News & Insight
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28 Marzo 2023

Ancitel Ea – Executive Master in Circular Economy Management

Dopo il successo delle precedenti edizioni, al via la VII edizione dell’Executive Master in Circular Economy Management presentato da Luiss Business School in collaborazione con Ancitel Energia e Ambiente.In partenza il 10 Novembre 2023, l’Executive Master si conferma un punto di riferimento nella formazione della sostenibilità ed ha lo scopo di preparare professionisti in grado di operare nei mercati della gestione dei prodotti a fine vita, dell’avvio a riciclo, delle materie prime seconde, del risparmio energetico, della mobilità sostenibile, nella realizzazione di progetti di simbiosi industriale. Il programma, della durata di 12 mesi in formula weekend, è rivolto al personale degli organismi pubblici protagonisti dell’attuazione delle politiche ambientali e dello sviluppo di aree “eco-industriali”. Con un taglio fortemente pratico, è organizzato con il diretto supporto di protagonisti pubblici e privati della Circular Economy, con una Faculty costituita anche da professionisti, manager e imprenditori con esperienza in questo ambito.PARTENZA: 10 novembre 2023 DURATA: 12 mesiORARI: il venerdì dalle ore 10:00 alle ore 18:00 e il sabato dalle ore 10:00 alle ore 17:00.DOVE: Luiss Business School – Villa Blanc – Via Nomentana, 216, 00162 Roma PARTNER Ancitel Energia e Ambiente è una società di consulenza ambientale, divenuta da subito punto di riferimento per il Sistema Italia, grazie ad un approccio di tipo multidisciplinare in grado di promuovere una moderna cultura ambientale. Nei suoi primi 12 anni di vita ha investito molto sui valori fondanti del suo Statuto, formando migliaia di amministratori e dirigenti comunali, assistendo centinaia di Comuni, educando al rispetto dell’ambiente decine di migliaia di bambini, erogando servizi e fondi per aziende del settore. Dal 2018 è iscritta al registro speciale delle PMI innovative e ha da poco iniziato il percorso di trasformazione in Benefit Corporation.Da diversi anni destina circa il 15 per cento del fatturato allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi sul tema ambiente, inoltre investe forze e risorse anche nell’Università̀, perché́ i giovani di oggi decideranno la politica industriale e ambientale di domani. SCOPRI DI PIÙ 27/03/2023

20 Marzo 2023

Open Evening | Scopri come accelerare e potenziare la tua carriera | MBA Full-time e presentazione del servizio Coaching

Mercoledì 5 aprile 2023 dalle ore 17:00 alle ore 18:30 Luiss Business School apre le porte del suo campus di Roma per un pomeriggio di presentazioni in cui scoprire gli esclusivi percorsi di crescita MBA Full-time e il servizio di Coaching. Un’opportunità unica per ricevere una consulenza personalizzata in grado di rispondere con efficacia al fabbisogno formativo con soluzioni di alto profilo. L’evento si terrà nella splendida cornice di Villa Blanc e sarà un’occasione di incontro con i nostri coordinatori, i coach e il recruitment office. Vieni a scoprire il coaching, una metodologia di sviluppo personale nella quale il coach supporta e affianca il coachee nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale o professionale. Il coaching, attraverso un processo creativo stimola la riflessione e ispira a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale. Un percorso composto da una serie di colloqui one to one, volti a: •          identificare gli obiettivi su cui lavorare •          far emergere risorse e ostacoli al raggiungimento degli obiettivi •          creare un piano di azione a supporto Partecipa anche tu per scoprire le prossime date di selezione, le agevolazioni finanziarie e le borse di studio offerte. Registrati per ricevere tutte le informazioni per partecipare. Dove: Villa Blanc, Roma Quando: 5 aprile 2023 Ore: 17:00 – 18:30 CEST  Online Form - Recruitment Full-timeMBA

20 Marzo 2023

Sessione di orientamento MBA

Incontra il nostro staff per avere una consulenza personalizzata Partecipa all’evento di orientamento dedicato agli MBA di Luiss Business School il prossimo mercoledì 12 aprile dalle ore 17:00 alle ore 18:30. Scopri il nostro esclusivo percorso di crescita dedicato ai professionisti e ai manager di azienda. Modella insieme al nostro staff il tuo percorso di crescita e valorizza al meglio la tua seniority! Durante l’Open Evening avrai la possibilità di ricevere maggiori informazioni su: l’Executive MBA in lingua italiana, on campus, progettato per professionisti, manager, dirigenti ed imprenditori con almeno sette anni di esperienza. In partenza ad aprile 2023 il Part-time MBA, in lingua inglese, on campus, progettato per manager, imprenditori e giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza. In partenza a marzo 2023 a Roma e a novembre 2023 a Milano il Flex MBA, in lingua inglese, online, progettato con la piattaforma Insendi. Destinato a manager, imprenditori e giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza. In partenza a ottobre 2023 il Full-time MBA, in lingua inglese, on campus, progetto per giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza. In partenza a ottobre 2023. I coordinatori dei programmi nonché il nostro recruitment staff saranno a tua disposizione per colloqui one to one e info session dedicate. Grazie all’MBA di Luiss Business School potrai: Costruire un network professionale ampio ed eterogeneo Seguire le lezioni di una faculty internazionale di accademici e top manager Partecipare a laboratori trasversali dedicati alle soft skills come la leadership e la comunicazione Beneficiare di un boost per la tua carriera attraverso il personal coaching e periodi di soggiorno all’estero. Per partecipare è necessaria la registrazione all’evento. DOVE: Villa Blanc, Via Nomentana 216, Roma, Italia QUANDO: 12 aprile 2023 ORE: 17.00 CEST Online Form - Sessione di orientamento MBA | MBA Orientation Session

15 Marzo 2023

EMIT – Corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance

Luiss Business School è lieta di presentare la XIII edizione di EMIT, Corso di Perfezionamento Universitario in Digital Innovation & Governance. Il Corso permette ai partecipanti di acquisire le competenze manageriali necessarie all’innovazione e alla gestione dei servizi digitali, consolidando e integrando competenze di IT Governance e Management, competenze Manageriali e Gestionali e competenze di Innovazione e Trasformazione Digitale. I partecipanti avranno inoltre la possibilità di conseguire alcune delle principali certificazioni riconosciute in ambito internazionale: • COBIT®2019 Foundation (Isaca) • PRINCE2® Foundation & Practitioner (Axelos) • ITIL®4 Foundation (Axelos) La XIII edizione annovera tra i suoi partner Cyber 4.0 nella realizzazione del Corso di Perfezionamento Universitario. Cyber 4.0 è il Centro di Competenza nazionale ad alta specializzazione per la cybersecurity, uno degli 8 centri di competenza ad alta specializzazione finanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico. La missione del Centro è accompagnare policy maker, imprese e PA in un percorso di crescita verso una digitalizzazione sicura, grazie a soluzioni concrete, strategiche e sostenibili. La quota di partecipazione agli esami di certificazione è inclusa nell’iscrizione al programma e i soci Cyber 4.0 potranno beneficiare di una agevolazione finanziaria del 20%. Dove: Roma Quando: 31 marzo 2023 Impegno: Weekend  SCOPRI IL PROGRAMMA 15/03/2023

14 Marzo 2023

Webinar - Executive Master in Open Innovation & Intellectual Property – Corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance

Mercoledì 29 marzo 2023 alle ore 18:00 si terrà il webinar di presentazione dell’Executive Master in Open Innovation & Intellectual Property offerto da Luiss Business School. Il programma è in partenza il prossimo 19 maggio 2023 e si pone l’obiettivo di formare esperti in innovazione e proprietà intellettuale fornendo le competenze per lo studio dell’intero ciclo di vita dell’innovazione. AGENDA: Il webinar prevede la presentazione del programma dove verranno illustrati i contenuti, presentati i docenti e i coordinatori dei moduli del percorso. È prevista una sessione di Q&A dove sarà possibile ricevere informazioni sui servizi di Luiss Business School.Saranno inoltre fornite informazioni sulle borse di studio a disposizione. PERCHÉ PARTECIPARE? Il webinar è un’opportunità per acquisire le informazioni preliminari sui contenuti del percorso, sulle borse di studio e approfondire come gestire il processo di innovazione e il trasferimento tecnologico passando per l’innovazione. SPEAKERS: Maria Isabella Leone, Referente Scientifico Luiss Business School Monica Cugno, Referente Scientifico, Università degli Studi di Torino Armando Fossi, Senior Business Development Consultant, Coleman Research QUANDO: 29 marzo 2023 ORE: 18:00 – 20:00 CEST LINGUA: Italiano DOVE: Online Per partecipare è necessaria la registrazione REGISTRATI SCARICA LA BROCHURE 14/3/2023

06 Marzo 2023

Open Evening | Executive Education Luiss Business School

Scopri i percorsi di formazione per professionisti erogati nei nostri hub di Roma, Milano e Belluno Mercoledì 29 marzo 2023 dalle ore 17:00 alle ore 19:00 Luiss Business School apre le porte del suo campus di Roma per un pomeriggio di presentazioni in cui ricevere informazioni sull’offerta formativa Executive dedicata ai professionisti.Un’opportunità unica per ricevere una consulenza personalizzata in grado di rispondere con efficacia al fabbisogno formativo con soluzioni di alto profilo conciliabili con l’attività lavorativa. Master universitari in italiano e in inglese, corsi di perfezionamento universitario, programmi formativi erogati online, short courses erogati nei nostri hub di Roma, Milano, Belluno e Amsterdam sono parte integrante della nostra offerta formativa.  L’evento è anche un’occasione di incontro con i nostri coordinatori, i coach e il recruitment office nella splendida cornice di Villa Blanc. Partecipa anche tu per scoprire le prossime date di selezione, le agevolazioni finanziarie e le borse di studio offerte, nonché le opportunità di mobilità internazionale.Coloro che prenderanno parte all’evento, saranno esonerati dal pagamento dell’admission fee per le successive due date di selezione di aprile 2023, se prevista. Registrati per ricevere tutte le informazioni per partecipare. Dove: Villa Blanc, Roma Quando: 29 marzo 2023 Ore: 17:00 – 19:00 CEST  Online Form - Open Evening - 29 marzo

03 Marzo 2023

Nasce l'Advisory Board della Luiss Business School per il Nordest

A Belluno cabina di regia per l'alta formazione Si è insediato a Belluno l'Advisory Board della Luiss Business School per il Nordest, organismo che avrà il delicato compito di valorizzare e radicare l'hub veneto delle Dolomiti. “A tre anni dall'avvio della Luiss Business School a Belluno siamo pronti a compiere un nuovo passo per rendere questa iniziativa ancora più attrattiva e strategica”, afferma Lorraine Berton, Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, associazione che per prima ha creduto nella possibilità di portare nel capoluogo dolomitico una delle più prestigiose scuole di alta formazione in Italia e nel mondo. “Il successo dei primi corsi e l'aumento continuo delle iscrizioni ci dice che è stata la scelta giusta, che il nostro territorio può competere con tutti gli altri a patto che si punti sull'eccellenza delle proposte”, sottolinea Berton. Da qui la nascita dell'Advisory Board, presieduto dalla presidente Lorraine Berton, e composto da grandi nomi dell'imprenditoria e del management che supporteranno Luiss Business School nella sfida delle competenze e della crescita del capitale umano, focalizzandosi sulle necessità delle imprese del Nordest. La presentazione ufficiale della squadra è avvenuta oggi a Palazzo Bembo, sede dell'hub, con gli interventi di Luigi Abete e Raffale Oriani, rispettivamente Presidente e Dean della Luiss Business School. “Sono state scelte personalità di spicco dei vari settori in modo da avere un'ottica multidisciplinare e trasversale”, rimarca Berton. “Ogni settore è strategico, soprattutto in un territorio come il nostro: il Nordest del Paese è una delle regioni più industrializzate e produttive d'Europa, ma anche una delle più turistiche. Una dimensione non deve escludere l'altra, anzi: la crescita può essere integrata e sostenibile”. I componenti del nuovo comitato: Lorraine Berton, Presidente Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Businaro, C.E.O. Novation Tech S.p.A., Michela Cecotti, Amministratore Unico Sultan srl, Gianni Gajo, Fondatore e Presidente onorario Alcedo Sgr, Alessandro Lunelli, Owner and Executive Board Member Gruppo Lunelli-Ferrari, Anna Mareschi Danieli, Executive Board Member Danieli Group, Giulio Mosetti, Fondatore Studio Legale Mosetti Compagnone, Paolo Possamai, Consulente strategico per le relazioni istituzionali Banca Finint, Carlotta Vazzoler, Human Research Manager Albergo San Clemente Palace Kempinski Venice. “Si tratta di una squadra di altissimo livello che ci aiuterà a tracciare e anticipare i fabbisogni di formazione delle nostre aziende. Sono certa che, assieme, faremo un lungo percorso. Una prima tappa è costituita dalle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, evento che dobbiamo programmare in ogni dettaglio, partendo proprio dalla creazione e dall'aggiornamento di nuove competenze. Solo con proposte credibili e competitive, riusciremo a intercettare i migliori talenti, di cui il Nordest – e in particolare la nostra montagna – hanno bisogno per guardare al futuro”, conclude Berton. “Ci tengo ad esprimere il mio personale ringraziamento e quello della Luiss Business School ai membri dell’Advisory Board, ed in particolare alla Presidente Maria Lorraine Berton, per l’impegno che metteranno nel veicolare i valori e le attività della Scuola e dell’Hub di Belluno – ha dichiarato Luigi Abete, Presidente della Luiss Business School. Inaugurammo questa sede a gennaio 2020, pochi giorni prima che si abbattesse sull’Europa la pandemia. Oggi, ripartiamo, resilienti, nel percorso che vede la Luiss Business School radicarsi ulteriormente nel territorio, proponendosi come luogo di formazione di eccellenza per contribuire alla crescita del tessuto manageriale ed imprenditoriale ed allo sviluppo ed all’internazionalizzazione delle aziende del Nordest, per dotarle di competenze e know-how necessari a gestire, con flessibilità e velocità, le continue evoluzioni dell’attuale contesto macro-economico e socio-politico”.

27 Febbraio 2023

Sports-Tech in 45 minuti: Trasformare le Organizzazioni Sportive e Monetizzare l’Innovazione

Giovedì 9 marzo 2023 dalle ore 18:00 si terrà il webinar di presentazione dell’Executive Programme in Sports-Tech offerto da Luiss Business School. Il programma, in partenza il prossimo 6 maggio 2023 e sviluppato in collaborazione con Verde Sport, mira a creare professionalità competenti per valorizzare l’inserimento delle innovazioni tecnologiche nel settore dello sport che ne stanno trasformando il contesto competitivo. AGENDA: Il webinar prevede la presentazione del programma dove verranno illustrati i contenuti, presentati i docenti e i coordinatori dei moduli del percorso. È prevista una sessione di Q&A dove sarà possibile ricevere informazioni sui servizi di EduCare, Carrier Services e Networking di Luiss Business School. Saranno inoltre fornite informazioni sulle agevolazioni finanziarie per l’iscrizione al programma executive. PERCHÉ PARTECIPARE? Il webinar è un’opportunità per acquisire le informazioni preliminari sui contenuti del percorso, approfondire i trend emergenti nel settore dello sport con particolare riferimento a quelli dettati dalla trasformazione digitale. SPEAKERS: Federico Smanio, CEO Wylab e Direttore del progetto WeSportUp Fabio Lalli, Imprenditore e Consulente, Partner di IQUII e Fondatore di MTVRS Mayliss Redou, Coordinatrice Programma Luiss Business School Federico Fantini, Senior Sport Marketing Business Advisor e Presidente ASSI Manager Alessandro Carrera, Direttore Sports Business School QUANDO: 9 marzo 2023 ORA: 18:00 CEST DOVE: Online Per partecipare è necessaria la registrazione REGISTRATI 24/2/2023

07 Febbraio 2023

Scopri il nostro esclusivo percorso di crescita dedicato ai professionisti e ai manager di azienda

Partecipa all’ evento del prossimo 28 febbraio e individua l’MBA più adatto alle tue esigenze ed obiettivi di carriera insieme al nostro Staff. Modella insieme a noi il tuo percorso di crescita e valorizza al meglio la tua seniority! Durante l’Open Evening avrai la possibilità di ricevere maggiori informazioni su: l’Executive MBA in lingua italiana, on campus, progettato per professionisti, manager, dirigenti ed imprenditori con almeno sette anni di esperienza. In partenza ad aprile 2023 il Part-time MBA, in lingua inglese, on campus, progettato per manager, imprenditori e giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza. In partenza a marzo 2023 a Roma e a novembre 2023 a Milano il Flex MBA, in lingua inglese, online, progettato con la piattaforma Insendi. Destinato a manager, imprenditori e giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza. In partenza a ottobre 2023 il Full-time MBA, in lingua inglese, on campus, progetto per giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza. In partenza a ottobre 2023. L’ MBA Area Director e i coordinatori dei programmi, nonché il nostro recruitment staff saranno a tua disposizione per colloqui one to one e info session dedicate.  Grazie all’MBA di Luiss Business School potrai: Costruire un network professionale ampio ed eterogeneo Seguire le lezioni di una faculty internazionale di accademici e top manager Partecipare a laboratori trasversali dedicati alle soft skills come la leadership e la comunicazione Beneficiare di un boost per la tua carriera attraverso il personal coaching e periodi di soggiorno all’estero.  Online Form - Recruitment MBA 28 Febbraio 7/2/2023

MBA

25 Gennaio 2023

Executive Master in Open Innovation & Intellectual Property

Sviluppa le competenze digitali, le abilità manageriali e le tecniche di leadership grazie all’Executive Master in Open Innovation & Intellectual Property ed alle 20 borse di studio a disposizione! Per rispondere alle crescenti richieste di competenze trasversali di natura tecnico-giuridica, economico-finanziaria e manageriale necessarie per gestire l’odierno tessuto imprenditoriale in costante evoluzione, il Ministero dello Sviluppo Economico ha promosso l’istituzione del Master di II livello in Open Innovation & Intellectual Property realizzato, in accordo con il MIUR, dall’Università Luiss Guido Carli – tramite Luiss Business School e l’Università degli Studi di Torino – tramite la SAA School of Management. Giunto alla IX edizione, il master inter-ateneo forma esperti in innovazione e proprietà intellettuale fornendo le competenze per lo studio dell’intero ciclo di vita dell’innovazione che va dalla concezione dell’idea, alla creazione, alla protezione, fino allo sfruttamento commerciale e agli utilizzi anti-competitivi. Per la nuova edizione del master, in partenza ad aprile 2023, la Direzione generale per la tutela della proprietà industriale – MISE - riconosce 20 borse di studio a favore dei candidati più meritevoli (fino ad una concorrenza di € 7.000 a parziale copertura della quota di partecipazione al programma). Le borse di studio saranno devolute a chi si distinguerà per forte motivazione e attinenza del curriculum al profilo richiesto previa ammissione al master. È possibile richiedere maggiori informazioni chiamando il numero 06 85222240 oppure scrivere a: executive@luissbusinessschool.it. QUANDO: 19 maggio 2023 DOVE: Lezioni On Campus a Roma e Torino e anche a distanza (streaming) IMPEGNO: Formula weekend a settimane alterne SCOPRI DI PIÙ 25/01/2023

25 Gennaio 2023

Martedì 7 febbraio partecipa all’Open Evening dedicato agli MBA in formula weekend di Luiss Business School

Scopri il nostro esclusivo percorso di crescita dedicato ai professionisti e ai manager di azienda. Partecipa all’ evento e individua l’MBA in formato weekend più adatto alle tue esigenze ed obiettivi di carriera. Modella insieme al nostro staff il tuo percorso di crescita e valorizza al meglio la tua seniority! Durante l’Open Evening avrai la possibilità di ricevere maggiori informazioni su: l’Executive MBA in lingua italiana, progettato per professionisti, manager, dirigenti ed imprenditori con almeno sette anni di esperienza, in partenza ad aprile 2023 il Part-Time MBA, erogato in lingua inglese, progettato per manager, imprenditori e giovani professionisti con almeno tre anni di esperienza e in partenza a marzo 2023 a Roma e a novembre 2023 a Milano il Flex MBA; programma offerto in lingua inglese, progettato con la piattaforma Insendi. Un MBA flessibile e con una prospettiva globale che può essere seguito ovunque e in qualsiasi momento, in partenza ad Ottobre 2023. La coordinatrice accademica e i coordinatori dei programmi, nonché il nostro recruitment staff saranno a tua disposizione per colloqui one to one e info session dedicate. Grazie all’MBA di Luiss Business School potrai: Costruire un network professionale ampio ed eterogeneo Seguire le lezioni di una faculty internazionale di accademici e top manager Partecipare a laboratori trasversali dedicati alle soft skills come la leadership e la comunicazione Beneficiare di un boost per la tua carriera attraverso il personal coaching e periodi di soggiorno all’estero. QUANDO: 7 febbraio 2023 dalle ore 17.00 alle ore 18.30 DOVE: Luiss Business School, Campus Villa Blanc, Via Nomentana 216, 00162 Roma REGISTRATI 25/01/2023

MBA

24 Gennaio 2023

EMIT - Corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance – Webinar

Il 9 febbraio 2023 alle ore 18.30 si terrà online il Webinar “Chat GPT ed integrazione dell'AI nelle infrastrutture IT di aziende pubbliche e private”.  L’evento di presentazione della nuova edizione di  EMIT, il Corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance, offerto in collaborazione con HSPI e in partenza il 10 marzo 2023 a Roma. Il Corso permette ai partecipanti di acquisire le competenze manageriali necessarie all’innovazione e alla gestione dei servizi digitali, consolidando e integrando competenze di IT Governance e Management, competenze Manageriali e Gestionali e competenze di Innovazione e Trasformazione Digitale. Durante il webinar Paolo Spagnoletti e Roberto Carbone, direttori scientifici del Corso, insieme a Davide D’Amico, Direttore generale per i sistemi Informativi e la statistica presso il Ministero dell’istruzione e del merito, metteranno in luce la necessità di dotarsi di competenze avanzate di natura multidisciplinare per integrare soluzioni di Intelligenza Artificiale nelle infrastrutture di organizzazioni pubbliche e private. Oltre alle possibilità offerte dai nuovi sviluppi tecnologici in quest’area, sarà evidenziata l’importanza di adattare la governance dell’IT alle caratteristiche delle moderne architetture digitali per affrontare le nuove sfide per la sostenibilità ambientale, economica e sociale. SPEAKERS: Prof. Paolo Spagnoletti, Professore di Organizzazione e Sistemi informativi presso il Dipartimento di Impresa e Management della LUISS Guido Carli. Direttore Scientifico del Corso Ing. Roberto Carbone, Managing Director di HSPI. Responsabile dei servizi IT Governance. Direttore Scientifico del Corso Ing. Davide D’Amico, Direttore generale per i sistemi Informativi e la statistica presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito Durante il webinar potrai interagire attivamente sulle tematiche emerse durante la sessione finale di Q&A. Per partecipare all’evento è necessaria la registrazione. Dove: Online Quando: 9 febbraio 2023 Ore: 18:30 CEST REGISTRATI SCARICA LA BROCHURE 25/01/2023

06 Luglio 2021

Paolo Boccardelli, Luiss Business School: «Nella transizione ecologica il capitale umano sarà ancora centrale e decisivo»

In occasione dell’apertura della nuova edizione dell’Edison Energy Camp il Direttore Luiss Business School e Nicola Monti, CEO Edison, tracciano la road map per una rivoluzione che non si può fallire Per la transizione ecologica non basta la tecnologia: la chiave di volta saranno le competenze. È questo il teorema espresso da Paolo Boccardelli, Direttore di Luiss Business School, durante il webinar La transizione ecologica: una sfida centrale per il sistema Paese e per l’economia internazionale. Il settore Energy è tra quelli maggiormente interessati dal Recovery Fund. Gli obiettivi sono la transizione energetica, il potenziamento della formazione e un cambio di mindset nella cultura di impresa. Mai come oggi l'Italia ha bisogno di una spinta importante per realizzare questi traguardi. Per farlo avrà bisogno di governare e tradurre la digitalizzazione in business, trasformando concretamente la parola sostenibilità in una voce di bilancio aziendale. «Il mondo dell'energia sta affrontando la stessa sfida del settore dell'IT di un decennio fa – spiega Boccardelli – passare da un modello industriale centralizzato a uno decentralizzato. L'architettura dell'energia sta attraversando lo stesso tipo di rivoluzione: portare l'intelligenza nei punti vicini al consumo. Attraverso la rivoluzione dei dati, la digitalizzazione consente di gestire i picchi di domanda in modo intelligente». Per farlo servono prima di tutto le competenze. «Nella transizione ecologica il capitale umano sarà ancora centrale e decisivo: ad oggi, far lavorare nel modo migliore un computer è ancora una competenza dell'uomo. Non bastano dei profili Stem o dei data scientist: queste risorse devono essere in grado di costruire il modo in cui l'azienda accede ai dati. I business translator interpretano i dati nel frame aziendale, danno il senso della valorizzazione del dato. Per questo vanno formati nelle aziende, per mettere in pratica la logica data driven attraverso processi innovativi, in cui il settore energetico ha fatto molti passi avanti». Secondo Nicola Monti, CEO Edison, le competenze necessarie nel settore Energy saranno quelle che consentiranno di chiudere il cerchio nelle energie rinnovabili, dove vanno implementati i sistemi di accumulo. «Serviranno competenze nella gestione dei clienti e nella comunicazione, nella gestione e formazione delle risorse umane: la quantità di persone impiegate nel settore aumenterà, con un necessario upskilling e reskilling, che traghettino le competenze dal mondo degli idrocarburi a quello delle energie rinnovabili». La transizione energetica: il vantaggio da non perdere Nella transizione energetica l'Europa si è portata avanti sul tema delle energie rinnovabili, creando anche un mercato delle emissioni. Al trend si stanno accodando anche gli Stati Uniti, ma nazioni come India e Cina non pensano minimamente a invertire la rotta. Edison, la più antica azienda energetica europea, si prepara a raggiungere la carbon neutrality entro il 2050. «Stiamo vivendo un momento di discontinuità – spiega Monti – Se il progresso industriale degli ultimi 50 anni è stato alimentato dagli idrocarburi, le cui emissioni hanno contribuito a causare un aumento della temperatura del pianeta, ci si rende conto che siamo arrivati a un punto dove bisogna cambiare modo di fare energia. In questo scenario le rinnovabili avranno un ruolo sempre più grande. Un ruolo chiave sarà giocato anche dal consumatore, che con il digitale non avrà solo un ruolo passivo, ma sarà in grado di comunicare in modo attivo». L'energia riguarda tantissimi aspetti della vita quotidiana: per questo la sostenibilità non può restare solo una medaglia da appuntarsi al petto. Secondo Monti è diventata un tutt'uno con i bilanci delle aziende. Boccardelli sottolinea che chi oggi ha obiettivi di sostenibilità, deve accelerare le sue policy. «Il 90% del successo di una strategia dipende da una buona execution: è il momento di affrontare i nodi implementativi della sostenibilità – spiega il Direttore di Luiss Business School – Il Pnrr dice molto in merito, ma forse non abbastanza: certamente è una grossa opportunità per trasformare una buzzword in qualcosa di concreto». «Bisognerà far bene i compiti per non lasciare solo debiti, creando ricchezza – aggiunge Boccardelli – È necessario rivisitare il sistema economico italiano. Abbiamo da recuperare un gap di produttività di vent'anni, in cui paghiamo inefficienza del sistema, falle nei settori della giustizia, innovazione, istruzione e ricerca. Il Paese cambia se ciascuno di noi si rimbocca le maniche e fa il proprio dovere». L'evento Le riflessioni sono emerse durante il webinar del 17 giugno La transizione ecologica: una sfida centrale per il sistema Paese e per l’economia internazionale, organizzato in occasione dell’apertura della nuova edizione dell’Edison Energy Camp, prevista per il 21 giugno. All'evento hanno partecipato Nicola Monti, CEO Edison, e Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, L’Edison Energy Camp prende avvio nel 2013 in collaborazione con il Consiglio Mondiale dell’Energia – WEC Italia, come programma destinato agli studenti iscritti alla laurea magistrale nell’ambito di percorsi di studio coerenti con il settore energia. Dal 2019 l’Edison Energy Camp è frutto del sodalizio fra Edison, WEC Italia e Luiss Business School. L’obiettivo è fornire una fotografia completa del settore Energy a 50 giovani, per formarli come futuri interpreti della grande sfida della transizione ecologica, soprattutto sotto la spinta del Recovery Fund, che siano in possesso degli strumenti di analisi critica degli scenari energetici e in grado di fornire un supporto integrato e mirato al business. Nell'Edison Energy Campo gli studenti si uniranno a giovani professionisti, lavorando insieme e creando nuove sinergie. I webinar open del camp vedono protagonisti Barbara Terenghi, Chief Sustainability Officer, Edison, il 24 giugno, e Simone Nisi, Direttore Affari Istituzionali, Edison, l'8 luglio.   5/7/2021

30 Giugno 2021

Expo 2020 Dubai: la strategia per le PMI targata Luiss Business School e SACE

Digitalizzazione, competenze trasversali, economie di filiera, sostenibilità: ecco le coordinate per le piccole e medie imprese emerse dall'incontro a Villa Blanc organizzato da Luiss Business School sotto la regia di SACE per celebrare la conclusione dell'Export Champion Program «Le sfide e le opportunità offerte dagli Emirati Arabi Uniti sono tantissime – ha spiegato Pierfrancesco Latini, Amministratore Delegato SACE durante l'evento Expo 2020 Dubai: il Made in Italy riparte dagli EAU del 22 giugno a Villa Blanc, Roma - L'export si è ridotto del 16 % a causa della crisi pandemica, ma ci si aspetta una ripresa importante. Nei primi mesi del 2021 è stato registrato un +22% con prospettive ancora più rosee nel 2022». Tra i settori più interessanti per le aziende italiane ci saranno quello delle infrastrutture; l'agritech e l'agrifood, dai macchinari al prodotto finale; e le energie rinnovabili, un settore su cui tutto il Medioriente sta puntando molto. Ma gli Emirati Arabi Uniti non sono il nuovo Eldorado: è un Paese che pretende eccellenza, obiettivo che si può raggiungere attraverso la formazione dei manager con competenze trasversali, economia di filiera, sostenibilità e digitalizzazione. Il valore della digital transformation L'Unione Europea stima che da qui al 2025 ci sarà un incremento di dati pari al 530%, generando un valore di 829 miliardi di euro per la data economy, creato grazie a 11 milioni di professionisti in questo ambito. Ci sarà anche una crescita sostanziale delle digital skill, che farà in modo da assicurare competenze digitali di base ad almeno il 65% della popolazione europea.  «Fino a qualche tempo fa la digitalizzazione era letta come una grande minaccia. Dopo la pandemia invece appare come una grande opportunità. Basti pensare a ciò che la digital transformation ha permesso di fare con la campagna vaccinale. Il nostro mondo è cambiato attraverso le piattaforme digitali», spiega Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School. «Ora ci sono delle sfide importanti da cogliere – continua Boccardelli. – La prima è quella delle infrastrutture. Nell'economia 5.0 serve la banda ultralarga per creare una società Gigabyte, che permetta di fruire contenuti e servizi in cloud, motore della trasformazione economica, in maniera istantanea e rapida per tutte le pmi. Il secondo punto sono i servizi, seguiti dalle competenze digitali, ambito in cui l'Italia è all'ultimo posto in Europa. Il vero motore di cambiamento sarà dunque la sinergia tra connettività, servizi e competenze». «L'Italia ha fatto passi in avanti nella digitalizzazione ma c'è molta strada ancora da fare rispetto ad altri Paesi dell'Europa occidentale – sottolinea Matteo Caroli, Associate Dean per l’internationalization Luiss Business School. – Le imprese innovative sono quelle che hanno maggiormente successo all'estero, fattore che sottolinea l'importanza di muoversi con investimenti in questa direzione, con una politica di innovazione per la digitalizzazione delle PMI». Questo aspetto interessa anche il dialogo con il cliente internazionale e la sostenibilità. «Il tema ambientale è al centro dei processi di sviluppo dei paesi emiratini. Le imprese che riescono a innovare in chiave di sostenibilità si affermano. Sace ha lanciato molte iniziative a sostegno delle imprese eccellenti sul piano ambientale, modalità per essere competitivi a livello internazionale. Su questo fronte siamo leader di alcune filiere della cosiddetta green economy, come l'energia». Il ruolo chiave della formazione Entrare in un mercato importante e particolare quello dei Paesi del Golfo richiede competenze trasversali, ma anche la consapevolezza che è la filiera la leva su cui puntare. «È di grande importanza acquisire competenza di natura comportamentale, negoziale, per essere efficaci nelle sedi estere – continua Caroli – Inoltre, bisogna acquisire le capacità di ripensare e gestire il proprio business model e comprendere che si possono cogliere grandi opportunità se si opera in un nuovo mercato all'interno di una filiera. In Paesi come gli Emirati Arabi Uniti la singola azienda ha poche chance. Per questo la sfida è quella di sviluppare un'offerta di alta formazione per sviluppare competenze manageriali di alto profilo». Il managerial gap, cioè quelle carenze di competenze manageriali, non può più essere un ostacolo alla crescita. Oggi la formazione di questo apparato di conoscenze è molto più complessa perché non si tratta solo di creare competenze professionali, ma di avere anche una visione più complessa del ruolo del manager. «Servono competenze per comprendere gli scenari geopolitici – spiega Boccardelli – Per questo si punta a creare una formazione T-shape, con una verticalizzazione profonda su specifiche aree, ma con competenze trasversali che permettono ai manager e ai leader di comprendere l'evoluzione geopolitica e l’economia digitale. Lo permettono programmi come Export Champion Program». «L'obiettivo – aggiunge Latini - è affiancare le imprese italiane sul mercato domestico». La partnership con Luiss Business School ha permesso un rafforzamento del programma Sace Education, che promuove un programma formativo e integrato per promuovere export, internazionalizzazione, green new deal e digitalizzazione nelle imprese italiane. Tra questi, la preparazione a Expo 2020 Dubai è uno dei pilastri. «L'innovazione è la chiave per entrare in questo paese – aggiunge Nicola Lener, Ambasciatore d’Italia ad Abu Dhabi – È un'economia che punta sulla diversificazione dei servizi della manifattura, sulla conoscenza e sulla connettività, che è il tema principale di Expo». Il primato dell'e-commerce nel mercato emiratino, dove c'è un'alta domanda di Made in Italy mostra forti potenzialità di sinergie con l'Italia, Paese a cui si guarda con grande interesse per le capacità di costruzione infrastrutturali e per l'automazione industriale, dove la digitalizzazione sta rivoluzionando la manifattura. Gli Emirati Arabi sono un mercato in grandissimo sviluppo: le cose che in Europa accadono in mesi, o anche in anni, qui accadono in settimane. Per questo ci vuole velocità di esecuzione, data da competenze e visione. 30/06/2021

15 Giugno 2021

Luigi Caldarola: «Cambiare lavoro è più facile grazie a Luiss Business School»

Dopo cinque anni in Nike, l’ex studente si è lanciato in una nuova avventura, con un settore tutto da costruire a sua immagine. A coprirgli le spalle, le competenze e tanta curiosità. La storia di Luigi Caldarola dopo il Major in Corporate Finance, per la serie #MyLuissBusiness Lasciare un lavoro che era stato il sogno di una vita in Nike, per un salto nell'inesplorato: Luigi Caldarola ha scelto di provarci, senza paura. A dargli l'energia e la fiducia nelle proprie capacità è stato il suo percorso universitario in Luiss. Oggi, che ha 30 anni, si prepara a diventare il Senior Financial Analyst europeo di StockX, azienda legata al mercato del reselling di prodotti in edizione limitata. Il coraggio di ricominciare con competenze solide e tanta curiosità deriva anche dal Major in Corporate Finance del Master in Financial Management frequentato in Luiss Business School. Luigi Caldarola, perché hai scelto il Major in Corporate Finance di Luiss Business School? Ho conseguito la laurea triennale in Economics and Management - Administration, Finance and Company Control alla Luiss Guido Carli. Dopo un'esperienza molto formativa sia a livello personale che professionale a Londra, ho capito cosa non volessi fare nella vita. Cosa è successo? In quella prima esperienza avevo a che fare con fondi di investimenti basati sul cambiamento climatico. Successivamente ho capito che avrei voluto avvicinarmi maggiormente al mondo del Corporate Finance. Poi, essendo molto attaccato alle mie radici e alla mia famiglia, ho deciso di tornare a Roma e di proseguire la mia formazione con il Major in Corporate Finance (Macofin) di Luiss Business School. Come mai hai scelto un master e non di proseguire con una laurea magistrale? Quello del master è un titolo che ha maggior peso all'estero. Il mondo del lavoro è molto competitivo, soprattutto a livello internazionale: volevo provare ad accelerare l'intero processo. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Un ambiente splendido, sereno, dal respiro internazionale, che mi ha permesso di fare tante amicizie durante l'intero percorso. Ho trovato un gruppo di persone pazzesco, con cui siamo ancora in contatto: non siamo mai stati solo colleghi, ma veri e propri amici, che studiavano e uscivano insieme. Il rapporto con i professori è stato splendido, la didattica eccellente. Le classi hanno un numero limitato di persone, fattore che ha permesso ai docenti di dare ad ognuno un mindset specifico, orientato su di noi. All'inizio non pensavo sarebbe stato così. Il Macofin è interamente in inglese: questo è stato un problema o un'opportunità per te? Partivo con una buona base di inglese e lo avevo già esercitato, ma è molto importante essere a contatto con la lingua ogni giorno: parlarlo, capirlo, leggerlo ed esprimersi. Anche tra noi studenti cercavamo di parlarlo il più possibile. Il master lo ha sicuramente potenziato, grazie anche al focus completamente concentrato sul linguaggio del Corporate Finance, un ambito per me completamente nuovo. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? La comunicazione è tutto: cercavamo di comunicare tra di noi il più possibile. Il fatto di sapersi relazionare anche con small talk è fondamentale, fattore che mi ha aiutato sia nel passato che nel mio presente lavorativo. Poi è stato stimolato il saper lavorare in gruppo e cambiare gruppo per avere rapporti con chiunque. Il master ci ha dato un mindset specifico anche su come approcciare determinate tematiche nell'ambito lavorativo futuro. Quali sono stati momenti più significativi del percorso? Non c'è stato un vero e proprio momento fondamentale: tutto il percorso è stato meraviglioso. L'iniziare un capitolo nuovo della propria vita con persone con cui ti trovi bene è sicuramente un plus. Il momento più brutto c'è stato proprio alla fine, quando sentivamo che il percorso stava finendo e che ci stavamo lasciando. Didattica e insegnamenti: cosa ha fatto la differenza? Chi più, chi meno i professori – tra cui c'erano anche nomi di spicco – avevano alle spalle esperienze lavorative importanti. Si arrivava in classe felici, sapendo che c'erano dei docenti importanti da ascoltare. Oltre ad essere lezioni didattiche, erano lezioni di vita. Dalla Luiss Business School a Nike: come ci sei arrivato? Per me lavorare in Nike era il sogno della vita e ci sono arrivato quasi per caso. Ero in Croazia e ho pensato di mandare una mail alle risorse umane per capire se ci fosse quale posizione aperta. Non mi aspettavo una risposta e invece mi è arrivata la notizia di una posizione disponibile e che avrei potuto fare il colloquio immediatamente. Avevo un'altra offerta che proveniva dalla British American Tobacco, ma Nike era il mio sogno. Così mi sono detto “Vediamo come va”. Quanto ha contato la provenienza dal mondo Luiss? Molto, perché come dicevo prima è un ambiente internazionale. L'approccio con l'inglese è stato importante, oltre all'esperienza didattica. E nel tuo passaggio in StockX? L'esperienza in Luiss ha fatto la differenza? La Luiss è stata la base, il fulcro. Quando mi presento parto sempre dalle basi, dal mio percorso universitario e quindi sottolineo la mia provenienza universitaria. Durante le application che facevo, nei menu a tendina la voce Luiss era tra le prime. È molto richiesta, soprattutto all'estero. Qual sarà la tua posizione in StockX? Sarò Senior Financial Analyst a livello europeo. StockX è una grande struttura nata in America e pronta a sbarcare nel Vecchio Continente. Ha duecento dipendenti solo a Londra e nel reparto finance ora non c'è nessuno: sono la prima e l'unica risorsa del settore. Si tratta di una posizione molto dinamica, in cui bisognerà dare una struttura a tutto il settore in cui andrò a operare. Il business è nuovo, sta crescendo e questo richiederà moltissime analisi. Riporterò direttamente alla sede centrale, negli Stati Uniti, anche se lavorerò per lo più in smart working, viaggiando tra Olanda, Londra e America. Come sarà la tua vita in azienda? Si dice che chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. So che è vero per quanto riguarda Nike: la vita nel campus è stata incredibilmente bella. Ma ora la routine aziendale sarà diversa per tutti. StockX mi permette lo smart working, non andrò in ufficio ogni giorno e so che a livello umano sarà diverso. Per questo ho chiesto di poter avere incontri live con gli altri in azienda: ritengo importante conoscersi fisicamente. Cosa ti porti da Nike? Proverò a portarmi tutta l'esperienza multietnica che ho fatto, l'essere molto più aperto rispetto a quando ho iniziato, cercando di essere un miglior business partner. In più, mi porto la struttura di Nike e le conoscenze tecniche, che ho coltivato anche in Luiss. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Considero la mia carriera all'inizio. Non pianificavo di cambiare lavoro, ma è successo: potrebbe accadere lo stesso con gli studi. Oggi è molto difficile cambiare e trovare qualcosa di nuovo, anche se è possibile. La competizione è enorme. Quando sentirò di poter conciliare le due cose, vorrei provarci per allargare le mie conoscenze, una delle motivazioni che mi ha spinto a cambiare lavoro. C'è stato un allenamento alla competitività nella formazione in Luiss Business School? Sì, ma ciò che ho trovato è una “bella”concezione di competitività tra i colleghi. Quali sono i tuoi suggerimenti agli studenti futuri e in aula, su come cogliere pienamente le opportunità del percorso? Innanzitutto, di crederci sempre: vengo da un percorso liceale non facilissimo. Ma ho sempre avuto degli obiettivi specifici su cui focalizzavo la mia attenzione, e non mi sono mai arreso. La vita devi mangiartela, che è una cosa che la Luiss mi ha insegnato. Un altro aspetto fondamentale è viversi il momento: gli anni in Luiss sono stati tosti, ma anche bellissimi. A quale tipo di creatività si può fare appello, dato che gli studenti di questo ultimo anno non hanno potuto vivere ciò che hai vissuto tu, in presenza? Come si può compensare? L'aspetto umano è fondamentale, l'ho visto anche sul lavoro. L'ultimo anno in smart working mi ha permesso di tornare a casa, ma credo che un giusto mix tra ufficio e schermo sia l'ideale. Stai per affrontare un importante switch di carriera: quanto ti ha aiutato il percorso fatto in Luiss Business School in questo passaggio? Sì. In Luiss ho imparato ad ampliare la mia visione. Prima pensavo che avrei lavorato in Italia, ma durante il mio percorso in Business School, avendo a che fare con tante culture, ho imparato a lasciarmi andare. Da lì è nata la voglia di provarci con Nike, in Olanda. Da quel momento non ho avuto più paura. Voglio ringraziare la mia famiglia che mi è sempre stata accanto e mi ha supportato in ogni scelta. Ringrazio chi mi è stato vicino durante questo percorso, una persona in particolare. Ringrazio inoltre chi ha contribuito a rendere questa esperienza indimenticabile. Dopo la prima esperienza all'estero, dopo molti momenti difficili, non temi più nulla e ti dici: «perché non provarci anche con una realtà più piccola per farla diventare più grande?». Ma c'è anche un'altra domanda a cui sento che prima o poi darò una risposta. Quale? Si parla spesso di fughe di cervelli qui in Italia. Io penso che abbiamo l'obbligo morale di riportare a casa le nostre esperienze e penso che un giorno metterò insieme tutto quello che ho fatto e coltivato per riportarlo qui e far diventare più grande anche casa nostra. 15/6/2021

11 Giugno 2021

Quando l'imprenditoria può definirsi sostenibile?

Non bastano azioni sporadiche: la sostenibilità deve essere integrata in tutti i processi e le professionalità aziendali. Il Master con Major in Sustainable Entrepreneurship di Luiss Business School mira a mettere al centro delle imprese anche etica e responsabilità Spesso le imprese interpretano la sostenibilità come una bandiera di cui potersi fregiare. Considerano sufficienti poche azioni sporadiche, qualche donazione, per considerare esaurito il proprio dovere verso pianeta e comunità, quasi come la ciliegina su una torta in cui a contare è ben altro. Ma un'azienda davvero sostenibile considera questo fattore un ingrediente pervasivo, come accade tra il babà e il rum, che trasforma un pasticcino secco in un dessert indimenticabile. L'imprenditoria può dirsi sostenibile quando è in grado di trovare una soluzione a un problema, utilizzando risorse che abbiano un impatto pari a zero o positivo sulla vita del pianeta e delle persone. «L'imprenditorialità sostenibile è anche più complicata di quella tradizionale – spiega Christian Lechner, Ordinario di Economia e gestione delle imprese presso il Dipartimento di Impresa e Management Luiss Guido Carli e Direttore del Major in Sustainable Entrepreneurship, Luiss Business School – Mentre la mera fattibilità economica prende in considerazione solo la soluzione e non sempre la sostenibilità, diventa più difficile trovare un modello economico fattibile, ma che rispetti i valori di un'economia sostenibile». Come spiega Lechner l'imprenditoria sostenibile è quella che integra nei suoi processi anche etica e responsabilità. Si parte da un approccio human centered, che mira a risolvere un problema della comunità, il vero stakeholder dell'impresa profit e non profit. Per trovare la soluzione che coniughi fattibilità e desiderabilità, verso un risultato innovativo, è necessario esplorare il problema, ma avere anche le giuste competenze per dare forma a una nuova risposta. General management, sostenibilità, approccio umanistico che aggiunga anche diversità e inclusione sono alcuni degli strumenti di cui l'imprenditore e il manager votati alla sostenibilità non può più fare a meno. Poi ci sono tools come il business planning per impatto sociale, il fundraising e la misurazione delle performance, che concorrono allo sviluppo di un mindset imprenditoriale e delle capacità manageriali di cui l'economia del New Normal avrà sempre più bisogno. «Questo approccio imprenditoriale deve essere centrato sugli esseri umani – aggiunge Lechner – e sui loro problemi: non bisogna dare per scontato di conoscere già quesito e soluzione. È necessario mettere in campo un processo di sperimentazione, che metta alla prova il prototipo della soluzione e ricavi un feedback valido. In più, ci deve essere l'obiettivo della professionalizzazione dell'attore sociale». A questi nodi aperti Luiss Business School vuole rispondere con il Master in Entrepreneurship con Major in Sustainable Entrepreneurship, un programma di 12 mesi in modalità full-time, in collaborazione con Dynamo Academy e in partenza il 25 ottobre 2021. Il master di primo livello si propone di fornire gli strumenti necessari ai neolaureati per diventare attori sociale d'impatto. nable-entrepreneurship/(si apre in una nuova scheda)ModificaImpostazioni del link attualmente selezionatoApri in una nuova schedaAdd "nofollow" to linkAdd "sponsored" to linkAdd "ugc" to link Scopri di più e iscriviti alle prossime selezioni. SCOPRI 11/6/2021

04 Giugno 2021

Formazione integrata a supporto di export, green e infrastrutture: si consolida la collaborazione tra SACE e Luiss

Si rafforza la collaborazione con la Luiss Business School attraverso un programma formativo integrato: dai servizi assicurativo finanziari a supporto dell’export, fino a investimenti green e infrastrutture anche digitali a favore delle PMI  Promuovere la crescita delle imprese italiane, partendo dalla tradizionale expertise di SACE legata ai temi assicurativo finanziari a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione, e integrandola con la nuova operatività legata al Green New Deal ed allo sviluppo delle infrastrutture. Con questi obiettivi, si rafforza la collaborazione tra SACE e l’Università Luiss Guido Carli che, nell’ambito di un accordo più ampio, vedrà come primo risultato concreto il lancio, a settembre, della prima edizione dell’Executive Programme in Export Management. Questo programma post laurea è, infatti, sviluppato dalla Business School dell’Ateneo in sinergia con SACE Academy, l’hub di formazione accademica di SACE, erogata in collaborazione con alcune delle principali università italiane e rivolta a neolaureati e giovani professionisti, che sostiene la crescita delle imprese italiane in Italia e all’estero. L’intesa, finalizzata alla promozione di iniziative e interventi a supporto delle aziende, con particolare attenzione alle PMI, è stata siglata oggi a Villa Blanc nell’ambito di un incontro fra l’Amministratore Delegato di SACE Pierfrancesco Latini, il Direttore Generale dell’Università Luiss Guido Carli Giovanni Lo Storto e il Direttore di Luiss Business School Paolo Boccardelli. Nell’ambito dell’accordo, i partner si impegnano a rafforzare le attività formative congiunte rivolte al mondo delle imprese italiane e dei giovani professionisti, per sviluppare competenze tecnico-specialistiche sui temi assicurativo finanziari legati all’export ed all’internazionalizzazione, al Green New Deal ed alle infrastrutture, mettendo a fattor comune le rispettive competenze. L’accordo ha, inoltre, lo scopo di analizzare le esigenze delle aziende e facilitare il contatto tra SACE e potenziali clienti interessati ai prodotti e ai servizi a loro disposizione, grazie al coinvolgimento della divisione Open Consulting di Luiss Business School, che affianca aziende e istituzioni con un approccio di consulenza fondato sull’integrazione delle eccellenze e sulla cooperazione di sistema. Una ulteriore valorizzazione dei contenuti della collaborazione sarà infine offerta mediante l’organizzazione di iniziative di comunicazione, tavoli tematici, incontri o webinar con aziende, associazioni di categoria e istituzioni territoriali, con la partecipazione dei rispettivi referenti sul territorio. “La nostra collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli e con Luiss Business School si amplia coerentemente con l’evoluzione del ruolo di SACE”,ha commentato l’Amministratore Delegato di SACE Pierfrancesco Latini. “Una collaborazione che poggia su solide basi:l’attività formativa congiunta, infatti, è stata avviata con successo lo scorso anno ed ha coinvolto oltre 300 aziende italiane nel progetto Export Champion Program, focalizzato sulla formazione legata ai prodotti e servizi assicurativo e finanziari di SACE, e giunto alla sua seconda edizione. Con questo accordo, quindi, consolideremo le sinergie per promuovere tra le PMI l’importanza non solo dell’export e dell’internazionalizzazione, ma anche del Green New Deal e dello sviluppo delle infrastrutture, anche digitali, favorendo la formazione su tematiche che ci vedono impegnati sul mercato con i nostri prodotti a supporto delle imprese e del sistema finanziario”. “Questa partnership sottolinea l’importanza che la formazione manageriale assume in una fase così delicata per il nostro sistema delle imprese. C’è bisogno di ripensare i modelli di business, i processi produttivi e le logiche di sviluppo internazionale delle aziende italiane, facendo leva su competenze che mettano al centro capacità di innovazione, sostenibilità e trasformazione digitale. Imprenditori, manager e professionisti si confrontano oggi con una dimensione internazionale profondamente diversa, nella quale la pandemia ha accelerato i processi di cambiamento e trasformato i fattori competitivi di interi settori industriali. Per questo, oggi più che mai è fondamentale formare persone con competenze ed esperienze “larghe”, che siano in grado di creare valore per le imprese italiane, contribuendo così al rilancio e alla crescita della nostra economia, anche in una prospettiva internazionale” ha commentato Giovanni Lo Storto, Direttore Generale Luiss Guido Carli. “In un panorama complesso come quello in cui le aziende si trovano ad operare – è il commento di PaoloBoccardelli, Direttore Luiss Business School– grandi opportunità sono offerte da un accordo che trova il suo valore nel ben calibrato mix di competenze fra l’alta formazione manageriale e l’infrastruttura di riferimento per le imprese italiane che intendono rafforzare o ridefinire le proprie geografie di sviluppo. Oltre all’acquisizione di tecnologie utili nella gestione dei trend in essere da tempo, quali la trasformazione digitale, una nuova globalizzazione e l’emergere del regionalismo, questa collaborazione punta ad inquadrare crescita, formazione del capitale umano (soprattutto nelle aree del digitale) e ridefinizione delle catene del valore quali grandi opportunità di rilancio per le aziende del Paese”. 4/6/2021 

31 Maggio 2021

L’Executive Education Luiss Business School debutta ad Amsterdam. Boccardelli: «Passo importante nel nostro sviluppo estero»

Al via l'Executive Programme in International Pharma and Healthcare Administration Citando la famosa citazione di Neil Armstrong «Un piccolo passo per un uomo e un grande salto per l'umanità», Matteo Caroli, Associate Dean for Internationalization Luiss Business School, ha salutato l'inizio dell'Executive Program in International Pharma and Healthcare Administration, che aggiunge un nuovo palcoscenico internazionale per la Luiss Business School. Con 185 programmi avvitati tra Roma, Milano, Belluno, ora la scuola debutta ad Amsterdam anche con l’Executive Education. «Avviare nuovi corsi è molto complesso e questo è ancora più difficile perché inizia in una nuova sede su un mercato completamente nuovo per noi –  spiega Paolo Boccardelli, Direttore della Luiss Business School – Questo è un primo passo importante nel nostro sviluppo all'estero». «Negli ultimi tempi abbiamo fortemente incrementato la nostra facoltà internazionale – afferma il professor Caroli – Abbiamo numerosi corsi internazionali e questo sarà il nostro debutto ad Amsterdam, città divenuta sempre più rilevante come hub internazionale per l'Europa. Il nostro DNA didattico interpreta l'apprendimento come un'esperienza che dia la possibilità di rafforzare l'esperienza internazionale, il networking, la conoscenza e il mindset imprenditoriale, offrendo l'opportunità di sviluppare carriere a livello internazionale». L'approccio della Luiss Business School si basa sulla sostenibilità. «Abbiamo iniziato a lavorare con questo approccio cinque anni fa. Ora siamo in grado di sviluppare iniziative con approccio sostenibile ed etico al fine di creare valori condivisi – economici, ambientali e sociali. Insieme caratterizzeranno manager e imprenditori contemporanei». Il Covid-19 sta avendo un profondo impatto sulla salute e sull'economia globali. Eppure, visto l'aumento vertiginoso dei decessi, molte aziende hanno potuto riprendersi grazie agli interventi economici del governo e delle banche centrali. L'impatto più profondo si vedrà sulle abitudini sociali, che potrebbero cambiare a lungo termine. Ci saranno conseguenze anche per l'industria farmaceutica nei modelli di coinvolgimento dei clienti, nello sviluppo clinico e nell'organizzazione. Pertanto, per creare politiche, piani e investimenti più efficaci saranno necessari dirigenti con competenze definite e profonde, in grado di gestire tutti i processi in evoluzione. Dopo l'acquisizione dell'Amsterdam Fashion Academy (AFA), la Luiss Business School è ora attiva nella capitale olandese. L'International Pharma and Healthcare Administration durerà 4 mesi e fornirà una panoramica di come gli ecosistemi sanitari si stanno evolvendo in tutto il mondo e si concentrerà sulle sfide che il settore sta affrontando in Europa. Individuerà e introdurrà attori istituzionali di ambito sanitario e non, con i quali le organizzazioni sia pubbliche che private potranno collaborare, per lo sviluppo di approcci sanitari che meglio rispondano alle prossime sfide. Nell'aprile 2021 la Luiss Business School ha ribadito la sua visione internazionale entrando a far parte di The Future of Management Education (FOME) Alliance, il network globale delle principali business school. Questa rete riunisce docenti, alti dirigenti, project manager Edtech, progettisti dell'apprendimento ed esperti di media di ogni scuola per creare le migliori esperienze di apprendimento online. Ci sono nuove opportunità da cogliere, che creeranno vantaggi per clienti e dipendenti. Mentre la direzione sembra chiara, ci si muove in una fase di sperimentazione. Saranno necessarie nuove capacità e dovranno essere connesse a con il mindset internazionale. 31/05/2021

28 Maggio 2021

EDU-GATE, trasformazione digitale nelle università per superare il Covid

Quattro università e tre PMI hanno unito le forze per permettere ai centri di formazione superiore di arrivare agli studenti europei grazie alla tecnologia Il Covid-19 ha ostacolato anche i programmi di interscambio universitario nell'ambito Erasmus. Ma la formazione non si ferma e per questo quattro università e tre piccole e medie imprese dell'Unione Europea hanno unito le forze per introdurre metodologie didattiche innovative e implementare il digitale learning in un nuovo programma: EDU-GATE (EDucational University GATeway to enhance innovative E-learning capabilities, resilience and new best practices). Il progetto è realizzato da Luiss Business School per l'Italia in collaborazione con Rigas Tehniska Universitate (Lettonia); University of Macedonia (Greece); Burgas Free University (Bulgaria). EDU-GATE è stato fortemente voluto anche da tre PMI europee: European Center For Quality Ood (Bulgaria); Linfa Digital Srls (Italia); Symplexis (Grecia). EDU-GATE si colloca all’interno delle linee di ricerca e progettualità della Luiss Business School nell’ambito della digitalizzazione e dell’innovazione sociale e trasversalmente anche dell’inclusione. Gli obiettivi di EDU-GATE Il progetto EDU-GATE mira a supportare il superamento del gap digitale delle università pubbliche e private in Europa. Per farlo sarà necessario prima di tutto supportare piani di trasformazione digitale delle attività educative online, implementando nuove modalità formative e incrementando le expertise digitali dei docenti e dei ricercatori. Sarà necessario rendere più inclusiva la formazione a distanza di livello universitario e rafforzare le skills degli insegnanti necessarie a un utilizzo resiliente degli strumenti digitali più avanzati (come le tecniche di apprendimento integrato digitale, l’uso corretto di contenuti multimediali avanzati, l’integrazione di tecnologie per il 3D interattivo, la realtà virtuale, gli strumenti di visualizzazione olografica, ecc.) Il progetto EDU-GATE guarda prima di tutto agli studenti, la cui formazione è stata menomata dalla pandemia. È necessario includere tutti, anche quelli con minori opportunità, come i portatori di disabilità fisiche o cognitive e i giovani a basso reddito: in questo la tecnologia si propone come un facilitatore di processo. Inoltre, EDU-GATE andrà a sollecitare un dialogo strategico e più integrato con gli Stati dell’Unione al fine di preparare una proposta che possa influenzare il Consiglio Europeo sugli elementi abilitanti necessari per rendere più efficace l’educazione digitale nei prossimi anni. Il progetto si rivolge anche a ricercatori, docenti, personale e stakeholder come imprese, organizzazioni dell’economia sociale, autorità, associazioni di studenti, laureati che sono iscritti a corsi post-laurea in università e organizzazioni europee coinvolte in attività di collaborazione con le realtà accademiche. EDU-GATE: la road map del progetto I partner di EDU-GATE condurranno analisi multisettoriali per capire a che punto è la digitalizzazione dell'insegnamento, cercando di individuare approcci innovativi e concreti, insieme a strumenti adatti a soddisfare i bisogni delle università per l'insegnamento specialistico. Verrà creato un curriculum formativo online per identificare contenuti, competenze esperienziali e strumenti di valutazione delle competenze trasferite. Il tutto sarà affiancato da una piattaforma online integrata per l’apprendimento, la cooperazione multilivello e la condivisione di risorse per via digitale, attraverso la quale verranno implementati 12 innovativi moduli multimediali, che renderanno più efficaci le attività di apprendimento e la condivisione di best practice. A valle dei moduli online di EDU-GATE ci saranno dei test online che valuteranno le competenze e le conoscenze acquisite. EDU-GATE è partito il 1° aprile 2021 e si concluderà il 30 marzo 2023. Tutti i prodotti del progetto saranno disponibili in inglese e tradotti nelle rispettive lingue nazionali dei partner coinvolti, quindi in inglese, italiano, bulgaro, greco e lettone. Il progetto EDU-GATE si inserisce nel Piano d'azione per l'istruzione digitale (2021-2027) dell’Unione Europea e segue anche le raccomandazioni dell’OCSE e dell’ONU, l’EU Future Government 2030+, l’EU’s strategy for e-Skills in the 21st Century e diverse direttive europee che stanno sollecitando una reale rivoluzione digitale nei processi educativi e di apprendimento. 28/5/2021

25 Maggio 2021

Michela Lentini: «Uscite dalla comfort zone con un Executive EMBA»

Michela Lentini ha scelto di affrontare le sfide quotidiane del divario di genere e di quello generazionale nel mondo del lavoro consolidando le sue competenze manageriali. Sa bene infatti che, nel nostro Paese, appena il 18% delle posizioni dirigenziali è occupato da donne ed è proprio nei ruoli manageriali che emergono le maggiori differenze di retribuzione di genere. E sa anche che l'unione di due generazioni e il mix perfetto di Millennial e profili con maggiore seniority nel mondo del lavoro può creare team vincenti e di successo. La strada le è sembrata una sola: tornare a studiare e intraprendere un Executive MBA. Chimico farmaceutico con 10 anni di esperienza nell'industria farmaceutica, appassionata di lifescience, ha ricoperto diversi ruoli sia in R&S che nel Marketing, facendosi guidare nel suo lavoro dall’ambiziosa visione di migliorare la vita delle persone attraverso l’innovazione farmacetuica. Nonostante la giovane età ha alle spalle importanti esperienze, come quelle maturate in MSD in qualità di Marketing Associate Director in ambito Vaccini, e precedentemente in Novartis/GSK, come Regulatory Affairs Associate prima e Product Manager poi. Oggi è Oncology Senior Brand Manager in AbbVie. Michela, perché hai scelto un Executive MBA targato Luiss Business School? Uno dei motivi è stata la voglia di sfidare il divario generazionale sul lavoro. In questo tipo di percorso di formazione incontri persone di età diverse, per esempio nel mio corso ero una delle persone più giovani, con i miei 35 anni. Consolidare le mie competenze creando valore dalla contaminazione generazionale era la mia priorità. Ma c'è un altro gap ancora da sfidare. Quale? Quello di genere. Per una donna la propria preparazione professionale è un modo per colmare questo divario. In più, avendo un background scientifico ma lavorando in un contesto commerciale, volevo perfezionare alcune competenze finanziare e strategiche, acquisite on the job negli anni. Che ricordi hai del percorso in aula? Il gruppo era molto affiatato e lo è ancora, nonostante il percorso di studi sia terminato da qualche mese. Ora ci lega l'affetto e alcuni progetti di business che abbiamo avviato insieme nell’ultima fase dell'EMBA. Confrontandosi con professionisti di provenienza, esperienza e approccio diversi dai propri, ognuno di noi ha acquisito qualcosa che va molto oltre un semplice titolo di studio. In che modo? Facendo leva sulle relazioni interpersonali e sul networking, una delle cose più importanti che mi sono portata a casa dopo questi due anni. Come è stato affrontato il potenziamento delle soft skill? Le iniziative mirate allo sviluppo delle soft skill sono state tantissime. Per esempio, molto utile per il mio lavoro è stato il corso di public speaking. O ancora, ricordo una bellissima esperienza residenziale di due giorni in un teatro, tutti insieme, guidati da un attore professionista in un percorso introspettivo mirato a migliorare le nostre qualità di improvisazione, decision making, lavoro di squadra. Durante il master avete sperimentato il ruolo di imprenditori: qual è il tuo ricordo di questa esperienza? Uno degli obiettivi finali dell’EMBA era la consegna di un progetto in cui mettere in campo tutte le competenze acquisite. Ci siamo quindi cimentati nella sfida di lanciare delle idee di business e aggregarvi persone attorno, creando delle vere e proprie startup, alcune delle quali stanno andando avanti. A chi si immagina questo percorso come puramente didattico, dico che non lo è perché permette di mettere in pratica quanto si è appreso con un fine concreto, vestendo i panni degli startupper. Personalmente, ho lanciato un’idea di circular crowd a supporto delle PMI italiane in risposta all’emergenza COVID-19. Un’emergenza non solo sanitaria, ma anche economica. Insieme ad altri cinque colleghi abbiamo ipotizzato un business model innovativo in cui privati, imprese e professionisti del digitale contribuiscono a una ripresa circolare dei comparti più colpiti dalla crisi. Ora c'è un progetto ben strutturato da poter implementare. A valle di un percorso già lungo e articolato di quasi due anni, da un lato eravamo stanchi, dall’altro eravamo galvanizzati da quello che stavamo realizzando. E’ stato incredibile come ognuno di noi abbia ritrovato una nuova energia nei propri gruppi di lavoro. Luiss Business School mira a formare leader che abbiano un impatto nel mondo, lasciando un’impronta non solo nel proprio percorso professionale. Com'è stata trattata questa tematica durante il corso? Ho riscontrato la mission della Luiss Business School - leader for a better world - in diversi corsi in programma. Personalmente ho molto apprezzato il corso del Professor Matteo Caroli in Gestione sostenibile d'impresa. Sostenibilità significa tante cose, non solo green o circular economy. Significa riuscire a creare valore condiviso per tutti gli stakeholder intorno al proprio business, soprattutto per la comunità in cui si opera. Comprendere che una gestione d'impresa efficace passi anche attraverso la sostenibilità e il valore condiviso è un tema che in Luiss Bussiness School è affrontato in modo concreto e tangibile. Un altro corso molto interessante è stato quello del Professor Andrea Prencipe in Gestione dell'innovazione. Innovazione è una parola blasonata e a tavolta abusata. Ho capito il senso di innovazione intesa come “unione dei puntini”. In che senso? Per innovare sono necessarie nuove lenti, non necessariamente per pensare fuori dagli schemi e inventare qualcosa di nuovo e disruptive, bensì per ripensare allo status quo nell’ottica di “innovarsi per innovare”. Abbiamo discusso i fattori organizzativi che frenano o abilitano l’innovazione, descritti attraverso una serie di esempi di successo e di insuccesso utili a comprendere la dinamica dei processi innovativi e le implicazioni organizzative. Il tuo consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso. Se in questo momento vi state chiedendo perchè intraprendere un EMBA, forse vi trovate in un momento professionale o personale di stallo. Se percepite di essere in una comfort zone, se sentite di aver smesso di imparare ogni giorno... allora è proprio il momento di uscirne e rimettersi in gioco! 25/05/2021

24 Maggio 2021

Export Champion Program, il boost di Luiss Business School e SACE per conquistare Dubai

Al via la seconda edizione del programma formativo promosso da SACE Education, in collaborazione con Luiss Business School, rivolto alle imprese esportatrici con focus sui Paesi del Golfo per approfondire tutte le opportunità per il Made in Italy Quali occasioni attendono le aziende italiane nei Paesi del Golfo? E quali sono i rischi da evitare? Alla vigilia di Expo Dubai 2021, con l'obiettivo di rimettere al centro del contesto economico internazionale le aziende italiane, parte la seconda edizione del programma Export Champion Program. Realizzato da SACE in collaborazione con Luiss Business School, questo percorso formativo tecnico-manageriale ha un obiettivo fondamentale: fornire alle PMI italiane gli strumenti formativi per cogliere le opportunità che il mercato dei Paesi del Golfo offrono, senza correre rischi inutili. «L'economia del nostro Paese ha retto grazie alla dimensione macroeconomica dell'export – spiega Matteo Caroli, Associate Dean per l'Internazionalizzazione Luiss Business School. – Partecipare a un'azione di rafforzamento nella competizione internazionale delle aziende italiane attraverso la formazione è un grande onore per Luiss Business School. Il successo sta sempre più nella collaborazione tra settore pubblico e privato, che così possono produrre valore a beneficio dell'intera connettività». I mercati arabi sono il primo sbocco per l'export italiano: l'area Menasa assorbe il 30% dell'export italiano totale nel mondo. È una delle zone del mondo che sta dando segnali di forte ripresa. All'orizzonte c'è Expo Dubai 2020. Secondo Paolo Glisenti, Commissario Generale dell'Italia a Expo 2020 Dubai, «Expo sta diventando un hub per le filiere di imprese. Le PMI saranno protagoniste dell'Expo. In più, negli ultimi mesi sono nati 21 incubatori ed acceleratori negli Emirati Uniti che mirano ad attirare startup italiane interessate ad alimentare rapporti con l'area, anche per fare sviluppo delle proprie produzioni». «Questa nostra iniziativa – spiega Rodolfo Errore, Presidente SACE – ha l’obiettivo di aiutare le PMI italiane fornendo loro gli strumenti giusti per andare all’estero perché l’internazionalizzazione non si può improvvisare. L’approccio ai mercati esteri deve essere strutturato, consapevole e ben articolato, ed è per questo che l'informazione e la formazione diventano asset fondamentali per le imprese». Il corso torna anche per le previsioni dell'export verso i Paesi del Golfo: secondo il presidente Errore si prevedono tassi di crescita a doppia cifra. L’obiettivo principale del corso, che si avvale della professionalità e della visione di Luiss Business School e prevede il rilascio di una certificazione finale, è affiancare le aziende interessate ad operare in questa area geografica (che comprende Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Bahrein, EAU, Kuwait, Qatar e Oman). Attraverso sei sessioni con focus sui Paesi del Golfo, con un approccio operativo e pratico, il corso punta a rafforzare le competenze tecnico-specialistiche aziendali in tema di export e internazionalizzazione. A completare il percorso c’è una piattaforma digitale dove seguire i webinar, scaricare contenuti digitali, confrontarsi con relatori e partecipanti e costruire la propria vetrina aziendale. Per operare nei mercati arabi, anche in vista di Expo Dubai 2020, bisogna tenere a mente che i Paesi del Golfo non sono un unicum, ma ognuno va approcciato con le sue specificità. «In un mercato in cui il fai da te può diventare pericoloso, l'informazione e la formazione diventano fondamentali», sottolinea Liborio Stellino, Direttore Centrale per l'internazionalizzazione economica e Vicedirettore Generale per la promozione del Sistema Paese MAECI. Lo sviluppo delle competenze e delle risorse umane resta un punto cruciale per le PMI italiane: siamo sempre stati eccellenti sul piano dell'ideazione dei prodotti e della capacità di trovare lo spazio per questi ultimi nei mercati internazionali. Ma negli ultimi due decenni la competizione è diventata sempre più complessa: il buon prodotto non basta più. La cultura aziendale rivolta all'internazionalizzazione diventa fondamentale. «Inoltre – continua Stellino – sarà importante curare il binomio prezzo-qualità, dato che questa area è molto price sensitive. Infine, non bisogna pensare che il Made in Italy possa camminare da solo». Le giuste competenze e mindset, da acquisire grazie alla formazione pensata da Luiss Business School e SACE, saranno le chiavi per avere un approccio vincente a questo mercato, senza correre rischi inutili. Gli interventi sono stati raccolti durane il webinar dedicato al kick off del programma Export Champion Program, tenutosi il 19 maggio alle ore 17 con la partecipazione di Mariangela Siciliano, Head of Education SACE, Rodolfo Errore, Presidente SACE, Matteo Caroli, Associate Dean per l'Internazionalizzazione Luiss Business School, Gian Domenico Mosco, Direttore Executive Course Doing business in The Gulf  UAE Expo 2020, Liborio Stellino, Direttore Centrale per l'internazionalizzazione economica e Vice Direttore Generale per la promozione del Sistema Paese MAECI, Paolo Glisenti, Commissario Generale dell'Italia a Expo 2020 Dubai, e Alessandro Terzulli, Chief Economist SACE. 24/5/2021

13 Maggio 2021

Occhialeria: Luiss Business School crea competenze sul territorio

Il Covid ha travolto anche il settore, ma grazie all'Executive Programme in Digital Export Management progettato dalla Luiss Business School in partnership con ICE, la formazione diventa la chiave per riscrivere il futuro del distretto bellunese La pandemia ha trasformato l'imprenditoria mondiale, compreso il ramo export del settore dell’occhialeria. Il potenziamento della digitalizzazione delle imprese nell'ultimo anno ha reso ancora più evidente come il processo di espansione all’estero di un’azienda non possa più prescindere da una corretta ed efficace presenza online. A Belluno, cuore pulsante dell'occhialeria, si concentra l'80% della produzione nazionale di occhiali, ma anche il 70% del mercato mondiale di fascia medio alta e il 50% della produzione su licenza di questi accessori per i grandi marchi della moda. Più del 76% delle imprese del settore si aspettano un mercato più florido. Ma niente potrà rimanere più come prima: paradigmi come la trasformazione digitale e industria 4.0 rivoluzioneranno anche l'occhialeria e per sfruttarne tutto il potenziale è necessario formare professionisti e competenze funzionali a costruire il New Normal del settore. Per questo Luiss Business School è pronta a far partire l’Executive Programme in Digital Export Management per il settore occhialeria, in partnership con ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. «Nessun imprenditore può prescindere dalla trasformazione digitale e dalla internazionalizzazione – spiega Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education Luiss Business School – Il distretto dell'occhialeria non ne è esente. Traslare questi trend in questo settore non significa solo una revisione della logistica, ma anche fare riflessioni su come massimizzare la rivoluzione digitale. La sfida è quindi anche nelle competenze». Luiss Business School è da sempre al fianco delle aziende, formando professionisti a tutto tondo, capaci di portare le imprese nel futuro. Per il settore dell'occhialeria è stato creato l'Executive Programme in Digital Export Management che partirà a Belluno, quindi nel cuore del distretto dell'occhialeria, il 21 maggio prossimo. «Il Covid è stato uno tsunami che ha travolto l'economia del nostro territorio, cambiando paradigmi e accelerandone altri come quello del digitale – sottolinea Lorraine Berton, Presidente Confindustria Belluno Dolomiti – Solo ora e solo grazie ai vaccini iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Gli Stati Uniti si stanno rimettendo in moto, un'ottima notizia per un'industria vocata all'export come la nostra, come lo è anche l'occhialeria. L'export riparte se si vaccina l'intera popolazione mondiale: non siamo su un'isola. E anche a vaccinazione avvenuta nulla sarà più come prima». «In questi quindici mesi – continua Berton – abbiamo compreso che ci sono processi ineludibili come la digitalizzazione e industria 4.0, che richiedono un investimento importante e strategico sul fronte delle competenze, tema che come associazione continuiamo a declinare in tantissime iniziative di cui la Luiss Business School è la punta di diamante, il nostro orgoglio e, per fortuna, arrivata giusto in tempo, in concomitanza con la pandemia. La specializzazione in Occhialeria dell'Executive Programme in Digital Export Management di Luiss Business School, in partenza a Belluno il 21 maggio prossimo, andrà a coniugare digitale ed export. Si tratta di un'occasione unica per agganciare la ripresa e formare persone in grado di mantenere le nostre aziende su un mercato sempre più competitivo e affamato di ripresa. Frequentare questi corsi può fare la differenza in azienda». SCOPRI IL PROGRAMMA  13/5/2021

10 Maggio 2021

Dalia Caterino: «Il boost per la mia carriera? Competenze, competizione e soft skill»

I valori della Luiss Business School non si raccontano solo attraverso l'offerta formativa, ma soprattutto attraverso le persone che hanno fatto un pezzo di strada nelle nostre aule e hanno sintetizzato l'eccellenza nel proprio percorso professionale. La storia di Dalia Caterino, Creative Office Library & Vintage di Gucci, per la serie #MyLuissBusiness Uno studio del World Economic Forum sostiene che il 65 per cento dei bambini che oggi frequentano le elementari, in futuro faranno dei lavori che ancora non esistono. Ne è la prova Dalia Caterino, alumna di Fashion and Luxury Business – Major of the Master in Fashion, Luxury and Tourism Management di Luiss Business School, oggi parte del team dell'Ufficio Stile di Gucci a Roma, impegnata nel Creative Office Library & Vintage. Arrivata per un colloquio nel settore comunicazione, Dalia ha raccontato la visita all'Ufficio Stile di Valentino, vissuta grazie al master, attirando l'attenzione dei suoi recruiter, che le hanno permesso di adattare sulle sue competenze una figura professionale che oggi supporta i designer nel processo creativo. Dopo una laurea triennale in Moda e Costume a La Sapienza, Dalia ha scelto il master in Fashion & Luxury per potenziare la sua formazione. Oggi ha 28 anni ed è un'alumna nel vero senso del termine: «Parlo del mio percorso in Luiss sempre con la luce negli occhi». Offerta formativa, focus sulle competenze linguistiche e sviluppo delle soft skill in aula: ecco i boost che hanno accelerato la carriera di Dalia nel mondo della moda. Dalia Caterino, perché hai scelto Luiss Business School?  Avevo già dei feedback positivi da altre persone, che l'avevano frequentata in passato. Ho messo a confronto varie università che offrivano questo tipo di percorso, ma già dall'Open Day sono stata catturata dall'incontro con i docenti. Quali pensi siano i punti di forza dell'offerta formativa del master in Fashion & Luxury?  Il focus sulla lingua inglese: penso sia indispensabile per l'industria della moda. Quando ho iniziato ero a un buon livello e all'inizio avevo un po' di timore, ma il master mi ha permesso di accrescere moltissimo il mio inglese. È stato molto prezioso anche il confronto con persone provenienti da culture diverse: nel mio anno di master eravamo in diciassette. In più, il piano di studi – molto ampio, ma non generalizzato – mi ha convinto: ogni aspetto era approfondito nello specifico e non lasciato a una trattazione generica. Durante il percorso questo mi ha aiutato a capire cosa volevo fare davvero. In che modo? Quando si inizia un master per un'industria come quella della moda, dove le figure sono davvero tante e varie, è difficile individuarne alcune specifiche. Con questo master sono stata guidata verso la comprensione sul dove collocarmi nel prossimo futuro. Quanto è stato importante lo sviluppo delle soft skill previsto nel curriculum? Ero una persona molto chiusa: con il master sono riuscita a fare un passo avanti. Il doversi confrontare non solo con professori, ma anche con professionisti, dà un assaggio di ciò che si andrà a vivere fuori. Spesso la paura dei giovani è quella di non essere abbastanza: ti dicono sempre che o non hai studiato a sufficienza o non sei completamente formata su un aspetto specifico. Invece credo che con il master in Luiss Business School, grazie alla sua offerta formativa ampia ma sempre specifica, si riesca sempre a cogliere il necessario. Non c'è mai del superfluo. Quali sono stati i momenti più significativi del tuo percorso in Luiss Business School? L'esame finale, dove siamo riusciti a mettere in atto tutto quello che avevamo imparato. È un lavoro di gruppo: devi sia far combaciare le tue idee con quelle del tuo team sia metterti in competizione. Quest'ultima cosa è molto importante: se non c'è, non cresci. Permette di superare i propri limiti, altrimenti rimani sempre nella tua comfort zone. Un altro aspetto molto importante di questo percorso sono le visite alle aziende. Cosa ricordi di queste esperienze? Tra tutte, l'Ufficio Stile di Valentino, a Roma, ha segnato il mio percorso. Lì abbiamo visitato il loro archivio storico. Durante il colloquio con Gucci per lo stage stavo raccontando proprio quell'esperienza. Quel racconto li ha spinti ad offrirmi la posizione che ricopro oggi, anche se mi ero candidata per altro. Per quale posizione ti eri candidata? Volevo lavorare nella comunicazione e public relation. Ma proprio attraverso i laboratori soft skill e i corsi che approfondivano questi aspetti, mi sono accorta che tutto quello che ci viene raccontato sul mondo della moda è un po' fumoso. Nessuno ti dice cosa vai a fare davvero dopo, qual è il lavoro vero. Quindi è possibile avere il sogno di ricoprire una posizione che magari non esiste. Confrontarci con il responsabile comunicazione di McQueen è stato utilissimo: ci ha aiutati a comprendere quali sono i meccanismi fondamentali di quella posizione. Ho sempre cercato di rubare con gli occhi: dai professori, dai professionisti, ma anche dai colleghi. Fino a oggi non mi sono mai fermata a pensare dove sono arrivata. Volevo entrare in Gucci da sempre e ci sono riuscita, in una posizione che non sapevo esistesse. Cosa ti ha insegnato questa consapevolezza? Che bisogna porsi un obiettivo e arrivarci a piccoli passi, concentrandosi su quello che si sta facendo nel qui e ora, a cosa possiamo fare e a cosa possiamo portare con noi nel futuro. Lavori nell'Ufficio Stile library & vintage di Gucci: di cosa ti occupi esattamente? Il mio Team collabora alla gestione della biblioteca, supportando i designer nel processo di sviluppo inziale della collezione, e della gestione del Vintage di proprietà dell’azienda. È una posizione trasversale a tutto l’Ufficio Stile. In due anni e mezzo la posizione è cresciuta tantissimo: non esiste in altre aziende. Io e la mia responsabile la stiamo plasmando sulle nostre figure, sulle esigenze dell'azienda e sento di star crescendo tantissimo. E credo che gran parte del merito sia anche del mio percorso in Luiss. Venire dal mondo Luiss ha fatto la differenza nel tuo ingresso nel mondo del lavoro? Hai notato qualche differenza? Assolutamente sì. Luiss Business School è una realtà riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Sei a contatto con il mondo del lavoro sempre e questo conta. Senza una specializzazione non sarei stata in grado di affrontarla, anche se fossi stata la persona più preparata del mondo. In apparenza il mondo della moda e del lusso sembra meno maschili di altri, ma in certe posizioni permangono delle difficoltà. L'essere donna e il percorso formativo in Luiss ti hanno aiutata a crearti una sorta di corazza? Sì: anche il solo confrontarci in aula, anche i laboratori soft skill mi sono serviti. L'Ufficio Stile è una realtà molto impegnativa: è il mondo della moda al mille per mille. Il master mi ha aiutato a rafforzarmi. Mettersi in gioco e in competizione con gli altri dà maggiore sicurezza in se stessi e aiuta a superare certe barriere, mostrandoti per quello che sei, senza sentirsi svantaggiata perché si è donne. Pensi che in futuro continuerai a costruirti sul campo o pensi di tornare sui banchi per acquisire nuove competenze? Vorrei farlo già adesso! Sono uscita da due anni e mezzo e da allora sono in Gucci. Ma sono molto curiosa, mi piace imparare e mi piacerebbe tornare a formarmi. La moda non è più quella di vent'anni fa. Ci sono tante tematiche – sostenibilità e innovazione, tra le altre – che stanno cambiando la governance delle aziende. In che modo si sta muovendo Gucci su questi argomenti? Gucci è la prima azienda che si espone su temi come ambiente e sostenibilità. Come Ufficio Stile facciamo dei corsi di aggiornamenti su questi argomenti. Quando lavori a determinati ritmi non hai molto tempo per aggiornarti ed è molto positivo che invece l'azienda ti spinge a prenderti del tempo per formarti e informarti. Hai fatto anche il mentor per Coursera: cosa hai messo della tua formazione in Luiss in questa esperienza? Tutte le conoscenze che avevo acquisito! Fare il mentore a persone come me, anche se ero appena uscita dall'università, è stato molto interessante. Fornire spunti su come informarsi, cosa che abbiamo sempre fatto in Luiss, è fondamentale: la curiosità e l'informarsi sempre su ciò che accade non devono mancare. Un consiglio per chi deve iniziare. Rubate con gli occhi e fate tante domande ai professionisti. Cercate da subito le esperienze di stage. Prima della fine del master c'era molta ansia per la ricerca dello stage. Bisogna non darsi subito per vinti cercando uno stage. Bisogna cercare di non mollare, credere che qualcosa arrivi. Anche perché il team Luiss affianca gli studenti nella preparazione dei colloqui: c'è il massimo sostegno lungo tutto il percorso. 10/5/2021

10 Maggio 2021

Coaching: «la chiave per supportare le persone a inventare e scoprire il nuovo»

La richiesta di formazione nel coaching è in aumento nelle aziende e tra i professionisti delle human resource. Ma chi è il coach, cosa fa e qual è il percorso formativo migliore con cui approcciare questa professione? Luiss Business School dà le sue risposte La pandemia ha evidenziato la necessità per le aziende di supportare i manager nel potenziare le proprie qualità individuali ed accompagnarli verso risultati chiari e sostenibili per se stessi e per le imprese. A questa esigenza risponde Luiss Business School con il Flex Executive Coaching Programme, un approccio al settore che la scuola di alta formazione manageriale di Luiss Guido Carli ha già iscritta nel proprio Dna. Coaching: il motore della ripresa Nella pandemia la domanda di coaching è cresciuta molto. Il 75% delle organizzazioni concordano sull’importanza data da questo percorso per impiegati e dirigenti. Inoltre, l’83% delle organizzazioni pianificano di incrementare l’uso delle coaching skill da parte di manager e leader nei prossimi mesi. Come spiega il Coordinatore Scientifico Paolo Palazzo, Adjunct Professor, Luiss Business School, Consulente e Professional Executive Coach, «bisognerà supportare le persone a inventare e scoprire il nuovo». Ma chi è il coach e qual è il valore aggiunto di una formazione nel settore targata Luiss Business School? Chi è e cosa fa il coach Il coach è un esperto di formazione per gli adulti, un professionista qualificato, dotato di strumenti e tecniche sperimentate. Inoltre, è appassionato della propria crescita personale al servizio dei propri clienti. Li supporta nel conseguire obiettivi, in gruppo o singolarmente, portandoli a creare performance sfidanti e al tempo stesso di eccellenza. Attraverso alcune soft skill cardine come ascolto, empatia, rispetto per i talenti e la qualità dei clienti, favorisce la riflessione e la consapevolezza, creando un contesto sicuro e adatto a focalizzare desideri e obiettivi. Sa accompagnare il cliente nell’individuare le azioni più opportune per ottenere ciò che egli desidera, portando alla luce le migliori risorse della persona che a volte, inconsapevole, non sa nemmeno di avere. «Il coach non è un professionista che sente di essere arrivato alla cima della montagna, ma è qualcuno che la sta scalando accompagnando altre persone in un percorso simile – spiega Vito Marzulli, Country Manager, Coach e Trainer – Ogni esperienza è un passo in più che si fa accanto a chi è impegnato nella propria evoluzione professionale». «La parola deriva dall’inglese “carrozza”, similitudine che si accosta all’'accompagnare le persone – i coachee – a sbocciare: questo è ciò che crea arricchimento in chi pratica il coaching», spiega Cecilia Toni Saracini, psicologa del lavoro, coach e trainer. Perché frequentare il corso Luiss Business School Il Flex Executive Coaching Programme è un corso che consente di acquisire nuove competenze e strumenti per sviluppare un’approfondita conoscenza e pratica del coaching professionale e delle sue basi teoriche, valida per l’accreditamento delle più importanti associazioni internazionali di Coaching. I contenuti teorici e pratici trattati dalla faculty fanno infatti riferimento alle Coaching Core Competencies delle associazioni internazionali che costituiscono lo standard di qualità richiesta dal mercato. «Abbiamo pensato di proporre un corso di coaching perché è un momento particolare per la vita e la leadership nelle aziende. È un momento di ripensamento e per questo va ripensato anche il ruolo del coaching - spiega Anna Zanardi Cappon, professor of Practice, Referente Scientifco dell'Executive Coaching Programme Luiss Business School - Il nostro corso si organizza con coach professionisti, che vengono da tantissime scuole e da diversi approcci e metodologie. Quello che vogliamo offrire è una scelta di arricchimento, diversità e differenti strumenti a chi oggi vuole entrare in questo mondo professionale, per essere il più possibile adeguato alle diverse complessità che il mondo aziendale oggi richiede». Il Flex Executive Coaching Programme formerà coach capaci di operare nelle organizzazioni, grazie a un percorso innovativo che unisce la conoscenza e la pratica delle competenze di base della professione alle skill necessarie a rispondere alle esigenze del nuovo contesto digitale e remoto. Il programma è indirizzato a tutti coloro che vogliono intraprendere una carriera professionale nel coaching e che mirano a diventare agenti di cambiamento, creando valore per le organizzazioni in cui operano. «Il mondo del coaching è inclusivo: non c'è una professione di provenienza non adatta ad intraprendere questo percorso. La conditio sine qua non è l'amare le persone», aggiunge Cecilia Saracini. In Italia ci sono alcune ottime scuole di coaching, ma oltre ad avere ottimi programmi, il Flex Executive Coaching Programme di Luiss Business School vanta approcci vincenti nella formazione dei professionisti in questo ambito. «L'approccio del percorso formativo del coaching in Luiss Business School è focalizzato sul corporate – spiega Paolo Palazzo – La faculty è composta da coach che oltre ad essere professionisti di lungo concorso e pratici, veri coach essi stessi, attivi in grandi organizzazioni. Il corso sarà focalizzato anche su ciò che servirà alle aziende nei prossimi mesi, con un focus attento agli strumenti necessari per creare valore nelle aziende nel cosiddetto New Normal. Ma in Luiss il coaching è una pratica nativa della nostra didattica. In più, ultimo ma non meno importante, si viene a far parte di una community di grande valore professionale». Il Flex Executive Coaching Programme di Luiss Business School è stato presentato il 30 aprile 2021 durante un webinar a cui hanno partecipato Paolo Palazzo, Adjunct Professor, Luiss Business School e Coordinatore Scientifico del programma, Vito Marzulli, Country Manager, Coach e Trainer, e Cecilia Toni Saracini, psicologa del lavoro, coach e trainer. La prima edizione del Flex Executive Coaching Programme partirà il 20 maggio 2021. SCARICA LA BROCHURE  10/5/2021

05 Maggio 2021

Smart Export, Luiss Business School prepara le imprese per il Next Normal

Dna internazionale e capacità di reagire alla crisi: Enzo Peruffo, Associate Dean for Education Luiss Business School, presenta il modulo "Business intelligence e sviluppo internazionale nell’era post-Covid", un percorso formativo gratuito che mira a innestare il gene dell'internazionalizzazione e della resilienza nelle PMI italiane Sono già oltre 4.300 le imprese che hanno scelto il percorso di formazione professionale gratuita Smart Export, un progetto nato dalla collaborazione tra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Agenzia ICE) e Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI). Alle aziende e ai professionisti italiani vengono offerti sei percorsi formativi, elaborati da cinque Università e Business School italiane tra cui Luiss Business School, che alle PMI italiane ha riservato un percorso formativo gratuito dedicato a Business Intelligence e sviluppo internazionale nell’era post-Covid. «Luiss Business School ha preso parte con piacere a Smart Export, dato il momento di grande disruption che il Paese e tutte le PMI che costituiscono una parte importante del tessuto economico, stanno vivendo e vivranno nel prossimo futuro – ha spiegato Enzo Peruffo,  Coordinatore scientifico Luiss Business School – La pandemia di Covid-19 è una delle crisi più gravi mai affrontate. Per questo, con i colleghi Matteo Caroli e Renato Quattrocchi abbiamo disegnato assieme a Federica Brunetta, il modulo Luiss Business School del percorso Smart Export». Gli obiettivi sono diversi: trasmettere nozioni e buone prassi da applicare business model, spingere le imprese allo sviluppo internazionale e verso la cultura della business intelligence anche per le piccole e medie imprese, in modo da fornire gli strumenti e le competenze necessari per prevenire i rischi e gestire le crisi. «Nel modulo abbiamo deciso di soffermarci sul fenomeno della trasformazione digitale e sulla sua influenza sui processi di internazionalizzazione – continua Peruffo – considerando anche l'impatto sistemico degli eventi disruptive, cioè quegli imprevisti che possono cambiare le dinamiche e gli equilibri delle organizzazioni e delle filiere. Non a caso, ormai non si parla più di New Normal, ma di Next Normal, un momento in cui sarà necessario fare delle riflessioni su quello che può essere in futuro una specifica idea di business». All'interno del modulo si discute delle misure necessarie per rendere i modelli di business resilienti, «una parola che forse è senz'altro abusata, ma che denota la capacità di un'impresa di adattarsi e di reagire agli eventi disruptive. Le aziende resilienti sono quelle maggiormente in grado di sopportare le conseguenze di cambiamenti improvvisi e radicali, continuando ad evolvere». «Sono temi importanti non solo in questo momento, ma vogliono sottolineare una caratteristica fondamentale – conclude Peruffo – ogni organizzazione deve sapere anticipare e gestire i rischi di qualsiasi cambiamento e allo stesso tempo deve essere in grado di cogliere le opportunità che vengono dai cosiddetti mega-trend sociali, economici e tecnologici. Siamo certi che il progetto Smart Export sarà una leva strategica chiara per lo sviluppo del nostro Paese». I contenuti didattici di tutti i percorsi formativi di Smart Export – fruibili in modalità e-learning e completamente gratuiti – saranno online per 12 mesi, 24 ore al giorno, sulla piattaforma di autoapprendimento Federica Web Learning dell’Università di Napoli Federico II accessibile attraverso la pagina dedicata Smartexportacademy.it. 05/05/2021

04 Maggio 2021

Digital Learning: Luiss Business School unica italiana nell’alleanza FOME

Future of Management Education: la più importante rete internazionale di Business School unite per costruire il futuro dell’alta formazione manageriale Nuovo traguardo internazionale per Luiss Business School, da oggi membro dell’Alleanza Future of Management Education –FOME, che comprende altre dieci fra le migliori business school a livello globale: BI (Norvegia); ESMT (Germania); EDHEC (Francia); Hong Kong University of Science and Technology (Hong Kong); IE (Spagna); Imperial College Business School (UK); Ivey Business School (Canada); Johns Hopkins Carey Business School(USA); SMU (Singapore) and The University of Melbourne (Australia), cui si aggiunge il partner tecnologico insendi. Unica italiana, dopo un articolato processo di selezione Luiss Business School siede in uno dei board più rappresentativi nel campo dell’alta formazione manageriale, focalizzata sullo sviluppo di nuovi programmi, strumenti e modalità di apprendimento digitale. Grazie ad una profonda vicinanza nelle rispettive vision e all’alto grado di specializzazione dei partner, FOME rappresenta un centro nevralgico in cui convergono risorse, conoscenze e competenze: il network mette in connessione fra loro docenti, dirigenti senior, project manager Edtech, learning designer di ciascuna scuola per co-creare le migliori esperienze di digital learning, e formare una classe dirigente capace di lasciare una significativa impronta nel proprio mercato di riferimento. “Siamo profondamente orgogliosi per questo che è per noi insieme un traguardo e un riconoscimento del valore della nostra offerta – afferma Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School – e abbiamo già iniziato a lavorare assieme ai nostri omologhi delle dieci nazioni rappresentate nel board dell’Alleanza. Punto di forza di questa partnership, il grande impegno che ci vede proiettati lungo il cammino della Trasformazione Digitale, avviato in Luiss Business School già da tempo. La digitalizzazione rappresenta infatti una dimensione chiave per la nostra scuola, sia abilitando l'innovatività dei metodi di insegnamento adottati sia rafforzando l'esperienza di apprendimento di i nostri studenti”. La collaborazione, chiave di volta sui cui poggia FOME, è un pilastro dell'esperienza Luiss Business School, rappresentata dalla grande attenzione strategica alla contaminazione tra mondo accademico e mondo dell'impresa, che consente alla Scuola di generare processi di trasformazione. Dal lavoro congiunto fra i partner, e grazie anche all’utilizzo della piattaforma Insendi, gli scenari che si aprono per il futuro offrono un ampio ventaglio di possibilità. Fra queste, ad esempio, lo sviluppo di programmi a titolo congiunto con i partner dell'alleanza. “Essere l’unica Business School italiana in questo network – prosegue Boccardelli – ci investe di una grande responsabilità. Il Digital Learning rappresenta uno dei principali trend tecnologici in fase di grande accelerazione, nei confronti del quale la nostra Scuola non si è fatta trovare impreparata: il nostro apporto in FOME, dove dialoghiamo con realtà top-level operanti in mercati molto diversi fra loro, sarà decisivo, e contribuirà a formare nuovi leader pronti a cogliere le sfide che verranno”. 04/05/2021

03 Maggio 2021

L'Italia sostenibile: tutte le opportunità e le sfide dell’economia circolare

Il volume L'Italia sostenibile. L'economia circolare per la politica industriale del Paese è il risultato del progetto Italia 2030, nato su iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e di Luiss Business School, con il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti, Enel, Eni, Generali Italia, Intesa Sanpaolo, Italgas, Leonardo, Poste Italiane, Snam e Terna SCARICA IL VOLUME Una ripresa nel segno della sostenibilità è l'unica strada possibile per ogni comparto economico e sociale del Paese. È questo lo spirito che emerge dal volume L'Italia sostenibile. L'economia circolare per la politica industriale del Paese, pubblicato da Luiss University Press e curato da Matteo Caroli, Associate Dean for Internationalization e Head della Business Unit Ricerca Applicata e Osservatori di Luiss Business School, la Scuola di Alta formazione e management dell’Università Luiss Guido Carli. Il volume raccoglie i risultati dei tavoli di lavoro avviati nell’ambito del progetto “Italia 2030”, nato su iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e di Luiss Business School, con il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti, Enel, Eni, Generali Italia, Intesa Sanpaolo, Italgas, Leonardo, Poste Italiane, Snam e Terna e la collaborazione dei Politecnici di Bari, Milano e Torino, l’Università Bocconi e l’Università Cattolica di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università Federico II di Napoli. Il volume è il risultato delle riflessioni, ricerche e webinar sviluppati da quindici gruppi di lavoro attorno a vari temi. Ciascun gruppo di lavoro ha prodotto un documento scientificamente valido, ma di agile fruizione, uno sforzo letterario per spiegare a che punto siamo nell'evoluzione dell'economia circolare. Nell'ultima parte del 2020 i documenti sono stati discussi nell'arco di dodici webinar. I paper prodotti sono diventati l'ossatura del libro che, come spiega Matteo Caroli, è «un ulteriore output del progetto “Italia 2030”, utile a diffondere la consapevolezza delle opportunità connesse all’economia circolare, delle sfide da affrontare e delle possibili politiche a suo favore». I contenuti - parte I  La prima parte del volume si occupa delle filiere produttive coinvolte nell'evoluzione circolare. Livio de Santoli tira le fila dei discorsi su fonti rinnovabili ed efficienza energetica, illustrando le tendenze di medio e lungo termine, i punti cruciali per il rilancio del Paese e le strategie di sviluppo. È necessaria una riconfigurazione dell'industria energetica e una conseguente innovazione infrastrutturale. L'efficientamento energetico andrà a riguardare tre settori: industria, costruzioni e Pubblica Amministrazione. Grazie alla progressiva sostituzione delle fonti fossili con le rinnovabili, all’elettrificazione degli usi finali e allo sviluppo di nuovi servizi digitali, la produzione industriale associata alle nuove tecnologie per il settore elettrico attiverà investimenti che si collocheranno tra i 113 e i 145 miliardi di euro nell’Unione Europea, di cui tra i 14-23 miliardi solo in Italia, generando tra i 997 mila e i 1,4 milioni di posti di lavoro nel 2030. Nel secondo capitolo della prima parte, Andrea Prota dedica l'attenzione alla necessità di Ripensare le costruzioni. Ci sono tre aree su cui è necessario intervenire: quella dei rifiuti da costruzioni; i materiali e i componenti edili; i criteri di progettazione e gestione delle costruzioni. In questi stessi ambiti, vengono evidenziate le sfide per il nostro sistema produttivo e le possibili azioni strategiche. Insieme allo sviluppo di una resilienza urbana, che coinvolga aspetti esogeni all'ambito tecnico, ripensare le costruzioni guarda alla progettazione ambientale del costruito, che ha bisogno di un modello etico che coniughi decarbonizzazione e disaccoppiamento con resilienza e adattamento climatico. Non mancano indicazioni su alcune possibili misure governative utili alla migliore transizione della filiera delle costruzioni verso l’economia circolare. Nel capitolo La Chimica verde: il ponte verso il futuro della bioeconomia alla luce del Green New Deal europeo, Debora Fino esplora la situazione di partenza, insieme ai trend di medio-lungo termine, affrontando le questioni chiave che possono rendere il settore green. Ciò permetterebbe alla chimica di diventare un motore dell'economia circolare e dello sviluppo sostenibile dell'Italia. Mentre si evidenziano le eccellenze competitive, Fino mette in luce anche la necessità di rafforzare competenze e professionalità funzionali all'evoluzione dell'industria chimica verso la sostenibilità. «L’elemento chiave di successo è una nuova impostazione della formazione che avvenga, a differenza degli approcci classici, attraverso una indispensabile contaminazione interdisciplinare fra chimici, biotecnologi, ingegneri chimici, energetici, gestionali e ambientali». Michele Ottomanelli ha lavorato al capitolo Smart mobility e innovazioni nell’automotive e aerospazio. Dalla (dis-)economia dell’auto all’economia della mobilità sostenibile. Come rilevato dal terzo rapporto dell’osservatorio sulla Sharing Mobility, i servizi di mobilità condivisa innovativi in Italia sono cresciuti dal 2015 al 2018 di oltre il 70%, raggiungendo il totale di 363 servizi in esercizio. L'offerta è concentrata per lo più al Nord. Alla fine del 2018 gli utenti stimati erano 5,2 milioni. Il paper guarda al futuro, verso una nuova mobilità sostenibile, in cui si inserisce in una nuova prospettiva dell'automotive, ma anche del settore aerospaziale, che oggi impiega oltre 230.000 professionisti generando un valore di 46-54 miliardi di euro. La prospettiva per la mobilità sostenibile conta, tra le altre cose, sull'aumento delle stazioni di ricarica EV e sulla connettività, con grande attenzione al tema del “retrofit elettrico”; e sulla propensione al car sharing, molto forte soprattutto tra i giovani. Nel capitolo Agricoltura food e no-food, Albino Maggio ha puntato l'attenzione sull'evoluzione tecnologica e il modo in cui essa favorisce la sostenibilità delle produzioni agricole. Le policy devono concentrarsi su formazione e collaborazione degli attori della filiera agroalimentare. «Un ruolo chiave nel processo di adozione di modelli sostenibili di consumo è giocato dalle imprese», scrive Maggio, ricordando i quattro pilastri dell'Agenda 2030 per la realizzazione di un modello economico e sociale sostenibile. Anche l'economia del mare avrà un ruolo strategico. Questa filiera, analizzata da Ilaria Giannoccaro, ha grandi opportunità di sviluppo circolare. Se il settore ha una grande importanza nell'economia italiana, ha anche grandi criticità da superare, grazie anche ai blue circular business models e alle principali opportunità di crescita sostenibile, come l’evoluzione delle aree portuali e le modalità di riutilizzo delle piattaforme offshore. Per sviluppare la competitività economica dei settori del mare e superare le principali criticità che ne minano la crescita, è importante intervenire nel breve e medio termine attraverso azioni sulla governance del mare e attraverso interventi normativi, legislativi e finanziari. La prima parte del volume si conclude con l'analisi di Matteo Caroli La gestione dei rifiuti nella prospettiva dell’economia circolare. Dopo aver descritto la situazione attuale in Italia, anche in confronto agli altri Paesi europei e distinguendo la situazione dei rifiuti urbani e quella dei rifiuti “speciali”, si approfondisce il waste management, anche in relazione ai nuovi obiettivi europei per il riciclo. Tra le questioni rilevanti nei prossimi anni, si dovrà prestare attenzione ai nuovi materiali, sopratutto avviati a seconda vita, che implicheranno un'evoluzione del sistema di riciclo. Grande importanza assumeranno anche il biogas da rifiuti, l'utilizzo dell'organico e della bioplastica. Nell'ipotesi di una politica della gestione dei rifiuti in ottica circolare, Caroli evidenzia la necessità di riflettere sul sistema di gestione a livello urbano, che punti a coinvolgere il cittadino, senza tralasciare le necessarie politiche economiche, fiscali e legislative mirate all'operatività di ciascun attore. Da tenere in considerazione anche la capacità impiantistica, in Italia da sempre un fattore di rallentamento dello sviluppo del settore. I contenuti - parte II Nella seconda parte del volume si indagano i due "fondamentali fattori abilitanti" per la transizione delle imprese all’economia circolare: la finanza e l’innovazione. Caroli parte dalla finanza sostenibile e dalle politiche europee favorevoli. Ma la circolarità deve vedersela con problematiche finanziare per lo sviluppo degli investimenti aziendali, e in particolare con quanto attiene alla valutazione economica e finanziaria del circular business model. Si analizzano i principali strumenti finanziari a sostegno degli investimenti sostenibili, come quelli in Pmi e startup legate all'economia circolare. Oltre a raccontare alcuni degli attori finanziari impegnati nel paradigma, si conclude accennando a possibili misure di policy per favorire gli investimenti finanziari in economia circolare. Le tecnologie digitali sono sempre più pervasive nella nostra società. La loro materialità e il loro bisogno di energia, i cicli di vita brevi che richiedono un sistema di raccolta rifiuti efficiente, sono fattori che influenzano le prospettive di crescita del mercato di questi prodotti. Ne consegue che il settore sarà anche quello maggiormente destinato a una forte crescita, che meno di altri risentirà degli effetti della pandemia. È questa la tesi esposta nel nono capitolo, Innovazione per l’economia circolare: nuovi materiali e digitale, trattato da Maurizio Masi. I contenuti - parte III Le tre sfide per la transizione all’economia circolare sono: il recupero delle aree e strutture brownfield, la diffusione del paradigma “circolare” nel sistema delle piccole e medie imprese, l’orientamento dei consumatori. È su questo che si focalizza la terza parte del libro, che si apre con il lavoro di Cristiano Galbiati sulla Nuova vita verde per le infrastrutture industriali dismesse. Ridare nuova vita e una nuova missione alle aree industriali dismesse o in via di dismissione rappresenta un modello ricco di opportunità e sviluppo per i territori. La politica può attuare riforme e incentivi per avviare il processo, ma il settore privato deve essere coinvolto, attraendone gli investimenti. Non ultimo, per una vera transizione verso un’economia verde, anche in questo settore sono le persone a poter fare la differenza. Della transizione delle Pmi verso l’economia circolare, delle sue criticità e sfide, si occupa Matteo Caroli, approfondendo lo sviluppo delle piccole e medie imprese green, ma anche i limiti in cui queste aziende operano. Per stimolare la transizione delle Pmi verso l’economia circolare, occorre dunque un’azione sistematica e di medio-lungo termine, con un'azione di sensibilizzazione sui vantaggi. Le misure a supporto possono riguardare l'accesso alle informazioni e ai servizi tecnico-consulenziali; alle risorse finanziarie; alle competenze; alle reti produttive "circolari". La crisi dei consumi delle famiglie in Italia è stata acuita dal Covid-19: questo è uno dei nodi su cui secondo Roberto Zoboli bisognerà puntare nella ripresa. Nel capitolo Consumatori, economia circolare, consumi sostenibili si studia l'orientamento all'acquisto, in cui il green ha sempre più peso, così come il fattore dell'invecchiamento demografico e la polarizzazione tra consumi "banalizzati" e premium. L'informazione, la comunicazione e l'educazione saranno sempre più importanti, così come la rilevanza del digitale nei consumi. In questo quadro, per rafforzare i consumi, anche le giuste policy giocheranno un ruolo chiave. I contenuti - parte IV La quarta e ultima parte del volume si apre con l'analisi delle tre direttrici fondamentali per un paradigma economico e sociale sostenibile, analizzando i ruoli di famiglia e lavoro, invecchiamento, immigrazione. Letizia Mencarini si è concentrata sul capitolo Fecondità e lavoro in Italia, analizzando la compatibilità tra lavoro e famiglia, il cambiamento della mentalità di genere, il contrasto all'incertezza sul futuro che mina i progetti famigliari. Le aree su cui intervenire sono diverse: si va dal sostegno dei desideri riproduttivi alla creazione di compatibilità tra famiglia e lavoro. Il welfare sussidiario aziendale insieme alle politiche più efficaci saranno determinanti per un cambio di scenario, reso ancora più incerto dall'impatto della pandemia. Vincenzo Galasso ha esplorato l’invecchiamento demografico, l’active aging e gli squilibri generazionali. Gli effetti dell’invecchiamento sul sistema pensionistico e sul mercato del lavoro si vedono da anni. Un ruolo chiave lo rivestono le imprese insieme al mondo politico, chiamato a mettere in campo policy che possano sanare lo squilibrio demografico nel mercato del lavoro e occupandosi del long term care. Infine, Laura Zanfrini si è occupata delle migrazioni. Nella prospettiva del rilancio economico del Paese, è necessario pensare alle policy che risolvano le disuguaglianze, le parità di genere, e in generale la crescita economica sostenibile. Chi ha collaborato al volume L'Italia sostenibile. L'economia circolare per la politica industriale del Paese è il risultato del lavoro di ricerca di quindici gruppi che hanno esplorato la sostenibilità e le applicazioni dell'economia circolare in vari ambiti, dalle filiere produttive e loro evoluzione alle direttrici demografiche da implementare, passando per finanza e innovazione, e le sfide per la transizione all’economia circolare. Il progetto ha visto una stretta collaborazione tra settore pubblico e privato. Sotto l’egida del Ministero dello Sviluppo Economico, nel progetto “Italia 2030” sono state coinvolte molte tra le principali imprese e università italiane, e numerose istituzioni e associazioni. Dieci grandi corporate - Cassa Depositi e Prestiti, Enel, Eni, Generali Italia, Intesa Sanpaolo, Italgas, Leonardo, Poste Italiane, Snam, Terna - hanno deciso di condividere il sostegno finanziario alla realizzazione delle varie attività. Con il coordinamento di Luiss Business School, hanno aderito all’iniziativa i Politecnici di Bari, Milano e Torino, l’Università Bocconi e l’Università Cattolica di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università Federico II di Napoli. SCARICA IL VOLUME SCOPRI IL VOLUME SUL SITO LUISS UNIVERSITY PRESS  10/5/2021

29 Aprile 2021

Formazione perenne: il nuovo welfare ricomincia da qui

Il futuro di ogni impresa sono i talenti: per attrarli si deve puntare sulla creatività e promettere più benessere aziendale. L'intervista al Direttore Luiss Business School Paolo Boccardelli su Il Messaggero Sembra una contraddizione. Nel tempo della rivoluzione tecnologica e digitale nelle organizzazioni del lavoro si continua a ripetere come un mantra la “centralità delle risorse umane”. Cercare punti di incrocio tra le contraddizioni è sempre più urgente in un mondo caratterizzato da un cambiamento veloce e forsennato. “Cambia tutto. Cambiano i modelli di consumo, cambiano le organizzazioni del lavoro, cambiano i bisogni delle aziende e dei lavoratori. E dopo il Covid tutto si è fatto più rapido, più accelerato”. Paolo Boccardelli è Direttore della Luiss Business School (che ha dato vita, tra l’altro, poche settimane fa all’Osservatorio sul Welfare), è Ordinario di Economia e Management e Strategie d’Impresa, alla Luiss Guido Carli. Membro del cda di Tim. Un osservatore privilegiato delle imprese che camminano verso quella nuova normalità che segnerà il futuro del Paese e delle nostre abitudini di vita e di lavoro. La traumatica esperienza della pandemia ci lascia più fragili e più digitali. Evocare la centralità del “capitale umano”, in questa fase, è un modo per darci sollievo, magari per sopportare meglio la transizione, o vuol dire qualcosa d’altro. Innanzitutto, dobbiamo dirci che non stiamo parlando di un futuro prossimo venturo. Ma di un presente che è già qui. Il cambiamento verso la digitalizzazione era già in corso. Ma in un anno è accaduto quello che ci saremmo potuti attendere in cinque-dieci anni di “normalità”. L’utilizzo dei canali digitali ha cambiato la nostra abitudine all’acquisto, non solo sulle piattaforme più affermate. È radicalmente mutato il nostro rapporto con lo sportello bancario. Ma anche il divertimento – dal consumo di sport o di film in tv o su altri device – si è fatto nuovo, ha generato nuovi prodotti. Ma è proprio questa trasformazione che impone la centralità delle risorse umane nelle organizzazioni del lavoro. Non sembra una contraddizione? Solo all’apparenza. È vero che almeno il 30% del 70% del lavoro che conosciamo oggi è automatizzabile. Un recente rapporto di McKinsey sostiene che almeno il 10% di tutte le occupazioni che conosciamo è totalmente eseguibile dalle macchine, dai robot all’Intelligenza artificiale. Ma le macchine non tolgono lavoro, lo cambiano. Così come cambiano le imprese. Oggi parliamo di imprese-piattaforma, dove il valore aggiunto non è solo quello della transazione economica, e il driver non è dato più solo dalle economie di scala: il nuovo centro del business è la valorizzazione delle reti che insistono nell’ecosistema dell’impresa, fatto dai consumatori e dai fornitori, da chi valorizza e profila i contatti, da chi investe sui big data che si generano. Volevo partire dallo smart working, ma così siamo già molto più lontani. Non si tratta forse di un orizzonte che riguarda solo una élite, una parte privilegiata di imprese e di lavoratori? Chi è fuori dall’innovazione è fuori dal business. Vale per le imprese e vale per i lavoratori. La creatività è fondamentale, le competenze devono essere aggiornate continuamente. E la formazione deve essere riorientata all’apprendimento non delle funzioni ripetitive, ma alla capacità di generare innovazione e di gestire le novità. Sono i talenti che faranno la differenza. E l’azienda deve essere attrattiva per i talenti. Vogliamo fermarci un attimo sullo smart working? È un fattore che sta cambiando le organizzazioni del lavoro e anche i bisogni dei lavoratori. Torniamo alla centralità del capitale umano. Proprio in forza di questo cambiamento impetuoso le aziende devono dotarsi di competenze nuove, di cui oggi non dispongono. Lo stesso vale a livello organizzativo. Con un’attenzione in più. Lo smart working, se da un lato offre soluzioni capaci di contribuire alla valorizzazione delle professionalità, con impatti anche molto positivi sulla produttività, se mal orientato potrebbe essere l’anticamera dell’outsourcing. E l’outsourcing il preludio per una contrazione del lavoro. Qui si deve giocare la partita decisiva della formazione, dell’assistenza all’employability. L’occupabilità – la parola in italiano forse non rende tutto il concetto - deve essere l’obiettivo di ogni nuova azione di riorganizzazione del lavoro, affinchè obiettivi di business e benessere del lavoratore possano essere convogliati nella medesima direzione. La preoccupazione è chiara, ed è giusto esplicitarla, per evitare i cori dei corifei dello smart working. Ma a questo punto renderei esplicito anche il riferimento al welfare, al nuovo welfare che deve affermarsi nel tempo del “new normal”. Il tema della formazione resta fondamentale anche con riferimento al concetto di welfare. Credo che addirittura ci si dovrebbe porre l’obiettivo di introdurre il diritto alla formazione “eterna” a livello costituzionale. Non solo l’istruzione di base, ma c’è una necessità – per questo azzardo il diritto costituzionale – di assicurarsi una formazione senza fine. In Olanda una quota della fiscalità derivante dal lavoro è destinata alla formazione continua obbligatoria. La formazione non deve rivolgersi a fare cose ripetitive, ma a creare lavoro creativo. Una volta il bravo operaio in una fabbrica conservava un approccio artigianale, assicurava il miglior rendimento dei macchinari attivi. Lo stesso approccio deve essere conservato nell’era della digitalizzazione. Chi lavora bene deve ottimizzare il lavoro delle macchine, non sostituirsi a loro. Il tema è il valore che si genera con il lavoro. Il welfare del futuro è fatto più di formazione che di assistenza? No. È fatto di formazione e anche di assistenza. Sarà un welfare attivo. Meno protezione e più proattività? Non mi appassiona lo scambio tra un “meno” e un “più”. Ci vuole sicuramente una partecipazione attiva anche ai processi di protezione sociale. Così come nei percorsi di formazione, che sono welfare a tutti gli effetti. L’azienda deve essere talmente responsabile da assicurare l’accesso a tutta la formazione utile anche se non specifica. Welfare è anche offrire formazione nell’educazione finanziaria. Se mi occupo del benessere dei miei dipendenti e dei loro familiari come cittadini, devo allargare l’orizzonte della protezione e del benessere. Asilo nido? Sì, certo. Asili nido, polizze sanitarie, previdenza integrativa, ma anche sostegno a una maggiore consapevolezza del tempo in cui si vive. Il welfare aziendale diventa anche un esercizio di engagement necessario, proprio quando in azienda si rischia una polverizzazione dei rapporti e delle relazioni. La centralità del capitale umano vuol dire anche un nuovo ruolo delle direzioni delle Risorse umane in azienda? E’ destinato a cambiare il ruolo e il peso specifico dei direttori HR nei board aziendali? Dovrebbe. Ma non sarei così ottimista. Non vorrei che si ripetesse la retorica dei giovani. Da anni sentiamo parlare di dare più spazio ai giovani, ma ne ho visto poco. Lo stesso dicasi per il ruolo degli Hr nei board. E aggiungo: non so quanto peso abbiano i temi legati al capitale umano nei board aziendali. Credo che le strategie da adottare nella gestione delle risorse umane siano trattate pochissimo. Il piano industriale è fatto di numeri. E quando si parla di risorse umane si finisce per parlare di fte (full time equivalent, ndr), cioè di tagli da fare per fare efficientamento. Intendiamoci, ci sono eccezioni importanti e autorevoli. Ma non mi illuderei sul cambio di cultura generale. Ci vuole tempo. La Luiss Business School ha dato vita poche settimane fa all’Osservatorio del Welfare, affidandolo alla direzione di Mauro Maré. Quali obiettivi vi ponete? L’Osservatorio nasce con l’idea che il welfare è qualcosa così trasversale nella vita delle persone, delle organizzazioni e delle istituzioni. Deve diventare centrale nella politica di tutti. Ci serve conoscere i trend. I sistemi di welfare attuali sono progettati su una società che non esiste più. In termini demografici, previdenziali, sanitari, formativi… La società cambia radicalmente e velocemente. Vogliamo offrire un punto di vista attento, accademico, di ricerca per valutare gli incroci tra pubblico, privato e Terzo settore. LEGGI L'ARTICOLO SU IL MESSAGGERO  29/4/2021

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