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08 Febbraio 2021

Il Welfare del futuro, dopo la pandemia

In un Paese stretto fra rivoluzione digitale e sanitaria, come sviluppare un welfare che sappia garantire crescita e sostenibilità? Con questo obiettivo, Luiss Business School promuove un Osservatorio sul Welfare: non mancare al webinar di inaugurazione giovedì 18 febbraio alle 17:30. Seguire in modo costante uno dei settori chiave del prossimo futuro per la sostenibilità economica e sociale dei vari Paesi: con questo obiettivo, Luiss Business School promuove un Osservatorio sul Welfare. L’iniziativa verrà presentata il prossimo 18 febbraio alle 17.30 nel corso di un webinar cui interverranno Marina Calderone, Presidente Consiglio Nazionale Ordine Consulenti del Lavoro, Maria Bianca Farina, Presidente Poste Italiane, Pier Carlo Padoan, Presidente designato UniCredit, e Roberto Pessi, Prorettore Università Luiss Guido Carli. Introdurrà i lavori Luigi Abete, Presidente Luiss Business School. L’Osservatorio sul Welfare e i principali temi di ricerca verranno presentati da Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, e da Mauro Marè, Direttore dell’Osservatorio sul Welfare, Luiss Business School. Le conclusioni sono affidate a Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale. In un Paese stretto fra rivoluzione digitale e rivoluzione sanitaria, il webinar affronterà le tematiche connesse al nuovo welfare, dopo la pandemia in atto. AGENDA Ore 17:30 Saluti e introduzione Luigi Abete, Presidente Luiss Business School Presentazione Osservatorio sul Welfare Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School Mauro Marè, Direttore Osservatorio Welfare (OW), Luiss Business School Interventi e discussione Marina Calderone, Presidente Consiglio Nazionale Ordine Consulenti del Lavoro Maria Bianca Farina, Presidente Poste Italiane Pier Carlo Padoan, Presidente designato UniCredit Roberto Pessi, Prorettore Università Luiss Guido Carli Ore 19:00 Conclusioni Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI  8/2/2021

07 Febbraio 2021

Emba & Flex Emba – Orientation Day  

Nelle giornate di venerdì 12 e giovedì 25 febbraio siamo lieti di invitarti a partecipare all’Orientation Day dedicato alle prossime edizioni dell’Executive MBA e del Flex EMBA, i due programmi indirizzati a manager, imprenditori ed executive che desiderano consolidare il proprio bagaglio di competenze, velocizzare la propria carriera e accrescere la consapevolezza del proprio progetto professionale. A partire dalle ore 11.00 fino alle ore 20.00 sarà possibile prenotare una sessione informativa personalizzata da 30 minuti con i coordinatori didattici MBA. Le sessioni informative permettono ai partecipanti di: approfondire la prossima edizione del Flex EMBA erogato in lingua inglese per il 70% in distance learning e in partenza a Marzo 2021 e dell’EMBA erogato in lingua italiana in formato part-time weekend in partenza a Roma ad aprile 2021; Confrontarsi con i coordinatori didattici per scoprire le differenze tra i due programmi ed identificare la metodologia didattica più in linea con le proprie esigenze di formazione; Ricevere una consulenza sul proprio profilo professionale per comprendere quale sia il programma più adatto per il raggiungimento degli obiettivi professionali e personali prefissi; Conoscere da vicino il processo di selezione e le possibili borse di studio per cui è possibile candidarsi. Per partecipare a una sessione informativa è necessario registrarsi compilando il form, caricando il proprio CV e selezionando lo slot di interesse. REGISTRATI   7/2/2021

07 Febbraio 2021

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 nella legge di bilancio per il 2021: le nuove agevolazioni fiscali

Il potenziamento e la nuova durata del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, Ricerca, Sviluppo e Innovazione e le nuove misure per la Formazione 4.0. Registrati al webinar!  In collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo Economico  Il Piano Transizione 4.0 è il progetto del Ministero per lo Sviluppo Economico - introdotto con la Legge di Bilancio 2020 -  che disegna una nuova politica industriale per il Paese, in cui innovazione, investimenti green e sostenibilità, creatività e design sono imprescindibili motori per la ripartenza. Il piano amplia in particolare le agevolazioni economiche a sostegno della trasformazione digitale delle imprese, rispetto al precedente piano “Industria 4.0”. La Legge di Bilancio 2021 ha ulteriormente potenziato le agevolazioni fiscali contenute nel Piano e ne ha esteso la durata fino al 2022. Il webinar illustrerà le principali misure fiscali del Piano contenute nella legge di Bilancio e in che modo il credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design, il credito d’imposta formazione 4.0, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali incentivano e supportano la crescita e la competitività delle nostre imprese. PROGRAMMA  Interventi  Il credito d’imposta per i beni strumentaliMarco Calabrò, Dirigente Divisione IV – Politiche per l’innovazione e per la riqualificazione dei territori in crisi, Direzione Generale per la politica industriale l’innovazione e le PMI, Ministero dello Sviluppo Economico Il credito d’imposta per la formazione 4.0Luca Fioravanti, Dottore Commercialista, Open Consulting Luiss Business School Il credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e designLuca Romanelli, AndPartners Tax and Law firm Modera: Giulietta Sada, Avvocato, Open Consulting Luiss Business School Q&A Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI  7/2/2021

07 Febbraio 2021

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 nella legge di bilancio per il 2021: le nuove agevolazioni fiscali

Il potenziamento e la nuova durata del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, Ricerca, Sviluppo e Innovazione e le nuove misure per la Formazione 4.0. Registrati al webinar!  In collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo Economico Il Piano Transizione 4.0 è il progetto del Ministero per lo Sviluppo Economico - introdotto con la Legge di Bilancio 2020 -  che disegna una nuova politica industriale per il Paese, in cui innovazione, investimenti green e sostenibilità, creatività e design sono imprescindibili motori per la ripartenza. Il piano amplia in particolare le agevolazioni economiche a sostegno della trasformazione digitale delle imprese, rispetto al precedente piano “Industria 4.0”. La Legge di Bilancio 2021 ha ulteriormente potenziato le agevolazioni fiscali contenute nel Piano e ne ha esteso la durata fino al 2022. Il webinar illustrerà le principali misure fiscali del Piano contenute nella legge di Bilancio e in che modo il credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design, il credito d’imposta formazione 4.0, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali incentivano e supportano la crescita e la competitività delle nostre imprese. PROGRAMMA  Introduzione dei lavori Luca Olivari, Adjunct Professor e Responsabile Open Consulting Luiss Business School Interventi  Il credito d’imposta per i beni strumentali Marco Calabrò, Dirigente Divisione IV – Politiche per l’innovazione e per la riqualificazione dei territori in crisi, Direzione Generale per la politica industriale l’innovazione e le PMI, Ministero dello Sviluppo Economico Il credito d’imposta per la formazione 4.0 Luca Fioravanti, Dottore Commercialista, Open Consulting Luiss Business School Il credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design Luca Romanelli, AndPartners Tax and Law firm Modera: Luca Olivari, Adjunct Professor e Open Consulting Luiss Business School Q&A Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI  7/2/2021

05 Febbraio 2021

Zte: «Pronti a portare lo smart stadium in Italia, il tifoso sarà  regista di quello che vede in campo»

Parla il vicepresidente Lucio Fedele a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School. L'applicazione  non necessita di coperture estese,  in Cina è già una realtà   Le applicazioni per il 5G sono pronte, e sono già realtà. Quello che manca è la copertura di rete per partire con una diffusione massiva. A fare il punto con DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) su come la nuova tecnologica cambierà la nostra vita, dal divertimento alla medicina e alle cure, è il vicepresidente di Zte Italia, Lucio Fedele. Al momento gli stadi sono deserti per le misure di contrasto all'emergenza Covid, ma una delle applicazioni già pronte e che non necessiterebbe neanche di una copertura molto estesa, è quella dello smart stadium, lo stadio ‘intelligente' che in Cina è già una realtà. «Con il 5G parcheggio intelligente e ingressi facilitati negli stadi» «Le peculiarità del 5G – racconta il vicepresidente - sono tante, ci sono applicazioni per l'industria e la sanità, altre per il gaming oppure per gli show e il divertimento. Una su cui stiamo lavorando è quella dello smart stadium. Lato Zte, abbiamo già realizzato questa tecnologica in Cina, in Italia stiamo discutendo. D'altronde c'è una serie di cose che il 5G abiliterà, dal banale parcheggio intelligente, che ci dice in anticipo dove troveremo posto auto, alla facilitazione degli ingressi fino alla cosa più interessante, il vero e proprio smart stadium. Grazie al posizionamento con lo smartphone, chiunque avrà cioè la possibilità di assistere alla partita come se fosse il regista di ciò che sta guardando, scegliendo il calciatore da inquadrare e conoscendo immediatamente le statistiche storiche, quelle in tempo reale sulla sua performance, quanto ha corso, quali zone ha coperto, quanto era veloce il suo ultimo tiro». Tutti aspetti che gli appassionati di calcio ora riescono a sapere solo dopo la fine della partita, nel corso dei programmi televisivi di approfondimento, e che, in questa maniera, conoscerebbero in diretta. A livello tecnologico «quella dello smart stadium è un'applicazione pronta. E' ora necessario coprire le strutture col 5G, scegliendo tra le diverse strade: dalle antenne standard alle microcelle, meno impattanti. Oltre alla copertura 5G, c'è un'altra tecnologica necessaria, sempre inerente al mondo 5G, definita Mec (multi-access edge computing) che consente di elaborare il dato vicino all'utente, avendo una reazione di tipo immediata». «Pronte le applicazioni di telemedicina come la maglietta intelligente» Dal calcio e dallo sport alla musica e agli eventi. «L'applicazione che abbiamo studiato per lo stadio – aggiunge Fedele – vale, infatti, anche per un concerto, consentendo ad esempio di vedere che cosa sta facendo esattamente un musicista in un determinato momento». In attesa che si ritorni alla normalità e stadi e concerti tornino a popolarsi, ci sono altre applicazioni legate alla medicina, che, se ci fosse una copertura capillare con rete 5G, potrebbero già essere utilizzate in maniera massiva. «Uno degli esempi su cui stiamo lavorando – racconta il top manager - è la maglietta intelligente che consente il monitoraggio di parametri vitali del nostro corpo e, in caso di anomalia, può comunicare a livello di alert. Allo stesso tempo la gestione di un numero di dati molto alto consente di monitorare nel tempo un paziente, analizzarlo e seguire la sua evoluzione. Lo step successivo è poi, grazie a sistemi di machine learning e AI, provare a predire quello che potrebbe accadere in futuro». Infine Zte ha partecipato alle sperimentazioni del Mise a Prato e L'Aquila. Nel primo caso si tratta di un'applicazione che consente al paziente, «attraverso sensori e sistemi di misurazione da utilizzare a casa di essere direttamente monitorato da un medico o da un ospedale». Il secondo use-case consente, attraverso videochiamate ad altissima risoluzione, di visitare a distanza il paziente. «Per la diffusione massiva manca la copertura di rete» Un'ulteriore applicazione è «l'utilizzo degli smart glasses nelle ambulanze. In tempo reale, cioè, chi è al pronto soccorso vede che cosa sta facendo sul campo l'operatore sanitario che indossa gli occhiali, dando indicazioni su come operare. Inoltre il medico in ospedale sa già che cosa deve preparare perché conosce le condizioni del paziente che sta arrivando». Gli smart glasses possono essere utilizzati anche nella sicurezza: «ad esempio un poliziotto che li indossa può vedere che cosa un drone sta trasmettendo o che cosa vede un collega che ha una visuale diversa dalla sua». «Implementazione legata alla semplificazione della permissistica» Tutte queste applicazioni di telemedicina, dalla maglietta intelligente alle visite a distanza, potrebbero giovare nel caso della pandemia. «Quello che manca in questo momento – sottolinea Fedele - è la copertura 5G, a oggi tutte queste applicazioni di telemedicina, a breve anche quella più complessa dell'operazione a distanza, sono già realtà. Ma non essendoci una copertura 5G non è possibile renderle disponibili in maniera massiva». La velocità di implementazione, conclude, «dipenderà molto dal supporto che verrà da parte delle istituzioni nella semplificazione della permissistica. Un discorso che vale per qualsiasi tipo di sviluppo infrastrutturale, anche per la rete in fibra. La parte burocratica, cioè, è più complessa di quella realizzativa, ci vuole più tempo a ottenere permessi piuttosto che a installare la rete». SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  4/2/2021

05 Febbraio 2021

Reithera: «Grazie ai nuovi bioreattori pronti a soddisfare il fabbisogno italiano dei vaccini»

L'intervista alla presidente Antonella Folgori sul ruolo della tecnologia nella produzione. AI e big data saranno sempre più importanti ReiThera è pronta a produrre 100milioni di dosi di vaccino contro il Covid rendendo così l'Italia «autonoma». A dirlo, in un'intervista a  DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) è Antonella Folgori, presidente e direttrice del dipartimento di immunologia della casa di Castel Romano. Il gruppo, in cui ha investito di recente Invitalia, ha acquistato dei bioreattori grazie ai quali potrà aumentare la produzione. «I nuovi bioreattori – spiega Folgori che è anche fondatrice del nucleo originario di Reithera, Okairos - sono stati acquistati anche in previsione della produzione su larga scala e a pieno regime, se ReiThera disporrà delle risorse necessarie, saremo in grado di produrre fino a 100.000.000 dosi all'anno e quindi potremmo soddisfare l'intero fabbisogno vaccinale dell'Italia». Che ruolo ha la tecnologia nella ricerca e produzione dei vaccini? In tutti i processi di manifattura, l'avanzamento tecnologico va in parallelo con l'ottimizzazione degli step produttivi. Ciò vale anche per i vaccini. Per esempio, l'introduzione nel processo di materiali innovativi a basso rilascio di sostanze estraibili ha permesso di aumentare la qualità dei prodotti. Anche in termini di automazione sono stati introdotti importanti progressi. La gestione dei parametri di processo avviene attraverso sistemi di controllo in remoto, e operazioni come l'ispezione visiva del prodotto finale e il riempimento delle provette vaccinali avvengono oramai in maniera completamente automatizzata. Sicuramente sistemi di intelligenza artificiale e l'ausilio di big data nella gestione e registrazione dei dati di processo rappresentano il futuro dell'industria manifatturiera, di cui i vaccini sono una componente importante. Avete acquistato un bioreattore per la produzione di vaccini su larga scala, come funziona e su quali tecnologie si basa? Consentirà di aumentare la produzione per le necessità dell'Italia? I processi produttivi in ReiThera seguono le Norme di Buona Fabbricazione (normalmente definite GMP, dall'inglese "Good Manufacturing Practices") che descrivono i metodi, le attrezzature, i mezzi e la gestione delle produzioni per assicurarne gli standard di qualità appropriati. L'officina farmaceutica applica in ambiente GMP processi di produzione dei vettori virali attenuati utilizzando linee cellulari ingegnerizzate al fine di ottimizzarne la produttività, grazie all' impiego di bioreattori che utilizzano sacche monouso per colture di cellule in sospensione su una scala che va da 2 a 2000L. Questo processo denominato di "upstream", basato sull'uso di bioreattori "STR" (stirred tank bioreactors) permette di aumentare i volumi di produzione in modo efficiente e lineare.  Il vettore virale viene successivamente purificato (processo di "downstream") per rimuovere i contaminanti del processo di produzione e quindi principalmente della linea cellulare. La fase di purificazione del virus è basata su tecnologie avanzate che prevedono l'utilizzo di tecniche per filtrazione di profondità, separazione con cromatografia a scambio ionico e formulazione attraverso filtrazione a flusso tangenziale. Al fine di garantire la qualità del vaccino, l'intero processo produttivo viene monitorato con campionamenti rappresentativi delle varie fasi produttive, necessarie alle opportune analisi chimico-biologiche. Il formulato vaccinale a questo punto è pronto per essere sottoposto a una procedura di riempimento automatizzato di flaconi per prodotti iniettabili, e conservato in condizioni refrigerate in attesa della distribuzione I nuovi bioreattori sono stati acquistati anche in previsione della produzione su larga scala e a pieno regime, se ReiThera disporrà delle risorse necessarie, saremo in grado di produrre fino a 100.000.000 dosi all'anno e quindi potremmo soddisfare l'intero fabbisogno vaccinale dell'Italia, rendendola autonoma. Studiate la produzione anche per altri Paesi? Come abbiamo sempre detto, le dosi andranno prioritariamente all'Italia, ma ciò non esclude che successivamente potremo aprirci alla vendita presso altri Paesi. Invitalia partecipa al finanziamento da 81 milioni di euro del vostro vaccino. Come sono spacchettati i fondi nel dettaglio? Il consiglio di amministrazione di Invitalia ha approvato il contratto di Sviluppo presentato da Reithera che finanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato. I restanti 32 milioni saranno invece fondi stanziati da ReiThera con finanziamenti propri. Inoltre, in attuazione delle previsioni dell'articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisirà una partecipazione del 27% del capitale della società a seguito di un aumento del capitale di ReiThera. Riguardo alla tempistica, è emerso ultimamente scetticismo sul fatto che si arrivi a distribuire il vaccino in tempi brevi. Sarà tutto pronto per settembre? Siamo ottimisti sul fatto di poter iniziare il prima possibile i più ampi studi di Fase 2 e 3. Molto dipende dalle risorse che avremo a disposizione per iniziare la produzione su larga scala e dalla struttura della filiera distributiva. Non conoscendo ancora i dettagli logistici non possiamo dare risposte esatte, ma auspichiamo che, dopo l'approvazione, il vaccino possa arrivare agli italiani nel più breve tempo possibile. La tecnologia può essere d'aiuto anche nella seconda fase di distribuzione del vaccino? Certamente: è uno ormai strumento fondamentale nella maggior parte dei settori, compreso quello farmaceutico, soprattutto per la sua capacità di semplificazione e coordinazione dei processi. Per la distribuzione sicuramente utilizzeremo, e con noi anche tutti i nostri partner, gli strumenti più all'avanguardia a nostra disposizione per assicurarci che il vaccino arrivi agli operatori sanitari e ai cittadini nel modo più efficiente e più rapido possibile. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  4/2/2021

05 Febbraio 2021

«Senza intelligenza artificiale e big data impossibile  un vaccino contro il Covid in tempi brevi»

Parla Giovanni Vizzini, direttore medico-scientifico di Upmc Italy, a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore e della Luiss Business School. La pandemia, dice, sta producendo una mole di dati enorme  da usare in tempi rapidi   Senza intelligenza artificiale e big data non sarebbe stato possibile sviluppare un vaccino contro il Covid-19 in pochi mesi. Parola di Giovanni Vizzini, chief operating officer e direttore medico scientifico della divisione italiana di Upmc (University of Pittsburgh medical center). La tecnologia, aggiunge, sarà fondamentale anche nella prosecuzione sullo studio del vaccino, man mano che si allarga la platea di chi lo riceve. «Non sarebbe stato possibile, senza la disponibilità di strumenti e software potentissimi– spiega a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore e della Luiss Business School -, sviluppare un vaccino in tempi così brevi. Prima la tempistica era misurata in anni, oggi in mesi. La pandemia, inoltre, sta producendo una mole di dati enorme, abbiamo a disposizione una quantità di informazioni che ci consentirà di avere soluzioni e indicazioni in tempi rapidissimi, con un'accuratezza che non si sarebbe potuta avere in altri casi». Anche la caratterizzazione del virus ha giovato delle nuove tecnologie Sono stati vari i fattori che hanno permesso la scoperta del vaccino così velocemente, senza, afferma Vizzini, sacrificarne la sicurezza. Innanzitutto, c'erano a disposizione gli studi già compiuti per la Sars. «In quel caso, fortunatamente, il virus si è spento da solo, ma i centri di ricerca avevano già attivato programmi per lo sviluppo dei vaccini che poi non hanno avuto impiego clinico. Nel momento in cui è stato identificato il virus del Covid-19, i laboratori hanno ripreso in mano il lavoro fatto in precedenza e lo hanno sviluppato, sulla base delle similitudini tra il virus della Sars 2 e quello della Sars». Tutto questo è stato possibile anche grazie «all'informatizzazione e al livello di conservazione dei dati che negli anni precedenti non era immaginabile. Il lavoro di ricerca fatto in laboratorio, inoltre, non avviene solo in provetta; gran parte viene compiuto utilizzando computer e dati: la stessa informazione fornita dal banco di laboratorio viene subito digitalizzata. Abbiamo banche dati che prima non esistevano, entriamo cioè a pieno titolo nell'area dei big data». Anche la caratterizzazione del virus è avvenuta velocemente grazie alla tecnologia. «L'Rna, cioè il dna del virus, viene studiato attraverso apparecchiature guidate dai computer, grazie a strumenti di intelligenza artificiale che permettono di gestire una grande mole di dati. Il Coronavirus 19, studiato e tipizzato a distanza di qualche settimana da quando se ne è iniziato a parlare, è un evento che non ha precedenti». «Nessun scorciatoia per le agenzie del farmaco» Sulla velocità della scoperta del vaccino ha inciso in maniera fondamentale il finanziamento da parte degli Stati «che possono permettersi di non ragionare in termini di rischio come i privatic. Centrale anche il contributo delle agenzie mondiali del farmaco: «Le sperimentazioni cliniche hanno goduto della piena collaborazione da parte di tutte agenzie che hanno tagliato di molto i tempi della burocrazia, senza sacrificare la sicurezza. Almeno quando si parla di Fda e Ema, non c'è sicuramente stata nessuna scorciatoia. I tempi sono stati abbreviati solo perché i dati sono stati raccolti in contemporanea grazie agli ingenti finanziamentc. «Ora usare big data e AI per la fase di sorveglianza del vaccino» Le tecnologie daranno una mano anche nella fase che si apre con la somministrazione del vaccino. « Ora – prosegue Vizzini - occorre usare big data e collaborazione per continuare a monitorare il vaccino che è stato testato su un frammento microscopico della popolazione rispetto alla quantità di persone che lo riceveranno; come per tutti i farmaci c'è una valutazione prima dell'impiego clinico, poi si avvia la fase della sorveglianza». «Cruciali le competenze, servono nuove figure come il biostatistico» Nodo cruciale nello sviluppo della nuova era, che si apre nella medicina grazie alle tecnologie, è la creazione di nuovi skill. «Pensiamo per esempio alla formazione della figura specifica del biostatistico che ha competenze mediche e di biologia assieme a quelle statistiche o alle competenze nello sviluppo e nella gestione di programmi di intelligenza artificiale. Tutte le valutazioni, e questo è uno dei grossi problemi dell'AI, non fanno immediatamente comprendere le ragioni dell'esito. I meccanismi interni di calcolo sono basati su algoritmi e hanno bisogno, dunque, di qualcuno che riesca a interpretare e spiegare i risultati».  Grandi novità in campo sanitario possono arrivare, infine, dai competence center. «In Italia ce ne sono 5 o 6 che hanno il compito di sviluppare innovazione. A Bologna c'è il centro di calcolo Cineca, dove Upmc è entrato come capofila dell'area biomedica. La missione del competence center è applicare tecnologie innovative come big data e Ai nel settore della salute attraverso lo sviluppo di progetti innovativi, con un programma importante di formazione e supporto». Solo per fare un esempio, conclude Vizzini, c'è uno studio che porta all'identificazione della dose di radioterapia che risponde meglio nei vari casi presentati dai pazienti. E riguardo a un grosso problema come quello delle infezioni negli ospedali, si punta a sistemi di sorveglianza che vigilino sulle procedure da seguire. SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  4/2/2021

04 Febbraio 2021

Retelit: «Rete fissa migliore per la telemedicina, in atto sperimentazione con San Camillo sui teleconsulti»

Parla l'amministratore delegato Federico Protto a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore e Luiss Business School. E la rete unica?  «Dipende da come e dove verrà realizzata, cruciali i fondi del Pnrr»    Per le operazioni chirurgiche e le visite a distanza non c'è solo il 5G. Retelit, ad esempio, dopo aver concluso un accordo con il gruppo milanese San Donato per la fornitura di un'infrastruttura abilitante che può operare anche nel campo dei teleconsulti, ora ha in atto degli use –case con la Fondazione Opera San Camillo sempre nell'ambito infrastrutturale, con cui è possibile abilitare applicazioni di telemedicina sulla rete fissa.  «La tecnologia 5G – spiega a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore e della Luiss Business School) l'amministratore delegato Protto – sta partendo e ha al momento un problema di capillarità, inoltre c'è un rischio di ritardo più evidente con la rete mobile che con quella fissa». Fondamentale poi, prosegue Protto, è tutelare la sicurezza dei dati sanitari, dati sensibili che sono soggetti di hackeraggio più di quelli bancari. «Con rete mobile più problemi sui ritardi» Uno dei problemi che potrebbero nascere con la connessione mobile è proprio quello relativo alla velocità della connessione. «Il ritardo in sé – afferma – non è un problema, perché si tratterebbe di uno scollamento minimo rispetto al tempo reale, il problema nasce quando il ritardo è variabile. Il chirurgo da remoto, cioè, compie il movimento e il piccolo robot collegato in ospedale opera fisicamente, ma con un ritardo non costante la mano del medico potrebbe risultare non ferma, con il rischio di avere un movimento discontinuo». La continuità di movimento è un aspetto che viene garantito «nativamente» in misura superiore dalle reti fisse. La connessione mobile, invece, sarebbe utile nel caso in cui l'operazione non avvenga in un nosocomio vero e proprio, dove si presume ci sia la connessione, ma, ad esempio, in un ospedale da campo. In questo caso, che probabilmente non sarà tra i primi a verificarsi, la connessione mobile è necessaria: «riassumendo la connessione fissa è migliore dal punto di vista tecnologico, la mobile inizialmente non è necessaria». «Sicurezza dei dati fondamentale, quelli sanitari colpiti dagli hacker» In questo contesto non bisogna trascurare la sicurezza dei dati sanitari che vengono scambiati tramite le applicazioni di telemedicina. «Si pensa che i grossi attacchi di hacker siano soprattutto sui sistemi bancari, invece sono soprattutto sui sistemi sanitari. Solo per fare un esempio si può hackerare un fascicolo elettronico a scopo ricattatorio». Un tema, quello della sicurezza, «che abbiamo affrontato non tanto sulla parte della rete ma su quella dei data center relativamente alla diagnostica per immagini». E nella telemedicina avere una rete unica in fibra potrebbe giovare? Sulla rete unica Protto ribadisce la posizione tenuta anche in passato: «stanno venendo al pettine tanti nodi, sicuramente superabili, che rendono tutto più complicato. Oltre all'incognita della posizione del nuovo governo, c'è poi l'opportunità dei fondi del Recovery: se il Pnrr sarà un po' più circostanziato, se il governo sarà solido e forte, parte di quei fondi potrebbero essere utilizzati bene nel digitale e nella rete unica». Protto, ricordando che la rete unica è un'opportunità per il Paese, aggiunge anche che va chiarito come e dove farla: «sicuramente nelle aree bianche e forse nelle aree grigie, sicuramente no nelle aree nere dove c'è già concorrenza» SFOGLIA IL REPORT COMPLETO  4/2/2021

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