News & Insight
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05 Luglio 2023

Luiss Business School e KAPSARC presentano la prima edizione della Summer School in “Economics of Energy and Environment” a Riyad

Luiss Business School presenta la nuova Summer School in “Economics of Energy and Environment” ideato per KAPSARC che si terrà a Riyad a partire dal prossimo 9 luglio Un’iniziativa rivolta a giovani neolaureati in economia, ingegneria e scienze politiche, che desiderano approfondire le dinamiche fondamentali dell’ecosistema energetico saudita ed acquisire gli strumenti analitici necessari per comprenderlo, con un metodo di apprendimento applicativo ed empirico. Il progetto formativo mira a consolidare, attraverso un percorso intensivo di due settimane,  le competenze tecnico economiche dei partecipanti e verrà sviluppato grazie ad una faculty composta da professionisti e accademici di altissimo profilo internazionale, provenienti dalla Luiss Business School e dalle più prestigiose università europee,  che rivestono un ruolo di primo piano nel settore economico-statistico, della transizione energetica e delle politiche ambientali. Il King Abdullah Petroleum Studies and Research Center (KAPSARC) è un think tank consultivo nell'ambito dell'economia energetica globale e della sostenibilità che eroga servizi a enti e autorità del settore energetico saudita. Gli esperti di KAPSARC forniscono consulenza, approfondimenti e aggiornamenti quotidiani nell’ambito del settore energetico avvalendosi di un approccio multidisciplinare, con l’obiettivo di portare avanti nuove ricerche, strumenti e dati riconosciuti a livello internazionale, in grado di influenzare il progresso delle politiche energetiche globali. L’Academy di KAPSARC nasce con lo scopo di formare i futuri leader e professionisti delle politiche pubbliche globali, affinché abbiano un impatto positivo sulla società, dotandoli delle competenze necessarie per realizzare efficacemente gli obiettivi di Saudi Vision 2030. L’Academy si avvale della collaborazione delle principali istituzioni formative, tra le quali si annovera la Luiss Business School. 05/07/2023

23 Giugno 2023

Open Day Master Full-Time

Partecipare ad un’esperienza internazionale di scambio, durante il percorso di studi, rappresenta un elemento fondamentale per la crescita personale e la formazione professionale, poiché stimola le competenze linguistiche e sociali, la condivisione di idee, best practice e competenze, e contribuisce allo sviluppo di un network internazionale orientato al business. I numerosi programmi di mobilità internazionale proposti da Luiss Business School esprimono l'impegno nell'offrire un ambiente di apprendimento globale. L'Exchange Programme consente agli studenti di trascorrere un periodo di studio all'estero in una delle 50 università partner e di conseguire un Double Degree presso la Luiss Business School e in una delle prestigiose istituzioni accademiche del network, come l'Università di Laval in Canada e la Nagoya University of Commerce and Business in Giappone.Tutto questo sarà al centro dell'Open Day di mercoledì 12 luglio, dedicato alla presentazione dei Master Full-Time nella meravigliosa cornice di Villa Blanc, a Roma.I partecipanti avranno l’opportunità di conoscere da vicino l’offerta formativa composta da più di trenta programmi fruibili in quattro hub (Roma, Milano, Belluno, Amsterdam), in lingua inglese o italiana.Durante l’evento sarà anche possibile incontrare i coordinatori, il recruiting team e il career service per ricevere informazioni sul processo di ammissione, i costi, le agevolazioni e il placement. Per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI

22 Giugno 2023

Webinar – Executive Master Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane: come accompagnare le risorse umane e l’azienda attraverso la trasformazione

Martedì 18 luglio alle ore 18:00 si terrà il webinar di presentazione dell’Executive Master in Gestione Delle Risorse Umane, Organizzazione e Leadership progettato da Luiss Business School in collaborazione con Deloitte. Il programma è in partenza il prossimo 10 novembre e si pone l’obiettivo di formare professionisti dell’area HR fornendo conoscenze, metodologie e strumenti avanzati ed innovativi per valorizzare e gestire in modo strategico il capitale umano. AGENDA:Il webinar prevede la presentazione dell’Executive Master, la struttura del percorso ed i principali sbocchi lavorativi. Al termine del Webinar, in una sessione di Q&A, il coordinatore del Programma risponderà a tutte le domande sui requisiti di accesso al programma, il processo di selezione e le agevolazioni. SPEAKER: • Lucia Marchegiani, Direttore Scientifico dell’Executive Master e Professore Associato di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane;• Luca Morra, Organization Design Offering Leader, Partner at Deloitte Consulting;• Lisa Manzati, Change Management & Cultural Transformation, Senior Manager at Deloitte. PERCHÉ PARTECIPARE?Il webinar è un’opportunità per acquisire le informazioni preliminari sui contenuti del percorso e approfondire le principali sfide che la trasformazione aziendale comporta in termini di persone, comunicazione interna e formazione. Per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI IL PARTNER DEL MASTER Il Master è arricchito dalla presenza di un partner di eccellenza. L’area Human Capital di Deloitte Consulting si occupa di guidare le aziende nei percorsi di trasformazione in ambito HR lavorando sulle persone e con le persone, per far sì che il capitale umano sia realmente una leva per la crescita del business.  L’expertise dei manager di Deloitte sarà a disposizione dei partecipanti al Master. 20/06/2023

21 Giugno 2023

Webinar di Presentazione - Export Management

Il 5 luglio alle ore 18.00 si terrà il webinar di presentazione del Master Marketing Management – Major in Export Management, un’occasione per approfondire i contenuti della Major e gli sbocchi professionali. Il programma è in partenza il 23 ottobre 2023 e si pone l’obiettivo di formare figure professionali a supporto dell’azienda che esporta o vuole internazionalizzarsi. SPEAKERS: Alberto Mattiacci, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, Sapienza Università di Roma. Direttore scientifico della Major in Export Management; Stefano Salvatore Cristaldi, Funzionario, ICE Agenzia; Marco Sanfilippo, Amministratore Delegato, Co.Mark; Luca Gatto, Responsabile, SACE Academy Program; Tania Pellegrini, Coordinatrice organizzativa della Major in Export Management. Interverrano, inoltre, due alumni della Major: Biagio Capece, Export Specialist, Makeitaly Selection; Mario Severini, Support to the Innovation Desk of ITA (Italian Trade Agency) Los Angeles - Innovit Social Networks Management. Al termine del Webinar, in una sessione di Q&A, il Direttore scientifico e la coordinatrice del Master risponderanno a tutte le domande e curiosità sui contenuti del programma, i requisiti di accesso, il processo di selezione e le agevolazioni. Per partecipare al Webinar è necessaria la registrazione.   REGISTRATI QUI Online Form - Webinar Master Marketing Management - Major in Export Management SCARICA LA BROCHURE   

20 Giugno 2023

Bando (Yo)U International Film Festival

Il concorso dà vita ad un nuovo ambito di innovazione culturale, volto non più solo alla formazione ma anche al sostegno e alla ricerca di giovani autori in ambito nazionale e internazionale. Possono partecipare al Premio tutti gli autori di nazionalità italiana o straniera – singolarmente o in gruppo – che rispettino i seguenti criteri di ammissione: non abbiano compiuto il trentaseiesimo anno di età alla scadenza del bando prevista per il giorno 1 luglio 2023 siano iscritti o abbiano terminato da non più di un anno rispetto alla data di scadenza del bando un corso di formazione universitaria. I candidati possono concorrere con una sola opera, edita o inedita, ma che non abbia già vinto altri concorsi o premi e che sia stata realizzata dopo il 1° gennaio 2021. È prevista l’assegnazione di una targa e di una borsa di studio per il primo classificato. Tutti i cortometraggi verranno visionati dalla Direzione del Premio che selezionerà 5 cortometraggi per la competizione ufficiale. Le opere selezionate verranno presentate e proiettate durante la serata finale dell’evento prevista il 18 luglio, presso la Casa del Cinema di Roma. Nella serata finale verranno inoltre premiati i vincitori. La scadenza per la presentazione delle opere candidate al Premio è fissata per il giorno 1 luglio 2023 entro e non oltre le ore 12.00 (ora italiana). Per partecipare il candidato dovrà iscrivere la propria opera tramite la piattaforma FilmFreeway (https://filmfreeway.com/YoUInternationalFilmFestival). La partecipazione è gratuita. Si raccomanda l’attenta lettura del bando. ITA SCARICA IL BANDO MODULO ISCRIZIONE INFORMATIVA PRIVACY ENG DOWNLOAD THE ANNOUNCEMENT REGISTRATION MODULE PRIVACY POLICY STATEMENT

12 Giugno 2023

MBA and The Future of Management: A Business Talk with CEOs

La community MBA incontra CEO di spicco per discutere le tendenze e le sfide chiave che caratterizzano il mondo degli affari Luiss Business School annuncia l’evento MBA and The Future of Management: A Business Talk with CEOs, che si terrà venerdì 7 luglio, a partire dalle ore 18:00, presso Villa Blanc. L’evento vedrà la partecipazione di Massimiliano Archiapatti, General Manager – Amministratore Delegato e European Countries Sales Lead di Hertz Italia, che racconterà del suo percorso professionale e condividerà consigli ed esperienze con i partecipanti. Durante l’evento verrà, inoltre, presentato il portfolio MBA, che offrirà ai partecipanti interessati una visione approfondita del programma formativo.I coordinatori saranno a disposizione per rispondere a domande e fornire informazioni dettagliate, aiutando i potenziali futuri leader a scegliere il percorso più adatto alle proprie ambizioni. A conclusione del talk, i partecipanti potranno continuare a fare networking e approfondire le relazioni intraprese durante l’evento. AGENDA 18:00 Arrivo partecipanti 18:15 Welcome e registrazione partecipanti 18:30 – 20:00 Talk 20:00 Networking activity L’evento MBA and The Future of Management: A Business Talk with CEOs fa parte della rassegna Beyond the Talks, il ciclo di incontri che non solo consente ai partecipanti di arricchire la propria conoscenza negli ambiti di interesse, ma offre anche l’occasione di ampliare il proprio network professionale con esperti di settore e potenziali mentori. Per partecipare all’evento è necessaria la registrazione.

01 Giugno 2023

Una finanza per la sostenibilità

Come diventare professionisti dell’investment banking ed essere protagonisti della transizione ecologica e della responsabilità sociale delle imprese Luiss Business School è lieta di annunciare il webinar “Una finanza per la sostenibilità”, che si terrà mercoledì 14 giugno dalle ore 16:30. Durante il webinar, si indagherà il ruolo fondamentale della finanza nella transizione ecologica e nella rivoluzione ESG (Environment, Social, Governance) delle imprese, temi centrali del Master in Finanza Sostenibile di Luiss Business School. L'incontro vedrà la partecipazione di autorevoli protagonisti del settore bancario e della consulenza agli intermediari finanziari, che condivideranno le loro prospettive, illustrando le sfide nella promozione della sostenibilità attraverso gli strumenti finanziari. SPEAKERS: Claudia Pasquini, Head of Risks, Controls and Sustainability Department, ABI Italian Banking Association; Rossella Zunino, Responsabile del team EY Sustainability per il settore finanziario in Italia e referente per la Sustainable Finance Strategic Solution di EY EMEIA Financial Services; Mario Comana, Direttore scientifico del Major in Finanza sostenibile, Luiss Business School e Ordinario di Economia degli intermediari finanziari, Luiss Guido Carli, Roma; Luisa Iannelli, Coordinatore Area Master Full-time, Luiss Business School; Antonella Trocino, Docente di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, Luiss Guido Carli, Roma. Al termine del webinar è prevista una sessione di Q&A. Per partecipare, è necessaria la registrazione. Online Form - Una finanza per la sostenibilità 01/06/2023

30 Maggio 2023

SACE, Luiss Business School e Confindustria insieme per il nuovo Executive Program in Export Management

L’iniziativa è rivolta a figure aziendali di imprese italiane ad alto potenziale di export, che desiderano approfondire le dinamiche fondamentali dell’Export Management SACE, Luiss Business School e Confindustria rafforzano la loro azione sinergica sul fronte della formazione e insieme presentano il nuovo Executive Program in Export Management. Un’iniziativa, in partenza il prossimo 15 settembre, rivolta a figure aziendali di imprese italiane ad alto potenziale di export, che desiderano approfondire le dinamiche fondamentali dell’Export Management con un metodo di apprendimento applicativo ed empirico. La partnership è stata siglata oggi da Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE, Luigi Abete, Presidente di Luiss Business School e Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione. L’obiettivo della collaborazione è contribuire a consolidare le competenze manageriali, tecnico-specialistiche e commerciali delle aziende, soprattutto di PMI e Mid Cap, utili per gestire in maniera efficace la complessità del processo di internazionalizzazione nell’attuale contesto geopolitico. Il protocollo si inserisce nell’ambito di una già consolidata collaborazione tra SACE e Luiss Business School, che ha visto negli anni l’erogazione di sessioni formative congiunte con focus geografici e l’ideazione dell’Export Champion Program, un percorso di education gratuito, rivolto a imprese e professionisti, giunto quest’anno alla sua quarta edizione.  SACE metterà a disposizione il proprio know how, oltre a contribuire alla copertura di 5 borse di studio. 29/05/2023

26 Maggio 2023

Bando Internazionale Generazione Contemporanea On Shuffle EP

La proposta del bando di Luiss BS Records si concentra sulla versatilità musicale della generazione contemporanea. Attraverso la selezione di brani che spaziano tra generi e stili diversi, si vuole infatti mettere in evidenza l’originalità artistica dei nuovi talenti. Il risultato dell’iniziativa consisterà nella produzione e pubblicazione di un EP all’interno del quale verranno inserite sette tracce di sette artisti differenti, a cui si darà l’occasione di esprimersi unendo nello stesso progetto diverse influenze e visioni musicali. Il titolo “On Shuffle” rimanda al concetto di riproduzione casuale: i brani   dell’EP, grazie alla loro varietà, offriranno dunque agli ascoltatori l’esperienza di riprodurre tracce come se stessero ascoltando una playlist in modalità shuffle. Il concorso dà vita ad un nuovo ambito di innovazione culturale, volto non più solo alla formazione ma anche al sostegno e alla ricerca di giovani autori in ambito nazionale e internazionale. Possono partecipare al Concorso tutti gli autori di nazionalità italiana o straniera – singolarmente o in gruppo – che rispettino i seguenti criteri di ammissione: non abbiano compiuto il trentasettesimo anno di età alla scadenza del bando prevista per il giorno 30 giugno 2023 per i gruppi, al massimo un componente può avere già compiuto il trentasettesimo anno d’età alla scadenza del bando I candidati possono concorrere con un solo brano, necessariamente inedito, da cui emerga chiaramente l’aderenza al tema del concorso. I sette brani selezionati verranno prodotti all’interno dello studio Luiss BS Records e gli artisti saranno seguiti nella fase di produzione da professionisti del settore e affiancati dagli studenti del Master in Management delle Imprese Creative e Culturali – Major in Music Business della Luiss Business School S.p.A. La scadenza per la presentazione delle opere candidate al Premio è fissata per il giorno 31 luglio 2023 entro e non oltre le ore 12.00 (ora italiana). La partecipazione è gratuita. Si raccomanda l’attenta lettura del bando. ITA SCARICA IL BANDO MODULO ISCRIZIONE MODULO DI PARTECIPAZIONE

25 Maggio 2023

Executive Follow Up

HR Talks Luiss Business School è lieta di annunciare il primo evento Executive Follow Up dedicato a tutti coloro che hanno frequentato i programmi Executive relativi alle Risorse Umane. L'appuntamento avrà luogo il venerdì 23 giugno, presso Villa Blanc. Questo evento speciale riunirà coloro che hanno in comune l'esperienza Luiss Business School e l'interesse nell'ambito delle Risorse Umane. Sarà l'opportunità perfetta per espandere il proprio network, riconnettersi con i colleghi di corso e guardare al futuro. Dopo una breve fase di registrazione, si darà il via all'HR Talk intitolato "La gestione delle RU: dalla risposta all'emergenza alla pianificazione della trasformazione permanente". Questo panel riunirà i Direttori Risorse Umane di importanti realtà, i quali avranno il piacere di condividere la propria visione ed esperienza. Seguirà una sessione dedicata ai Percorsi di Carriera e al valore della formazione, durante la quale si raccoglieranno le esperienze dei partecipanti al fine di condividere best practice e prospettive future. La partecipazione a questo evento esclusivo garantirà il rilascio di un Digital Open Badge, che potrà essere condiviso con la propria Community. AGENDA 14.00 Accreditamento 14.30 Saluti Istituzionali e inizio evento 14.45 – 16.45 HR Talk «La gestione delle RU: dalla risposta all’emergenza alla pianificazione della trasformazione permanente» Moderatori: Roberto Maglione, Professor of Practice Human Resource Management, Luiss Business School Laura Di Raimondo, Direttore Assotelecomunicazione, Asstel Speakers: Emilia Rio, Direttrice Risorse Umane e Organizzazione, Terna Rossella Gangi, Direttore Risorse Umane, WINDTRE Antonio Liotti, Chief People & Organization Officer, Leonardo Geraldine Conti, Responsabile People & Culture Area, BNL – BNP Paribas Gianluca Orefice, HR Director, Aspi 16.45 – 17.15 Break 17.15 – 18.00 Discussione aperta fra i partecipanti: «Percorsi di Carriera – Valore della formazione e fabbisogni formativi». Modera Emanuele Mangiacotti, Adjunct Professor, Luiss Business School. QUANDO: 23 giugno 2023 ORA: dalle 14.00 alle 18:00 DOVE: Villa Blanc, Via Nomentana 216, 00162, Roma 25/05/2023

25 Gennaio 2022

Monica Dellepiane: «L'MBA Luiss Business School mi ha trasformata in un manager di territorio»

Allieva della prima edizione del programma Part-Time lanciato a Milano, responsabile della promozione dell’Azienda speciale della Camera di Commercio di Genova – WTC, ha scoperto come l'alta formazione può cambiare il lavoro all'interno della Pubblica Amministrazione, soprattutto durante una pandemia mondiale Monica Dellepiane definisce la Camera di Commercio di Genova, luogo in cui lavora da diciotto anni, come «la più privata delle aziende della Pubblica Amministrazione». Ma un legame così lungo e solido con una realtà come questa non l'ha mai spinta a sedersi sugli allori. Due anni fa Monica ha iniziato a sentirsi un'azienda, da valorizzare e potenziare all'interno di una realtà più grande. Questo l'ha convinta a scegliere la formula part-time dell'MBA targato Luiss Business School, la prima edizione del percorso tenutasi presso l'hub Luiss di Milano. Durante i sedici mesi di formazione ha scoperto quanto l'alta formazione può rivoluzionare la Pubblica Amministrazione e far bene al territorio. Monica Dellepiane, cosa ti ha spinto a scegliere l'MBA Luiss Business School? Ho scelto l’MBA Luiss Business School perché ho sentito l’esigenza intrinseca di evolvermi professionalmente, per essere pronta a propormi alla mia azienda in modo altamente qualificato per affrontare nuove sfide e progetti in una pubblica amministrazione all’avanguardia e visionaria come Camera di Commercio di Genova. Già dall'Open Day a Villa Blanc, il 3 luglio 2019, ho potuto confrontare le varie proposte formative disponibili all'epoca. Ciò che mi colpì di più fu l'attenzione dell'education team. Si mostrarono attenti alle mie necessità. Poi ci fu una frase magica. Quale? Mi dissero: «Per lei, l’ideale è la formazione MBA. Provi il test di ammissione: visto il suo profilo, mi raccomando, è per lei». Sentendo quella frase, semplice e chiara, ebbi la risposta ai miei perché sulla Luiss Business School. Già il test fu una sfida gratificante, ma come una grande bella partita a tennis, con un match intenso e originale. Poi ho trovato in Luiss la risposta a quello che cercavo in termini di alta formazione ed efficacia nell’azione di accompagnamento formativo. Cosa ti ha colpita in particolare? Ho percepito la cura e l’attenzione alla “formazione personalizzata” con al centro la persona e le sue attitudini. La formazione proposta da Luiss Business School permette un potenziamento dei punti di forza personali e professionali nonché dà la possibilità di preparare la persona a superare i limiti della propria comfort zone. Cosa ha orientato la tua scelta verso la formula part-time? La possibilità di conciliare lavoro, studio e vita. Per 16 mesi ho riorganizzato il tempo per creare un equilibrio tra le tre dimensioni. All’inizio non è stato semplice, ma la chiave di svolta è stata la concentrazione di sfruttare al meglio il tempo libero nel rispetto dei valori personali e della famiglia. Ammetto che “il piacere dello studio verso la cultura manageriale” è un dono unico, e poterlo vivere è un onore. Ora posso dire che è stata una “grande impresa”, che sono fiera di avere vissuto e portato a compimento. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Riassumo l’ambiente Luiss Business School con l’acronimo reinterpretato in modo personalizzato di MBA. M di meravigliosa esperienza di crescita professionale, supportata da un team di professionisti che hanno curato “su misura” la nostra formazione manageriale. B di business, simulare l’esperienza del vero mondo del fare business, vivendo concretamente l’essenza del manager. A di amicizia in particolare un valore creatosi all’interno della rete dei colleghi e con lo staff dei coordinatori MBA. In questa ottica è stato anche molto importante il valore percepito dalle lezioni tenute da alcuni professori. Ce ne puoi fare un esempio? La lezione speciale, appositamente tenuta per la nostra classe dal Professor Petrucci su economia politica allo scoppio del Covid, è stata importante. Le sue parole profonde hanno motivato la classe a vivere il momento, restando concentrati sui nostri obiettivi, credere nell’esperienza formativa proseguendo nel percorso, perché noi eravamo e siamo la risposta positiva al futuro, sia per la scelta fatta che per le prospettive professionali dopo l’MBA. Sei referente di progetti di valorizzazione delle produzioni e servizi tipici a marchio di qualità rilasciati da Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova. Quali corsi ed esperienze dell'MBA Luiss Business School ti hanno aiutato a focalizzarti meglio sul tuo ruolo? Il programma MBA è stato accuratamente strutturato con un ottimo bilanciamento tra materie tecniche e attività pratiche, con un focus particolare per la realizzazione di progetti in team, applicando a questa parte del percorso anche l’arte del project management. Per il mio lavoro sono stati determinanti i tre progetti sviluppati come smart project: il primo anno, dopo i primi tre term del programma, ci siamo dedicati al lancio sul mercato e al piano marketing dello Smart POS di Nexi; a seguire, nell’ambito del Focus Group - ICT da me scelto, ho lavorato alla creazione di una App tramite una startup; e infine il progetto di chiusura del percorso MBA, dedicato a Costa Crociere, in cui abbiamo ideato un nuovo servizio di crociera estesa per valorizzare anche il territorio limitrofo ai porti di partenza e sbarco. La simulazione pratica dei tre progetti è stata determinante per imparare a mettersi all’opera e poter applicare la teoria avvicinata dalle materie finance – come corporate finance e financial accounting – al marketing and sales e soprattutto per comprendere l’approccio degli strumenti digitali – dalla customer experience, digital transforming model, ai laboratori digitali, passando per il consumer insight, il percorso phygital e la gestione dei big data. Quali soft skill senti di aver allenato di più durante il tuo MBA? Ho apprezzato molto il percorso denominato “Personal Pantheon” proposto nei 16 mesi, che mi ha consentito una crescita guidata costante, in primis, schematizzata grazie all’individual coaching con il quale ho focalizzato la mia personale SWOT analysis. Dalla SWOT analysis, attraverso il Career Advisory, ho individuato i punti forza e le opportunità da sviluppare sulla mia persona e tradurle sia per me stessa sia verso gli altri, sia nel racconto del mio profilo sia nel modo di “esprimermi managerialmente”, potenziando il valore professionale personale. Infine, con il Mentoring ho concretizzato l’espressione delle mie potenzialità per aprire le ali ed iniziare a volare. In sinergia al Personal Pantheon ho appreso le opportunità scaturite dai laboratori sullo stile della leadership, public speaking, intelligenza emotiva e resilienza. Questi laboratori hanno consentito di coltivare attitudini personali ma anche capire quali sono le nostre “punte di diamante” da custodire e su cui lavorare. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza? Ti è stato utile nel tuo lavoro? Il networking è sicuramente uno dei valori più importanti dell’esperienza MBA. Ho potuto sperimentare fin da subito il forte legame che si è creato con i team con cui ho lavorato. Dal primo team, con cui ho inaugurato l’esperienza MBA fino al gruppo dello smart project conclusivo, ho avuto la possibilità di consolidare fiducia e supporto emotivo con i membri delle mie squadre. Da questi legami sono nate idee e voglia di fare, in continuo fermento, grazie all’incontro tra intelletti, con mentalità aperte all’iterazione e all’innovazione, con tanti profili differenti, che insieme si confrontano per creare e produrre. Imprenditorialità e Pubblica Amministrazione: come l'alta formazione avvicina questi due mondi? L'alta formazione è una delle risposte per avvicinare reciprocamente la Pubblica Amministrazione al mondo del business e dell’imprenditorialità. È uno strumento per qualificare le abilità manageriali dell’imprenditore ma anche del dirigente. Con una formazione qualificata e personalizzata si possono allenare e accrescere le competenze, rafforzandole, e al contempo migliorare l’efficienza del nostro sistema e del territorio. Io ne sono un esempio pratico: l’esperienza MBA ha sviluppato l'essere “imprenditrice” di me stessa, la “mia impresa”, con una dimensione open minded, pronta all’innovazione, a implementare e supportare il nuovo concetto di sistema pubblico inteso come “buona amministrazione manageriale, digitalizzata ed efficiente”. Come si traduce tutto questo nell'attività pratica? Con un percorso di alta formazione “in casa” per un Pubblica Amministrazione è possibile mettere a disposizione del comparto economico del territorio (associazioni di categoria e imprese) le competenze scaturite. È possibile sviluppare opportunità e nuovi strumenti di potenziamento per il business, cogliendo l’occasione di attingere positivamente dalla transizione digitale e sostenibile in corso. Ma è anche una strategia per anticipare il mercato, le opportunità e i bisogni dei nostri imprenditori, come da sempre Camera di Commercio di Genova attua sul territorio con progetti pioneristici di successo anche poi estesi a livello regionale. Quali competenze acquisite nell'MBA sono più utile alla promozione e sviluppo del territorio locale? Pensi che si possa dire che l'MBA sia utile per creare dei veri e propri manager del territorio? Il percorso MBA è strutturato in modo da simulare la vita in azienda di un vero manager: quindi si impara a leggere un bilancio, valutare il net present value di un progetto e capire se investirci sopra, imparare ad applicare le soft skill per capire e gestire le persone ed essere assertivo, imparare a comunicare in pubblico, sia con le parole che con il proprio stile e movenze. Sono tutti strumenti fondamentali per accrescere i profili delle piccole e medie imprese del territorio, che hanno bisogno di rinnovarsi e creare una nuova immagine pronta alla transizione economica che stiamo vivendo nell’era Covid-19. Ritengo che personalizzare le competenze acquisite dall’MBA all’interno del mondo del commercio, industria, artigianato, agricoltura del nostro territorio, sia una risposta chiave per lo sviluppo economico delle attività produttive della nostra regione e di conseguenza sia un’onda da cavalcare. Pensi che si possa dire che l'MBA sia utile per creare dei veri e propri manager del territorio? Sì. Il mio obiettivo è essere un manager di alto profilo, a servizio del mio territorio, lavorando per la pubblica amministrazione innovativa, come Camera di Commercio di Genova, confluendo con le nuove skills nel territorio e creare un nuovo servizio su misura a disposizione delle imprese, secondo i loro bisogni ed anche pionieristicamente pronta ad anticipare le nuove esigenze dei settori d’impresa e del mondo associativo, anche in linea alle nuove frontiere della sostenibilità. In cosa ti ha cambiata l'esperienza in Luiss Business School? Mi ha portata verso una transizione autentica e naturale, passo dopo passo, progetto dopo progetto, facendo pratica verso una nuova prospettiva di efficacia e di consapevolezza di me stessa. Mi ha insegnato come mettere a disposizione il proprio profilo per la crescita non solo personale, ma anche della mission aziendale. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e in aula su come cogliere pienamente le opportunità del percorso in Luiss Business School? In una frase, Stay Focused. Bisogna familiarizzare e apprezzare la sensazione di “essere in ballo”, l'essere soddisfatti di essere stati selezionati e scelti per questo percorso di evoluzione; credere nel concetto di “team”, con il quale, per molto tempo, sarete una “cosa sola”; credere nei valori che vi manterranno concentrati e pronti ad affrontare difficoltà e successi. In particolare, bisogna avere fiducia nel network tra le persone che conoscerete, fucina di opportunità e grande motivazione compensativa degli sforzi affrontati. 25/1/2022

20 Gennaio 2022

Libia, Boccardelli: «Comprendere storia e sviluppo fondamentale per investire nel Mediterraneo»

Qual è la posizione dell'Italia? A che punto sono i rapporti con i “vicini” del Mediterraneo? Alcune risposte arrivano dall'incontro organizzato a Villa Blanc per presentare il libro di Leonardo Bellodi L’ombra di Gheddafi Gli storici legami con la sponda nord-africana del Mediterraneo, da soli, non bastano più. Gli scenari e il peso degli attori in questo bacino sono cambiati. «Per questo, nella formazione della classe dirigente non può mancare la comprensione di alcune dinamiche geopolitiche di Libia e Mediterraneo, prerequisiti necessari per orientare al meglio gli investimenti nella regione». A sostenerlo è Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, in occasione della presentazione del libro di Leonardo Bellodi “L’ombra di Gheddafi”. L'incontro, organizzato a Villa Blanc, Roma, nell’ambito della serie “Appunti per l’interesse nazionale” in collaborazione con l’Associazione Davide De Luca – Una Vita per l’Intelligence, è stato l'occasione per fare il punto sul futuro ruolo dell'Italia in questo scenario. I numeri del Mediterraneo Circa un miliardo di persone gravita attorno a questo bacino marittimo. Di questi, quasi la metà è nel Middle East and North Africa (MENA). Il Pil generato è equivalente a quello della Germania (dato 2019). Il principale investitore in quest'area è la Cina. Ma anche l'Italia gioca una sua partita. I forti legami diretti che le imprese italiane hanno con la regione sono superiori di quelli realizzati da altri Paesi dell'Unione Europea. In quest'area, le altre nazioni dell'Ue destinano l'1,5% dei capitali investiti all'estero, mentre le imprese italiane – tra cui spiccano nomi di rilievo come Eni – si attestano al 10%. Circa 2000 imprese, situate in questa zona del Mediterraneo, hanno ricevuto capitali italiani, pari al 6% delle imprese italiane con partecipazioni all'estero, generando un fatturato pari a 26 miliardi di euro. La distribuzione dei capitali italiani è concentrata in 7 Paesi: Turchia, Libia, Arabia Saudita, Egitto, Algeria, Tunisia e Marocco. «È chiaro, dunque, che l'area del Mediterraneo ha un rilievo particolare per l'Italia»ha sottolineato Boccardelli. Il ruolo dei Paesi extra UE nel Mediterraneo Guardando al ruolo che i Paesi extra europei stanno giocando in quest'area, Leonardo Bellodi, Senior Advisor, Libyan Investment Authority e autore del libro, spiega che quanto successo ai tempi di Gheddafi determina ciò che sta succedendo oggi, come l'intervento della Russia. «Non esistono amici o nemici perenni: esistono interessi permanenti e per noi l'interesse non può che essere la Libia». «Lo sbocco naturale delle politiche di espansione di Cina, Turchia, Russia, sia per porti economici, ma soprattutto per materie prime, è il Mediterraneo – spiega Adolfo Urso, Presidente, COPASIR – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – La contesa più importante sta avvenendo lì, a supporto della transizione ecologica e digitale. L'Italia deve esserci, la propria indipendenza dipende da questo: dall'approvvigionamento delle materie prime per essere protagonisti nella competizione economica globale». «In questa fase si aprono per il nostro Paese opportunità di convergenza con altri paesi europei e con gli Stati Uniti – rimarca Lucio Caracciolo, Direttore e Fondatore, Limes – In questo modo si possono compensare quei limiti di sovranità ereditati dalla Seconda guerra mondiale senza dover compiere atti di autolesionismo. La Brexit ha soprelevato il peso dell'Italia in Europa, condizione che ha portato gli amici francesi a proporre al nostro Paese il Trattato del Quirinale che, per la prima volta, ci permette di avere un rapporto molto stretto nell'area del Mediterraneo nord-africano. I passi successivi dovranno mirare a compiere atti positivi nell'interesse comune e a cercare mediazione. Dobbiamo ritornare ad essere soggetto credibile e non oggetto di questa sovranità. Se l'Italia resterà a guardare, non potremo lamentarci che il nostro giardino di casa sia oggetto di manovre altrui». Il ruolo dell'Italia nel futuro della Libia Se il legame fra Italia e Libia è intessuto a doppio filo nella storia, è necessario però porsi un'importante domanda. «Qual è il posto dell'Italia nella storia della Libia? Quale strategia l'Italia deve adottare nell'immediato? Secondo Bellodi mai come adesso l'Italia è nelle condizioni di esercitare un ruolo determinante – sottolinea Gianni Letta, Presidente Onorario, Associazione Davide De Luca – Una Vita per l’Intelligence – anche grazie all'autorevolezza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha fatto proprio qui il suo primo viaggio internazionale. L'Italia è nelle condizioni di esercitare un ruolo determinante negli equilibri di questa zona, per salvaguardare interessi contingenti, ma anche per la posizione storica di ponte tra le due sponde del Mediterraneo». Il nuovo ruolo dell'Italia nel bacino del Mediterraneo inizia dalla consapevolezza degli obiettivi nazionali. «Saremo anche un Paese a sovranità limitata, ma nel Mediterraneo abbiamo sempre avuto grande capacità di mediazione e di influenza – spiega Cesare Maria Ragaglini, Già Rappresentante d’Italia, Organizzazione delle Nazioni Unite – Il problema è che più che equilibri, ci sono molti disequilibri. Dovremo adeguarci a questa nuova situazione, sapendo dove vogliamo andare e come». RIVEDI IL WEBINAR 20/01/2022

05 Gennaio 2022

Filippo Berlincioni: «Il mio successo in acqua lo devo anche a Luiss Business School»

Il nuotatore di origini toscane, che nel 2021 si è aggiudicato l’argento agli Assoluti di nuoto di Riccione, è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Il suo obiettivo? Mettere la stessa motivazione nei teamwork aziendali «Quando nuoti, sei solo tu, il blocchetto di partenza, il cronometro e l'acqua. Ma quando ti alleni non sei mai solo e la squadra può fare la differenza». Filippo Berlincioni, venticinquenne di origini fiorentine, ha conquistato la medaglia d'argento ai campionati assoluti di nuoto a Riccione. Al momento di ritirare il premio ha ringraziato la Luiss Business School perché gli aveva permesso di dare un esame e avere i tempi giusti per affrontare la gara. Oltre a sognare gli Europei di Roma 2022, Filippo è uno studente del master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione. Dalla corsia solitaria al lavoro di team la distanza non è così ampia come sembra. Filippo Berlincioni, dopo aver vinto la medaglia d'argenti ai campionati assoluti di nuoto di Riccione, hai ringraziato Luiss Business School per "la serietà, organizzazione e professionalità nel gestire le lezioni e avermi dato la disponibilità di poter competere in questa manifestazione". Come il rapporto con la scuola ha influenzato la tua performance sportiva? Il ringraziamento alla Luiss Business School è nato perché il giorno della gara avevo un esame. Ho chiesto al coordinatore, Lorenzo De Santis, di anticiparlo, in modo da poter iniziare il riscaldamento per la gara alle 14.30. L'esigenza è stata accolta senza alcun problema, cosa secondo me possibile solo in una struttura organizzata come la Luiss Business School. Venendo da un corso di laurea in un un'università pubblica, La Sapienza, questa esperienza sta andando al di là delle mie aspettative. Ora stai conseguendo il Master in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione: cosa ha guidato la tua scelta verso Luiss Business School? Ad aprile scorso mi è stata suggerita l'idea di dare un'occhiata ai percorsi di alta formazione di Luiss Business School. Supportato anche da mia mamma, mi sono interessato a quello in gestione di risorse umane. C'erano materie che mi interessavano e, vedendo le persone che uscivano da quel master, le loro skill, sembrava proprio il corso adatto a me. Quali skill di questo percorso senti tue? Prima di tutto, la capacità di saper stare con gli altri. Lavorare nelle risorse umane richiede il sapersi interfacciare con tante persone: è un dono, ma anche una dote da allenare. Saper comunicare e farsi capire è un talento naturale ed è una caratteristica fondamentale del mio carattere. C'è un filo conduttore tra la tua esperienza di nuotatore e il desiderio di lavorare nel campo delle risorse umane? Se sì, qual è? Il nuoto è uno sport solitario, ci sei tu il blocchetto, il cronometro e l'acqua. Ma al Circolo Canottieri Aniene ho vissuto l'esperienza di trovarmi in una famiglia sportiva, il mio gruppo di allenamento, che ti sprona e ti protegge. Ho incontrato dei ragazzi più grandi, che mi hanno trasmesso dei valori e una visione di questo sport. In quest'ultimo anno da nuotatore professionista so che non ho tempo da perdere e sono consapevole di voler trasmettere tutto questo anche ad altri. Infatti, quando mi alleno e vedo dei ragazzi non impegnarsi, mi piace riprenderli e spronarli. Vorrei portare questa capacità di spronare in un team work, dove poter lavorare con gente che si dà un obiettivo e vuole raggiungerlo. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Meraviglioso. Ho scoperto un nuovo modo di fare lezione. C'è un'interazione molto proficua tra professori e alunni. Le relazioni con i compagni di corso sono stimolanti e interessanti. C'è voglia di integrazione e fare nuove conoscenze. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Il corso in Marketing del professor Mazzù mi ha aperto un mondo: mi ha fatto capire come passare dall'essere un consumatore passivo a diventare attivo. Competitività, da sportivo è un fattore sicuramente fondamentale: come state allenando questa soft skill durante il percorso in Luiss Business School? Faccio una premessa: odio perdere anche se bisogna saper perdere. Nel mio sport, la competitività c'è sempre, in gara e nella routine. Ma quando si perde, bisogna saper ascoltare chi è più bravo di te e chi in una gara ha dato di più. Bisogna saper accettare la sconfitta a testa alta. Nei project work ho applicato lo stesso atteggiamento: sono stato ad ascoltare, anche se ho dato il mio contributo con la scrittura. Uno dei valori fondamentali durante un percorso formativo Luiss Business School è il network: come riesci ad armonizzare la naturale competizione connaturata al tuo essere uno sportivo al lavoro di squadra e al fare rete? Quando si lavora in team il successo non è mai del singolo, cosa che accade anche in vasca, durante le staffette. Non vorrei emergere per prendermi i meriti di altri. Poi ci può essere il soggetto di spicco, ma quando c'è un lavoro di gruppo, come in una staffetta, si vince e si perde tutti insieme. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader? Oggi si tende a considerare il leader come quello più forte all'interno di un gruppo. Invece, secondo me, un leader oggi è colui che crea armonia e che fa emergere il meglio di tutti i componenti del gruppo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Prima di tutto, voglio concludere al meglio il mio percorso in Luiss Business School. Un giorno mi piacerebbe diventare un HR Recruiter e poi lavorare nel management di una casa di moda. Al termine del 2021 capirò se iniziare questo percorso subito o se prendermi il tempo per tentare la qualificazione agli Europei di Roma 2022. La mia priorità resta il master, ma avendo un altro anno a disposizione da atleta professionista, mi piace coccolare l'idea di questa possibilità. 5/1/2022

04 Gennaio 2022

Luiss Business School approda su Amazon Prime Video

Il corto Broken Mirror, progetto finale dell’edizione 2019 del master in Media and Entertainment, è disponibile sulla piattaforma Prime Video La formazione come chiave di accesso al mondo del cinema e della televisione. È quanto possono confermare i partecipanti dei Major in Gestione della Produzione Cinematografica e Televisiva e Writing School for Cinema & Television del Master in Media and Entertainment edizione 2019 che, con il cortometraggio Broken Mirror, project work di fine percorso, sono sbarcati in questi giorni su Amazon Prime Video. Il corto racconta la storia di Sara, moglie di Gabriele, che vive e lotta nei confini di una storia d’amore malata e possessiva, continuando a perdonare tutto, anche la violenza, nella speranza che un giorno le cose cambieranno. Broken Mirror, con Giulia Petrungaro (al cinema con “School of Mafia”) e Alessandro Fella (in “Barbarians 2”, produzione Netflix), per la regia di Gianpiero Alicchio, ha ottenuto diversi riconoscimenti: è stato selezionato dal circuito della distribuzione cortometraggi degli Oscar, ShortTV, al Social World Film Festival dell’agosto 2019 e alla prima selezione dei David di Donatello 2019. Agli ultimi ciak anche il project work dell’edizione 2021 che vede gli studenti impegnati nella realizzazione della puntata pilota di Aldebaran, thriller drammatico teen young/adult, in otto puntate, destinato alla distribuzione su piattaforme OTT, per la regia di Milena Cocozza. La prossima edizione del Master sarà in aula dal 24 gennaio 2022. Writing School for Cinema & Television SCARICA LA BROCHURE Gestione della Produzione Cinematografica e Televisiva SCARICA LA BROCHURE 4/1/2022

21 Dicembre 2021

Marcella Barlassina, da studentessa a imprenditrice grazie a Luiss Business School

Messinese, 30 anni, dopo aver frequentato il Master in Food & Wine Business ha avviato “Mozzica”, un progetto che porta fuori dalla Sicilia il suo meglio enogastronomico Marcella Barlassina ha sempre nutrito una profonda passione per il cibo, tanto da volerlo trasformare in un lavoro. Ma non ai fornelli, bensì guardando più lontano, pensando più in grande. Così, dopo una laurea specialistica in Economia Aziendale e un Master all'università di Messina, ha deciso di continuare la sua formazione con il Master in Food & Wine Business targato Luiss Business School. Per lei, abituata anche alle sfide in campo grazie a sei anni da giocatrice di basket professionista, è stato come mettere a segno un tiro da tre punti. Marcella Barlassina, cosa ti ha spinto a scegliere il Master in Food & Wine Business in Luiss Business School? La grandissima passione per il settore dell'enogastronomia. Durante il mio percorso universitario, sia per la triennale sia per la specialistica, ho svolto due tesi dedicate al settore food & wine. Una era sulle imprese vitivinicole siciliane. L'altra sulla certificazione halal degli alimenti. Dato che volevo creare qualcosa in questo settore, ho scelto di approfondire le mie conoscenze, tendendo verso l'alta formazione. Durante le mie ricerche ho capito che il percorso Luiss Business School era il più adatto alle mie esigenze. Come mai? Gli altri percorsi erano più orientati al marketing e alla comunicazione del cibo, mentre il Master Luiss Business School guardava sia alle aziende che operano nel settore food and beverage sia all'aspetto gestionale del mondo della ristorazione. Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Oltre a una location bellissima come Villa Blanc, ho avuto l'opportunità di incontrare tanti professori e professionisti. A parte la teoria, che si fa un po' ovunque, è stato un master improntato sulla pratica. Infatti, dopo i primi mesi a Villa Blanc, le altre lezioni si sono svolte presso la sede di Gambero Rosso a Roma, dove abbiamo seguito lezioni con chef, abbiamo imparato a fare delle degustazioni di vino. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpita? Dario Laurenzi, founder e CEO della Laurenzi Consulting, azienda specializzata in consulenze in ambito ristorativo. Prima del master non avevo idea che esistessero società capaci di indirizzare e consigliare le attività enogastronomiche. Quell'incontro mi ha fatto comprendere che la consulenza era una strada che avrei percorso volentieri. Ed è lì che ho puntato anche per il mio stage. Dove hai svolto lo stage? Presso Ginevra Consulting con Roberto Tomei, che è stato anche docente del master. Ho fatto un solo colloquio, quello con loro, ed è andato bene. Mi sono subito inserita, nonostante le difficoltà create dalla pandemia. Il master è finito a ottobre, a dicembre ho iniziato lo stage e due mesi dopo eravamo tutti in smart working. Ma questo non mi ha impedito di imparare tantissimo. In che modo? Anche in smart working non mi sono limitata a guardare o ad assistere: ho lavorato, imparando anche aspetti sconosciute di me stessa attraverso le diverse mansioni da svolgere. L'essere completamente sola davanti a ogni compito mi ha permesso di capire che, grazie al master, avevo tutti gli strumenti per fare bene il mio lavoro. Quali sono i corsi che ti hanno cambiata di più, aiutandoti a formare il tuo bagaglio di hard skill? La mia formazione economica mi ha avvantaggiata durante il master. Il percorso mi ha aiutata a declinare le mie conoscenze nel settore food & wine. Più che imparare concetti teorici, durante il master ne ho visto l'applicazione pratica, che mi ha proiettata nel mondo del lavoro. Soft skill, come avete lavorato su questo ambito durante il master? Durante il master lavori un po' su tutto. C'è molta competitività e si lavora spesso in team. Si è spinti a migliorare e a tirare fuori il carattere. Tra le tue esperienze c'è una voce molto interessante: sei stata una giocatrice di basket professionista in serie A. Quanto di questa esperienza hai portato o ti ha aiutato durante il master? Durante il master abbiamo fatto tantissimi lavori di gruppo, sperimentando leadership e competizione. Esser stata una sportiva professionista mi ha aiutato perché sono cresciuta con delle regole. Se ho un obiettivo, cerco di fare di tutto per raggiungerlo. Aver giocato in una squadra mi ha aiutato a tirare fuori il massimo anche quando i compagni di gioco non erano in linea con le mie caratteristiche. Quali sono stati i momenti più significativi del percorso in Luiss Business School? Ce ne sono stati due. Il primo è avvenuto verso la fine del master, quando abbiamo visitato la Roaster Starbucks di Milano. Qui ci hanno spiegato come funziona lo store, le policy aziendali, la selezione del personale e delle materie prime. È stato fantastico! E il secondo? Durante un career day ho avuto l'opportunità per parlare con alcuni recruiter di Unilever, che mi hanno invitata per un open day in azienda. Oltre alle impressionanti dimensioni dell'azienda, l'aver potuto lavorare in team durante l'intera giornata mi ha permesso di imparare tantissimo, anche su di me. E questo, senza Luiss Business School, non sarebbe mai accaduto. Ora sei un'imprenditrice. Hai avviato Mozzica, sito di e-commerce dedicato a box di cibo siciliano pensato e pesato per realizzare una ricetta a casa. Com'è nata questa idea? Quanto il tuo percorso in Luiss Business School ha influenzato il progetto? Su Mozzica.it vendo meal kit, ovvero delle box che contengono degli ingredienti 100% siciliani che, messi insieme, concorrono alla preparazione di un piatto della tradizione dell’isola. Ci sono vari kit, tra cui 2 primi come la pasta Bronte e la pasta Norma. L'idea è nata dopo il master, durante il lockdown: prima non mi sarebbe mai venuta in mente. Grazie ai miei compagni di master, ho visto come venivano intesi e fruiti i prodotti siciliani al di fuori della Sicilia. In più, vivendo a Roma ho notato che non tutto era reperibile, nemmeno in una grande città. Così ho pensato di creare questi meal kit, andando a cercare artigiani, contadini e casari della mia terra che potessero offrire un'esperienza autentica della Sicilia a tavola. Il tutto racchiuso in una comoda scatola, perfetta anche come regalo natalizio. Pensa che in futuro continuerai a costruirti sul campo o pensi di tornare sui banchi per acquisire nuove competenze? Farei altri dieci master come quelli fatti in Luiss Business School! Ma ora ho voglia di fare esperienza sul campo, crescendo come imprenditrice. Un consiglio per chi deve iniziare. Il master va vissuto con convinzione, cercando di cogliere il meglio di ogni situazione e vivendolo a 360 gradi. 21/12/2021

17 Dicembre 2021

Women Empowerment, Boccardelli: «La policy dà la direzione, gli attori sociali chiudono il gender gap»

Presentati i dati della ricerca Luiss Business School-Iren: il mondo dell'energia traina il discorso su gender equality nel settore servizi RASSEGNA STAMPA Il Messaggero, Women Empowerment, Iren: studio su uguaglianza di genere nel settore dei serviziLa Repubblica, Women Empowerment, Iren: studio su uguaglianza di genere nel settore dei serviziLa Stampa, Women Empowerment, Iren: studio su uguaglianza di genere nel settore dei serviziMilano Finanza, L'energia è maggiormente attenta alla gender equalityAvvenire, Parità di genere. La svolta mancata e il ruolo delle donne Alley Oop Il Sole 24 Ore, Empowerment delle donne: il 2022 sarà l’anno della svolta? Comprendere il fenomeno della gender equality attraverso lo storytelling del settore servizi è lo scopo di Women Empowerment @Iren - Valorizzare il ruolo delle donne nelle aziende del settore energetico, infrastrutture e trasporti, la ricerca condotta da Luiss Business School in collaborazione con Iren. Nell'aprire i lavori Paolo Boccardelli, Direttore, Luiss Business School ha sottolineato come il tema del gender gap sia al centro di numerose agende, compresa quella del governo Draghi, ma che senza l'azione diretta di tutti gli attori sociali c'è il rischio che le disuguaglianze si amplifichino. Evitare i rischi di un pavimento appiccicoso «Non è più un problema di soffitto di cristallo, ma di pavimento appiccicoso – ha spiegato Boccardelli – Oggi, la difficoltà è far salire le donne perché non vengono offerte loro significative opportunità di crescita professionale. La nostra popolazione studentesca è costituita al 60% da donne, ma poi le troviamo in numero molto inferiore in posizioni di responsabilità. Per noi è una priorità promuovere il successo e le carriere dei nostri alunni. Per questo abbiamo lanciato il progetto Grow, che ha come obiettivo la promozione di un maggiore equilibrio nella leadership». Secondo i dati Istat su 101 mila disoccupati, 99 mila sono donne. Il tasso di occupazione femminile italiano è di 13,5 punti sotto la media europea. «In questa fase è un rischio enorme – ha aggiunto Boccardelli – che il gap di genere non si chiuda, ma si amplifichi. Abbiamo una responsabilità: promuovere il recupero dell'uguaglianza di genere, anche nell'accesso alle discipline Stem. Il premier Draghi l'ha posta come priorità del suo mandato. Ma se la policy dà la direzione, il recupero di genere lo fanno gli attori della società». La ricerca La ricerca applicata al tema del gender gap permette di monitorare l'evoluzione del fenomeno e permette di elaborare una serie di idee e di ipotesi che migliorano l'approccio al tema della parità di genere nei sistemi economici e sociali del nostro Paese. «Per questo, la Luiss Business School ha collaborato con Iren per portare dati affidabili su cui poter basare anche delle proposte di policy», ha spiegato Matteo Caroli, Associate Dean e Head Business Unit Ricerca Applicata e Osservatori, Luiss Business School. Nel delineare lo scenario sull’uguaglianza di genere, lo studio ha preso in esame l’offerta di contenuti online in 5 Paesi d’interesse (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna) e 4 settori (Energy, Waste, Water, Telecom), nel periodo 2017-2021. Dai dati emerge come il settore energy è predominante in termini di quantità di contenuti gender presenti in rete: su un totale di 1.845 fonti web dalle quali sono emersi contenuti gender, il 43.7% deriva dal mondo energy, seguito da telco (23.8%), water (14.3%) e waste (13.6%). L’indagine di tipo semantico dei contenuti ha permesso di circoscrivere gli argomenti più rilevanti, e vede in testa il tema dell’uguaglianza (22.3%) inteso come parità di genere, seguito dalla disuguaglianza, che affronta la stessa prospettiva dall’accezione contraria del temine (11.2%). Analoghe conclusioni si riscontrano sia che si guardi ai risultati aggregati, sia alla distribuzione macroscopica degli argomenti tra i settori. Un focus sulla mappatura delle fonti in italiano mette in luce che i contenuti tematici relativi al gender sul web si attestano sul 20% del totale, del quale il 16% è equamente diviso tra temi di disuguaglianza (8.4%) e uguaglianza (8.1%), mentre il 2% è rivolto alla disparità salariale. L’analisi delle ricerche web compiute nei 5 Paesi di riferimento permette inoltre di scattare una fotografia dell’interesse nei confronti dei contenuti di genere, anche dal punto di vista cronologico, rilevando un trend in costante crescita: da 63mila ricerche mensili del 2017 alle 98mila del 2021 (+53%). I dati del “Gender Equality Index” misurati dall’EIGE-Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, evidenziano proprio un effetto di She-cession dovuto alla pandemia, per il quale rispetto al 2019 ci saranno 13 milioni di donne occupate in meno, mentre l’occupazione maschile sarà tornata ai livelli di partenza. In Italia in particolare, le donne che hanno perso il lavoro nel 2020 sono il doppio rispetto ai colleghi uomini, a causa di posizioni lavorative meno tutelate e impiego nei settori più colpiti della crisi «Con questo studio ribadiamo l’importanza di dare una interpretazione “piena” del concetto di Empowerment, di autoaffermazione delle donne a tutti i livelli, anche, e non solo, nei ruoli decisionali - ha sottolineato Maria Isabella Leone, Professoressa Associata di Management dell’innovazione, Luiss Business School - Allarghiamo inoltre il suo raggio di azione: non solo quindi le donne, ma tutti al centro delle politiche di valorizzazione e crescita di ogni organizzazione. In tale accezione, si ribadisce che ognuno di noi ha la propria voce e che è importante impegnarsi affinché quelle di tutti vengano ascoltate». Una Certificazione per la Parità di Genere Nell'analizzare i dati della ricerca, i relatori coinvolti hanno sottolineato diverse criticità nello sviluppo di una strategia che vada a intervenire concretamente sul tema del gender gap. Tra gli strumenti a disposizione, la ministra Elena Bonelli ha presentato la Certificazione per la Parità di Genere. «Il tema della parità di genere e dell'empowerment femminile in ambito professionale è uno degli assi strategici su cui l'Italia ha scelto di investire e di impostare il Pnrr – ha dichiarato Elena Bonetti, Ministro per le pari opportunità e la famiglia – Parlare di empowerment femminile significa mettere in campo energie che riconoscano i talenti delle donne, ma che sanno anche quanto siano necessari per l'intera comunità. Le competenze restano un tema fondamentale: abbiamo bisogno di aumentare e qualificare quelle femminili in ambito Stem. Abbiamo bisogno di introdurre una chiara prospettiva di genere e una leadership che attui subito questa transizione. Ci sono strumenti innovativi, che metteremo in campo, per raggiungere questi scopi. Tra questi c'è la Certificazione per la Parità di Genere, che abbiamo voluto inserire come progetto pilota nel Pnrr, una certificazione che permetterà alle imprese di avere uno strumento anche di supporto in una progettazione indirizzata per le politiche di piena promozione dei talenti femminili, che ne incentivino le carriere, che favoriscano strumenti di welfare a favore di una piena armonizzazione tra la vita familiare e quella lavorativa, strumenti che valorizzino le competenze e la possibilità di assunzione di responsabilità nell'approccio alla governance da parte delle donne. A questa certificazione seguiranno dei benefici perché alla scelta di investire nelle pari opportunità e nell'empowerment delle donne di fatto stiamo investendo risorse che attiveranno le migliori energie di cui il nostro Paese può disporre. Verrà anche costituto un Osservatorio per le Pari Opportunità e l'Empowerment delle Donne, che viene istituito a monitoraggio di questo percorso.». Creare un mondo del lavoro più femminile La parità di genere e l'empowerment, in Italia, si scontrano con un retroterra di arretratezza, complicato dagli effetti della pandemia. Infatti, l'Italia ha da sempre un problema di riconoscimento delle capacità femminili, creando una carenza di crescita ma anche di produttività. Perché, di fatto, si tiene fuori dal mercato del lavoro il 50% del capitale umano italiano. «La parità di genere non è mai stato un obiettivo strategico reale – ha spiegato Linda Laura Sabbadini, Chair W20, Direttrice centrale Istat – altrimenti avremmo investito, ad esempio, sulle infrastrutture sociali, strumento fondamentale per liberare le donne da un carico di cura familiare superiore rispetto a quello degli altri Paesi. Bisogna agire: il Pnrr può essere un'occasione per questo rilancio. C'è una sensibilità crescente sul tema: il problema è la messa a terra dei temi». «Ci sono due criticità: la necessità delle organizzazioni di adottare dei modelli femminili di lavoro e il dovere di toccare l'elefante nella stanza, cioè il potere– ha sottolineato Giorgia Ortu La Barbera , Consulente Senior per la Diversity & Inclusion , Fondazione Libellula, Consigliera di Fiducia in Rai, Sapienza e Greenpeace Italia – Uomini e donne hanno esperienze di vite differenti che si riflettono nella vita lavorativa. Ci sono molte aziende organizzate per essere compatibili con lo stile di vita degli uomini su diversi fronti: overtime, orario di lavoro, percorso di carriera, sistemi di valutazione performance. Quando le aziende decidono di sviluppare programmi di gender inclusion, devono rivedere i propri modelli per renderli compatibili con la vita professionale e personale delle donne. È necessario cambiare i propri modelli interni per permettere alle donne di crescere. Quando si parla di donne, la diversità viene cancellata e si chiede di trasformarsi, di superare i limiti della propria condizione sociale di genere. Sono rarissime le aziende che decidono di cambiare quando sviluppano dei programmi di gender equities. Infine, quando si tratta di lavorare sull'empowerment delle donne non si può parlare di equità senza parlare delle donne nella stanza dei bottoni. Basti pensare che le donne rappresentano il 52% della popolazione italiana, ma nelle organizzazioni sono una minoranza, che diventa tanto più esigua quanto più si scalano le gerarchie». La strategia di Iren In questo quadro sfidante, coscienti delle criticità del quadro economico e sociale in cui pulsa il problema del gender gap, Iren ha rivisto la sua strategia aziendale in favore dell'inclusione e del recupero dell'uguaglianza in azienda. «L’ambizioso piano industriale di Iren al 2030 – ha dichiarato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren Gianni Vittorio Armani – è contraddistinto non solo da importanti target di natura industriale e finanziaria ma anche sostenuto da un forte empowerment delle persone che lavorano in azienda. Crediamo che la differenza di genere sia un assoluto valore su cui fondare presente e futuro di Iren e l’obiettivo di avere, entro il 2030, il 30% dei nostri manager di sesso femminile testimonia la nostra volontà di superare ogni tipo di barriera nei processi di crescita professionale e manageriale». La ricerca è stata presentata a Villa Blanc, sede della Luiss Business School, il 15 dicembre 2021 con gli interventi di: Paolo Boccardelli, Direttore, Luiss Business School, Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato e Direttore Generale Iren, Barbara Falcomer, Direttrice Generale, Valore D, Giorgia Ortu La Barbera, Consulente Senior per la Diversity & Inclusion, Fondazione Libellula, Consigliera di Fiducia in Rai, Sapienza e Greenpeace Italia Linda Laura Sabbadini, Chair W20, Direttrice centrale Istat. Hanno presentato i lavori: Matteo Caroli, Associate Dean e Head Business Unit Ricerca Applicata e Osservatori, Luiss Business School, Maria Isabella Leone, Professoressa Associata di Management dell’innovazione, Luiss Business School. 17/12/2021

15 Dicembre 2021

Leader 4 Talent, Altavilla: «Curiosità, motore e carburante della leadership»

Nel suo intervento a Villa Blanc guidato dal Direttore Luiss Business School Paolo Boccardelli, il Presidente Esecutivo Italia Trasporto Aereo ha parlato anche di glocal, transizione ecologica e Alitalia. Sul domani: «Non vi deve mai bastare l'oggi: il futuro dovete costruirlo voi, senza aspettare la ricetta giusta» «La leadership si può costruire, ma va alimentata mantenendo una costante e feroce curiosità». In queste parole Alfredo Altavilla, Presidente Esecutivo Italia Trasporto Aereo (Ita Airways), ha racchiuso la sua idea di attitudine alla guida. Ospite dell'ultimo appuntamento di Leader 4 Talent, a Villa Blanc, Altavilla ha dialogato con Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, sulle skill che un leader contemporaneo deve avere e su come affrontare la complessità, tenendo presente anche dimensione glocal e transizione ecologica. Leadership secondo Alfredo Altavilla Il discorso di Alfredo Altavilla inizia sottolineando il privilegio dell'essere leader e la responsabilità che comporta. Per questo, è una condizione che va meritata ogni giorno. Poi ha messo a fuoco la sua idea di leader e le necessarie skill per esserlo. «Leader si nasce, è vero, ma è qualcosa che si può anche costruire. Esiste un solo modo per farlo: mantenendo una costante e feroce curiosità. Senza la curiosità non si può avere l'enabler necessario per approfondire le potenzialità delle persone che ti circondano». Ragionando su chi è alla guida, Altavilla ha sottolineato che il leader è solo e non può accontentare tutti, altrimenti «vuol dire che non stai facendo il tuo mestiere». In più, «la parola leadership si lega in modo indissolubile a un'altra parola: meritocrazia. Se si vuol essere meritocratici, bisognerà scegliere tra le persone, tra le decisioni da prendere. E necessariamente si scontenterà qualcuno. Il leader è come un direttore d'orchestra che fa suonare bene insieme la squadra. Il segreto non è il controllo, ma la capacità di lasciare le persone libere di correre e di esprimere il proprio potenziale». Per questo, «il vero banco di prova della leadership è la scelta di una propria squadra che sa giocare insieme per raggiungere un obiettivo, e che non sia fatta di semplici individui». E questo è solo l'inizio del lavoro. A definire un leader è anche la capacità di assumersi dei rischi e di prendere decisioni difficili. «I leader che non rischiano non sono leader. Non pensate di indovinarle tutte, ma non puoi non rischiare: è quello per cui siamo nati. È normale sbagliare, ma la capacità di prendere decisioni in momenti difficili è una caratteristica fondamentale di un leader». Ai futuri leader che si stanno formando nelle aule di Luiss Business School, Altavilla ricorda che «stretchare una persona, spronarla a rendere oltre i limiti che pensa di avere. Non è facile, perché non vi amerà mentre lo fate, ma poi vi sarà riconoscente se avrà la capacità di capirlo. Non limitatele, non ingabbiatele in schemi mentali: lasciatele correre». E aggiunge: «Non vi deve mai bastare l'oggi: il futuro dovete costruirlo voi, senza aspettare la ricetta giusta. Cercate le vostre sfide, senza dare per scontato che sia l'azienda per cui lavorate a sapere cosa è meglio per voi». Glocal, transizione energetica e Ita Airways Durante l'incontro gli studenti hanno chiamato il Presidente Altavilla a confrontarsi su diversi temi. Tra questi, la sua idea di glocal, per lui un concetto ineliminabile se si vuole avere successo. «C'è bisogno di un approccio tailor made al singolo mercato perché i modelli di consumo sono diversi: solo così anche i brand globali possono essere rappresentati sui diversi mercati. Le aziende che riescono a differenziare l'offerta in base ai mercati, nel lungo periodo creano le condizioni di successo». Il cambiamento climatico sta obbligando tutti i settori a ricostruire i business model: per questo sarà necessario trovare nuovi paradigmi di redditività. Ragionando sulla transizione ecologica, per Altavilla il passaggio dall'ibrido all'elettrico, nell'automotive, «renderà la parte operativa sarà sempre meno redditizia, a vantaggio dell'innovazione sui servizi che offerto. È uno dei settori a più elevata intensità di capitale, ma con profitti più bassi». Parlando di Ita Airways, «la sfida più grande è quella di trovare un partner industriale che consenta di avere un ruolo significativo sul mercato». Passando in ricognizione la sua esperienza in Fiat, dov'è stato responsabile dell'ufficio Auto di Pechino e poi delle attività del Gruppo per l'Asia, Altavilla ha ricordato la figura di Sergio Marchionne. «Il principale insegnamento che ha lasciato ai suoi collaboratori è di non aver timore che possa esistere un sentiero diverso per scompaginare il campo di gioco del tuo competitor». Guardando al futuro, Altavilla consiglia agli studenti di guardare oltre, al domani. «Se vi ancorate al mondo che vedete oggi, avete perso la sfida. Bisogna prendere decisioni, cercando di capire quali saranno i modelli di riferimento tra cinque anni». Chi è Alfredo Altavilla – Nato a Taranto 57 anni fa, Altavilla è laureato in Economia all’Università Cattolica di Milano. Nel 1990 inizia la sua carriera in Fiat, occupandosi di operazioni internazionali nell’ambito della attività di pianificazione strategica. Nel 1995 diventa responsabile dell’ufficio Fiat Auto di Pechino, per poi diventare nel 1999 responsabile delle attività del Gruppo in Asia. Nel 2002 si occupa del coordinamento della attività relative all’alleanza con General Motors, per poi assumere l’incarico di gestione di tutte le alleanze nel 2004. Nello stesso anno viene nominato Presidente di Fgp (Fiat/Gm Powertrain JV) e senior vice president business development di Fiat Auto. Nel 2005 assume l’incarico di ceo di Tofas, la joint venture tra Fiat Auto e Koç Holding, e l’anno successivo viene nominato ceo di Fiat Powertrain Technologies. Nel 2009 entra nel cda di Chrysler Group, e dal 2009 al 2012 occupa la posizione di president and chief executive officer di Iveco. Attualmente Altavilla fa parte del consiglio di amministrazione di Telecom e Recordati, ed è consulente del fondo di private equity Cvc. Cos'è Leader for Talent - #L4T. Si tratta di un ciclo di incontri con leader, top manager ed esponenti del mondo aziendale. Il format prevede circa 20 minuti di Speech dell’ospite e successivamente una sessione di Q&A. Questi interventi e testimonianze sono fortemente orientati all’operatività e alla gestione pratica delle dinamiche aziendali. L4T è stato pensato per favorire l’incontro con i leader delle principali organizzazioni, offrendo ai nostri studenti l’esperienza di un confronto e un dibattito in grado di arricchirli dal punto di vista professionale e delle soft skill. 15/12/2021

15 Dicembre 2021

Comunità Energetiche, Caroli: «Occorrerà lavorare sulle competenze»

Luiss Business School e RSE hanno presentato una ricerca che traccia lo stato dell’arte delle comunità dell’energia in Italia. Ecco la road map da seguire per abilitare la produzione energetica sostenibile e innovativa Le Comunità Energetiche sono un punto chiave della transizione ecologica in Italia. Per questo, oltre a comprenderne la natura e le potenzialità, incoraggiandone lo sviluppo territoriale e tecnologico, sarà necessario che il sistema formativo sostenga la creazione delle competenze. Mercoledì 15 dicembre, a Villa Blanc, Roma, Luiss Business School e RSE – Ricerca Sistema Energetico hanno presentato una mappatura inedita delle 24 iniziative accreditate o in accreditamento dal Gse, per diventare le prime comunità energetiche in Italia. Il lavoro di ricerca è arricchito dall’individuazione di oltre 50 iniziative che forniscono esempi rilevanti per lo sviluppo del settore. Cosa sono le Comunità Energetiche Le Comunità Energetiche mettono al centro i cittadini, che diventano sia produttori sia consumatori di energia. In questi modelli si operano il monitoraggio e l'ottimizzazione dei consumi energetici individuali in modo più efficace ed efficiente, riducendo la spesa delle famiglie, ma anche delle piccole e medie imprese. In più, in un quadro in cui molte regioni come il Piemonte hanno giocato d'anticipo diversi anni prima con regolamenti regionali, i sindaci devono diventare i principali promotori di questo modello. Le Comunità Energetiche diventano così anche il mezzo per promuovere nuove filiere di sviluppo territoriale. «Le comunità energetiche possono diventare un mezzo per fare comunità o, laddove le comunità esistono, per rendere produttive le stesse – ha spiegato Stefano Besseghini, Presidente, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente Privacy – Gli strumenti ci sono: sarà interessante capire come riusciremo a cogliere tutte le sfaccettature dell'iniziativa». Il convegno si è svolto nello stesso giorno dell'entrata in vigore del “decreto RED II”, o più precisamente il D.Lgs. 8 novembre 2021, n. 199, che recepisce la direttiva europea UE 2018/2001 sull’uso delle FER. La normativa mira ad accelerare il percorso di crescita sostenibile dell’Italia e la sua transizione energetica. Una delle direttrici è quella dell'impiego di energia da fonti rinnovabili, coerenti agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 (-55% di emissioni climalteranti rispetto al 1990) e 2050 (net-zero). La normativa opera proprio in tal senso. La ricerca Punto di partenza della ricerca – finalizzata a tracciare lo stato dell’arte delle comunità dell’energia in Italia – è l’analisi del quadro normativo nazionale e regionale italiano, con un focus sul recepimento della direttiva rinnovabili e la definizione dei relativi decreti attuativi che stanno abilitando la crescita e il moltiplicarsi di progetti energetici di comunità. Combinando diversi metodi di ricerca (mappatura di 50 iniziative, focus group e interviste), lo studio ha permesso di delineare i passaggi essenziali a sviluppare iniziative di comunità energetiche, individuando i tre diversi modelli organizzativi tratti dalle best practice analizzate: la comunità energetica solidale di San Giovanni a Teduccio, particolarmente interessante perché sviluppata nella periferia est di Napoli, caratterizzata da una missione di impatto sociale particolarmente rilevante; la comunità energetica di GECO a Bologna, che combina avanzate sperimentazioni tecnologiche in un contesto di edilizia residenziale pubblica nel quartiere periferico del Pilastro a Bologna; la comunità Energetica di Biccari (Foggia), che vede nell'iniziativa imprenditoriale di un giovane sindaco un modello di sviluppo energetico molto rilevante per le aree interne del Paese e che verrà particolarmente incoraggiato dagli investimenti del PNRR. Proprio il Piano ha previsto per le comunità energetiche 2,2 miliardi di euro di investimenti, con target i comuni di 5000 abitanti a rischio spopolamento. «Le Comunità Energetiche rappresentano un’opportunità inedita nelle politiche di transizione energetica – ha spiegato Maria Isabella Leone, Associate Professor of Management of Innovation, Economics & Business, Luiss Business School – permettono di superare la tradizionale separazione tra valore economico individuale e ricadute per la società, dando vita a un modello in cui il valore locale aggiunto è centrale». La sfida della formazione per le Comunità Energetiche A valle della presentazione della ricerca e dell'analisi dell'importanza delle Comunità Energetiche nel quadro della transizione ecologica, Matteo Giuliano Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School, fa il punto su un abilitatore necessario per l'intero processo: la formazione. «Non c'è dubbio che uno degli snodi su cui occorrerà lavorare è quello delle competenze– ha sottolineato Caroli – La normativa permette di creare comunità che aggregano molti fruitori. C'è un'attenzione diffusa e una sensibilità che la nostra ricerca ha rilevato anche nelle amministrazioni locali, purtroppo ancora non omogenea. C'è attenzione da parte dei grandi attori dell'energia. Se non compiamo gli stessi passi avanti nell'ambito delle competenze per la gestione di questo nuovo organismo, si rischia di fallire. Ciò che determina il successo nelle organizzazioni sono le competenze, tecniche ma anche soft. Occorrerà un lavoro molto importante da parte del sistema formativo post-universitario per creare le competenze trasversali necessarie: organizzative e finanziarie (per attirare risorse in un organismo che non ha come priorità la massimizzazione del rendimento di capitale), ma anche legate alla gestione dei rischi». Comunità Energetiche, un valore aggiunto per il territorio «Le Comunità Energetiche sono un tema centrale nella transizione ecologica – ha dichiarato Ilaria Fontana, Sottosegretario di Stato, Ministero della Transizione Ecologica – Rappresentano una vera scuola per dare centralità al territorio. In una simbiosi con i cittadini, le CE rappresentano il cuore della transizione ecologica. La produzione di energie rinnovabili è importante per lo sviluppo dei territori perché l'economia circolare abilita non solo la transizione ecologica, ma anche etica. Le CE hanno un altissimo valore sociale e inclusivo. Speriamo che questo strumento possa essere sempre migliorato, sia grazie alle istituzioni sia ai professionisti che si metteranno a disposizione». «Il valore locale aggiunto delle Comunità Energetiche è una importante opportunità per il territorio – ha spiegato Matteo Zulianello, Viceresponsabile progetto comunità energetiche, RSE – Per questo bisogna mettere a terra progetti che siano realizzabili in modo pratico. Il giusto dialogo tra gli enti di governo e quelli del territorio potrebbero dare benefici in termini di indirizzamento delle risorse del Pnrr, per fornire il know how a soggetti nuovi e potenzialmente fragili rispetto a questo progetto. Si tratta di trovare un equilibrio tra le opportunità che possono arrivare dall'esterno, mantenendo risorse, benefici e ricadute sul territorio». Infatti, avere un comune che promuove e partecipa a una Comunità Energetica è visto come un valore aggiunto anche per il marketing territoriale».«La Comunità Energetica è vista in senso elettrocentrico, ma tra i casi studiati abbiamo visto alcuni esempi incentrati su altri vettori energetici – ha sottolineato Maurizio Delfanti, Amministratore Delegato, RSE – Per valorizzare al meglio le risorse del Pnrr, la povertà energetica può diventare un contesto speciale, in cui impiegare bene i fondi destinati all'energia: facendolo, si vince sia sul tema specifico delle Comunità Energetiche sia nel quadro complessivo della transizione energetica». L'evento Community Energy Map: una mappatura ragionata delle comunità energetiche italiane ha accolto gli interventi di Matteo Giuliano Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School; Maria Isabella Leone, Associate Professor of Management of Innovation, Economics & Business, Luiss Business School; Matteo Zulianello, Vice responsabile progetto comunità energetiche, RSE; Ilaria Fontana, Sottosegretario di Stato, Ministero della Transizione Ecologica; Stefano Besseghini, Presidente, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente; Andrea Ripa di Meana, Amministratore Unico, GSE; Gianni Pietro Girotto, Presidente X Commissione permanente industria, commercio, turismo, Senato della Repubblica; Paolo Arrigoni, Membro XIII Commissione permanente territorio, ambiente, beni ambientali, Senato della Repubblica; Eugenio Comincini, Membro XIII Commissione permanente territorio, ambiente, beni ambientali, Senato della Repubblica; Michelangelo Giansiracusa, Sindaco di Ferla; Gianfilippo Mignogna, Sindaco di Biccari; Anna Riccardi, Presidentessa, Comunità Energetica Solidale Napoli Est; Luigino Bottoni, Presidente, Comunità Collinare del Friuli; Simone Benassi, Responsabile Comunità Energetiche Italia, Enel-X; Sara Capuzzo, Presidente, ènostra; Maurizio Delfanti, Amministratore Delegato, RSE; Alberto Geri, Presidente, RSE. 15/12/2021

15 Dicembre 2021

Le parole dell'anno: il 2021 secondo Luiss Business School

Da Outlier a Flessibilità: le voci più autorevoli di Luiss Business School danno la loro lettura degli ultimi 12 mesi Da Next Normal a Outlier. Ma anche Ripresa e naturalmente Resilienza e Flessibilità. Il 2021 è stato caratterizzato da una risposta collettiva alla pandemia Covid-19 e i professori della Luiss Business School, attenti lettori della realtà formativa, sociale, economica e politica oggi tirano le somme dei 12 mesi appena trascorsi, delineandone i tratti salienti. Sostenibilità Dall’inizio del secolo, le imprese leader hanno iniziato ad affiancare ai tradizionali obiettivi economici, quelli relativi al miglioramento ambientale e sociale. A tal fine, hanno attuato strategie di sostenibilità sempre più radicate nel loro modello di business. Negli ultimi anni, questa evoluzione ha notevolmente accelerato, e nel 2021 in modo ancora più intenso, anche per la rilevanza delle innovazioni tecnologiche ed organizzative introdotte. In questi ultimi dieci anni, la sostenibilità è stata il mio principale tema di ricerca e di collaborazione con le istituzioni e le aziende; è quindi per me particolarmente entusiasmante occuparmene ora e nei prossimi anni in cui essa sta definitivamente diventando il nuovo paradigma della gestione d’impresa. Matteo Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School Outlier Siamo irrimediabilmente affascinati dagli outlier, cioè dai fuoriclasse. Un outlier è definito come qualcosa che è classificato in modo diverso da un corpo principale o correlato, un’osservazione che è marcatamente diversa dalle altre di una popolazione; un evento inaspettato, raro, con attributi unici, un impatto drammatico con conseguenze positive o negative; qualcosa al di fuori dell'esperienza quotidiana, dove non si applicano le normali regole. Parliamo di unicorni, imprese leader, crisi finanziarie, influencer, rock star o anche il COVID. Comprendere l’emergenza degli outlier ed il loro impatto è fondamentale per far fronte alle sfide che contano veramente e per creare un mondo più solido e solidale. Christian Lechner, Associate Dean for Research, Luiss Business School Flessibilità Abbiamo definitivamente compreso che i nostri piani possono modificarsi in modo critico, nel momento più inatteso. L’agenda della nostra giornata così come i progetti di più ampio respiro rischiano di essere stravolti da fattori esogeni rispetto al nostro controllo. La capacità di adattarsi a diverse modalità di lavoro, a diverse forme di relazioni personali e a diverse tecnologie è diventata parte integrante della nostra vita. In questo contesto, flessibilità significa farsi trovare sempre pronti di fronte al cambiamento. Raffaele Oriani, Associate Dean for Faculty, Luiss Business School Next Normal Il mondo del business guarda al futuro e si prepara a formulare strategie di lungo termine in un clima di complessità e incertezza pur operando nell’urgenza del presente. I tanto sentiti acronimi VUCA (volatility, uncertainty, complexity, and ambiguity) e TUNA  (turbulent, uncertain, novel, and ambiguous) hanno richiesto un collegamento sempre più dinamico tra pianificazione ed esecuzione delle strategie. I leader sono chiamati a formulare previsioni strategiche che includano le capacità di percepire, modellare e adattarsi al cambiamento nel momento stesso in cui esso accade. D’altronde, il Next Normal è già arrivato. Enzo Peruffo, Associate Dean for Education, Luiss Business School Successo Sostenibile Qual è la ragione d’essere delle imprese? E il loro impatto nella Società? Nel 2021 è entrato in vigore il nuovo Codice di Corporate Governance per le Società Quotate che pone al centro del governo delle imprese il concetto di Successo Sostenibile, ovvero la creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società. Le nostre ricerche evidenziano come il perseguimento del Successo Sostenibile richiede alle imprese di integrare il loro Purpose (“perché”) con la strategia (“cosa”), i percorsi d’innovazione (“come”) con l’impatto (“dove”) al fine di connettere i “Valori” aziendali con la creazione di “Valore”. Cristiano Busco, Full Professor Accounting, Reporting & Sustainability, Luiss Business School Innovazione Empatica In questo anno, ancora puntellato da isolamenti e distanziamenti forzati, si è resa ancora più evidente la bellezza e importanza dell’apertura per lo scambio e la fertilizzazione di idee. Docenti, studenti, le persone in generale, così come le organizzazioni, tutti siamo diventati più consapevoli della necessità e rilevanza di travalicare i propri “muri” per sperimentare nuove forme di interazione e collaborazione. Innovare, sì, ma empaticamente, vedendo problemi da angolazioni diverse, apprezzando soluzioni provenienti da fonti diverse e in definitiva tessendo relazioni di valore con e per tutti. Maria Isabella Leone, Associate Professor - Management of (Open) Innovation & IP, Luiss Business School Ecosistematizzazione Le iniziative di ricerca e formazione attivate in filiera sanità da Luiss Business School nel 2021, sono state tutte focalizzate verso chi intende operare o già opera nell'ecosistema sanitario italiano ed europeo: neolaureati, professionisti, manager e leader di organizzazioni. Abbiamo puntato sulle prospettive, sui modelli e sugli strumenti di intervento, più utili ad accrescere il loro ruolo ed il valore del loro apporto, lavorativo e personale, dinnanzi a sfide di cura. Oggi, queste sfide sono accompagnate da vincoli socio-politico-economici di sostenibilità, ma anche dalle opportunità che arrivano con la rivoluzione digitale. Luca Magni, Professor of Practice - Human resource management, Luiss Business School Resilienza Nel 2021 abbiamo messo a terra il cambio di paradigma profondamente maturato nell'affrontare con resilienza i tempi pandemici. Finalmente abbiamo vissuto la trasformazione digitale come una naturale realtà. Abbiamo colto con profitto le opportunità quotidiane di innovare i nostri modelli e le nostre modalità di insegnamento e apprendimento nella formazione, di lavoro e svago nella vita, a beneficio dei nostri studenti, docenti, collaboratori e comunità. Francesca Mastrogiacomi, Professor of Practice - Digital Innovation and Business Trasformation, Luiss Business School Rilancio Il 2021 è stato un anno all'insegna del rilancio. Rilancio sul fronte personale e su quello professionale. Rilancio come voglia di ricominciare ad uscire, di frequentare amici e parenti, di andare a ristorante o al cinema, in sintesi di rivivere la vita senza limitazioni, seppur nel rispetto delle dovute attenzioni. Rilancio come voglia di riprendere il proprio lavoro e magari di reinventarsi professionalmente, beneficiando di quanto di buono la passata esperienza ci ha fatto comprendere e ci ha lasciato come rinnovato bagaglio di competenze digitali e relazionali. Luca Pirolo, Head of Master Degree Program, Luiss Business School 15/12/2021

02 Dicembre 2021

Sport equestri: un ecosistema chiave per la ripresa economica

Presentato a Villa Blanca lo studio “Il Cavallo Vincente”, nato dalla collaborazione Luiss Business School FISE – Federazione Italiana Sport Equestri Un ecosistema complesso che vale quasi 3 miliardi di euro: è questa la dimensione economica degli sport equestri in Italia secondo i dati della ricerca “Il Cavallo Vincente”, realizzato in collaborazione con la Luiss Business School e la FISE, Federazione Italiana Sport Equestri. I numeri sono stati presentati il 1° dicembre nella sede di Villa Blanc, a Roma, coinvolgendo alcune delle voci più forti del mondo dello sport come Giovanni Malagò, Presidente del CONI, e Valentina Vezzali, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport. Il cavallo vincente: i numeri dello studio Lo studio “Il Cavallo Vincente” ha sfruttato i dati raccolti sia dalla somministrazione di questionari ad alcuni circoli equestri italiani sia da fonti Fise e studi stranieri. È emerso che la spesa annuale generata dai praticanti dell'equitazione sportiva attraverso tutte le attività, dirette e indirette collegate a questa disciplina, rivolta verso il sistema economico nazionale, è stimata in circa 1.715 milioni di euro. L'impatto complessivo del sistema equitazione sul Pil è compreso tra i 2,3 miliardi di euro e più di 3 miliardi, cifre che, viste in relazione all'occupazione, raccontano un settore capace di impiegare dalle 25 mila alle 35 mila persone. «I dati sono significativi perché il sistema dell'equitazione dà vita a una filiera molto lunga, ampia, che coinvolge una serie di produzione e servizi articolati – ha spiegato Matteo Giuliano Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School – È un ecosistema complesso: capire come favorire il suo sviluppo organizzativo, anche attraverso politiche pubbliche e industriali, significa cogliere grandi opportunità di sviluppo economico, oltre a rispondere a una domanda crescente di chi vuole praticare questo sport». La pandemia ha orientato molte persone verso gli sport equestri perché praticati in contesti sicuri e green. «Il Covid ha offerto l'occasione di riscoprire gli sporti equestri – ha sottolineato Giovanni Malagò – perché l'equitazione è uno sport in cui sei davvero solo». Ma già in passato il Touring Club metteva in luce l'esistenza di 3 milioni di appassionati che almeno alcuni weekend all'anno frequentano ippovie, agriturismi in cui cavalcare e rilassarsi, in una tensione continua di ricerca del contatto con la natura. In più, gli sport equestri sono inclusivi a livello generazionale e di genere, stimolando un'aggregazione sociale positiva rispetto ad altri sport. Il valore dell'intera galassia sportiva in Italia «Lo sport è un universo complesso, divenuto negli ultimi anni la sesta industria del paese, con un ruolo sociale ed economico di primissimo piano – ha dichiarato Valentina Vezzali – Gli addetti ai lavori in Italia nel mondo dello sport sono oltre 100mila e circa 35 mila le imprese attive. Il fatturato del settore è vicino ai 14 miliardi di euro di fatturato, e l'Italia è il secondo paese in Europa per export prodotti sportivi. Tutto il settore sportivo genera un Pil che sfiora il 2%, per complessivi 30 miliardi di euro, una cifra che raddoppia se si considera anche l'indotto». Ma lo sviluppo economico dello sport, uno dei settori più penalizzati dalla pandemia, ha bisogno di una «vicinanza concreta dalle istituzioni. Il governo in questo periodo difficile ha sostenuto e supportato lo sport con investimenti diretti che superano i 2 miliardi di euro, ma non basta. Servono anche riforme come quella del lavoro sportivo, che presenteremo a breve. Servono scelte importanti: serve rivendicare il ruolo che questo settore deve avere nel nostro paese. Per farlo, ognuno deve contribuire facendo la propria parte. Oggi la Luiss Business School e la Fise, con questo studio, hanno dato un contributo molto importante». Sport: prospettive future Vezzali ha messo a fuoco alcuni passaggi chiave da compiere per far sì che l'intero sistema economico legato alle attività sportive diventi leva economica, sociale e culturale per l'Italia. «La pratica sportiva richiede competenze professionali perché servono figure specializzate nei settori tecnici: allenatori, fisioterapisti, medici. Ma necessita anche di infrastrutture perché richiede luoghi e attrezzature ad hoc. Ed è anche per queste ragioni che lo sport necessita di investimenti economici non trascurabili e sono certa che le risorse del Pnrr ci aiuteranno a migliorare le condizioni degli impianti, a quantificarne la classe energetica e a dotarli di tecnologie. Lo sport, infatti, può stimolare e accelerare l'innovazione tecnologica, affinché si possano migliorare le prestazioni con lo scambio di buone pratiche, esperienze e ricerca». A farle eco, anche Marco Di Paola, Presidente FISE: «Lo sport oggi è un vero e proprio percorso formativo per le giovani generazioni e un momento dedicato al benessere psico-fisico di tanti adulti che influenza gli stili di vita della società contemporanea». La ricerca dimostra che gli sport equestri non sono solo un'attività sportiva, ma anche un importante strumento di rilancio economico. Gli sport equestri sono molto presenti, dal vertice olimpico fino ad attività terapeutiche, passando per il turismo. Ora bisogna prendere una tradizione e portarla nel futuro: l'obiettivo è far sì che si sviluppi in modo vivace e dinamico, affiancando agli appassionati persone ancora non attive alla ricerca di un'offerta sportiva che li avvicini alla natura e al mondo animale. In più, non bisogna limitare lo sport a un primato o a una vittoria, limitandolo alla filiera che rappresenta, ma è necessario portarlo nell'economia reale. I relatori che hanno presenziato alla presentazione della ricerca “Il Cavallo Vincente” sono: Valentina Vezzali, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Giovanni Malagò, Presidente del CONI, Marco Di Paola, Presidente FISE, Matteo Giuliano Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School, Anna Gatti, Consigliere Intesa Sanpaolo, Simone Perillo, Segretario Generale FISE, Giovanni Mantovani, Direttore Generale Verona Fiere S.P.A, Fabio Schiavolin, AD Snaitech, Diego Nepi Molineris, Direttore Generale Sport e Salute Spa, Roberto Tavani, Presidenza Regione Lazio Delega allo Sport, Alessandro Onorato, Assessore al Turismo, Grandi Eventi e Sport per il Comune di Roma, e altri ospiti d’eccezione. RASSEGNA STAMPA AdnKronos, Studio Fise-Luiss, sport equestri risorsa Paese con ricadute da 2,3 a 3 mld sul PilCorriere dello Sport, Equitazione impatto forte sul nostro PilIl Messaggero, L'impatto sul Pil degli sport equestriIl Sole 24 Ore, Sport equestri, la filiera produttiva vale oltre 3 miliardi di euro all'annoIl Tempo, Dal movimento fino a 3 miliardi sul Pil nazionaleLa Repubblica, Un "cavallo" da tre miliardi: l'impatto degli sport equestri sull'economia italianaLa Repubblica (video), Un "cavallo" da tre miliardi: l'impatto degli sport equestri sull'economia italianaLeggo, Sport equestri, tre miliardi di euro e occupazioneNazione - Carlino - Giorno, Tre miliardi e trentamila posti di lavoro. Ecco l'indotto degli sport equestriTuttosport, Dagli sport equestri 3 miliardi di ricadute 2/12/2021

25 Novembre 2021

Leader 4 Talent, Giampiero Massolo: «Mai perdere di vista la foresta»

Il Presidente di Fincantieri ha dialogato con Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, sull'evoluzione del rapporto pubblico-privato, futuro geopolitico, leadership e mondo complesso In un mondo complesso, in cui è sempre più difficile prevedere le traiettorie geopolitiche, i negoziatori sono figure sempre più importanti sullo scacchiere internazionale. Giampiero Massolo, Presidente Fincantieri, e Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School, nell'ambito del ciclo di incontri dedicato agli studenti dei Master Leader 4 Talent,hanno dialogato su hard e soft skill di questi professionisti, connettendoli al futuro geopolitico globale e alle caratteristiche del mondo complesso. L'evoluzione del rapporto tra pubblico e privato In passato il settore pubblico e quello privato erano contrapposti. Il pubblico rivendicava eccessiva attenzione alle dinamiche di parte e del profitto. Il privato rimproverava gli scarsi preparazione e impegno al pubblico. Guardare a questo rapporto in termini di cooperazione, per traguardare nuove traiettorie di crescita, l'imperativo del presente. Ne è una dimostrazione l'uscita dalla crisi pandemica, uno sforzo reso possibile dalla collaborazione tra pubblico e privato. «Sono due mondi che hanno comunicato poco tra loro, condizionati da reciproci pregiudizi – spiega Massolo – Il pubblico e privato sono settori popolati da esseri umani, con pregi e difetti sia dal punto di vista soggettivo sia da quello organizzativo. L'idea di competenza, impegno, lealtà, linearità fanno molto e subiscono le distorsioni burocratiche che affliggono le grandi aziende di entrambi i settori. Oggi, davanti alla complessità del mondo contemporaneo, la differenza tra pubblico e privato viene sempre meno: la sfida non è trovare risposte semplici, ma fare uno sforzo collettivo in cui anche l’impresa privata guarda agli interessi della collettività». Pace Fredda, Europa e Complex World Gli assetti – nella geopolitica e nella geoeconomia – sono in via di mutazione. Si guarda al futuro col timore di una nuova Guerra Fredda: impossibile, secondo Massolo, perché assente quella connotazione ideologica che ha caratterizzato tutto il secondo dopoguerra. «Andremo incontro a una Pace Fredda: invece della contrapposizione ideologica, il dialogo internazionale si costruisce su misure economiche, commerciali, cibernetiche. In questo contesto è fondamentale che Europa abbia una propria identità altrimenti rischia di diventare di nuovo terreno di conquista o campo di battaglia». Inoltre, l'Europa paga lo scotto di regole troppo stringenti, secondo Massolo da ripensare, perché la concorrenza da temere non è più entro i confini dell'Unione, bensì al di fuori. In più, alcuni grandi stati industrializzati dell'Unione Europea potrebbero non facilitare questo passaggio. Tutto questo avviene in un mondo complesso, «dove non è chiaro chi comanda, dove è difficilissimo avere la sensazione che vi è una prioritizzazione di problemi e capacità di risolvere i problemi. La complessità di dare un ordine e l'idea che si proceda a colpi di stato di geometria variabile per risolvere le questioni contingenti; la complessità data dal dover presidiare più fronti, tra loro diversissimi; l'idea di coinvolgere interlocutori ostici per un governo come Greta Thunberg – tutto questo rappresenta il mondo complesso, caratterizzato da recessione geopolitica, senza regole, con una difficoltà importante a pervenire a dosi di consenso sufficiente». Arte della negoziazione, hard & soft skill Forte della sua esperienza in campo diplomatico, Massolo ha dettato le regole della negoziazione. «Per negoziare devi conoscere te stesso, valutare se hai le spalle coperte e comprendere la persona con cui stai contrattando. Devi conoscere la persona con cui stai negoziando, che dimostra l'importanza dell'intelligence. Poi c'è il potenziale di coalizione: mai andare da soli, meglio cercare sempre compagni di strada, cosa molto importante per i governi. Va tenuto presente il potenziale di ricatto, che passa per il far valere le carte che abbiamo. Inoltre, bisogna sempre cercare di essere parte della soluzione. Essere parte del problema non è del tutto positivo, ma sempre meglio che essere del tutto irrilevanti. Infine, in un negoziato bisogna essere corretti: le bugie hanno gambe corte». Sottolineando la solitudine del leader, Massolo raccomanda di curare la capacità di sintesi e l'attenzione al colpo d'occhio, quella la sensibilità che sta nel distinguere l'angolazione da cui possono provenire dei problemi. Infine, oltre a suggerire di non trascurare il consulting delle relazioni internazionali e di curare la preparazione linguistica, Massolo indirizza gli studenti verso un preciso comportamento. «Non disperdetevi. Non c'è niente di peggio di non avere un obiettivo preciso. Meglio un paio, dato che è saggio avere anche un piano B. Ma una volta scelto il principale, perseguitelo con molta costanza, cercando di specializzarvi in quello che volete fare, rappresentando sul mercato un valore aggiunto, scegliendo anche percorsi meno convenzionali per interessare un potenziale datore di lavoro, senza mai perdere la visione complessiva. Ho guidato la diplomazia e l'intelligence, due istituzioni complementari. Si dice che i diplomatici sanno tutto della foresta, qualcosa degli alberi e nulla delle foglie. Invece gli agenti dell'intelligence sanno tutto sulle foglie, qualcosa sugli alberi e nulla sulla foresta. Chi si forma, non deve mai perdere di vista la foresta, ma farsi delle skill per essere notato positivamente nel mercato». Chi è Giampiero Massolo. Nato a Varsavia (Polonia) nel 1954, laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-internazionale, presso la Luiss di Roma nel 1976. Da maggio 2016 è Presidente del Consiglio di Amministrazione di FINCANTIERI S.p.A. È Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana e vanta un'importante carriera diplomatica da ambasciatore. È titolare del corso "National interest, national security in a complex world" presso l'Università Sciences Po di Parigi e del corso "National interest, national security and international relations" presso la School of Government dell'Università LUISS di Roma. Cos'è Leader for Talent - #L4T. Si tratta di un ciclo di incontri con leader, top manager ed esponenti del mondo aziendale. Il format prevede circa 20 minuti di Speech dell’ospite e successivamente una sessione di Q&A. Questi interventi e testimonianze sono fortemente orientati all’operatività e alla gestione pratica delle dinamiche aziendali. L4T è stato pensato per favorire l’incontro con i leader delle principali organizzazioni, offrendo ai nostri studenti l’esperienza di un confronto e un dibattito in grado di arricchirli dal punto di vista professionale e delle soft skill. 25/11/2021

24 Novembre 2021

Da formazione a trasformazione: l'evoluzione del percorso Executive Luiss Business School

Enzo Peruffo, Associate Dean for Education Luiss Business School, inquadra il nuovo approccio dei professionisti alle formule part-time. Il punto di partenza? «Accelerare, reinventarsi, ripartire» Davanti alle sfide della contemporaneità un professionista è chiamato a mettere in campo nuove competenze e life skill capaci di offrire delle risposte. Un supporto concreto arriva dal concetto di lifelong learning: in un mondo mutevole, tra emergenze e cambiamenti, la formazione non può più essere cristallizzata, ma deve evolversi. A tal fine, la Luiss Business School ha ideato un’offerta formativa dedicata a quei professionisti che necessitano di intraprendere un percorso di up-skilling o anche re-skilling. Nuove edizioni sono pronte a partire a Villa Blanc, a Roma, ma anche negli hub di Milano e di Amsterdam, con modalità di fruizione ibride, che consentano un apprendimento “boundless” o senza limiti, di spazio, di tempo e di disciplina. Professor Peruffo, dal suo osservatorio privilegiato di Associate Dean for Education, oggi un professionista cosa cerca nella formazione executive? La pandemia ha creato nuove sfide per tutto il mondo dell'education. La formazione executive, con la sua tipica modalità di delivery in formula weekend, ha richiesto un adattamento e una serie di investimenti da cui difficilmente si tornerà indietro. L'idea che emerge con maggiore forza è quella di una formazione anytime anywhere anywise: il professionista deve poter sviluppare un percorso di apprendimento flessibile, adattabile alle sue esigenze personali e professionali. Una formazione boutique, in cui i partecipanti possono customizzare la propria esperienza di apprendimento, mixando le cosiddette life skill con competenze hard, in una formazione che è sempre più una trasformazione. In questo modo possono lavorare in un'ottica di continuo miglioramento, nel solco del cosiddetto lifelong learning. Quale pensa sia il principale gap che un professionista cerca di colmare con un percorso executive? In genere, i professionisti partecipano a un percorso executive mentre si trovano in una fase di svolta della loro carriera. Magari stanno cercando di passare a una nuova industria oppure sono alla ricerca di un nuovo slancio nel proprio percorso professionale. Accelerare, reinventarsi, ripartire è il motto della nostra formazione executive. Da lì nasce l'idea di immaginare percorsi formativi che, come dei lego, tendono a costruirsi sulle esigenze professionali di ciascun partecipante. Da un lato ci sono le competenze hard, da mixare e customizzare sul singolo individuo, dall’altro le capacità di leadership, competenze organizzative, ma anche un lavoro sui megatrend. Ad esempio, facciamo grandi riflessioni sui temi di geopolitica, in modo tale che i nostri leader siano cittadini del mondo, in grado di gestire le imprese nella loro complessità attuale. Legami con i contesti internazionali: quanto contano nella formazione executive? Sono molto importanti. Come Luiss Business School, nel nostro ultimo piano strategico abbiamo approvato, tra i pilastri su cui si fonda l’attività della Scuola, l'approccio glocal. Quest’ultimo mira a valorizzare le opportunità di una prospettiva globale assicurando, al contempo, un forte legame con il territorio e le business community locali. Il tema dell'internazionalizzazione, poi, non si concretizza solo nell'attrarre studenti stranieri ma anche nell’offrire un'esperienza internazionale, un mindset globale ai nostri partecipanti. Questo avviene attraverso diverse iniziative: le International Week, che organizziamo insieme a grandi gruppi internazionali e le Summer e Winter School, che stiamo pianificando in location estere e con partner accademici stranieri, sfruttando anche il nostro Hub di Amsterdam. Il processo di internazionalizzazione è composito, per tale motivo, proponiamo ai nostri partecipanti un’esperienza di carattere internazionale, a prescindere dalla location destinata alla loro formazione. Part-time MBA: una scelta professionale ma anche di vita, dato il grande impegno temporale che richiede. Qual è il principale stimolo che muove i professionisti verso questa scelta? Oggi il brand MBA mantiene la sua forza catalizzatrice e di trasformazione. È evidente che una formazione MBA, che è immersiva, deve necessariamente adattarsi al contesto. La formula part-time, legata al weekend, disponibile anche nel nostro hub di Milano, permette di adattare e bilanciare l'impegno professionale con l’esigenza di riqualificarsi con un percorso trasformativo impegnativo, che sottopone a molti stimoli legati alle conoscenze, alle competenze e alle abilità relazionali. In più bisogna considerare le prospettive internazionali: i nostri studenti MBA possono sfruttare molte possibilità di scambi con altre Business School, nostre partner, che diventano occasioni di trasformazione. Quello che conta in un percorso MBA non è soltanto ciò che si trasmette in maniera frontale quanto un apprendimento dibattivo, dove il docente è moderatore e facilitatore di uno scambio tra pari, elemento fondamentale del percorso. Per quanto riguarda l'imprenditorialità, miriamo a instillare l'idea che il lavoro può migliorare, può crescere, ma talvolta si può anche inventare, cosa che si verifica a valle del percorso MBA per molti studenti. Chi partecipa ai nostri MBA ha ben chiaro che il valore si crea e si cattura, costruendo continuamente nuove opzioni di sviluppo. Il valore nasce dalla creatività e dalla capacità di innovare: sono queste le competenze che vogliamo consolidare con ogni percorso MBA in Luiss Business School. 24/11/2021

19 Novembre 2021

Standard condivisi per premiare la vera economia circolare

Commento di Matteo Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School, pubblicato su Il Sole 24 Ore,19/11/2021 La transizione verde ha ancora molta strada da fare, sperando che il pianeta abbia il tempo di aspettare. Potrebbe essere questa la sintesi, un po' amara, dei lavori della Cop26. Un esempio per tutti è, senza dubbio, l’atteso accordo per lo stop alle vendite di automobili inquinanti entro il 2040,  firmato solo da sei produttori e per il quale mancano all’appello le sottoscrizioni di  alcuni dei grandi leader del settore. È ormai difficile trovare qualcuno che non concordi sulla necessità di intervenire a favore dell’ambiente: iniziative e proposte innovative si moltiplicano a tutte le latitudini, con un impegno concreto e crescente da parte delle imprese, soprattutto di maggiori dimensioni. Sono, però, ancora relativamente pochi quelli realmente pronti ad assecondare cambiamenti radicali, tanto tra i governi quanto tra le aziende e le persone. È essenziale, dunque, comprendere quali siano gli ostacoli che rallentano la rivoluzione “verde” e capire come rimuoverli. L’economia circolare è un ambito cruciale dove lavorare in questo senso: una crescita economica e sociale finalmente disallineata dall’impatto ambientale negativo dipende proprio dal cambiamento, in senso “circolare”, dei processi produttivi e distributivi, insieme alla “de-materializzazione” dei prodotti. Nei paesi economicamente avanzati, affinchè la transizione verso l’economia circolare avvenga in modo concreto e rapido non basta, però, spingere sul fronte delle normative, per quanto queste siano ovviamente decisive. Anche perché, “forzare” il cambiamento “per legge” causa facilmente effetti contrastanti: proprio la maggiore pervasività delle norme a tutela ambientale e sociale nei paesi dell’Europa occidentale aumenta i costi delle produzioni collocate in tali nazioni, rendendo più competitive quelle meno virtuose ma operanti in Stati con norme più lasche. Questa è una delle ragioni fondamentali che in occidente ha innescato l’opposizione, anche radicale, al libero commercio internazionale. È, dunque, arrivato il momento in cui lo Stato affianchi ai divieti e agli obblighi, misure fortemente premianti a favore delle imprese che investono in processi produttivi e distributivi e in prodotti “circolari”. Occorre incentivare questi investimenti con precise misure di sostegno finanziario: questo è particolarmente necessario per le medie, piccole e micro-imprese che generalmente non dispongono della capacità finanziaria per sostenere innovazioni radicali, che hanno un impatto economico generalmente di medio-lungo termine. Del resto, la rapida crescita della raccolta generata dai “green bond” evidenzia come le imprese in grado di operare nei mercati finanziari possano beneficiare di simili agevolazioni. Incentivi pubblici e premio sul costo del capitale riconosciuto dai finanziatori portano ad una seconda questione cruciale per la diffusione dell’economia circolare: disporre di un sistema di misurazione esaustivo, che rappresenti uno standard riconosciuto da tutti gli attori a livello internazionale. Senza una metrica che permetta una rappresentazione affidabile e oggettiva dell’impatto di misure produttive “circolari”, si rischiano non solo limitati benefici ambientali ma anche un uso inefficace, o peggio, distorcente delle risorse. La necessità di disporre di standard di misurazione consistenti è ampiamente sentita da più parti e invero sono molti e qualificati gli attori che stanno lavorando al problema. Tuttavia, è necessario aumentare gli sforzi e, allo stesso tempo, agire per un coordinamento che eviti sovrapposizioni o “gare” tra standard diversi. A tal fine, è auspicabile almeno una regia dichiarata delle istituzioni di indirizzo o di governo a livello internazionale. Considerato che, in genere, i grandi cambiamenti avvengono positivamente quando le spinte “dall’alto verso il basso” interagiscono con quelle contrarie “dal basso verso l’alto”, il paradigma dell’economia circolare potrà affermarsi solo quando sarà compreso e voluto dalla maggior parte almeno delle persone.  È, pertanto, necessario che ciascun individuo si impegni concretamente a favore della transizione circolare, sia premiando prodotti e imprese con un elevato grado di circolarità, sia appoggiando le normative in tal senso, sia attraverso i propri comportamenti. 19/11/2021

15 Novembre 2021

Formazione per pace e sviluppo: i progetti Luiss Business School

Da tempo impegnata per formare leader e professionisti in grado di creare valore sui propri territori di origine attraverso le aziende, la scuola di alta formazione offre percorsi in cui, accanto alle hard skill, si coltivano life skill molto preziose per il futuro Dal 9 al 15 novembre in tutto il mondo si celebra la World Science Week for Peace and Development. Istituita nel 1986, questa settimana celebrativa mira a mettere in evidenza i legami tra progresso nella scienza e nella tecnologia con il mantenimento della pace e della sicurezza. Il raggiungimento di questi obiettivi passa soprattutto dalla formazione. Per questo, da molti anni, Luiss Business School affianca ai suoi percorsi di alta formazione iniziative che puntano a dare valore al capitale umano nato e cresciuto in Paesi funestati da guerre e sottosviluppo. Ne sono un esempio il Pakistan e l'Africa, in cui Luiss Business School ha attivato alcuni programmi ambiziosi. Ma per estendere il raggio d'azione, sono state attivate collaborazioni anche con le principali ONG attive in ambito mondiale, attraverso il progetto VolunteERS. I progetti Luiss Business School Il progetto Youth Communicators for Development (YCD) non è solo un collegamento tra Italia e Pakistan, ma anche tra presente e futuro di questi Paesi. È questo lo spirito del percorso di formazione internazionale, co-organizzato da Luiss Business School, Pakistan Poverty Alleviation Fund (PPAF) e AICS Islamabad, nel quadro del Programma per la Riduzione della Povertà (PPR) nelle aree rurali del Balochistan, Khyber Pakhtunkhwa, aree tribali ad amministrazione federale e zone limitrofe. Il Progetto YCD, realizzato sotto la supervisione dei docenti Luiss Business School Roberto Dandi (Project Coordinator) e Duilio Carusi (Project Manager), è una delle azioni previste nel quadro del PPR per contribuire alla sostenibilità dell'impegno multisettoriale delle comunità che PPR ha implementato, coinvolgendo 17 organizzazioni partner, 38 governi locali in 14 dei distretti meno sviluppati del Pakistan. Il Progetto YCD è in linea con la mission della Luiss Business School, un luogo in cui gli studenti traducono le conoscenze accademiche in azioni concrete, per affrontare le sfide globali legate all'evoluzione della nostra economia e società. Tra i percorsi Luiss Business School che mirano a incrementare lo sviluppo e la pace nei Paesi in via di sviluppo, c'è il Managerial Training for Sahara Peace Hubs di Luiss Business School, parte del progetto Pax Humana Hub, l'iniziativa voluta da Ara Pacis Initiatives for Peace e portata avanti dall'Università Luiss Guido Carli, per l'avvio dei Sahara Peace Hub. Si tratta di centri polivalenti volti a sostenere la stabilizzazione delle comunità frontaliere di Libia, Niger, Ciad, Mali e Burkina Faso, attraverso la fornitura di servizi sanitari, educativi ed energetici di base, formazione professionale, progetti generatori di reddito, pratiche agricole innovative e programmi socioculturali con particolare attenzione alle donne e ai giovani. I SPH andranno ad alimentare un network nella regione, contribuendo a trasformare le reti tribali dedite ai traffici in reti virtuose per la crescita della pace e della stabilità. Le strutture e le attività saranno gestite da giovani formati nell'università Luiss Guido Carli durante giornate dedicate dal 18 al 27 ottobre. Al programma partecipano 14 diplomati provenienti dal Mali, chiamati a gestire i Sahara Peace Hubs insieme a 7 manager, formati da Luiss Business School, e 7 giornalisti. Gli studenti dei Master specialistici possono cogliere l'opportunità di alternare alle lezioni e agli esami previsti dal loro percorso, il supporto volontario a Onlus e ONG collegati al network Luiss Business School attraverso il progetto VolunteERS. Coadiuvati dal CeSID (Centro per la Sostenibilità, Inclusione, Digitalizzazione), possono scegliere la realtà presso cui svolgere il proprio prezioso volontariato, mai fine a sé stesso, ma sempre vettore di nuove idee e prospettive. Queste esperienze sono anche il mezzo per creare relazioni forti, molte delle quali andranno ben oltre la fine dell’anno accademico dedicato al Master. Tra le realtà coinvolte nel progetto VolunteERS ci sono HummusTown, un servizio catering che prepara cibo siriano, accuratamente preparato proprio da ex rifugiati dalla Siria, che in questa realtà trovano lavoro, autonomia, riscatto sociale; Comunità di Sant’Egidio, organizzazione internazionale che offre supporto a poveri ed emarginati; Legambiente; Save The Children; Energia per i Diritti Umani, che opera in Italia e Senegal; Come Un Albero, museo-bistrot nel quartiere romano Trieste che punta all’inclusione di giovani affetti da disabilità; Bimbi & co., un’associazione che supporta l’integrazione di bambini affetti da autismo. 15/11/2021

03 Novembre 2021

Fintech, diventare protagonisti della rivoluzione digitale e della ripartenza

Al via l'Executive Master in Accounting & Finance con Major in Fintech and Banking di Luiss Business School Nel 2020 sono nate quasi 21 mila startup fintech in tutto il mondo. Già nei primi mesi del 2021 questo numero è cresciuto di oltre 6 mila unità. Nella sola area EMEA sono sorte più di 2 mila nuove imprese dedicate al settore fintech, che nell'immediato potrebbe rivelarsi un'ottima leva finanziaria per la ripresa economica. Basti pensare che secondo l’indagine condotta da ItaliaFintech nei primi 9 mesi del 2021 le piattaforme fintech hanno erogato finanziamenti alle piccole e medie imprese italiane per oltre 2,3 miliardi, passando a sostenere quasi 6.400 PMI nel 2021. Questo significa permettere alle aziende di cogliere nuove opportunità e continuare a crescere. Inoltre, nonostante la pandemia, il mondo fintech ha visto crescere i suoi ricavi del 30%. Luiss Business School dedica alla fintech un master di secondo livello, Executive Master in Accounting & Finance con Major in Fintech and Banking. Il programma è rivolto a professionisti, manager e imprenditori che vogliono acquisire competenze innovative e digitali nel mondo finance. «Il digitale rappresenta un elemento di disruption in tantissime industrie, compresa quella bancaria, che negli ultimi anni, complice l'accelerazione impressa dalla pandemia, ha affrontato alcune delle rivoluzioni più importanti – spiega Enzo Peruffo, Associate Dean for Education e Director of MBA & Executive Education, Luiss Business School – Il nuovo progetto formativo che abbiamo sviluppato mira a offrire un'esperienza in grado di supportare l'upskilling o il reskilling di coloro che sono attualmente impegnati in quest'industria o che aspirano ad esserne i protagonisti. La nostra sfida è quella di disegnare un programma in linea con le esigenze della comunità e del settore». L’innovazione del mondo fintech: competenze, ruoli, mercati «All'interno di tutte le possibilità create nel mondo attuale dall’evoluzione del digitale, si colloca il mondo fintech, una parola che comprende molte realtà e si presenta come molto complicato – spiega Silvio Fraternali, Amministratore Delegato di Banca 5 del Gruppo Intesa Sanpaolo e membro del Comitato Scientifico del programma – Il percorso impostato con Luiss Business School si basa sulla parola consapevolezza, legata sia alle tecnologie connesse con questo settore sia all'importanza dell'execution, che è l'80% di ogni buona idea. Avere una visione, costruita insieme a dei professionisti e degli esponenti del mondo accademico, dà un senso concreto di quello che si può fare con quelle armi». Lavorare nella fintech è una parola bella, ma ermetica: riguarda diverse figure - l'imprenditore, che ha creato la fintech; chi ci lavora; il finanziatore; i clienti. Per funzionare, questo mondo deve vivere di ecosistemi. La visione degli altri ruoli può rendere maggiormente consapevoli di ciò che si vuole fare in questo ambito. In più, il mondo fintech è in grado di individuare nicchie e specificità che, oltre a fare sistema, potrebbero far ripartire intere zone del nostro Paese, proprio come è accaduto per la Silicon Valley, che ha creato una vera e propria economia territoriale. Dunque, qual è il ruolo che si vuole giocare sul mercato? Questa è la domanda da cui partire per fare un percorso consapevole nell'Executive Master in Accounting & Finance con Major in Fintech and Banking, che prevederà sia modalità in presenza che a distanza. Inoltre, per incoraggiare una maggiore presenza femminile nel settore, finora deficitaria, Luiss Business School ha pensato a borse di studio dedicate. La prossima edizione è in partenza! Scopri di più 3/11/2021

25 Ottobre 2021

Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per la formazione 2.0 delle imprese

Focus su innovazione e sostenibilità a supporto di imprenditori e manager Intesa Sanpaolo Formazione, la società di formazione del Gruppo Intesa Sanpaolo, e Luiss Business School hanno siglato una partnership per offrire alle imprese italiane percorsi di alta formazione focalizzati su temi di gestione d’impresa, innovazione e sostenibilità. L’Executive Programme in gestione e innovazione d’impresa, progettato e realizzato da Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Formazione e Luiss Business School si rivolge a imprenditori, manager e responsabili di funzioni aziendali che desiderano rafforzare le proprie competenze per una gestione innovativa e sostenibile dell’azienda. Le prime edizioni partiranno rispettivamente il 23, 24 e 25 novembre in Lazio e Abruzzo, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche. L’Executive Programme in gestione e innovazione d’impresa è il nuovo percorso offerto dall’Academy per le Imprese, il programma di Intesa Sanpaolo nato per offrire alle aziende italiane corsi di alta formazione per aggiornare competenze di imprenditori e manager, a fronte di uno scenario di mercato completamente trasformato dalla pandemia. L’obiettivo è sostenere le PMI anche attraverso una formazione costante e continua nell’adottare nuovi modelli organizzativi ed economici e approcci innovativi per rendere sostenibile il proprio business. Il programma offre un percorso formativo in distance learning di 5 mesi, al termine dei quali è previsto un evento di networking in presenza: 10 moduli saranno dedicati a general management e orientamento strategico, per mostrare come ambiti classici di economia aziendale debbano essere oggi reinterpretati alla luce della pandemia, altri 4 invece si focalizzeranno su temi di innovazione, dall’open innovation all’industria 4.0 e intelligenza artificiale, dalla trasformazione digitale alla circular economy e ESG. Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “La necessità di nuove competenze, per affrontare il mercato e la concorrenza, è diventato un fattore strategico per le imprese. In Italia, rispetto agli altri Paesi industrializzati, la formazione è spesso sottovalutata ed è in genere più richiesta e presente in grandi aziende rispetto a realtà più piccole. Ma per mantenere un alto livello di competizione, il tessuto industriale ha bisogno di tenersi aggiornato, pronto a conoscere nuove opportunità e cercare nuove frontiere di business. Come Gruppo Intesa Sanpaolo, siamo convinti che gli investimenti in formazione siano un importante motore di crescita e questo percorso che offriremo alle piccole e medie aziende insieme alla Luiss Business School nasce dalla convinzione che, anche grazie alle risorse messe in campo dal PNRR, abbiamo una grande opportunità di riposizionamento e rilancio dell’economia del Paese.” Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School: “Il tema della creazione di competenze è cruciale in questo momento storico per permettere e sostenere una ripresa ed una crescita strutturale del Paese, dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia da Covid–19 e a fronte di un passato non particolarmente florido sotto questo punto di vista. Come istituzione preposta alla formazione dei leader di oggi e di domani, dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, facendo leva sugli interventi europei e nazionali di Next Generation EU e PNRR e sfruttando gli assist di grandi partner, quale è Intesa Sanpaolo, per portare a casa il risultato: un Paese rinnovato con una crescita finalmente sostenibile.” RASSEGNA STAMPA Il Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo e Luiss Business School insieme per la formazione 2.0 delle impreseCorriere della Sera, Intesa e Luiss accordo per l'alta formazioneIl Messaggero, Intesa Sanpaolo. Formazione 2.0 con la LuissGazzetta di Parma, Da Novembre Luiss e Intesa Sanpaolo insieme per la formazioneMilano e Finanza, Intesa e Luiss accordo per l'alta formazioneIl Tempo, Intesa Sanpaolo, accordo con Luiss per la formazioneLibero, Intesa e Luiss sulla formazioneNuova Venezia, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, La formazione delle PMI parte dal Veneto 25/10/2021

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