labs siamo stati contattati da un programma di accelerazione in California e ora stiamo per aprire una seconda sede lì. Open innovation e Millennial: quale ricetta per creare engagement? È importante che le corporate responsabilizzino i giovani a loro rischio e pericolo. Dentro J&J sono stato responsabilizzato e, nonostante la paura, mi sono sentito coinvolto. Un ragazzo laureato, con le sue ambizioni, che pensa di spaccare il mondo, ed entra a fare lavoro d'ufficio, dove vede poco valore aggiunto, dove non sente la pressione della responsabilità, si disingaggia velocemente. Si scappa o dalla pressione o dalla noia. È lì che bisogna lavorare: comunicare la visione per farli sentire parte di qualcosa. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? La chiave del successo – e parlo da chi sta affrontando questo percorso in prima persona – è il coraggio di prendersi dei rischi. E non è qualcosa che si fa solo da imprenditori. Si ha successo quando si spinge per cambiare, cosa che richiede coraggio, energie e rischio. Uno studente MBA che vuole cogliere le opportunità del percorso deve poter innovare perché è necessario per crescere, per cambiare il sistema, ma anche il Paese. Per innovare serve coraggio. Non lo si può fare solo seguendo le regole. A volte è necessario sapendosi muovere tra le regole, e questo comporta una parte di rischio. Il Messaggero, Screevo - Un fondo americato co-investe nella start-up di Luiss Enlabs, 17 settembre 2021 28/9/2021

23 Settembre 2021

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve la delegazione di “Global Family Business Management”

Oltre un quinto delle aziende familiari sta affrontando il passaggio generazionale. Per preparale alla transizione, Luiss Business School, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha sviluppato il programma in “Global Family Business Management”, giunto alla quarta edizione Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto una delegazione di esponenti del progetto formativo "Global Family Business Management", un programma nato per rigenerare il tessuto imprenditoriale del Paese e contribuire a rafforzare il successo del modello italiano nel mondo. «Questo percorso mira a formare leader responsabili pronti a costruire una società più inclusiva – ha dichiarato il Presidente Luiss Business School Luigi Abete – Sarà essenziale che le piccole e medie imprese sappiano rispondere alle sfide di un mondo globalizzato che ci chiede di diventare più grandi: strumenti e competenze saranno indispensabili per superare questo iato». Le aziende familiari rappresentano l’ossatura del sistema economico italiano: creano occupazione e partecipano attivamente al mercato azionario, di cui rappresentano oltre il 25% della capitalizzazione complessiva. La loro resilienza ha fatto sì che queste imprese resistessero alla pandemia, assicurando lavoro ed eccellenza imprenditoriale. In queste aziende il passaggio cruciale è sintetizzato da un dato: tra il 2013 e il 2023 oltre un quinto delle aziende familiari ha affrontato o affronterà il passaggio generazionale. Il processo può mettere a rischio il patrimonio di conoscenze acquisite in anni di esperienza e, per proteggerlo e trasmetterlo, Luiss Business School ha sviluppato – in collaborazione con Intesa Sanpaolo – il programma in “Global Family Business Management”. L'obiettivo è quello di dotare gli eredi delle dinastie degli strumenti conoscitivi idonei ad affrontare questa sfida in maniera consapevole, per garantire continuità alle imprese. Dopo il successo della prima edizione, lanciata nel 2017 con la partecipazione di 25 studentesse e studenti, figlie e figli di imprenditori di aziende familiari italiane, parte oggi la quarta edizione, che si avvale delle partnership con la IÉSEG School of Management di Parigi e la IE Business School di Madrid. Oggi la community degli alumni coinvolge 100 persone in tutto il mondo. «Il programma in “Global Family Business Management” è pensato per fornire ai partecipanti gli strumenti e le conoscenze che permetteranno alle aziende familiari di consolidarsi e crescere – ha spiegato Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School – Miriamo a formare una nuova generazione di imprenditori che sappia cogliere le opportunità della trasformazione digitale, per costruire un nuovo modo di essere industria italiana nel mondo, sinonimo di conoscenza, innovazione, eccellenza». Alla didattica si è affiancata nel tempo un’importante attività di ricerca accademica, volta a favorire ulteriormente lo sviluppo di innovazione e imprenditorialità. Se da una parte i contributi dei docenti hanno dato vita al volume “Il family business. Manuale di gestione delle imprese familiari”, dall’altro ha preso vita l’Osservatorio “Family Business Innovation”, che mira a rafforzare la competitività delle imprese familiari italiane. «Per le imprese, per i giovani, per il lavoro – ha spiegato Fabio Corsico, direttore scientifico del programma – è nostro compito dotare i talenti di strumenti concreti e innovativi, adeguati al momento storico che stiamo vivendo. Un programma che quindi vuole essere la chiave per rigenerare il tessuto imprenditoriale e contribuire a rafforzare il successo del modello italiano nel mondo». RASSEGNA STAMPA Quirinale.it, Il Presidente Mattarella ha ricevuto una delegazione della Luiss Business SchoolIlTempo.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolAffariItaliani.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolAgenziaNova.com, Quirinale: Mattarella riceve presidente Luiss Business School, AbeteBorsaItaliana.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione progetto Luiss Business SchoolCorr.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolIlMessaggero.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss BusinessEcoSeven.net, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business School LaSicilia.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolLiberoQuotidiano.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolNotizie.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolOlbiaNotizie.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolSardiniaPost.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business schoolIlGiornaledItalia.it, Quirinale: Mattarella riceve Abete e delegazione Luiss Business school 23/9/2021

22 Settembre 2021

PNRR, Paolo Boccardelli: «Riforme necessarie per rendere strutturale la crescita del Paese»

Durante l'evento “Riforma Italia” il Direttore Luiss Business School ha messo in evidenza la strada da seguire per una ripresa reale, capace di rendere attrattiva l'Italia anche per gli investimenti stranieri. Secondo un'analisi realizzata da Luiss Business School e EY il 92% dei dirigenti vede il Recovery Plan come occasione unica per il rilancio dell'Italia. Tuttavia, secondo l'opinione pubblica non saranno usate neanche il 50% delle risorse. Le aspettative legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza devono anche fare i conti con problemi strutturali ed endemici, che il governo proverà a sanare attraverso le 42 riforme in cantiere. Durante l'evento “Riforma Italia”, organizzato da Ey in collaborazione con Luiss Business School, tenutosi a Villa Blanc, Roma, si è discusso di come le riforme del PNRR impatteranno sul sistema economico e sociale del nostro Paese. «In Italia esistono degli ostacoli esogeni al sistema impresa dovuti, soprattutto, a un quadro normativo instabile, una giustizia lenta, un sistema fiscale complesso, una burocrazia farraginosa – ha spiegato in apertura dell'evento Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School – Il progetto di ricerca, coordinato dal professor Enzo Peruffo in collaborazione con Ey e altri ricercatori, aveva come obiettivo identificare i temi di qualità, di policy, di indicazione, senza dare ricette. Il punto essenziale della ricerca è capire come rendere strutturale la capacità di crescita di questo Paese. È prioritaria l’attuazione di un piano di riforme che stimoli la produttività nel medio e lungo termine, aumenti la competitività del tessuto produttivo e agevoli gli investimenti, per consolidare la crescita e renderla strutturale. Non si tratta solo di spendere bene i soldi del PNRR, ma anche di cogliere le sfide del futuro. Tra tutte c'è quella del cambiamento climatico, che il premier Draghi ha definito un'emergenza attuale. Dunque il partner pubblico deve diventare efficiente e moderno». Stefania Radoccia, Managing Partner dell’area Tax&Law di EY in Italia, in apertura dell’incontro ha commentato: «In questo particolare momento storico il mondo intero guarda al nostro Paese con grande attenzione, consapevole dell’opportunità di accelerazione che il PNRR costituisce. Gli impatti derivanti dall’attuazione delle misure contenute nel Piano sono stati valutati in termini di PIL fino al +3,6% nel 2026, ma è necessario convogliare le migliori risorse per rendere il Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale, ricreando un clima generale di fiducia. La nostra indagine ci dice che il 68% dei manager ha fiducia in come il governo sarà in grado di gestire l'attuazione del Piano. L’attuazione del PNRR è infatti la miglior garanzia di investimenti esteri futuri. Tutto questo parte dalle riforme e dalla interoperabilità di tutte le misure previste, pertanto come EY abbiamo fatto e faremo la nostra parte: siamo partiti dall’ascolto dell’opinione pubblica, manager e imprenditori per formulare idee concrete e proposte per ciascuno dei pilastri di riforma del Paese: semplificazione, fisco, giustizia e lavoro». Rendere strutturale la crescita passa anche dalla consapevolezza dell'enorme meccanismo messo in movimento con il Pnrr. Marco Buti, Capo di gabinetto del Commissario europeo agli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, nell'offrire la prospettiva sull'Italia da Bruxelles, si focalizza su tre numeri: 25, i miliardi di prefinanziamento del 13% del Pnrr già ricevuti dall'Italia in agosto; 21, i miliardi che ci si aspetta di ricevere dopo la prima tranche, nei prossimi sei mesi; 42, le riforme e i provvedimenti sugli investimenti da approvare di qui a fine anno. «All'interno di questo ultimo numero ci sono grandi riforme da attuare, ma metterei l'accento anche su ciò che sembra più facile: i cambiamenti procedurali necessari per passare dalla pianificazione alla realizzazione». Al contrario di molti altri programmi europei, per la prima volta non c'è un pagamento a piè di lista, ma tarato sugli obiettivi, fondamentale per la riforma della pubblica amministrazione e per la ricostruzione della credibilità del nostro Paese anche per gli investimenti esteri. «Il Pnrr – ha aggiunto Buti – trasforma la credibilità personale del primo ministro Draghi in credibilità istituzionale. Per trasformarla in credibilità sistemica c'è bisogno che tutto avvenga davvero, e che ci sia un senso di ownership, di appropriazione da parte del sistema Paese, e soprattutto da parte dei giovani. Del resto Next Generation Eu è pensato per loro». Rendere strutturale la crescita significa comprendere i vari passaggi necessari per attuare le riforme. Come ha spiegato Franco Bassanini, Presidente CdA, Open Fiber, «le riforme costano perché bisogna fare investimenti. La digitalizzazione ne è un esempio. Per questo occorrono risorse per mitigare l'impatto nel medio termine. Oggi l'Europa ci vincola sui risultati, ma ci sono anche le risorse necessarie. Questo anno e mezzo sarà cruciale e la regia delle riforme non può che essere coordinata dal Presidente del Consiglio». «Il tema che penalizza l'Italia è la velocità di risposta alle riforme – ha aggiunto Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild – è una guerra contro il temo. Ci vuole uno sforzo tra grandi imprese e governo, che offrano soluzioni nel presente». C'è la percezione di essere in un momento in cui si potrebbe fare la differenza nelle vicende italiane: la stagione è propizia, non abbiamo un problema di risorse ma, nonostante tutto, speriamo di farcela. «Questo è un momento in cui bisogna fare riforme innovative, facciamolo guardando al futuro – ha dichiarato Laura Castelli, Viceministro dell’economia e delle finanze – Sul fisco, sulla giustizia, su tutti i temi non si è agito, abbandonando i temi a delle ideologie politiche. Oggi dobbiamo provare a far tutto questo senza ideologie, pensando alla necessità di spingerci in avanti. Ci sono le risorse per farlo, ma solo se riusciremo a raggiungere degli obiettivi intermedi. La stabilità politica del governo sarà fondamentale in questo processo». I dati Nel corso dell’evento “Riforma Italia” di EY e Luiss Business School sono stati presentati i risultati delle indagini sulle riforme – semplificazione, fiscale, giustizia e lavoro – che hanno sondato il grado di fiducia nella loro riuscita e ricaduta positiva tra manager e opinione pubblica. In materia di semplificazione, sia tra i cittadini che tra i manager oltre il 75% degli intervistati si aspetta una velocizzazione dei permessi ed una riduzione dei costi a carico delle aziende che operano con la Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda la riforma fiscale, si registra un forte scontento per la situazione attuale: la popolazione e i manager si aspettano soprattutto la riduzione della tassazione sul lavoro (44% e 45%) e una generale semplificazione del sistema impositivo (36% e 41%). La riforma della giustizia registra tra gli intervistati un giudizio negativo della situazione attuale, che genera la richiesta (circa 60%) di concentrarsi maggiormente nel percorso di riforma sugli aspetti di efficientamento del sistema giudiziario. Per quanto riguarda la riforma del lavoro, oltre il 50% di entrambi i campioni concorda sugli obiettivi da perseguire: crescita dell’occupazione, in particolare di donne e giovani, e riduzione del cuneo fiscale. RASSEGNA STAMPA La Repubblica, Pnrr, per il 92% dei manager è un'occasione unica per l'Italia: dubbi sull'utilizzo di tutte le risorseAdnKronos, Boccardelli (Luiss): "Attuare riforme per superare ostacoli e consolidare crescita"Il Sole 24 Ore, Recovery, Castelli: «Servono riforme innovative»Il Messaggero, Ruffini, PNRR occasione per grande riforma fiscaleEconomyMagazine.it, Boccardelli (Luiss): "Attuare riforme per superare ostacoli e consolidare crescita"IlTempo.it, Boccardelli (Luiss): "Attuare riforme per superare ostacoli e consolidare crescita"Businesspeople.it, Pnrr occasione di rilancio per l’Italia: d’accordo 9 manager su 10Corrierecomunicazioni.it, Banda ultralarga, Web tax e PA digitale: le priorità degli italiani per l’execution del PnrrAnsa.it, Pnrr: report Ey, occasione unica, ma rischio uso risorse 22/9/2021

17 Settembre 2021

Chi sono i leader del futuro: la lezione del Graduation Day in Luiss Business School

Nella cornice di Villa Blanc gli studenti dei master 2018/2019 hanno celebrato la fine del proprio percorso formativo. «Né un punto di arrivo, né di partenza, bensì la tappa di un lungo viaggio», ha spiegato il Presidente Luiss Business School Luigi Abete, dettando gli ingredienti necessari per essere leader del futuro «La formazione è qualcosa di più del semplice apprendimento: è crearsi un proprio modo di essere, di pensare, sia da un punto di vista progettuale sia critico, per arrivare ad agire come leader». Con queste parole Luigi Abete, Presidente Luiss Business School, ha aperto i Graduation Day dedicati agli studenti del master dell’edizione 2018/2019. Torna finalmente la cerimonia in presenza, che ospita inoltre gli speech degli studenti. I leader del futuro «Leadership significa avere un orizzonte più che una visione – ha spiegato Abete – Quest'ultima può essere anche un'utopia, mentre l'orizzonte è quel punto distante da noi, ma che riusciamo a vedere e a fotografare. È un punto che più gli camminiamo incontro, più si allontana, e che quindi non raggiungeremo mai. Ma è proprio questo il modo di essere leader: svolgere una professione, avendo progetti e programmi, sostenuti da quell'orizzonte, da tradurre in realtà». Nel salutare studenti e famiglie, ma anche coordinatori, professori e operatori, il presidente Luiss Business School ha sottolineato anche che «leader non significa avere il consenso di molti, ma avere idee e progetti da perseguire. Non ha paura del nuovo, del cambiamento, dell'andare in minoranza con le proprie idee perché sa che potranno realizzarsi portando cose positive per tutti. Il leader è un soggetto che ha la responsabilità – intesa come coscienza e conoscenza – come centro della propria modalità di agire». «I veri leader oggi non sono degli uomini solitari – ha concluso Abete – la leadership di un Paese moderno va costruita in modo collettivo. La storia è fatta da tante persone, in tempi moderni e meno moderni, in contesti talvolta difficili, ma la volontà degli uomini positivi, se riescono a fare un fronte comune, naturale, allora diventa leadership. La capacità di ciascuno di noi si vede nell'essere leader insieme agli altri». Essere testimoni attivi Terminato il proprio percorso di studio, gli studenti di Luiss Business School si trasformano in testimoni attivi che, attraverso la propria professionalità assicurano la prosecuzione della storia di formazione che ogni giorno si svolge a Villa Blanc, a Roma, e nelle altre sedi nazionali e internazionali della Scuola. Come ha spiegato Luca Pirolo, Direttore Area Master Luiss Business School, «se c'è una qualche battaglia che dovete combattere nel mondo del lavoro, dovete farlo essendo certi di avere tutti gli strumenti che avete acquisito durante questi mesi all'interno delle nostre aule. Ci piace pensare che quello che ogni studente attraversa nelle nostre aule non è un percorso di formazione, ma di trasformazione. Si cresce dal punto di vista personale, professionale e caratteriale perché il nostro percorso formativo si basa sullo sviluppo di hard e soft skill». A testimonianza di ciò l’Alumna, Francesca De Rosa, che ha frequentato il Major in Sustainability and Energy Industry del Master Master in International Management nell’hub di Milano alla sua prima edizione, ha raccontato la fatica, ma anche i traguardi raggiunti insieme al gruppo. «Quella valigia per Milano ci ha cambiato la vita – ha spiegato De Rosa – L'esserci spinti oltre la comfort zone e aver avuto il coraggio di raggiungere il risultato ci ha resi non solo più capaci e coesi tra noi, ma ha cambiato i nostri caratteri e le competenze di partenza, che si sono intrecciati in modo da poterli esprimere al meglio anche nell'aiuto ai propri compagni di avventure. Non ci serviva avere tutte le risposte all'inizio, ma l'importante era farsi le giuste domande nel percorso». «Se dovessi definire con una sola parola il percorso di formazione in Luiss Business School, quella parola sarebbe "unbelievable" – ha esordito Antonietta Costanzo, studentessa del master in Diritto Tributario. Ricordando le tappe e i successi del percorso ha raccontato i quattro ingredienti per una carriera di successo emersi durante l’incontro di Job Shadowing con Patrizia Rutigliano, Executive Vice President Institutional Affairs, ESG, Communication & Marketing di Snam, nell’ambito del progetto GROW-Generating Real Opportunities for Women: «Non precludersi mai un'occasione lavorativa, quella che a volte si considera la meno adatta si può rivelare la vostra migliore scelta; mettersi in gioco in primo piano, nessuno ti dà gratificazioni solo perché sei bravo; non crearsi mai problemi di mobilità; curare il network è bello, fare squadra». «Un’esperienza che non solo permette di acquisire gli strumenti necessari per trasformare un'idea in un progetto reale – ha precisato Carlotta De Simone, studentessa di Gestione della produzione cinematografica e televisiva – ma che ti forma come professionista, consentendo di acquisire consapevolezza dei tuoi punti di forza, e ti arricchisce grazie alla possibilità di confronto e dialogo, con colleghi ed esperti di settore». A questi, il presidente Abete ha aggiunto: «Ambizione e senso del limite sono due facce della stessa medaglia: l'ambizione è legittima se hai un progetto, mentre il senso del limite dà all'ambizione il senso della realtà». Nel concludere le cerimonie, il professor Pirolo ha augurato agli Alumni di non fermare mai la «sensazione di positività che state vivendo, continuate a guardare il futuro, abbiate fiducia in quello che avete appreso e andate avanti come persone e come lavoratori». 17/9/2021

08 Settembre 2021

Giornata Mondiale dell'Alfabetizzazione: l’impegno per la formazione digitale per costruire nuove opportunità di crescita

Le competenze digitali rappresentano un fattore discriminante per l’accesso a Internet. Il divario esistente tra persone che accedono alla rete e individui con competenze digitali carenti suggerisce la necessità di intervenire in modo mirato e specifico per favorire l’alfabetizzazione digitale Commento di Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School L'8 settembre in tutto il pianeta si celebra la Giornata Mondiale dell'Alfabetizzazione, una ricorrenza istituita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di assicurare i percorsi di apprendimento di bambini, giovani e adulti. Si stima che nel mondo ci siano 773 milioni di persone non alfabetizzate , fenomeno aggravato sia dalla pandemia Covid-19 sia dalle crisi migratorie. Tuttavia, anche in questo momento di difficoltà globale, numerose organizzazioni sono al lavoro per garantire l'accesso all'istruzione e la costruzione di nuove opportunità di crescita per ogni tipo di Paese. La crisi legata al Covid-19 è stata un banco di prova importantissimo per le competenze digitali: sono cresciute le applicazioni digitali legate alle prestazioni sanitarie; è aumentato l'impegno delle imprese chiamate a garantire la continuità dei propri servizi tra smart working e prestazioni da remoto; numerosi settori rimasti indietro sono stati costretti a digitalizzarsi in parallelo con l'emergenza, rincorrendo. Per far fronte a queste richieste pressanti del nostro tempo, abbiamo dovuto interrogare i nostri livelli di alfabetizzazione digitale, un fronte caldo su cui il mondo della formazione con Luiss Business School in testa, è fortemente impegnato. Alfabetizzazione in Italia e UE: lo scenario che emerge dall'indice DESI In generale, negli ultimi quattro anni il livello europeo di questo bagaglio di conoscenze ha continuato ad aumentare lentamente, raggiungendo circa il 60% delle persone con almeno competenze digitali di base, e oltre il 30% con competenze digitali di base superiori. Tuttavia, c'è ancora molto da fare. Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) 2020 l’Italia si colloca all'ultimo posto nell'UE per quanto riguarda la dimensione del capitale umano. Solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base. Le competenze digitali rappresentano un fattore discriminante per l’accesso a Internet, e il divario esistente tra persone che accedono alla rete e individui con competenze digitali carenti suggerisce la necessità di intervenire in modo mirato e specifico per favorire l’alfabetizzazione digitale. Secondo l’ISTAT, nel 2019 nella fascia d’età 16-74 anni, il 44,3% delle donne possiede competenze digitali complessive basse rispetto al 39% degli uomini. Viceversa, il 26% delle donne ha competenze digitali complessive elevate rispetto al 32,1% degli uomini. In Italia, tra i motivi per cui le famiglie non possiedono accesso a Internet, rientrano il fatto che nel 56,4% dei nuclei nessuno sa usare internet e che il 25,5% non lo considera utile oppure interessante.Sul versante aziendale, sempre il Digital Economy and Society Index segnala che il 35% delle imprese italiane scambia informazioni elettroniche, una percentuale in linea con il 34% delle compagnie europee. Il 22% delle stesse è impegnato sul fronte della gestione dei dati e comunicazione attraverso i social media, percentuale leggermente inferiore rispetto alla media europea, pari al 25%. Il 15% delle imprese investe in cloud (in Europa lo fa il 18%), ma solo il 7% investe in big data rispetto al 12% delle imprese europee. Questo gap tra la media nazionale e quella comunitaria suggerisce un'altra carenza, forse più cruciale: quella di tecnici alfabetizzati digitalmente, capaci di interpretare questi dati e trasformarli in occasione di business. Business Translator: chi sono e perché le nostre aziende ne hanno sempre più bisogno Non saper trasformare i dati in attività d'impresa può avere un'importante ricaduta anche sulla leadership. Infatti, in Italia ma anche all'estero, la data driven leadership è ancora un miraggio. C'è ancora molto lavoro da fare. L'intelligenza artificiale è una delle strade perseguibili, ma non senza trascurare il quadro giuridico in cui incorniciare il fenomeno. Un ruolo molto importante lo avranno anche le regolamentazioni, come il Nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale su cui la Commissione Europea è al lavoro. Stando a ciò che è stato proposto sinora, questo quadro normativo non penalizza eccessivamente gli investimenti, ma in futuro sarà utile capire come si calerà nel tessuto delle imprese europee e italiane. Al momento l'intelligenza artificiale è già presente in molti settori della società: è nei device che usiamo come privati cittadini, ma ci sono anche tecnologie avanzate per l’analisi dei dati nell’industria 4.0, ovvero nei macchinari acquistati dalle imprese che hanno rinnovato il loro parco macchine. Ma la verità è che non basta la tecnologia per essere un membro che crea valore attraverso la rivoluzione digitale.Si stima che l'intelligenza artificiale potrebbe produrre benefici fino al 40% in termini di produttività nei Paesi sviluppati . Di conseguenza, la figura Business Translator diventa più rilevante, cioè persone che all’interno delle funzioni organizzative tradizionali sono in grado di comprendere le potenzialità di queste tecnologie dell’analisi dei dati e calarle sul business attraverso nuovo marketing, nuova finanza e nuova manutenzione. Queste funzioni richiedono un investimento sulla formazione di competenze nei professionisti che sono già nelle imprese o che arriveranno all’utilizzo saggio e intelligente, nonché di valore di tutta questa potenzialità. Enti come Luiss Business School sono chiamati a colmare il mismatch tra competenze richieste e talenti, oltre ad aiutare le aziende e rendere più fluidi i rapporti tra domanda e offerta del mondo del lavoro. In questo momento storico, è necessario guardare a ogni comparto della nostra economia anche con la lente dell'investimento, per assicurare la crescita e la sostenibilità dei diversi settori nel tempo. In questo contesto la formazione subisce un grande salto di specie. Le capacità di gestione tecnica non bastano più: in ogni ambito economico chi opera è chiamato a interfacciarsi con una necessaria e onnipresente trasformazione digitale. Il che significa non solo gestire delle infrastrutture, ma avere anche quelle competenze di innovazione e di servizio per stare accanto a imprese, istituzioni, piccoli operatori, professionisti individuali, con capacità legate ai dati, all'intelligenza artificiale, alla cybersecurity.Passare da una visione chiusa a una aperta di open innovation e di ecosistemi significa trasformare radicalmente le competenze. Nel farlo, il ruolo delle istituzioni di formazione diventa centrale: bisogna essere in grado di lavorare insieme non tanto sulle competenze hard, quanto sulla capacità di vedere le nuove tecnologie in funzione dentro le organizzazioni. Oggi una "famiglia" completa è costituita da un ingegnere dei dati, un analista dei dati e almeno cinque business translator. Tutto questo non può diventare realtà se non formando i talenti e formando i professionisti con un deciso intervento di upskilling e reskilling. La rivoluzione del lavoro richiede nuove competenze nella gestione dello stesso anche all'interno delle organizzazioni sindacali e del settore legato alla gestione delle risorse umane. Abbiamo bisogno di competenze nuove, che accademie come la nostra hanno il dovere di provare a costruire. 8/9/2021

04 Agosto 2021

Alla scoperta di Villa Blanc

Villa Blanc, la sede della Luiss Business School, è un gioiello dell’eclettismo, riportato in vita e rinnovato per diventare il cuore pulsante della formazione manageriale, una fucina di talento e innovazione che mette in connessione giovani, imprese e istituzioni, in una cornice unica al mondo. Villa Blanc nasce nel segno della trasformazione: nel 1893 il barone Alberto Blanc acquista il sito della vigna di proprietà della famiglia Lezzani, nel territorio circostante la Basilica di Sant’Agnese Fuori Le Mura. Il complesso è un possedimento rustico «fuori porta»: sarà il barone, nel suo ruolo di Ministro degli Affari Esteri del terzo Governo Crispi, a trasformarlo in una residenza adeguata al prestigioso incarico. L’opera di costruzione della Villa segue un progetto di tipo sperimentale, guidato dal progettista Francesco Mora e dall’archeologo Giacomo Boni, che combina operazioni di tipo archeologico, raffinate decorazioni e tecniche avanzate negli impianti e nell’architettura. Gli apparati decorativi della Villa si devono ad Alessandro Morani e Adolfo De Carolis e raggiungeranno livelli di eclettismo mai visti prima in Italia, in particolare, nelle opere in terracotta invetriata che ritroviamo all’esterno, nelle facciate che avvolgono il giardino d’inverno e nel fumoir. La Sala degli Specchi è l’ambiente più antico della Villa: qui il barone aveva raccolto ed esposto una preziosa collezione di arazzi fiamminghi del ‘700, oggi conservati ad Amsterdam. Nella Sala da Pranzo, al centro tra la Sala degli Specchi, il giardino d’inverno e il fumoir, spicca il camino monumentale quattrocentesco in marmo bianco. Tre archi incorniciano la prospettiva sul giardino di inverno, che insieme alla Sala da Ballo, è uno degli ambienti aggiunti da Giacomo Boni al corpo centrale. È considerato il giardino d’inverno più grande d’Europa: per il suo allestimento furono fatti giungere dalla città olandese di Haarlem 10.000 bulbi di tulipano, lillà, rose e azalee. Sotto la sala da pranzo si trova lo spazio ipogeo: si trattava, forse, di un luogo per riti e riunioni esoteriche. La Sala da Ballo, realizzata verso la fine del 1896 con un intervento di ampiamento della villa, raggiunge livelli di eclettismo altissimi, grazie alle strutture metalliche e il soffitto di ispirazione mediorientale: le pareti vetrate e la vista integrale sul parco rafforzano l’idea di massima integrazione tra la natura e l’opera dell’uomo, altamente ricercato da tutta la cultura dell’Ottocento. Anche il giardino si caratterizza per un analogo accostamento di stili, temi e suggestioni, in cui non mancano elementi antiquari e specie vegetali esotiche, come la collezione di palme. Alla morte del barone Blanc (avvenuta a Torino nel maggio 1904), la Villa passa alla moglie Natalia e, poi, ai tre figli. Il parco si arricchisce di altri 7 edifici minori. Dopo anni di abbandono, nel 1997, la Luiss Guido Carli acquista, tramite un’asta pubblica, il complesso e, dopo un lungo e accurato lavoro di ricerca, progettazione, restauro e valorizzazione, trasforma Villa Blanc nella sede della Luiss Business School. 4/8/2021

26 Luglio 2021

Francesca Mastrogiacomi: «Nell’era post-digitale abbiamo bisogno di facilitatori di cambiamento»

Al via il percorso di formazione Flex Digital Teaching for Learning targato Luiss Business School. Gli obiettivi sono tantissimi, ma quello più importante resta uno: formare professionisti capaci di ridisegnare le esperienze di apprendimento dentro e fuori le aziende  Francesca Mastrogiacomi si occupa di formazione da sempre. Con 12 anni di esperienza manageriale internazionale in ambienti di lavoro innovativo come Google, esperta in digital transformation, innovazione, gestione del cambiamento, strategia, sales e operations, ha focalizzato la sua attenzione su didattica, ricerca e learning design. Dalla sua visione è nato il nuovo Flex Digital Teaching for Learning di Luiss Business School, un programma di formazione e strategie di didattica a distanza pensato per chi già lavora in realtà legate alla formazione o opera in questo campo in ambito aziendale.   Francesca Mastrogiacomi, la pandemia ci ha catapultati in un mondo nuovo, dove ci siamo trovati a fronteggiare l'inaspettato, nel managing the unexpected: che ruolo ha la formazione in questo?   Milton H. Erickson diceva «È il cambiamento che porta a nuove prospettive molto più di quanto nuove prospettive portino al cambiamento». Nella parola “managing” c’è l’idea della “gestione”, di una sorta di controllo o contenimento. Con l’ignoto e il nuovo a volte funziona la capacità di lasciare andare vecchi schemi per accogliere l’inaspettato. Insegnare e imparare sono i lati della stessa medaglia: formatori e studenti condividono lo stesso laboratorio di co-creazione attiva di conoscenza. Il docente ci mette gli strumenti metodologici, critici e dei contenuti stimolo, strutturati sapientemente. Lo studente usa agevolmente nuovi strumenti e ambienti digitali, ci mette la curiosità e la capacità di risolvere nuovi problemi insieme ai suoi pari. Soprattutto con gli adulti è l’apprendimento esperienziale, se opportunamente sostenuto da dinamiche di facilitazione e di debrief, che ingenera apprendimento profondo e cambiamenti duraturi nella vita quotidiana.   Il Covid ha portato la digital transformation nel cuore delle aziende. Annullata la socialità, siamo stati costretti a cercarla e a ricrearla altrove, online. Non sempre le competenze si sono rivelate all’altezza. Perché? Come rimediare?   Si è reso necessario un cambio di paradigma per le organizzazioni pubbliche e private. In tempi pre-pandemici, la trasformazione digitale si è preoccupata troppo di piattaforme o tecnologie e troppo poco delle implicazioni per le persone. Ora, alcune delle sfide sono: rimettere il benessere delle persone al centro; intessere le reti delle piattaforme digitali con quelle di una ritrovata socialità; facilitare nuove modalità sostenibili e efficaci per il lavoro, lo studio, lo svago. Il nostro Paese è ai primi posti per il numero di cellulari pro-capite al mondo, eppure, in Italia il digital divide c’era prima del Covid e c’è ancora. È necessario un cambio di mindset nel modo di affrontare le situazioni di quotidiana emergenza. A volte abbiamo strumenti più che adeguati ma non sappiamo come usarli.   Il 36,7% dei docenti intervistati per un sondaggio condotto nell'ambito del progetto formativo Luiss Business School "Con la Scuola" ha confessato che la pandemia e la didattica a distanza hanno reso più difficile il coinvolgimento dei ragazzi. Cosa è successo?  Il feedback è un regalo prezioso, che va ascoltato e agito. Col corpo, con lo sguardo e le parole i partecipanti ci parlano di come sta andando. Se non sono coinvolti, c’è qualcosa che non va. Di sicuro, tre ore continuative di lezione frontale, senza lavori di gruppo e non guidati da un coinvolgente progetto di ricerca non funzionano. Ora i partecipanti possono spegnere le videocamere e rendere esplicito quello che prima era solo uno spegnimento del loro livello di attenzione. Il digitale esaspera e rende visibile ciò che non funziona e ciò che non funzionava.   Secondo il Rapporto Unicef The Future We Want, più di 6 studenti su 10 hanno dichiarato che la digitalizzazione ha creato stress nello studio. Progettare un modo più efficace di fare formazione attraverso il digitale può migliorare questa situazione?   Sì, penso che la questione sia insita nel sistema scolastico così come è strutturato in Italia. Lo stress era già alto anche nel rapporto OCSE del 2016, dove gli studenti italiani erano tra i più stressati e i meno performanti nelle classifiche mondiali. Semplicemente traslare il tema in ambienti digitali acuisce il problema, lo sposta e non lo risolve. Progettare un modo più efficace di fare formazione attraverso il digitale è una opportunità per rivedere il nostro approccio e migliorare questa situazione con un modello sostenibile e efficace per il nostro sistema scuola. Il digitale sfida la dimensione del “controllo” sulle dinamiche di classe tradizionale. Per questo nel nostro corso abbiamo inserito moduli dedicati all’allenamento di quelle soft skills necessarie per chi gestisce le aule reali e virtuali, per aiutare a gestire l’ambiguo, lo stress, allenare la resilienza e gestire inevitabili dinamiche conflittuali. Il digitale è una opportunità fantastica per liberarsi finalmente di tante cose che non andavano bene e recuperare quelle dimensioni che invece funzionavano e dar loro più spazio, accelerarle come solo il digitale sa fare, penso a: la socialità, l’interazione, la ricerca.   Quali soluzioni offre il Digital Teaching for Learning per riavvicinare apprendenti e formatori?   Nel nostro corso di Digital Teaching for Learning stimoliamo le buone pratiche di progettazione in contesti sincroni e asincroni attraverso la condivisione tra esperti guidata da “domande potenti”: Come uso il tempo? Come strutturo i contenuti per evitare il sovraccarico cognitivo? Come gestisco le pause e il ritmo? Come attivo i partecipanti sulla ricerca del materiale didattico? Come facilito gli apprendenti nei lavori di gruppo? Come li alleno a gestire la socialità per finalità educative? Come uso le piattaforme digitali a vantaggio del processo di insegnamento e apprendimento? Come valuto? Per rispondere insieme a queste domande abbiamo pensato di coinvolgere i partecipanti in qualità di esperti nella loro pratica professionale, invitandoli a condividere attivamente le loro esperienze. Vogliamo confrontarci su come applicare efficaci modelli pratico/teorici di integrazione didattica con le piattaforme ICT. Offriremo occasioni di sperimentazione con strumenti pratico/teorici di facilitazione di dinamiche di apprendimento autonomo e esperienziale, in presenza e a distanza. Applicheremo tecniche di debrief nella condivisione tra pari nei Teaching Lab. Ci confronteremo su tematiche e sfide di grande attualità̀ nei contesti organizzativi, legate all’evoluzione della tecnologia e alla trasformazione digitale. Svilupperemo un nuovo approccio alla progettazione didattica in contesti blended di insegnamento e apprendimento digitali, in presenza e a distanza, creando un network di professionisti nel mondo dell’innovazione nel campo della formazione.  Durante la pandemia i consumi di contenuti digitali sono aumentati. Secondo una ricerca targata McKinsey il 92% degli intervistati continuerà ad acquistare intrattenimento e altri contenuti online: quali opportunità per le aziende?   La pandemia ha esasperato questi trend nella fruizione, che possono avere delle implicazioni su alcuni modelli di business, nel mondo dell’education, ad esempio. Per questo le opportunità di business sono molteplici. In primo luogo, si potrebbe andare a definire la strategia dei contenuti proprietari e di terze parti su più piattaforme in modo sinergico, guardando sia ciò che viene pubblicato gratuitamente sulle piattaforme più usate sia creando partnership efficaci con chi crea contenuti per lavoro. Poi bisognerebbe annusare i nuovi trend come video, podcast e infografiche e chiedersi come pubblicare MOOC tenendo conto che l'utente è abituato alla qualità di piattaforme e di contenuti come Amazon e Netflix. Ma per non restare irretiti nei falsi miti dell’edutainment, la domanda guida dovrebbe essere «ma dove è il valore aggiunto per la formazione?».  Che risposta si è data?  Secondo me si dovrebbe guardare alla qualità dell’esperienza, della socialità che si costruisce attorno ai contenuti, al ruolo di supporto del formatore che diviene facilitatore di un percorso di apprendimento attraverso uno storytelling innovativo. Si dovrebbero avere in mente anche le piattaforme su cui si appoggeranno, contenuti e esperienze. Questi aspetti di facilitazione, design e innovazione sono i pilastri del programma Digital Teaching for Learning , corso di metodologia e-learning concepito anche per quelle figure in azienda che aiutano la formazione aziendale a traghettare verso nuove modalità e piattaforme digitali.   A quali figure aziendali si rivolge questo aspetto del Digital Teaching for Learning?  Abbiamo pensato a quei manager e professionisti che operano nell’ambito della formazione, progettazione, sviluppo di nuovi programmi e modalità di erogazione; manager e professionisti del settore risorse umane e HR, Learning Development, Learning Design, Corporate Academies. Soprattutto per loro abbiamo previsto momenti di confronto con esperti sui trend della formazione aziendale negli ultimi venti anni e con imprenditori innovativi su piattaforme social per la creazione di efficaci accademie digitali.   Chi è il Facilitatore di Cambiamento? Perché serve alle aziende oggi più che mai?   Nell’insegnamento di qualsiasi disciplina si è al servizio del processo di apprendimento e dello studente. La sfida è quella di diventare facilitatori. In contesti innovativi e trasformativi, saremo più spesso impegnati come facilitatori di cambiamento, piuttosto che come esperti di materia o fornitori di contenuti. Come dicono Marshall Goldsmith, Alan Mulally e Sam Shriver "In azienda, facilitare diviene un atto quotidiano di leadership". Per innovare, le aziende possono facilitare la creazione di ambienti di lavoro psicologicamente sicuri dove poter rischiare e fare in modo che le persone che identificano i problemi, si sentano libere di metterli sul tavolo in modo da poter poi trovare soluzioni. L’innovazione necessita di un leader che faciliti dinamiche collaborative in contesti psicologicamente sicuri, dove si impara dagli errori e si trovano soluzioni più velocemente con un approccio iterativo e creativo.   Investire in formazione significa pensare a sé stessi come a un asset: perché?   Soprattutto in momenti di crisi come questi la formazione si rivela una opportunità, figlia di un processo di valutazione delle risorse disponibili per risolvere nel migliore dei modi uno o più problemi. Allora, diventiamo noi stessi risorsa, bene prezioso, capitale umano, soggetto agente, patrimonio da investire in nuove attività e progetti.   Programmi vs Contenuti: come si rimette la conoscenza al centro del processo di apprendimento?   Il 16 novembre 2012 è stato pubblicato il decreto n. 254, “Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, a norma dell’articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89”, firmato dal Ministro Francesco Profumo. Nel testo si abolisce la parola "programmi" e si legge: «il bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti disciplinari e, contemporaneamente, con l’elaborazione delle loro molteplici connessioni. È quindi decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo».  Come il digitale ha cambiato il mondo dell’insegnamento e dell’apprendimento?   Più che di digitale, io parlerei già di post-digitale. La nostra è un'epoca in cui il "digitale" è diventato un attributo privo di significato perché quasi tutti i media sono elettronici e si basano sull'elaborazione delle informazioni digitali. È solo una piattaforma che abilita, accelera, migliora, personalizza, socializza. Quello che le tecnologie possono fare per noi nell'istruzione è riportare lo studente al centro del "viaggio di apprendimento", rafforzando nel contempo la centralità dei nostri allievi nella progettazione dell'apprendimento e nella valutazione dei programmi.   Traiettorie evolutive della formazione: dove va la formazione?   Alcuni trend ce li portiamo dietro già dai tempi pre-pandemici: le pratiche Data-Driven, la personalizzazione dell'esperienza di apprendimento, il focus sulle soft skill, la digitalizzazione della didattica frontale, l'apprendimento attraverso piattaforme Social e Mobile, il Microlearning e il video. Il post pandemia ne ha confermati alcuni e fatti emergere altri, come il ribilanciamento dei modelli di apprendimento, l'umanizzazione dell'online learning, l'utilizzo delle tecnologie di AI e chatbot per seguire il discente, il tracciamento e l'analisi dei dati, i nuovi trend di contenuti immersivi, l'enfasi sulle materie STEM, l'approccio esperienziale. Inoltre, si impone una maggiore enfasi sui programmi Train-The-Trainer di formazione dei formatori, aiutandoli nella transizione a nuove modalità di design e erogazione. Ed è qui che Luiss Business School, con il Flex in Digital Teaching for Learning, può fare la differenza.   SCOPRI DIGITAL TEACHING FOR LEARNING 26/07/2021

20 Luglio 2021

Aziende come comunità: il futuro dello smart working

Formazione, leadership e senso per le persone: sono queste le nuove sfide per riconnettere le aziende ai propri dipendenti e creare un lavoro a distanza davvero intelligente, senza perdere il valore del ritrovarsi in presenza Lo smart working ha cambiato il modo di lavorare. Diventati più flessibili sul fronte spazio-temporale, i lavoratori sembrano non avere più motivi per ritornare in ufficio, sacrificando la socialità e la creatività collettiva che solo lo spazio condiviso può dare. Tre le direttrici su cui investire per riconnettere le aziende come vere e proprie comunità: formazione, leadership e senso per le persone. È quanto è emerso durante il webinar “Ri-connettersi: come riparte il lavoro smart dopo la pandemia. Persone, spazi, creatività” organizzato da Luiss Business School in collaborazione con Oracle – società leader nella tecnologia, che si è distinta anche recentemente per l’efficacia delle sue soluzioni cloud HCM (Human Capital Management) nella cura e gestione delle risorse umane, anche da remoto - e tenutosi il 15 luglio. Smart working: cosa è successo durante la pandemia Se in passato lo smart working era considerata una bizzarria da Silicon Valley, la pandemia ha messo faccia a faccia con tutti i suoi vantaggi e criticità. Superata la confusione tra remote working, home working e smart working, la popolazione ha sperimentato i lati positivi del lavoro da casa, dalla sostenibilità ambientale ai benefici in termini di work-life balance. Tra le insidie da superare c'è stato l'over working che alcune aziende hanno tenuto a bada con un'adeguata netiquette. A valle dei lunghi mesi in cui i processi organizzativi sono forzatamente cambiati per necessità, si è iniziato a parlare anche di working from anywhere, delle sue potenzialità e degli interventi a supporto per la sua realizzazione. «I lavoratori si sono scoperti molto produttivi, e spesso anche di più, anche fuori dagli uffici – ha spiegato Monica Parrella, Adjunct Professor Luiss Business School – Per questo i datori di lavoro hanno bisogno di far comprendere che esistono buone ragioni anche per tornare in parte a lavorare nelle ordinarie sedi di lavoro. Se è vero che il lavoro individuale si fa benissimo e forse meglio da casa, è soprattutto attraverso le interazioni  fisiche che si  innova,  si cresce, si impara gli uni dagli altri. Per questo vanno riprogettati gli uffici. Lo smart working è in transizione e non esiste una soluzione unica. La sfida è manageriale e di leadership». Pandemia, sanità e digitale: verso lo smart patient Un esempio delle grandi potenzialità legate allo smart working lo ha offerto il settore sanitario. Dall'inizio della pandemia sono state avviate visite d'emergenza su piattaforme online, lavori in team dislocati in più luoghi diversi e la stessa campagna vaccinale senza il digitale non avrebbe preso avvio facilmente. Abbiamo assistito anche alla nascita del problem networking, cioè la capacità di risolvere problemi in un network che non è più dentro l'organizzazione, ma fuori o anche a metà strada. Lo ha osservato Daniele Piacentini, Direttore Risorse Umane Policlinico Gemelli. «Per fare smart working ci sono quattro elementi essenziali: lo smart worker, ancora da costruire, lo smart office, gli smart leader, adattivi e inclusivi, ma soprattutto gli smart patient – ha sottolineato Piacentini, aggiungendo – Rendere emotivamente piacevole l’interazione digitale nella relazione con i pazienti sarà la prossima sfida della sanità». Leadership e formazione: strategie vincenti Ma la vera tecnologia restano le persone: cambiare mindset e attitudeè necassario per realizzare la digital transformation nell’organizzazione del lavoro. A dimostrare questa teoria durante la pandemia è stata la classe dirigente, soprattutto nei casi in cui dirigenti e i manager hanno esercitato prevalentemente la cultura del controllo e dell'over working per monitorare la produttività. In alcuni ambiti come la Pubblica Amministrazione, dove le carenze sulla digitalizzazione sono più ampie, c'è chi è stato lasciato indietro senza essere recuperato.  «Già prima della pandemia la Regione Lazio si è occupata di smart working, inquadrandolo nella trasformazione digitale, anche come organizzazione agile – ha spiegato Alessandro Bacci, Direttore Affari istituzionali, Personale e Sistemi Informativi della Regione Lazio – Ma durante la pandemia ci siamo trovati ad affrontare l'incapacità di alcuni nostri capi nel trattare i dipendenti a distanza. La formazione sarà indispensabile per realizzare il cambiamento che permetterà di superare la cultura dell’ufficio tradizionale e del modello comando-controllo». Condividere valori e obiettivi dell'azienda diventa cruciale per uno smart working efficace ed inclusivo. Ma non esiste smart working senza remote leadership. Nelle forme ibride di lavoro in presenza e da remoto saranno necessari capi team capaci di gestire persone in presenza e a distanza. «La leadership diffusa sarà fondamentale. Connettersi, ispirare e innovare sono i tre concetti chiave che guideranno il ritorno in ufficio. I leader dovranno essere dei community manager, animatori delle loro comunità. È in questo scenario che la formazione diventa indispensabile», ha sottolineato Rossella Gangi, Direttrice Risorse Umane WINDTRE. «In Terna abbiamo concepito un programma in sette cantieri per trasformare l'emergenza in cambiamento – ha sottolineato Emilia Rio, Direttore Risorse Umane e Organizzazione di Terna – nuova leadership, people care, metodo di ascolto, semplificazione, sostenibilità, digitalizzazione, riprogettazione degli spazi. Il digitale amplia i confini e può diventare disorientante: la nostra sfida è comprendere dov'è quel confine, cosa possiamo fare e permettere che le persone diventino consapevoli. In questo contesto abbiamo una grande opportunità di crescita responsabile delle nostre persone». Il futuro dello smart working La legislazione vigente sembra sufficientemente garantista sul fronte del diritto alla disconnessione e over working per gli impiegati. Le aziende si augurano che non ci siano interventi restrittivi per poter sfruttare appieno tutte le potenzialità dello smart working, impegnandosi a trasmettere una vision che faccia sentire tutelato il lavoratore dalle “invasioni” digitali nella sfera privata. «Le persone devono stare al centro – ha spiegato Andrea Langfelder, Human Capital Management Strategy Leader di Oracle Italia, che ha anche portato casi concreti di aziende che proprio grazie alle applicazioni Oracle Cloud hanno saputo rendere più semplice, piacevole e produttiva l’esperienza di lavoro delle proprie persone in questo periodo, come ad esempio illycaffè, Mondadori, Poste Italiane – Saranno sempre le persone a fare la differenza insieme alle capacità di leadership. La tecnologia è solo un facilitatore, che ci ha permesso di continuare a vivere e fare business, oltre a trovare un nuovo e migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata». RIVEDI IL WEBINAR 20/07/2020

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