News & Insight
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24 Marzo 2022

I servizi del progetto eNEIDE nel contesto del sistema nazionale di e-procurement

Il 29 marzo 2022 a partire dalle ore 10.00, si terrà l’evento conclusivo del progetto eNEIDE, nato dalla collaborazione tra Luiss Business School, con Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Intercent-ER regionale per lo sviluppo dei mercati telematici (INTERCENT-ER), Regione Toscana (RT), Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti (ARIA S.p.A.), con il coordinamento di Agenzia per l’Italia Digitale – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il progetto – sviluppato con l’obiettivo di accelerare la transizione digitale dell’intero settore dei contratti pubblici e degli appalti – punta a realizzare un’architettura digitale unica che permetta di semplificare le procedure di aggiudicazione e gestione dei contratti pubblici, garantendo l’interoperabilità tra piattaforme secondi i criteri di standardizzazione, innovazione e semplificazione. AGENDA Ore 10.00 Indirizzo di salutoMatteo Caroli, Associate Dean for Internationalization, Luiss Business School Ore 10.05 I servizi del progetto eNEIDE nel contesto del sistema nazionale di e-procurementEmanuela Mariotti, AgID Ore 10.15 La Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici eSender nazionale verso il TED e la pubblicazione dei dati in formato standard OCDSStefano Fuligni, ANAC Ore 10.30 ARIA e l’evoluzione della piattaforma di eProcurement SintelValerio Manzo, ARIA Ore 10.45 Il Sistema per gli Acquisti Telematici della Regione Emilia-Romagna e la sua evoluzione con il progetto eNEIDEAlessia Orsi, Intercent-ER Ore 11.00 Il sistema START e l'utilizzo dei servizi del progetto EneideMarco Giovannetti, Regione Toscana Ore 11.15 Discussione finale Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI 24/3/2022

23 Marzo 2022

Andrea Cortellazzo: «Con il Master in Food and Wine Management ho fronteggiato anche la pandemia»

Durante i due anni di pandemia ha creato due locali, grazie anche alle competenze acquisite durante il Master in Food and Wine Management Luiss Business School. «Per essere leader serve dare l'esempio» «Nonostante avessi superato molti test d'ingresso in altre università, sin dal mio primo ingresso a Villa Blanc ho capito che è lì che avrei continuato la mia formazione». Un incontro quasi predestinato, quello tra Andrea Cortellazzo, ventisettenne, padovano, figlio di ristoratori e imprenditori agroalimentari, e la Luiss Business School. Lasciando il Veneto, ha scelto di venire a Roma per frequentare il Master in Food and Wine Management. Alle spalle, una laurea triennale in Scienze e Tecnologie Alimentari a Padova, uno stage di sei mesi alla Bonollo, un diploma da sommelier AIS e tante avventure nella ristorazione. Mentre frequentava il master, Andrea ha dato vita alla sua prima avventura imprenditoriale nel food, Mr. Maccaroni, un locale aperto dalla colazione al dopocena. Quando è arrivato il momento di affrontare il duro colpo della pandemia, ha fatto ricorso a tutto il bagaglio di competenze – hard e soft – acquisito durante il Master: «Ancora oggi, se sto per gettarmi in una nuova avventura imprenditoriale, prima di tutto riprendo in mano gli appunti dei corsi». Andrea Cortellazzo, cosa ti ha spinto a scegliere il master in Food and Wine Management di Luiss Business School? Terminata la triennale a Padova, una parte di me voleva continuare il percorso di tecnologo alimentare. L'altra voleva fare esperienza fuori, lasciando Padova. Ho provato diversi test d'ingresso. Poi, per caso, mi sono imbattuto nel master in Food and Wine Management di Luiss Business School. Sebbene il corso di tecnologo alimentare dia delle solide basi, mi mancava tutta la parte di gestione aziendale. Sin dal mio primo ingresso a Villa Blanc, ho capito che lì avrei continuato la mia formazione Che ambiente hai trovato in Luiss Business School? Ho conosciuto persone straordinarie. Il gruppo non era solo stimolante dal punto di vista umano, ma era affiatato e spingeva a dare il massimo anche in occasione delle prove previste dal master, come ad esempio per la challenge di fine percorso. Eravamo costantemente stimolati a dare il meglio. A quel tempo avevo già il mio progetto imprenditoriale in campo, quindi la mattina ascoltavo i professori a lezione e la sera mettevo ogni cosa in pratica nella mia attività. Mi è servito tutto. Qual è il corso che ha avuto un maggiore impatto sulla tua carriera? Quando devo valutare una nuova avventura imprenditoriale, riprendo in mano gli appunti del corso in Strategic Marketing, Recruiting & Planning. L'ho fatto anche quando ho aperto il mio secondo locale a Padova nel 2021, Come in Corte Aurora. In più, anche il corso in Risorse Umane mi ha dato le basi per creare un ambiente di lavoro sano e per gestire le situazioni più complesse. C'è stato qualche relatore in particolare che ti ha colpito? Durante la challange con Urbani Tartufi, abbiamo incontrato Olga Urbani, la proprietaria a capo del gruppo Urbani. Mi hanno colpito il suo modo di porsi, l'organizzazione che ha dato nel tempo alla sua azienda e il suo modo di essere fonte di ispirazione per tutte le persone con cui lavorava. Mi ha dato l'impressione di essere una persona risoluta e, al tempo stesso, capace di comprendere le esigenze di chi avesse di fronte. In Luiss Business School si lavora molto sulla leadership. Secondo te cosa ci vuole per essere veri leader nella ristorazione? Un buon leader non è la persona che dice agli altri cosa fare, ma è colui che, con il proprio esempio, stimola gli altri a fare meglio. Per farlo, bisogna conoscere tutti i dettagli dell'attività in cui si opera. C'è continuità tra questo messaggio e quello che si fa in aula? Sì. Oggi, quando arrivano i problemi, realizzi le tue vere mancanze e capisci che avere un occhio sull'organizzazione può aiutare a superare questi problemi. Se durante la pandemia non avessi avuto alcune basi di marketing, non avrei saputo come rilanciare il locale. Saper gestire l'emergenza è la skill più importante e per questo è indispensabile il set di conoscenze acquisite durante il master. Soft skill: come avete lavorato su questo ambito durante il master? Sono doti che da studente non tieni molto in considerazione: le comprendi davvero quando arrivi nel mondo del lavoro. Ho trovato utile questa attenzione da parte di Luiss Business School. Saper parlare in pubblico, sapersi relazionare nel modo giusto, avere una corretta empatia possono essere determinanti tanto per il successo di un colloquio di lavoro quanto di un appuntamento in banca per chiedere un prestito. Competitività: come avete allenato questa soft skill e quanto conta nella ristorazione? Jeff Bezos dice di non guardare la concorrenza: io sono totalmente in disaccordo. Considero la competitività fondamentale. Bisogna guardare ai competitor per trarne stimoli e propulsione personale: guardare gli altri aiuta a trovare la forza e l'impulso a far meglio. La competitività tira fuori il meglio di noi stessi. Molti alumni hanno sperimentato il valore del networking che si viene a creare in Luiss Business School. Qual è stata la tua esperienza e i suoi effetti sulla tua vita lavorativa? Per il secondo locale Come in Corte Aurora, ho scelto di utilizzare i prodotti dell'azienda agricola di famiglia, riproducendo soprattutto a tavola il clima di benessere che si respira nell'agriturismo. Avevo bisogno di mettere a punto la cantina. Così ho chiamato Giulia, una mia ex compagna di corso, la cui famiglia è proprietaria di un'azienda molto grande a Milano, e le ho chiesto una mano. Grazie alla sua consulenza, ho avuto accesso a un network più grande. Poco prima della pandemia, avevi aperto già un primo ristorante, Mr. Maccaroni, un percorso nato in parallelo al master. Com'è nata questa idea? A gennaio 2019 il mio migliore amico Giammaria mi ha proposto di rilevare un locale in una zona di Padova in via di riqualificazione, sulla scia del progetto di nuovo polo universitario. Accettai di lavorare con lui a Mr. Maccaroni, un locale aperto dalle sette del mattino fino all'una di notte, specializzato in prodotti healthy a un prezzo competitivo. Il 14 ottobre 2019 abbiamo aperto. L'università aprì con noi. All'inizio c'erano gli studenti, ma a Padova si iniziò a parlare di Covid molto presto. L'università chiuse il 22 gennaio 2020 e noi riuscimmo a correre ai ripari un po' prima. Hai affrontato l'emergenza in pieno. Quanto la formazione in Luiss Business School ti ha aiutato? Da un punto di vista di gestione e aziendale, mi ha aiutato a contenere il danno dal punto di vista tecnico. Abbiamo subito ridotto i costi di magazzino e quelli di personale. Credo che nella gestione della pandemia a far la differenza non sia stata tanto la formazione tout court, quanto soprattutto le soft skill come la gestione dello stress e la capacità di reagire. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che tornerai a formarti? Vorrei farlo. Dopo il percorso in Luiss Business School, ho accarezzato l'idea di continuare con una laurea magistrale. Ora sto pensando a un Master in Business Administration, anche se le mie attività richiedono la massima concentrazione. Di fatto, un ristorante è un'azienda come tutte le altre e bisogna avere le competenze giuste per saperlo gestire. Quali sono i tuoi suggerimenti per gli studenti futuri e attualmente in aula? Credo che sia fondamentale ascoltare tutto ciò che viene detto nelle aule. Ogni insegnamento, alla fine, torna utile: lo dico per esperienza personale. Il mio consiglio è di non accantonare certi corsi perché convinti che non siano nelle nostre corde. In momenti inaspettati, tutto può fare la differenza. 23/3/2022

21 Marzo 2022

Flex Executive Coaching Programme - Webinar

Il Coaching per affrontare il New Normal. Registrati al Webinar e scopri come diventare un Coach Professionista. Il 7 aprile alle ore 18.00 ti invitiamo a partecipare al Webinar di presentazione della nuova edizione del Flex Executive Coaching Programme. Un programma in distance learning progettato con l’obiettivo di formare Coach capaci di operare nelle organizzazioni, grazie a un percorso che unisce la conoscenza e la pratica delle competenze di base del Coaching alle skill necessarie a rispondere alle esigenze del nuovo contesto digitale e remoto. Il tema del Webinar Il Webinar sarà un momento di confronto e crescita per interfacciarsi con coach professionisti, nonché docenti del programma, che condivideranno le loro esperienze professionali ed i loro percorsi di carriera: dai motivi che hanno portato ad intraprendere questo percorso ai possibili ambiti di applicazione, alla trasversalità delle competenze acquisite. Particolare attenzione verrà riservata al ruolo che il coaching riveste oggigiorno nel guidare professionisti e organizzazioni a costruire e affrontare il contesto di New Normal, nel supportare lo sviluppo delle persone che lavorano a distanza e nel mettere in armonia la relazione fisica e quella digitale. Ex allievi del Flex Executive Coaching Programme racconteranno della loro esperienza di formazione presso la Luiss Business School e dell’impatto positivo generato sulla loro crescita professionale. Gli Speaker Paolo Palazzo, Executive Coach e coordinatore scientifico del Flex Executive Coaching ProgrammeVito Marzulli, Country Manager Mentallyfit Italia, Executive Coach PCC e TrainerCecilia Toni Saracini, Psicologa del lavoro, Coach e Senior Trainer Gli Speaker risponderanno a tutte le domande e curiosità dei partecipanti in un’apposita sessione di Q&A. Lo Staff Luiss Business School sarà inoltre presente per informazioni sul processo di selezione e le borse di studio disponibili per il Flex Executive Coaching Programme in partenza il 13 maggio 2022. REGISTRATI 21/3/2022

09 Marzo 2022

Hub Belluno – Open Evening on Campus

L’Open Evening - Hub Belluno è l’evento di orientamento on-campus indirizzato a professionisti, manager, imprenditori o neolaureati interessati ad una formazione d’eccellenza Luiss Business School presso l’Hub Veneto delle Dolomiti a Belluno. L’evento permette di partecipare a sessioni di orientamento personalizzate per approfondire ogni aspetto dei percorsi di formazione (prospettive di sviluppo, servizi personalizzati e di supporto alla carriera, opportunità di networking etc.). Un pomeriggio di incontri in cui potrai scoprire i Master Full-Time e i Programmi Executive offerti presso l’Hub di Belluno: dal settore turistico a quello enogastronomico, dalla finanza al digital marketing, dalla gestione delle risorse umane al project management. Registrati all’evento e porta il tuo CV per una valutazione del tuo profilo. ______________________________________________________________________ QUANDO: 30 marzo 2022 dalle 16:00 alle 19:00 DOVE: Luiss Business School, Hub Veneto delle Dolomiti, Palazzo Bembo, Via Loreto 34, 32100 Belluno. REGISTRATI ______________________________________________________________________ L’evento è gratuito ed è necessaria la registrazione per partecipare. Nel rispetto delle normative di sicurezza Covid per accedere all’evento è richiesto il Super Green Pass e verranno assegnate fasce orarie con ingressi contingentati. Si ricorda che durante tutta la durata dell’evento resta fermo l’obbligo di indossare la mascherina e si richiede il rispetto di quanto previsto dalle disposizioni di legge. All’ingresso della sede, il personale provvederà alla misurazione della temperatura e saranno disponibili punti per l’igienizzazione delle mani. ______________________________________________________________________ Master Full-Time indirizzati a neolaureati Master in Financial Management - Major in Amministrazione, Finanza e ControlloMaster in Digital and Business Transformation - Major in Business TransformationMaster in Management delle Imprese Creative e Culturali - Major in Food & Wine BusinessMaster in Marketing Management - Major in Sales & Account ManagementMaster in International Management - Major in Tourism ManagementMaster in Gestione delle Risorse Umane e dei Progetti - Major in Gestione delle Risorse Umane e Organizzazione Programmi Executive indirizzati a entry, middle e senior manager, professionisti e imprenditori Amministrazione Finanza e ControlloDigital MarketingHotel ManagementPublic speakingProject Management ExecutiveMarketing & SalesOrganizzazione e Gestione delle Risorse Umane ______________________________________________________________________ REGISTRATI 9/3/2022

09 Marzo 2022

Executive Programme in Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane - Webinar

Il 16 marzo alle 18.00 sarà possibile partecipare al Webinar di presentazione della prossima edizione dell’Executive Programme in Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane offerta presso gli hub di Roma e Milano della Luiss Business School. Un’esperienza formativa di eccellenza progettata per professionisti che operano in ambito HR e organizzazione aziendale o che desiderano approcciare questa funzione lavorativa. Il programma, erogato in formula part-time weekend on-campus o a distanza, favorisce l’acquisizione di metodi e strumenti per intervenire in modo innovativo ed efficace nella gestione consapevole e integrata delle persone nelle organizzazioni, allenando allo stesso tempo le capacità di leadership, apprendendone le dimensioni comportamentali, emotive e mentali. Durante l’evento digitale, il referente scientifico approfondirà i punti salienti del programma: i contenuti e la metodologia didattica;la faculty di accademici ed esperti con consolidata esperienza aziendale;il network esclusivo a cui i partecipanti al corso avranno accesso. I coordinatori didattici del programma saranno inoltre connessi per maggiori dettagli sulla modalità di fruizione delle lezioni, la modalità d’iscrizione e le agevolazioni finanziarie per la partecipazione alle edizioni in partenza. Gli Speaker Felice Valente, Referente Scientifico dell’Executive Programme in Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane (ed. Milano), Luiss Business SchoolMarina Fiorentino, Coordinatore didatticoExecutive Programmein Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane (ed. Roma), Luiss Business SchoolSara Carrabba, Coordinatore didatticoExecutive Programmein Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane (ed. Milano), Luiss Business School Agenda 18.00 – 18.30: Presentazione del programma 18.30 – 19.00: Sessione Q&A REGISTRATI 9/3/2022

04 Marzo 2022

L’impatto della legislazione sulle prospettive delle Telco

Un webinar di Luiss Business School e WINDTRE, per analizzare lo stato dell’arte e le prospettive della trasformazione digitale del Paese. Registrati! Stato dell’arte e prospettive della trasformazione digitale del Paese: il 15 marzo alle ore 18.00, ne discuteremo durante il webinar organizzato da Luiss Business School in collaborazione con WINDTRE. Un’occasione per fare il punto sullo scenario delle Telco in Italia insieme ai rappresentanti di istituzioni e aziende, soffermandoci sull’impatto economico del settore e sulle principali sfide da superare in termini di infrastrutture e di governance. AGENDA 18.00 IntroduzioneRaffaele Oriani, Associate Dean for Faculty, Luiss Business School 18.10 Saluti istituzionaliRaffaella Paita, Presidente Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Camera dei Deputati 18. 15 Presentazione della ricerca “Il settore Telco in Italia: assetto normativo e analisi di impatto” Davide Quaglione, Professore ordinario, Università “G. d'Annunzio” Chieti-Pescara; GRIF “Fabio Gobbo”, Luiss Guido Carli 18. 35 Tavola Rotonda Gianluca Corti, Amministratore Delegato designato, WINDTRE Corrado La Forgia, Vicepresidente, Federmeccanica; Amministratore delegato, VHIT Spa, Gruppo Bosch Monica Lucarelli, Assessore alle Attività produttive e alle Pari Opportunità, Comune di Roma Modera: Cesare Pozzi, Professore ordinario, Docente di Economia industriale; GRIF “Fabio Gobbo”, Luiss Guido Carli 19.05 Q&A 19.15 Conclusioni Il webinar è gratuito, per partecipare è necessaria la registrazione. REGISTRATI 4/3/2022

22 Febbraio 2022

MBA Open Day

L’MBA Open Day è l’evento on-campus durante il quale approfondire l’offerta formativa MBA della Luiss Business School. Gli MBA sono i più esclusivi percorsi di crescita manageriali per professionisti ed Executive. Full-time, Part-time, Online, On Campus o Blended negli Hub di Roma o Milano, durante l’Open Day potrai scoprire qual è il formato che ti consentirà di costruire un progetto di crescita professionale personalizzato. Una mattinata di incontri in cui: approfondire le peculiarità di ciascun formato MBA;assistere ad una Masterclass in cui incontrare la Faculty e vivere in prima persona l’esperienza di un’aula MBA;partecipare a sessioni informative personalizzate con: coordinatori didattici, coach, career advisor e alumni MBA. QUANDO: 19 marzo 2022 a partire dalle ore 10.00  DOVE: Luiss Business School, Campus Villa Blanc, Via Nomentana 216, 00162 Roma REGISTRATI AGENDA E SPEAKER 10.00 – 10.15 Accreditamento 10.15 – 11.00 Presentazione programmi MBA a cura di Isabella Leone, Academic Coordinator MBA 11.00 – 11.45 Masterclass “While Most People Go Through Life, Leaders Grow Through Life: How an MBA at Luiss Will Help You Become an Effective Leader” a cura di Tony Silard, Ph.D., Professor of leadership e Director of the Center for Sustainable Leadership, Luiss Business School 11.45 – 12.00 Sessione Q&A 12:00 – 13:00 Sessioni di orientamento e consulenza one-to-one L’evento è gratuito e si svolgerà in inglese dalle ore 10:00 alle ore 13:00. Nel rispetto delle normative di sicurezza Covid per accedere all’evento è richiesto il Super Green Pass. La registrazione è necessaria. Nella tutela di tutti i partecipanti si ricorda che durante tutta la durata dell’evento resta fermo l’obbligo di indossare la mascherina ffp2. All’ingresso della sede, il personale provvederà alla misurazione della temperatura e saranno disponibili punti per l’igienizzazione delle mani. REGISTRATI 22/2/2022

MBA

17 Febbraio 2022

NEXT GENERATION ITALIA - EXECUTION

La sfida dell’implementazione del PNRR nell’ultimo studio realizzato dal Centro Economia Digitale  Si terrà il 23 febbraio, alle ore 11:00, l’evento “Next Generation Italia - Execution | La sfida dell’implementazione del PNRR” promosso dal Centro Economia Digitale e dalla Luiss Business School, con gli interventi di Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, e Anna Ascani, Sottosegretario di Stato, Ministero dello Sviluppo Economico. REGISTRATI Il 2022 è infatti un anno cruciale per l’avanzamento del PNRR, in cui la "messa a terra" degli indirizzi di policy diventa il tema principale. Di fronte a questa sfida sarà fondamentale concentrare gli sforzi organizzativi e operativi di tutti, facendo leva su alcuni, fondamentali punti di snodo del Piano: il rapporto con il mondo economico, il rapporto della PA centrale con gli Enti Locali, il rapporto con l’Europa.  L’incontro sarà un momento di approfondimento e dibattito sulle proposte di azioni specifiche e concrete da adottare per migliorare l’efficacia di attuazione del PNRR nell’ambito degli interventi previsti ed anche l’occasione per evidenziare le sfide del futuro per il Paese.  AGENDA  Ore 11:00 Apertura e introduzione al dibattito Rosario Cerra - Fondatore e Presidente del Centro Economia Digitale  Commissione Europea e Centro Economia Digitale Adelaide Mozzi - Team Leader Affari Economici, Commissione Europea, Rappresentanza in ItaliaPaolo Boccardelli - Comitato Scientifico CED, Direttore Luiss Business SchoolFrancesco Crespi - Direttore Ricerche CED, Professore Economia Università Roma Tre  Tavola Rotonda NEXT GENERATION ITALIA - EXECUTION Partecipano i Soci del Centro Economia Digitale Danilo Cattaneo - Amministratore Delegato InfoCert (Tinexta Group)Corrado Crotti - New Business Development and Country Support LeonardoAndrea Falessi - Direttore Relazioni Esterne Open FiberNicola Lanzetta - Direttore Italia Enel Group, Amministratore Delegato Enel ItaliaDario Pagani - Head of Digital & Information Technology EniAlessandro Picardi - Executive Vice President Chief Public Affairs Officer TIM  Interventi istituzionali Andrea Montanino - Direttore Strategie Settoriali e Impatto CDPRoberta Lombardi - Assessore Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale Regione LazioFabio Melilli - Presidente Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione Camera dei DeputatiAnna Ascani - Sottosegretario di Stato Ministero dello Sviluppo Economico  Ore 12:30 Chiusura Federico D’Incà - Ministro per i Rapporti con il Parlamento  Modera Flavia Giacobbe - Direttore Formiche  REGISTRATI 17/2/2022

16 Febbraio 2022

Flex Executive Programme in ESG e Sviluppo Sostenibile – Webinar

Il 24 febbraio alle ore 17.00 sarà possibile partecipare al Webinar di presentazione della prima edizione del Flex Executive Programme in ESG e Sviluppo Sostenibile, il programma progettato con l’obiettivo di promuovere l’integrazione della Sostenibilità nelle Strategie e nei modelli di Business insieme all’implementazione di soluzioni concrete in azienda. Durante l’evento digitale, il referente scientifico approfondirà i punti salienti del programma: i contenuti e la metodologia didattica;la faculty di accademici ed esperti con consolidata esperienza aziendale da cui apprendere come integrare sostenibilità e fattori ESG nei modelli di business per definire una strategia purpose-driven;i partner e il network esclusivo a cui i partecipanti al corso avranno accesso. I coordinatori didattici del programma saranno inoltre connessi per maggiori dettagli sulla modalità flex di fruizione delle lezioni, la modalità d’iscrizione e le agevolazioni finanziarie per la partecipazione all’aula in partenza il 25 marzo 2022. Lo Speaker Angelo Riccaboni, Professore Ordinario di Economia aziendale, Università di Siena; Senior Research Fellow e Referente Scientifico del Flex Executive Programme in ESG e Sviluppo Sostenibile, Luiss Business School. Partecipanti e relatori potranno interagire attivamente sulle tematiche emerse durante la sessione finale di Q&A.   Per partecipare all’evento è necessaria la registrazione. REGISTRATI 16/2/2022

10 Febbraio 2022

Al via il Flex Executive Programme in Fintech di Luiss Business School e Fintech District

Le due realtà mettono a fattor comune il proprio know how in un nuovo progetto di alta formazione per comprendere e governare le logiche del settore. Con prospettive di crescita a livello globale di 124,3 miliardi di dollari entro la fine del 2025 e con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 23,84%, il fintech rappresenta il presente e il futuro dei servizi finanziari. Nonostante il gap con principali paesi europei, l’ecosistema italiano presenta buone prospettive evolutive ma tra gli ostacoli allo sviluppo indentificati da Banca D’Italia nell’ultima indagine sul settore c’è la mancanza di personale qualificato. In questo contesto, caratterizzato da una sempre maggiore collaborazione tra operatori tradizionali ed imprese innovative, Luiss Business School - riconosciuta per la metodologia didattica esperienziale ed innovativa e per la formazione di profili con competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro - e Fintech District – la community internazionale di riferimento per l’ecosistema fintech in Italia - hanno deciso di agire sinergicamente, ideando e realizzando il Flex executive programme in fintech. In partenza a maggio 2022, il programma di alta formazione si rivolge a professionisti del mondo bancario, investitori ed imprenditori interessati a comprendere gli sviluppi e le logiche del settore, oltre che strategie aziendali attuabili. Erogato in lingua inglese con la formula flex, che coniuga eccellenza formativa e flessibilità, prevede il 90% delle lezioni in distance learning ed il resto, in presenza ad Amsterdam presso l’HUB internazionale della Luiss Business School. Il programma è articolato in 6 moduli ed è arricchito da seminari e testimonianze, insight sui principali settori di mercato, applicazione pratiche e company presentation attraverso il coinvolgimento di ecosistemi di innovazione internazionali. I partecipanti potranno così avere comprensione approfondita del settore a 360°: la tecnologia e il suo impatto nel settore finanziario; le frizioni che il fintech mira a eliminare; il regolamento e i cambiamenti normativi; i nuovi modelli di business basati su collaborazione e co-creazione. Borse di studio sono messe a disposizione da parte di Fabrick, realtà che opera a livello internazionale per promuovere l’open finance, cui fa capo il Fintech District. SCOPRI IL PROGRAMMA RASSEGNA STAMPA Il Sole24Ore, Luiss Business School e Fintech District insieme per il futuro dei servizi finanziariAgenzie di stampa, Flex Executive Programme in Fintech di Luiss Business School e Fintech District 10/2/2022

09 Febbraio 2022

Open Evening Master

L'Open Evening Master è l’evento on campus dove scoprire i Master di I e II livello della Luiss Business School dedicati a laureandi e neolaureati. Lo Staff Luiss Business School sarà a disposizione di tutti partecipanti per sessioni di orientamento su: processo di selezione e ammissione;agevolazioni finanziarie e borse di studio;servizi di supporto alla carriera;sbocchi professionali;esperienza internazionale. Durante l’Open Evening troverai le risposte a tutte le domande relative al Master di tuo interesse o, se non hai ben chiaro quale programma fa al caso tuo, verrai guidato nella ricerca del Master in linea con le tue aspirazioni e attitudini. QUANDO: 24 febbraio 2022 dalle 16.00 alle 18.00 DOVE: Luiss Business School, Campus Villa Blanc, Via Nomentana 216, 00162 Roma. Nel rispetto delle normative di sicurezza Covid per accedere all'evento è richiesto il Super Green Pass e verranno assegnate fasce orarie con ingressi contingentati. L’evento è gratuito ed è necessaria la registrazione per partecipare. REGISTRATI I master presentati durante l’evento: Master in International Management (English)Major in Sustainability & Energy Industry (English)Major in Fashion & Luxury Management (English)Major in Tourism Management (English)Major in International Cooperation for Local Development (English)Major in Global Health Management (English)Master in Financial ManagementMajor in Corporate Finance (English)Major in Corporate Investment BankingMajor in Amministrazione Finanza e ControlloMajor in Real Estate FinanceMajor in Finanza sostenibileMaster in Digital and Business TransformationMajor in Business Transformation (English)Major in Strategy for Disruptive Growth Major in Digital Business Strategy Major in Big Data and Management (English)Major in Entrepreneurship & Start UpMajor in Sustainable Management & EntrepreneurshipMajor in Business TransformationMajor in Global Supply Chain Management (English)Master in Gestione delle Risorse Umane e dei ProgettiMajor in Gestione delle Risorse Umane e OrganizzazioneMajor in Project ManagementMaster in Marketing ManagementMajor in Digital MarketingMajor in Sales and Account ManagementMajor in Retail e-commerce e Gestione MulticanaleMajor in Export ManagementMajor in Corporate Event: Management, PR and CommunicationMajor in HORECA Trade ManagementMajor in Customer Experience Management (English)Master in Management delle Imprese Creative e CulturaliMajor in Art ManagementMajor in Food and Wine BusinessMajor in MusicMajor in Gestione della Produzione Cinematografica e TelevisivaMajor in Writing School for Cinema and TVMajor in Sport ManagementMaster in Diritto Tributario Contabilità e Pianificazione FiscaleCorso in Consulente Legale d'Impresa Si ricorda che durante tutta la durata dell’evento resta fermo l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 e si richiede il rispetto di quanto previsto dalle disposizioni di legge. REGISTRATI 9/2/2022

03 Febbraio 2022

ENAC e Università Luiss insieme per il futuro dell’aviazione civile

Alla Business School dell’Ateneo la guida delle iniziative di formazione e di ricerca per la crescita di un settore strategico per l’economia del Paese Sinergia e collaborazione tra Istituzioni e Università come strategia nazionale di crescita: è il concetto alla base della Convenzione quadro siglata tra l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) e la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali per sviluppare iniziative nella formazione, studio e analisi di settore. L’accordo è stato sottoscritto oggi, giovedì 3 febbraio, a Villa Blanc, nell’ambito di un incontro tra il Presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, il Direttore Generale della Luiss, Giovanni Lo Storto e il Direttore della Luiss Business School, Paolo Boccardelli. L’intesa, di durata triennale, intende creare opportunità concrete di collaborazione tra l’Autorità dell’aviazionecivile e l’Università intitolata a Guido Carli, al fine di favorire l’integrazione tra istituzioni e operatori del settore, in un modello formativo che abbia solide basi accademiche. Quello dell’aviazione civile è, infatti, un settore nevralgico per lo sviluppo economico del Paese che deve poter investire su professionalità di alto livello. Tra i temi oggetto della convenzione: l’organizzazione e la gestione di percorsi di alta formazione per il personale ENAC, ma anche attività di ricerca, studi di fattibilità e l’attivazione di tirocini curriculari. Le iniziative previste dalla convenzione saranno guidate dalla Luiss Business School che metterà a disposizione del settore aeronautico l’expertise e la competenza della propria faculty e dei propri centri di ricerca. “La convenzione firmata oggi – ha dichiarato il Presidente Pierluigi Di Palma – rappresenta l’avvio di una significativa sinergia tra l’Autorità del settore aeronautico e Università per costruire, da protagonisti, il futuro del Paese. Mettendo in comune le competenze reciproche, l’esperienza e il patrimonio professionale dei propri docenti e dei propri esperti,possiamo imprimere un nuovo impulso alla sicurezza e alla ricerca aeronautica e contribuire a creare un ecosistema per il rilancio del trasporto aereo e per il passaggio generazionalenecessario per affrontare le sfide che attendono il comparto”. Il Direttore Generale della Luiss, Giovanni Lo Storto ha affermato: “Costruire opportunità di alta formazione che rispondano alle esigenze occupazionali di aziende ed istituzioni costituisce uno dei principali obiettivi della nostra Università. La partnership con ENAC vaproprio in questa direzione. Sviluppare e rafforzare nuove skills è oggi, infatti, imprescindibile per fronteggiare con consapevolezza le due grandi sfide del nostro tempo: la trasformazione digitale e la transizione ecologica. Per questo, anche in settori strategici come quello dell’aviazione, è fondamentale ampliare un know-how consolidato e investire sulle persone, per generare valore e dare nuovo impulso ai processi di innovazione” Il Direttore Luiss Business School, Paolo Boccardelli ha aggiunto: “In un momento storico caratterizzato da profondi mutamenti, grandi stimoli e altrettante insidie, è necessario che gli asset fondamentali di un Paese si dotino degli strumenti necessari per essere protagonisti del cambiamento e affacciarsi con convinzione al nuovo panorama che si sta delineando. Èil caso del comparto aeronautico con il quale oggi diamo vita ad un percorso che immaginiamo prolifico per il futuro del settore e dell’Italia. La ricerca e la formazione sono elementi imprescindibili per lo sviluppo economico, per questo Luiss Business School è onorata di affiancare l’ENAC con le competenze e le conoscenze della propria faculty e disupportarla in un momento tanto delicato quanto importante”. RASSEGNA STAMPA Il Messaggero, Accordo a tutto campo Enac-Luiss per il futuro dell'aviazione civileAgenzie di stampa, Firma accordo Enac-Luiss 03/02/2022

01 Febbraio 2022

Flex Executive Coaching Programme – Webinar

Il 17 febbraio alle ore 18.00 sarà possibile partecipare al Webinar di presentazione della nuova edizione del Flex Executive Coaching Programme. Un programma, in distance learning, progettato con l’obiettivo di formare Coach capaci di operare nelle organizzazioni, grazie a un percorso innovativo che unisce la conoscenza e la pratica delle competenze di base del Coaching alle skill necessarie a rispondere alle esigenze del nuovo contesto digitale e remoto. REGISTRATI Il Tema del Webinar Più ispirati, connettivi e produttivi con il coaching La richiesta di formazione nel coaching è in aumento nelle aziende e tra i professionisti HR. Il Coach si pone infatti come una figura chiave in grado di aiutare gli altri, orientandone le scelte, facendone emergere i punti di forza e le aree di miglioramento, e aumentandone l’autoconsapevolezza. Lavorare come Coach implica un percorso di continua formazione volto a migliorare sé stessi così da riuscire a porsi, nei confronti dell’altro, come una risorsa in grado di individuare percorsi di crescita personalizzati e come guida in periodi di importanti cambiamenti, come quello attuale, in cui la comunicazione da remoto e nuove forme espressive, basate sull’economia delle relazioni, impongono un apprendimento costante. Durante il Webinar, un Coach professionista e docente del Corso, introdurrà alcune delle tematiche trattate durante il Flex Executive Coaching Programme della Luiss Business School focalizzandosi sui concetti chiave che definiscono un Coach oggi.  Speaker Luca Xodo, Psicologo e CoachPaolo Palazzo, Executive Coach e coordinatore scientifico del Flex Executive Coaching Programme Partecipanti e relatori potranno interagire attivamente sulle tematiche emerse durante la sessione finale di Q&A. Lo Staff Luiss Business School sarà inoltre presente per informazioni sul processo di selezione e le borse di studio disponibili per la seconda edizione del Flex Executive Coaching Programme in partenza il 13 maggio 2022. Per partecipare all’evento è necessaria la registrazione. REGISTRATI 1/2/2022

27 Gennaio 2022

EMIT - Corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance – Webinar

Il 9 febbraio alle ore 17.00 si terrà online il Webinar di presentazione della nuova edizione di  EMIT, il Corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance, offerto in collaborazione con HSPI e in partenza l’11 marzo 2022 a Roma. Il Corso permette ai partecipanti di acquisire le competenze manageriali necessarie all’innovazione e alla gestione dei servizi digitali, consolidando e integrando competenze di IT Governance e Management, competenze Manageriali e Gestionali e competenze di Innovazione e Trasformazione Digitale. REGISTRATI Il Tema del Webinar Digital Disruption: ripensare la strategia, i prodotti e i servizi grazie alle opportunità delle nuove tecnologie Le nuove tecnologie consentono di ripensare i prodotti e i servizi aziendali, introducendo innovazioni a livello organizzativo, di industry, mercato ed ecosistema. Per riuscire nell’impresa è necessario avere la capacità di analizzare il contesto economico, sociale, tecnologico, legale e ambientale nel quale l’azienda lavora. Sulla base degli elementi di contesto esterni ed interni all’organizzazione, è quindi possibile definire un approccio all’innovazione dei prodotti e servizi aziendali e, contemporaneamente, è necessario identificare le azioni da mettere in campo per indirizzare gli elementi di volatilità, ambiguità, complessità e incertezza presenti in ogni trasformazione. Il Webinar fornisce indicazioni su come affrontare la sfida dell’innovazione e della trasformazione aziendale, focalizzandosi sugli strumenti offerti dalle più recenti ricerche manageriali sul tema e sull’analisi di casi reali di disruption dei servizi erogati.  Speaker Paolo Spagnoletti, Professore di Organizzazione e Sistemi informativi presso il Dipartimento di Impresa e Management della Luiss Guido Carli. Direttore Scientifico del Corso di Perfezionamento Universitario in Digital Innovation & Governance – EMIT della Luiss Business School. Membro del Centro di Ricerca sulla Leadership, l’Innovazione e l’Organizzazione della Luiss, del Center for Integrated Emergency Management dell’Università di Agder e del Competence Center Cyber 4.0.Dino Cataldo Dell’Accio, Chief Information Officer del United Nations Joint Staff Pension Fund (UNJSPF). Responsabile della soluzione innovativa basata su blockchain, mobile e riconoscimento facciale selezionata come finalista nel Gartner’s Eye on Innovation Awards for Government 2020.Roberto Carbone, Managing Director di HSPI. Responsabile dei servizi IT Governance. Direttore Scientifico del corso di perfezionamento universitario in Digital Innovation & Governance – EMIT della Luiss Business School. Certificato PMP, ITIL4 Managing Professional, ITIL 4 Strategic Leader, TOGAF9, CBAP, CBPA, COP, CPRE, CPUX, COBIT Partecipanti e relatori potranno interagire attivamente sulle tematiche emerse durante la sessione finale di Q&A.   Per partecipare all’evento è necessaria la registrazione. REGISTRATI 27/1/2022

24 Aprile 2018

Riscoprire le emozioni: non è mai troppo tardi

Articolo di Gabriele Gabrielli, Professor of Practice in People Management, Human Resource Management and Organisational Behaviour LUISS Business School e Responsabile del People Management Competence Centre & Lab  Le competenze dell'intelligenza emotiva Non si fa che parlare di intelligenza emotiva e delle sue competenze: in convegni e seminari, nelle organizzazioni e in azienda. Le troviamo così nei repertori dei modelli di competenze usati dalle imprese per orientare il comportamento dei propri leader e manager, se ne fa ampio riferimento nelle policy e negli strumenti di performance management, costituiscono una tra le dimensioni più importanti da osservare durante gli assesment centre. Negli ultimi decenni abbiamo assistito in effetti alla crescita continua di attenzione verso l'intelligenza emotiva associata, in generale, a quella che sottolinea l'importanza delle soft skills e in particolare delle people skills per sviluppare leader e manager efficaci, capaci cioè di gestire con successo il capitale umano e intellettuale. Non è però così sempre facile scoprire il valore delle emozioni perché la carriera può metterle in silenzio come la storia di Alfredo che raccontiamo più avanti, una tra le molte, dimostra.  La concettualizzazione dell'intelligenza emotiva e le motivazioni che ne supportano la sua rilevanza per il business management e per le organizzazioni in generale hanno preso le mosse, come noto, dai risultati di alcuni studi che hanno reso evidente come l'intelligenza non si fonda solo su un fattore, ma sia multi-fattoriale. Infatti, comprendiamo quello che ci circonda, apprendiamo e comunichiamo con gli altri ricorrendo ai sensi e alle emozioni che consentono di "connetterci" più efficacemente. Di qui anche l'importanza assegnata alle competenze di comprensione e decodifica del linguaggio non verbale, che diventa una competenza centrale (comunicazione interpersonale) per leader e manager. Leadership e emozioni  Con il termine intelligenza emotiva, dunque, secondo i numerosi studi realizzati nel campo della psicologia e del comportamento organizzativo, s'intende comunemente l'abilità di scoprire e usare in modo opportuno i sentimenti e le emozioni proprie e quelle degli altri, distinguerle e comprenderle a fondo per costruire sulle stesse la propria visione e azione. Accrescere e migliorare le competenze di intelligenza emotiva, piuttosto che concentrarsi solo sull'intelligenza cognitiva, diventa dunque essenziale per le posizioni di guida in quest'epoca di cambiamento straordinario accelerato dalla trasformazione digitale che costruisce connessioni e interdipendenza tra sempre più numerosi attori. Per ispirare gli altri e costruire organizzazioni durature in un ambiente dai confini incerti e mutevoli, infatti, leader e manager devono essere in grado di generare "risonanza emozionale". Insomma, ci stiamo rendendo conto che per troppo tempo i manager hanno considerato le emozioni alla stregua di un rumore di fondo che disturbava la loro performance e il funzionamento razionale dell'azienda. Quest'epoca però sembra ormai volgere definitivamente al tramonto perché le emozioni trovato oggi piena cittadinanza nel management. Quando la competizione mette in silenzio le emozioni. Una storia tra le molte  Non è facile però, si diceva, dare piena cittadinanza alle emozioni. È l'esperienza di molti executive e manager; sono più numerosi di quanto possiamo immaginare. Gli ostacoli che non consentono alle emozioni di eprimersi liberamente, riconoscendone il loro valore generativo per sé e per gli altri, sono di diversa natura. Possono essere ostacoli collegati all'ambiente culturale e di business in cui si cresce e si fa carriera, possono essere attinenti più alla sfera personale, a come si è fatti, insomma una questione di carattere e di personalità. Rientra nel primo caso la storia di Alfredo, un "cinquantino" - direbbe il commissario Montalbano - un top executive e imprenditore di successo che dopo la laurea si "guadagna" l'accesso a due tra le più prestigiose business school internazionali. Diventato adulto, dimentica le emozioni, perde contatto con esse e non le riconosce più come dimensioni "utili". Scompaiono dal suo linguaggio, né vi trovano traccia in quello delle aziende di straordinaria fama in cui lavora negli anni successivi macinando successi e accumulando prestigio. Tutto questo ha avuto un inizio. Alfredo nel nostro secondo incontro mi racconta che il tempo di questa progressiva dimenticanza "ha avuto inizio quando ho cominciato a danzare con la competizione". Una danza così travolgente che gli fa perdere letteralmente il contatto con il sé più profondo e autentico. "Dov'è finito Alfredo?", è questa la domanda alla quale vuole ora dare risposta, è stanco di essere triste e insoddisfatto. Alfredo è consapevole di aver fatto l'esperienza della felicità quando era giovane studente, uno stato di grazia che è proseguito anche durante il percorso accademico seppur "tosto". Questa esperienza è venuta meno "dopo". Conversiamo per cercare il focus. La "smania da performance" - mi racconta a un certo punto - "mi ha fatto perdere contatto con la mia dimensione umana". Riflette, torna indietro, rimane in silenzio. Poi dice: "Sì, ho perso contatto con le emozioni quando sono entrato nel giro vorticoso della competizione delle business school che ho frequentato; poi tutto si è aggravato quando sono entrato in azienda, primo della short list". Da diversi anni Alfredo ha difficoltà a sentire e riconoscere le emozioni; tentenna nell'individuare i bisogni che ha e che sempre si celano dietro le emozioni che l'epoca della performance, dei benchmark e del misurarsi continuamente con chi sta sopra a te hanno silenziato. Mi parla dei figli e della moglie. L'unico momento in cui vedo negli occhi una luce diversa. Si spegne rapidamente sopraffatta dal racconto delle loro performance. Mentre l'ascolto, mi torna in mente un pensiero di Arthur Schophenauer. Prendo il libro dove è annotato, lo legge: "In realtà il valore che noi attribuiamo all'opinione degli altri e la nostra preoccupazione costante al riguardo oltrepassano di regola ogni ragionevole giustificazione [...] da tale preoccupazione nasce quasi la metà di tutte le afflizioni e le ansie da noi provate". Rimane in silenzio tamburellandosi la testa con le dite. Oggi Alfredo vuole connettersi nuovamente con sé, con i valori con cui è cresciuto e che ha sacrificato sull'altare del "giudizio altrui", vera e propria forca caudina se si vuole essere riconosciuti "primi". Ha iniziato a lavorare per ascoltare e accogliere le emozioni che "la smania della perfomance" ha reso silenti, vuole dare loro cittadinanza e riscoprirne il lessico che non conosce più. È talmente impoverito il suo vocabolario che non sa più etichettarle; si stupisce grandemente quando fa esperienza di questo davanti a me riuscendo a menzionare a mala pena tre emozioni. Per Alfredo insomma è arrivato il momento di consentire alle emozioni di uscire allo scoperto, di lasciarle fluire, di riconoscerle e utilizzarle come leva per stare bene e per ritrovare quella felicità che ha perduto danzando con la competizione. Probabilmente per scoprire che potrà essere più efficace come imprenditore e manager. Mentre ci stiamo salutando si ferma sulla porta e aggiunge: "anche come marito e padre". Suggerimenti bibliografici Gabriele Gabrielli, Sviluppare le competenze per il "people management", in Gabrielli G., Profili S., Organizzazione e gestione delle risorse umane, Isedi, Torino 2016 (II^ edzione) Gardner H., Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza, Feltrinelli, Milano, 1987 Goleman D., Working with emotional intelligence, Bantam Books, New York, 1998 Riggio R.E., Lee J., "Emotional and interpersonal competencies and leader development", in Human Resource Management Review, Elsevier, 17, pp. 418-426 Persone e processi eccellenti sono l’essenza di ogni organizzazione di successo. I programmi Executive dell’area “People, Organization Development & Leadership” della LUISS Business School forniscono conoscenze, metodologie e strumenti per valorizzare e gestire in modo strategico il capitale umano, disegnando architetture organizzative innovative in grado di supportare efficacemente i piani di sviluppo dell’organizzazione. Obiettivo dei programmi afferenti all’area è supportare la progettazione e l’implementazione di una “People Strategy” all’avanguardia, che permetta un’efficace execution della strategia aziendale, in maniera integrata e coerente in tutte le sue parti. SCOPRI I PROGRAMMI 24/04/2018

24 Aprile 2018

A worldwide famous brand? A matter of quality and communication strategy

A very stimulating talk took place on April 10, 2018 when the students of the Master of Fashion & Luxury Management met Michele Consoli, Head of Communications of Talarico Cravatte. Lucia, student of Master, shared with us the most interesting aspects of this “Made in Italy” successful company Michele Consoli, the very young marketing and Communications Manager of Talarico, explained to the Fashion and Luxury Management class the aspects of working in a truly “Made in Italy” company, and how to survive in this global, fast-growing industry. After a brief explanation of the authentic history of the company, Mr. Consoli gave us an overview about the tie market in Italy, a very niche area but that still has a high demand, about the main competitors, and their business model, which is both B2C and B2B. It was very interesting to know that Talarico is not only focused on ties anymore but it also expanded in foulards for women, an expansion driven by one simple but very essential principle: consistency. Indeed these products are perfectly consistent with the main offer, and above all, they are made with the same material of ties, silk. They are not interested in a larger expansion so far, what they want is to stay focused on their main product offering the best quality. He explained why their products are so unique, highlighting their handcrafted details, results of an excellent craftmanship work.  Thanks to this we were able to understand why the most powerful men in the world (Presidents, politicians, CEO, ambassadors) want to wear Talarico ties. Moreover, he shared a relevant focus on the marketing and communication strategy of the firm, based on a strong storytelling and characterized by the fact of preferring print advertising instead of digital one, in order to be more credible and increase the customers’ trust. The preference of this channel is also due to the type of target they aim to (+30 years old). However, the company has its own e-commerce, and all the most influent social media, such as Instagram and Facebook, this latter is the most relevant for them. Talarico represents a really “upstream” company, which is not interested in offering too many categories of products, or invest too much on Instragram advertising, they simply want to go on offering excellent and unique products, that can satisfy even the most demanding customers, 100% Italian qualities that make Talarico well-known and appreciated all around the world. This article was written by Lucia Zanone, student of the Master of Fashion & Luxury Management  DISCOVER THE MASTER  24/04/2018

30 Marzo 2018

Effective Communication through Powerpoint: il contest creativo di Leonardo SpA per gli studenti LUISS Business School

Un contest creativo lanciato da Leonardo SpA che ha invitato gli studenti iscritti ai master della LUISS Business School a proporre idee innovative per progettare la grafica dei materiali di comunicazione sia interna sia esterna, diretti a favorire la presentazione dell’offerta da parte della divisione Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni. Alla luce delle trasformazioni in atto nei mercati B2B, dove le scelte d’acquisto non dipendono esclusivamente dalla variabile del prezzo, il brand ha assunto un rilevo centrale come elemento di differenziazione dell’offerta per definire le politiche di mercato, ottenere vantaggi competitivi sostenibili e investire su relazioni stabili e collaborative. Il contest “Effective Communication through Powerpoint” è nato proprio dalla volontà della divisione di Leonardo SpA di comprendere come utilizzare al meglio la propria brand identity per la presentazione dell’offerta ai propri interlocutori. Il contest ha visto tutti gli studenti dei master in Fashion & Luxury Management, Gestione della produzione cinematografica e televisiva, Food & Wine Business, Event Management, del Master of Music e delle Writing School for Cinema & Television - divisi in gruppi e affiancati da un’attività di tutoring costante condotta da un esperto in comunicazione - presentare le proprie idee creative ai referenti dell’azienda che, dopo una fase di valutazione, hanno selezionato il progetto migliore maggiormente in linea con i loro obiettivi. Vincitrici del contest Dalia Caterino e Francesca Sacchetti, studentesse del Master of Fashion & Luxury: “Nel giorno di presentazione del Contest, con uno scambio di sguardi ancora oggi impresso nella mente, abbiamo capito di voler assolutamente partecipare ad una sfida che, seppur così lontana dal mondo del Fashion, ci è sembrata un’opportunità stimolante da cogliere nell’immediato. Ci siamo messe in gioco, unendo le nostre competenze e le nostre passioni, per dar vita ad un progetto che ci sembrava apparentemente impossibile da realizzare. Grazie all’aiuto offertoci dal grafico Daniele Marrone, che ha seguito e consigliato ogni singolo gruppo di lavoro, abbiamo superato ogni aspettativa e giorno dopo giorno il nostro progetto ha preso forma. Una forma straordinaria, che ci ha dato la possibilità di distinguerci e di essere proclamate vincitrici del contest. Un’esperienza che ci ha rese estremamente orgogliose di noi stesse, dandoci la forza di superare quei limiti, grafici e non, che credevamo invalicabili. Abbiamo avuto l’opportunità di creare un gioco di squadra unico e vincente, confrontandoci e convertendo le nostre idee in scelte grafiche. Il lavoro di gruppo ci ha aiutato a sviluppare delle capacità che ci saranno sicuramente d’aiuto nel nostro futuro professionale e personale”. Congratulazioni alle studentesse vincitrici del primo premio del contest @Leonardo_IT "Effective #Communication through #Powerpoint" alla #LUISSBusiness! #BrandIdentity #LUISSMasters pic.twitter.com/EdJxwpRk7A — LUISS BusinessSchool (@LUISSBusiness) 9 marzo 2018 29/03/2018 

28 Marzo 2018

Leader for Talent #L4T with Marco Sala, Chief Executive Officer International Game Technology PLC

He’s the CEO of one of the few Italian companies that has been shopping abroad in recent years, a company which is a world leader in the business in which it operates. Marco Sala, Chief Executive Officer of International Game Technology PLC will meet LUISS School International Masters’ students on the occasion of Leader for Talent – #L4T, a series of meetings with speakers from the corporate world. These meetings with business leaders of important organizations are oriented to management best practices and designed to offer students the opportunity to debate current business issues to enrich their professional and soft skills. Marco Sala is Chief Executive Officer of International Game Technology PLC (IGT), and serves on its Board of Directors. He is responsible for overseeing the strategic direction of the Company, which is publicly traded on the New York Stock Exchange (NYSE:IGT). He works directly with the board and other senior management to establish long-range goals, strategies, plans, and policies. Prior to April 2015, Sala served as Chief Executive Officer of GTECH S.p.A. (formerly known as Lottomatica Group) since April 2009, and was responsible for overseeing all of the Company’s segments including the Americas, International, Italy, and Products and Services. He joined the Company as Co-General Manager in 2003, and since then, has served as a member of the Board of Directors. In August 2006, he was appointed Managing Director with responsibility for the Company’s Italian Operations and other European activities. Previously, he was Chief Executive Officer of Buffetti, Italy's leading office equipment and supply retail chain. Prior to Buffetti, Sala served as Head of the Italian Business Directories Division for SEAT Pagine Gialle. He was later promoted to Head of Business Directories with responsibility for a number of international companies such as Thomson (Great Britain), Euredit (France), and Kompass (Italy). Earlier in his career, he worked as Head of the Spare Parts Divisions at Magneti Marelli (a Fiat Group company) and soon after, he became Head of the Lubricants Divisions. Additionally, he held various marketing positions at Kraft Foods. Sala graduated from Bocconi University in Milan, majoring in Business and Economics. 28/03/2018

21 Marzo 2018

Le opportunità per i consulenti d’impresa in Brasile: gli studenti #LUISSBusiness incontrano Graziano Messana, CEO di GM Venture

“La figura del Legal Counsel sta assumendo un’importanza sempre più strategica per le imprese, soprattutto per quelle che investono all’estero”: la testimonianza di Graziano Messana, CEO di GM Venture, nell’ambito del Master in Consulente legale d’impresa della LUISS Business School ha illustrato le opportunità di crescita professionale che il Brasile riserva, in particolare alla luce degli investimenti e delle acquisizioni da parte di aziende straniere nel Paese. Con i recenti investimenti di Gavio, Granarolo, Italmatch e del Gruppo Azimut – protagonista della seconda operazione brasiliana al mondo, grazie a 4 acquisizioni consecutive –, il Brasile si conferma un partner strategico per il mercato italiano. Come investire in Brasile in maniera appropriata è stato il focus di un modulo dedicato, nell’ambito del master diretto da Francesco Di Ciommo, avvocato cassazionista e professore ordinario di diritto privato LUISS Guido Carli: un Paese consumatore naturale di Fashion, Furniture e Food – le cosiddette 3F – e “il terzo più grande al mondo per i social network. 140 milioni sono gli utenti Internet e, di questi, circa 50 milioni fanno acquisti on line” come ha sottolineato Graziano Messana durante la sua testimonianza. “È il terzo paese al mondo sui settori beauty e personal care e resta nelle prime cinque posizioni se consideriamo il mercato degli elettrodomestici, medical devices e prodotti farmaceutici. Forte il settore IT e grandi opportunità si registrano nell’area del Fintech, considerato il ridotto numero di banche che domina il mercato a fronte del 40% della popolazione che non ha un conto corrente. Un mercato che è stato valutato in 24 MLD di dollari nei prossimi 10 anni”. La testimonianza ha permesso alle studentesse e agli studenti del master di conoscere le peculiarità dell’economia brasiliana dalla voce di un professionista che, della capacità di guidare le operazioni locali a partire dalle specificità del contesto brasiliano, ha fatto il suo successo. Gli incontri tra i professionisti e la community degli studenti e delle studentesse della LUISS Business School sono mirati a rafforzare il network tra la scuola e le imprese, così da favorire l’apprendimento delle attitudini e delle competenze più utili a interpretare gli scenari globali, saperne cogliere le opportunità e fare innovazione grazie agli strumenti e alle strategie manageriali più avanzati. “Suggerisco la lettura di guide giuridiche agli investimenti stranieri per comprendere le principali differenze rispetto, ad esempio, alla normativa italiana. I paesi sud americani, nonostante siano paesi di civil law, presentano varie peculiarità. Utile anche la permanenza presso università brasiliane, 3 o 6 mesi, o lo svolgimento di stage presso studi legali internazionali presenti in Brasile” sono i consigli Graziano Messana agli studenti e le studentesse della Scuola. “La figura del consulente legale non ha confini e la testimonianza del dott. Graziano Messana ne è un lucido esempio – ha commentato Andrea Brunone, Brand Ambassador del Master in Consulente legale d’Impresa. – Interessante lezione sull’economia brasiliana e sull’internazionalizzazione dei processi di impresa. Obrigado a todos!” Biografia CEO di GM Venture, società fondata a San Paolo nel 2006, Graziano Messana vanta una ricca expertise in start up e investimenti in Brasile. È Board Member di società italiane presenti in Brasile tra cui Eataly, Fiera Milano, Brunello Cucinelli e Vice Presidente della Camera Italo-Brasiliana di Commercio. 21/03/2018

19 Marzo 2018

L’Advocacy: costruire consenso per aziende e istituzioni

Non bastano più l’incontro one-to-one con il decisore e le compensazioni per il territorio: la costruzione del consenso per le aziende ha bisogno di metodi e tecniche nuovi. È necessario passare da una visione 'razionale' dello stakeholder engagement a una 'relazionale', che faccia sentire i cittadini parte del processo e stimoli la partecipazione di terze parti del mondo associativo, accademico e dei media Articolo di Gianluca Giansante, Docente LUISS Guido Carli e partner Comin & Partners L’evoluzione del contesto sociale, politico e dei media impone la necessità di ripensare le attività di relazioni istituzionali di lobbying. La costruzione del consenso per le aziende e le istituzioni ha bisogno di metodi e tecniche nuovi. Non basta più l’incontro one-to-one con il decisore e le compensazioni per il territorio: la costruzione del consenso per le aziende ha bisogno di metodi e tecniche nuovi che tengano conto del mutato scenario, nel quale le istituzioni non riescono a mediare il consenso sociale a causa di un mutato contesto legislativo (la riforma del titolo V della Costituzione in primis) e sociale, con l’emergere di nuovi attori. L’Advocacy è un metodo che punta a influenzare le politiche pubbliche attraverso un coinvolgimento forte non solo dell’attore istituzionale ma di settori ampi della società, costruendo alleanze larghe e stimolando la partecipazione di terze parti del mondo associativo, accademico e dei media. È un’attività che non coinvolge più solo la funzione relazioni istituzionali ma l’intera azienda, con la partecipazione in prima linea di aree di lavoro molto diverse fra loro, dalla comunicazione, alla ricerca, dal marketing alla corporate citizenship e un forte commitment del vertice. In questo senso, l’approccio di Advocacy può comprendere azioni di lobbismo “puro”, costruendo però percorsi efficaci non solo nella facilitazione della realizzazione di un progetto, ma anche nel rafforzamento della reputazione dell’azienda o dell’istituzione interessata. È un metodo che richiede un dialogo con i cittadini che consenta di comprenderne in profondità le esigenze e di coinvolgerli fin dalle prime fasi della realizzazione del progetto, per evitare che la narrazione sul progetto sia territorio egemonico degli attori “contro”. Richiede quindi la costruzione di una “relazione” con i cittadini e non più solo la spiegazione “razionale” delle ragioni dell’azienda. Il nuovo scenario sociale e le nuove esigenze di coinvolgimento Nel suo ultimo rapporto, l’Osservatorio permanente Nimby Forum – l’ente che monitora le opposizioni a opere di pubblica utilità e insediamenti industriali in costruzione o in progettazione – raccoglie alcuni dati utili a comprendere questo nuovo scenario. Infatti, non solo cresce il numero di impianti contestati (359 in totale, con un +5% dall’anno precedente), ma cambiano le motivazioni ed emergono nuove necessità. Dallo studio emerge come la partecipazione attiva ai processi decisionali stia guadagnando un’importanza crescente. I diversi attori coinvolti nel processo si aspettano di essere ascoltati, interpellati, e coinvolti. Proprio l’assenza di coinvolgimento è segnalata come una delle cause principali alla base delle contestazioni (seconda solo alle preoccupazioni per l’ambiente), con un trend di incremento costante: 14,6% nel 2014, 18,6% nel 2015, 21,3% nel 2016. Per un’azienda che voglia realizzare un nuovo progetto industriale o un’infrastruttura non è più sufficiente utilizzare gli strumenti classici del lobbying. È necessario, invece, comprendere in profondità le esigenze dei cittadini e coinvolgerli fin dalle prime fasi della realizzazione e soprattutto costruendo una colazione larga che supporti l’opera e includa i media, locali e nazionali, studiosi ed esperti, il mondo delle associazioni e gli influencer digitali. Un percorso efficace di Advocacy dovrà quindi partire dalla comprensione delle ragioni alla base del conflitto, per disarmarlo e arrivare a un consenso attivo da parte dei cittadini. Comprendere problemi e necessità per disinnescare i conflitti Quando un‘azienda o un’istituzione entra in un territorio o in un contesto sociale per realizzare i propri obiettivi di business, viene generalmente percepita come una presenza esterna e aliena, e quindi da combattere (spesso sulla base di pregiudizi). Un territorio rappresenta un sistema complesso e multidimensionale, un ambiente dove non vivono solo attori istituzionali, ma anche economici, sociali e culturali, che vogliono trovare in quel progetto o in quell’infrastruttura proposta anche una realizzazione delle proprie esigenze e aspettative. Se non vengono ascoltate e coinvolte tutte le componenti fin dalle prime fasi, si osserva l’emergere di attori sociali che trovano la loro ragion d’essere proprio nell’opposizione all’azienda o all’istituzione portatrice del progetto. A questo proposito un asset chiave diventa la reputazione dell’azienda. Realtà che godono di una reputazione bassa o negativa dovranno fronteggiare conflitti più aspri, se non vere e proprie “guerre di religione” da parte degli attivisti. Questi soggetti tenderanno a creare un sistema complesso e articolato, un network che si potrà estendere dal livello locale a quello nazionale o internazionale. Se però fin dalle prime fasi questi attori trovano un riconoscimento del proprio ruolo e delle proprie aspettative, è possibile disinnescare gli elementi conflittuali, e anzi tramutare queste energie in una forza di cooperazione, in un percorso di costruzione e creazione del consenso. È necessario passare da una logica di comunicazione top-down a una strategia di stakeholder engagement bottom-up. Gli attori in campo, e in primo luogo le aziende, devono spostare il focus della propria azione e cambino il proprio approccio strategico. Non basta coinvolgere pochi punti nevralgici – in particolare le istituzioni locali – perché si è perso il loro ruolo di mediatori del consenso sociale. Da “razionale” a “relazionale”: un nuovo approccio per lo Stakeholder Engagement Attualmente, possiamo osservare come molti dei metodi e delle attività di stakeholder engagement normalmente messi in campo risultano, di fatto, inefficaci se non addirittura controproducenti. Questo avviene proprio perché, nel nuovo contesto politico e sociale, segnato dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni, è insufficiente che un progetto sia condiviso solo con i decisori pubblici e le autorità locali che hanno effettiva competenza giuridica. Anzi, spesso il consenso proveniente da istituzioni che godono di una bassa reputazione costituisce un ulteriore “bias” per l’opinione pubblica. Questo rende inutile lo sforzo di mettere in evidenza, tramite una comunicazione puramente razionale e di contenuto, i benefici e i punti di forza di un’infrastruttura o di un progetto strategico. È necessario passare da una visione “razionale” dello stakeholder engagement a una “relazionale”. Non basta spiegare le ragioni per cui un’opera è necessaria, serve creare una relazione con gli elementi chiave di un territorio, quelli che possono influenzare positivamente la comprensione della necessità di un progetto e della sua rilevanza per la comunità. Per le aziende è necessario operare un cambiamento di strategia e organizzativo: talvolta le attività di stakeholder engagement vengono viste come una parte staccata dal core business, e il top management non ne viene coinvolto quindi in maniera attiva. Si tratta invece, sempre più, di un’attività che non coinvolge solo la funzione relazioni istituzionali ma l’intera azienda, con la partecipazione in prima linea di aree di lavoro molto diverse fra loro, dalla comunicazione, alla ricerca, dal marketing alla corporate citizenship. I pilastri di una strategia di Advocacy Per rendere più efficaci le attività di stakeholder engagement e costruire il consenso attorno a un progetto, è necessario quindi un approccio di Advocacy che si basi su tre elementi chiave. Il primo sono le attività di comunicazione, che permettano di creare un clima favorevole alle decisioni proposte. Servirà quindi definire una serie di messaggi che rispondano alle diverse esigenze dei vari gruppi di stakeholder, dalle istituzioni – interessate a non perdere e anzi accrescere il proprio consenso - ai rappresentanti dei settori produttivi dell’area ai media locali, fondamentali a raggiungere larghi strati di cittadini. Modellare questi messaggi rispetto ai pubblici di riferimento non significa diminuirne l’efficacia, ma anzi metterne in maggiore evidenza gli aspetti che possono stare più a cuore ai diversi soggetti. Sarà necessario attivare tutte le aree della comunicazione, dalla gestione delle media relations al digital, dalla CSR (che sarebbe meglio definire corporate citizenship) alle Public Relations. La seconda attività chiave di una strategia Advocacy è il coinvolgimento delle terze parti, con azioni che promuovano un punto di vista esterno e autorevole e aggiungano contenuto al dibattito. Sarà quindi fondamentale coinvolgere opinion leader riconosciuti dalla comunità per la loro autorevolezza accademica, professionale o personale e costruire assieme a loro il percorso che porti al consenso sul progetto. Così come istituti di ricerca, associazioni sul territorio e tematiche. La terza area è relativa al coinvolgimento dei cittadini come portavoce di istanze favorevoli al progetto. Per farlo è necessario coinvolgerli prima di avviare le attività di “permitting” e non dopo. In questo modo, il consenso generato permetterà di facilitare il processo di approvazione e realizzazione a tutti i livelli. Ma soprattutto, nel caso di potenziali criticità, sarà la stessa opinione pubblica a depotenziare possibili attacchi e agire verso il rafforzamento della reputazione dell’azienda e dell’istituzione coinvolta. Usare questi strumenti all’interno di una strategia di Advocacy coerente, indirizzando le energie di tutte le aree aziendali coinvolte e con il sostegno di terze parti, permetterà quindi di rappresentare gli interessi aziendali e allo stesso tempo contribuire al dibattito democratico, valorizzando il ruolo di tutti gli attori sociali coinvolti, dai cittadini alle istituzioni, dalle parti sociali ai media. “Grassroots Advocacy e Lobbying indiretto” è il corso del programma in Corporate Communication & Stakeholder Management  diretto da Gianluca Comin che si propone di analizzare le dinamiche, le strategie e gli strumenti per la creazione del consenso dal basso. Il corso si terrà venerdì 23 marzo e sabato 24 marzo 2018 per una durata complessiva di 2 giornate, 15 ore di formazione. Gianluca Giansante, Docente di comunicazione politica LUISS Guido Carli, Partner Comin & Partners, e ‎Patrizia Rutigliano, Executive Vice President of Government Affairs, Corporate Social Responsibility & Communication Snam S.p.A sono i coordinatori scientifici del modulo. 20/04/2018

27 Febbraio 2018

Generare engagement nelle organizzazioni grazie a People e social skill

Articolo di Gabriele Gabrielli, Professor of Practice in People Management, Human Resource Management and Organisational Behaviour LUISS Business School e Responsabile del People Management Competence Centre & Lab  L'engagement continua a fare notizia, o meglio la sua carenza. La recente pubblicazione dell'indagine Gallup (State of Global Workplace, 2017) ci offre l'occasione per riflettere sul termine forse oggi più usato nel management. Vi ricorriamo, infatti, per indicare genericamente la motivazione dei collaboratori, lo usiamo però anche per sottolineare l'atteggiamento e i sentimenti che i clienti hanno nei riguardi dell'impresa. Per questo investiamo in tecnologia e organizzazione per tracciare e comprendere la user experience dei clienti. Customer engagement, employee engagement diventano così il nome di strutture organizzative negli organigrammi aziendali, nomi di progetti e task force dedicati a migliorare il livello di engagement. Nella prospettiva del People management, in particolare, usiamo questo termine per indicare uno stato particolare dei collaboratori che consente loro di coinvolgersi attivamente e con passione nella vita dell'organizzazione, una situazione invidiabile perché capace di attivare anche comportamenti discrezionali extra-ruolo. Engagement e performance economico-organizzativa A cosa dobbiamo questa crescente attenzione di imprenditori, executive e manager verso l’engagement? Come mai le direzioni HR dedicano impegno a misurare e migliorare i livelli di people engagement nell’impresa? Le risposte possibili sono numerose. Potremmo iniziare con il dire che far star bene clienti e dipendenti è un dovere dell’impresa. Di solito però questa risposta, su cui tutti si dichiarano d’accordo, non riesce in verità a eccitare più di tanto gli animi. C’è un’altra prospettiva capace di provocare energia e focus nei riguardi del tema. Numerosi studi e ricerche mostrano che le imprese che vantano elevati tassi di employee engagement presentano anche differenze significativamente positive in termini di performance rispetto alle imprese con più bassi tassi di coinvolgimento attivo dei collaboratori. La più recente indagine Gallup evidenzia, per esempio, che le imprese degli Stati Uniti che si collocano nel terzo quartile per livello di engagement della loro forza lavoro conseguono performance economiche migliori, quasi doppie, rispetto a quelle realizzate dalle imprese con livelli più bassi di engagement; inoltre hanno una produttività più alta del 17%, volumi di vendite che superano il 20% e livelli di profittabilità migliori del 21%. Ce n’è abbastanza per darsi da fare allora e costruire attorno all’engagement una vera e propria strategia di sviluppo dell’impresa. Queste evidenze suggeriscono inoltre di saldare strettamente le due prospettive: da un lato, quella di business che indossa le lenti della performance economico-organizzativa, dall’altro, quella di People Management, che associa a un elevato livello di engagement anche il benessere delle persone, un loro maggiore impegno e comportamenti che vanno “oltre” il dovuto. Cosa succede dalle nostre parti? Dall’ultimo rapporto emerge un quadro per nulla entusiasmante: solo il 10% dei lavoratori presenti nei paesi dell’Europa Occidentale sono engaged, ovvero entusiasti e coinvolti attivamente nel loro lavoro. Tra i Paesi europei la Norvegia presenta il livello di engagement più alto ovvero del 17%, mentre in Italia, Spagna e Francia siamo al di sotto del 10%. Sono dati impressionanti. Vuol dire che solo una minima parte dei lavoratori presenti nelle nostre organizzazioni sono attivamente coinvolti; la maggioranza mostra atteggiamenti di non ingaggio (not engaged) o di disingaggio attivo (actively disingaged). Abbiamo un gran lavoro da fare, perché c’è una miniera di energia nascosta nelle pieghe delle organizzazioni che aspetta di essere liberata. Quando le persone sono engaged? Le persone engaged si sentono emotivamente coinvolte nel lavoro che fanno e negli scopi dell’organizzazione, si sentono rispettate, vedono che il loro lavoro ha senso ed è considerato importante dai manager, hanno buone relazioni con colleghi e capi, sono sicure che all’impresa interessi il loro sviluppo personale. Come misurano tutto questo? Ebbene, le ricerche empiriche ci dicono che le persone osservano e valutano più di quanto si possa immaginare: le modalità con le quali viene gestita la loro performance, l’attenzione riservata loro in termini di feedback e suggerimenti, i riconoscimenti e il sostegno che ricevono dai capi per migliorare e progredire nel loro percorso di sviluppo la possibilità di partecipare a programmi di formazione. Tutto questo rafforza una consapevolezza: che le pratiche HR e le pratiche di leadership di un’organizzazione hanno tutte a che fare direttamente con l’engagement. Una consapevolezza importante che ci restituisce anche un maggior senso di responsabilità nel lavoro che facciamo. Che cosa possiamo fare per incrementarne il livello di engagement? Gli studi e le ricerche empiriche ci dicono che le persone engaged trovano stimoli importanti per alimentare e rafforzare questo loro atteggiamento nelle relazioni costruttive che instaurano con i manager. Sono tali quelle orientate soprattutto al futuro e non basate sulla valutazione critica, “giudicante”, del passato. Questo vuol dire che l’engagement, al quale si associano risultati di business migliori nelle imprese che ne possono vantare livelli superiori, è influenzato dalle capacità dei manager. Quali capacità? Forse la loro preparazione tecnica o l’apertura all’innovazione? La conoscenza dei mercati maturata in contesti internazionali? Le competenze di pianificazione e di controllo dell’organizzazione? In realtà hanno un ruolo chiave le people e social skill che, insieme, formano una costellazione particolare di competenze. Una costellazione di competenze, ampiamente studiate in letteratura, il cui sapiente uso da parte di leader e manager consente di dar vita a “conversazioni organizzative” ricche e generative che mettono al centro: il collaboratore e il suo progresso la performance e i risultati come espressione del suo potenziale i suoi punti di forza e l’autonomia come leve necessarie per meglio cogliere gli obiettivi progettuali. Sono conversazioni improntate all’ascolto reciproco e al rispetto, sono conversazioni sostenute da una comunicazione capace di adoperare diversi registri e da un’efficace e consapevole gestione dell’intelligenza emotiva. Da dove possiamo cominciare? Probabilmente dallo spostare un po’ di attenzione, energie e investimenti dalla “misura” (diventata una vera e propria ossessione), al “fare”, al “formare”, al “valutare” le competenze dei leader e manager in questo campo. Gli sforzi maggiori andrebbero così concentrati nel selezionare, formare e premiare leader e manager con un portafoglio eccellente di people e social skill. L’engagement infatti passa anche dal riconoscimento che leader e manager sono capaci di dare ai collaboratori, non dimenticando mai la loro unicità. Così, per imprese e organizzazioni dotarsi di leader e manager provvisti di eccellenti people e social skill diventa questione strategica; una questione che dovrebbe occupare sempre più anche l’agenda di investitori, azionisti e imprenditori, oltre che naturalmente quella di quanti hanno a cuore il benessere delle persone. Formare leader e manager in grado di ripensare le sfide HR in prospettiva strategica per incidere in modo progettuale in contesti organizzativi complessi, è l’obiettivo del corso Executive Human Resource Management. Il programma – in partenza il 14 settembre 2018 – si rivolge a chi già ricopre o è in procinto di ricoprire un ruolo di rilievo in ambito HR e che avverte l’esigenza di confrontarsi con nuovi stimoli, ampliare il proprio bagaglio di competenze e sviluppare il proprio network professionale. Si articola in 6 moduli da 2 giornate lungo l’arco di 7 mesi: il modulo “Energising the organisation” sarà dedicato alle pratiche HR e pratiche di leadership per incrementare il livello di engagement nelle organizzazioni. 27/02/2018

09 Febbraio 2018

Students of the Master of Fashion & Luxury Management meet Matteo Marzotto, President of Dondup

A very stimulating and inspiring talk took place on February 5, 2018 when the students of the Master of Fashion & Luxury Management met Matteo Marzotto, President of Dondup. Lucia, student of the Master of Fashion & Luxury Management, participated in this meeting: this is her story.    “Matteo Marzotto, one of the most famous Italian managers and enterpreneurs, during his speech to the Fashion and Luxury Management class, dealt with all the aspects of this fascinating and fast growing industry. We retraced together his managerial career step by step, from the early beginning, when he started working directly on textile machines in order to learn all the secrets of the production process, to the successive achievements, which boast fashion companies such as Valentino S.p.A., Vionnet S.p.A. until he has become President of Dondup. He revealed finally a secret: experts, "genius" of fashion industry ... they do not exist! What really matters is the importance of studying to develop the right skills, acquiring complete knowledge of the fashion process and putting into practice your competencies in the best way. Furthermore, a good manager never forgets about the importance of sharing". The fashion industry is a very fascinating world, characterized by extremely complex mechanisms. It is a field undergoing continuous transformations, it is dynamic, demanding and requires concrete competencies. The next generation of managers of the fashion industry will have to possess a broad range of notions and information. During the lessons, the classrooms are transformed in meeting points between great professionals of this industry and students. Influent guest speakers provide candidates with a learning outcome made by high quality professional experiences, technical notions and compelling case studies to be inspired from. Students will be shown a 360° vision of the business scene of the fashion system and all the job opportunities will be described to inspire, incentivize and direct candidates to the fashion area more suited to their inclinations and capacities.   02/09/2018

07 Febbraio 2018

Leader For Talent #L4T con Vittorio Pisani, dirigente superiore della Polizia di Stato

Il coraggio di “metterci la faccia”. Motivare la squadra per raggiungere un obiettivo, che è insieme etico e di crescita della società. Vittorio Pisani, dirigente superiore della Polizia di Stato, ha diretto le attività investigative che hanno condotto alla cattura del boss del clan dei casalesi Antonio Iovine e del capoclan Michele Zagaria. È il primo ospite della serie Leader for Talent – #L4T. Leader for Talent #L4T è un ciclo di incontri con leader, top manager ed esponenti di vertice del mondo delle aziende e delle organizzazioni. Una cornice interattiva pensata per permettere agli studenti della LUISS Business School di confrontarsi direttamente con i leader del nostro tempo. Leader come mentori: un’occasione unica per arricchirsi non soltanto in termini di competenze, ma anche del bagaglio di esperienze, accumulate lungo il percorso per diventare leader. Condiviso, trasmesso, consegnato. La prima edizione ha visto le testimonianze di  Claudio Descalzi CEO Eni, Walter Ruffinoni CEO NTT DATA Italia, Giuseppe Recchi Vicepresidente esecutivo TIM, Marco Patuano CEO Edizione s.r.l, Martin Sorrell CEO WPP, a confronto con gli studenti #LUISSBusiness. Funzionario responsabile di diverse sezioni investigative presso la Squadra Mobile di Napoli dal 1990 al 1999, nel 1998 è stato promosso per merito straordinario al grado di vice questore aggiunto per una operazione di polizia giudiziaria di straordinaria importanza nel contrasto alla camorra napoletana, la cattura dei capi latitanti della nota Alleanza di Secondigliano. Dal 1999 al 2004 ha ricoperto l’incarico di funzionario coordinatore di indagini in materia di criminalità organizzata e di ricerca latitanti presso il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato in Roma. Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Napoli dal 2004 al 2011, nel corso dell’incarico ha ricevuto numerosi encomi ed encomi solenni per operazioni di polizia giudiziaria di particolare importanza contro la criminalità organizzata, tra cui le catture dei capi di camorra latitanti, come il boss del clan dei casalesi Antonio Iovine. Vice Consigliere ministeriale presso la Direzione Centrale Anticrimine dal giugno 2011 al dicembre 2012, ha diretto le attività investigative che hanno condotto alla cattura del capo della camorra latitante Michele Zagaria. Per l’arresto del capo del clan dei casalesi, è stato promosso per merito straordinario alla qualifica di Dirigente Superiore. È attualmente Direttore del Servizio Immigrazione della Polizia di Stato, presso la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere. Alla cattura dei boss Iovine e Zagaria, Rai 1 ha dedicato la fiction “Sotto copertura” in cui Vittorio Pisani è stato interpretato dall’attore Claudio Gioè nel ruolo di Michele Romano. 07/02/2018

29 Gennaio 2018

Gender balance nelle organizzazioni per una leadership che crei valore

Articolo del prof. Paolo Boccardelli, Direttore LUISS Business School  È tempo di mettere in primo piano le donne, non solo in termini di assunzione ma anche di promozione: è il messaggio del Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, nel corso dell’intervento che ha tenuto durante il World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Assicurare retribuzioni uguali per uomini e donne non garantisce parità di condizioni o di trattamento. È fondamentale, piuttosto, incoraggiare le donne attraverso l’introduzione di efficienti politiche di gender balance, abbattendo in questo modo le barriere. Nel frattempo, nel nostro Paese sono stati fatti dei passi in avanti per quanto riguarda la presenza delle donne nei CdA: una recente ricerca condotta da Cerved rivela infatti che il 33.5% dei membri dei board delle società quotate nella Borsa di Milano è rappresentato dalle quote rosa. Un segnale di responsabilità, di impegno, di speranza. Le sfide che le organizzazioni oggi affrontano sono molteplici: la globalizzazione, la rivoluzione digitale, i nuovi modelli d’impresa. Queste sfide richiedono una leadership nuova, più equilibrata ed inclusiva. Secondo gli studi più recenti, è proprio un equilibrato mix dei generi che è in grado di alimentare la formazione di una leadership completa e di successo, capace di creare valore non solo per le aziende, ma per la comunità in generale. È attraverso la presenza di role model sia maschili sia femminili che i giovani talenti e gli high potential riusciranno a far affermare un nuovo stile di leadership, più completo e in grado di affrontare le sfide che la società pone ai manager di oggi e di domani. Per affrontare tali sfide, è necessario che i nuovi leader siano accompagnati nel loro percorso di formazione e sviluppo: per questo la LUISS Business School ha dato vita al progetto GROW – Generating Real Opportunities for Women, che intende promuovere, sostenere e migliorare lo sviluppo personale e professionale delle studentesse della Scuola, consapevole che l’inserimento nel mondo del lavoro sia essenziale tanto quanto il raggiungimento di posizioni di vertice. Un lavoro di sensibilizzazione sui temi quali leadership al femminile, gender balance e female talent leverage che GROW prevede anche nei confronti della business community, grazie agli incontri della serie “GROW Talk”, progettati per condividere buone pratiche ed esperienze che, attraverso la contaminazione, possano essere traslate da una realtà aziendale all’altra. 29/01/2018

22 Gennaio 2018

Espandere globalmente l’eccellenza del food Made in Italy: le future sfide dell’acquisizione Nestlè di Ferrero

Articolo di Luca Pirolo, Direttore del LUISS Creative Business Center della LUISS Business School Uno dei marchi più famosi del made in Italy è andato alla conquista del mercato americano. Si tratta del Gruppo Ferrero che, lo scorso 16 gennaio 2018, ha annunciato l’accordo per l’acquisizione del business dolciario statunitense di Nestlé. L’operazione, del valore di 2,9 miliardi di dollari, porterà Ferrero – ad oggi la quarta più grande azienda nel mercato globale del cioccolato confezionato, con vendite per oltre 10 miliardi di dollari – ad acquisire più di 20 storici brand americani tra cui Butterfinger, BabyRuth, 100Grand, Raisinets e Wonka, più il diritto esclusivo sul marchio Crunch negli Stati Uniti e i brand di caramelle SweeTarts, LaffyTaffy e Nerds. Ferrero, già nota negli Stati Uniti oltre che per Nutella, per prodotti come le caramelle Tic Tac e i cioccolatini Rocher, aggiunge quindi marchi che valgono circa 900 milioni di dollari di fatturato. Ma perché allora questa discrepanza tra il valore dell’operazione e il valore reale generato dalle vendite dei brand acquisiti? Innanzitutto, attraverso questa acquisizione Ferrero scala una posizione tra gli operatori del settore dolciario diventando, quindi, il terzo produttore più grande a livello globale, con una fetta di mercato probabilmente destinata ad aumentare di molto nelle prossime rilevazioni. Nel corso del 2017, Ferrero aveva già completato altre due importanti acquisizioni nel mercato americano: in marzo, la società di Alba aveva preso il controllo di Fannie May, impresa specializzata nella produzione di cioccolato premium, per 107 milioni di euro; pochi mesi più tardi, in ottobre, era stato il turno di Ferrara Candy, terza società statunitense nel settore delle caramelle e delle gomme da masticare. L’operazione Nestlé rappresenta quindi una strategia ben definita attraverso cui Ferrero si pone l’obiettivo di entrare in un mercato dolciario, quello americano, che è il più grande del mondo per consumo e opportunità. Si tratta di una scelta innovativa che segna un’importante rottura rispetto al passato della società. Nel corso dei primi 50 anni di storia dell’azienda, infatti, Michele Ferrero, storico fondatore della società, aveva pensato a far crescere il gruppo sul territorio nazionale. La nuova generazione, rappresentata dal figlio Giovanni, attualmente presidente esecutivo della società, ha invertito questa tendenza dando vita ad una serie di operazioni che mostrano un atteggiamento diametralmente opposto. Il fatto che le strategie siano sempre più da multinazionale non deve tuttavia far credere che il legame con il territorio nazionale e, nello specifico con Alba, comune piemontese in cui la società è nata, sia svanito. Al contrario, il legame è rimasto forte ed imprescindibile come mostrano gli ottimi numeri sulla tenuta occupazionale e sui lavoratori stagionali impiegati. Le strategie di crescita oltreoceano sono quindi possibili perché basate sulla solidità della produzione e del know-how albese. La strategia di acquisizione è inoltre frutto anche di una nuova sensibilità del mercato americano per un’alimentazione più sana. Le pressioni significative di associazioni e gruppi di interesse hanno, infatti, spinto molte società, tra cui la stessa Nestlé, ad abbandonare il business dei dolci zuccherati e focalizzarsi su altro. Il CEO del gruppo elvetico ha ad esempio dichiarato di voler investire e innovare in alcuni settori in forte crescita come il pet care, il caffè, l’acqua minerale, i surgelati e i prodotti per l’infanzia. Anche il gigante Mars, primo operatore nel settore dolciario americano, si è da poco avvicinato al mondo del fitness con la vendita di barrette proteiche e prodotti più sani ed equilibrati. Ferrero, essendo una società di proprietà di una singola famiglia e non quotata in borsa, è meno esposta a questo tipo di pressioni e può quindi continuare ad operare nel settore dolciario con meno problemi anche in virtù del fatto che i prodotti offerti sono senza dubbio di qualità maggiore rispetto a quelli di Nestlé o Mars. La reale preoccupazione di alcuni esperti del settore è comprendere come riuscirà Ferrero ad inserire i prodotti Nestlé tra i suoi marchi di alta gamma, ma questo è un tema che attiene alla future decisioni in tema di posizionamento e, più in generale, di strategie di marketing. Il master in Food and Wine Business della LUISS Business School offre una formazione manageriale generale combinata allo sviluppo di competenze specifiche della filiera, per preparare figure professionali specializzate in grado di affrontare le sfide del settore enogastronomico in un contesto internazionale e multiculturale. Food & Wine Manager, consulenti per il riposizionamento aziendale e la creazione di Start up nell’ambito della ristorazione, Banqueting Manager, Communication Manager, responsabili Relazione esterne, Marcom Manager & Pr Manager: scopri i profili in uscita del Master in Food & Wine Manager del LUISS Creative Business Center! DOWNLOAD BROCHURE 22/02/2018

12 Gennaio 2018

Successo nel Trade Management? Passione e volontà. I Brand Ambassador raccontano i master LUISS Business School

Le storie dei nostri Brand Ambassador: la voce degli studenti dei master specialistici che racconta il mondo #LUISSBusiness  Giulia Breschi, Brand Ambassador del Master in Trade Management, ci racconta l’incontro con i direttori commerciali di tutte le aziende partner del programma. Ecco la sua storia: «È stata una mattinata davvero emozionante, quella che abbiamo trascorso presso la sede di Confindustria per incontrare i direttori commerciali di tutte le aziende partner del Master in Trade Management. Un incontro che è stato un’opportunità per entrare in contatto diretto con i più grandi esponenti del settore Ho.Re.Ca, che ci hanno trasmesso – con tanta grinta, determinazione e forza di volontà – i driver fondamentali per il successo in questo settore: l’umiltà e la passione. Quello ci siamo portati a casa dal confronto con i partner dell’Associazione per la formazione nel beverage A.F.D.B. Peroni, Coca-Cola, Campari, Birra Castello, San Benedetto, Conserve Italia, Tetrapack, Sanpellegrino, Heineken, talgrob, Pepsi, Vinicoltori Ponte, Vinicola Serena è un grande bagaglio di emozioni che sono sicura ci motiveranno lungo tutto il nostro percorso. Giorno dopo giorno aumenta in me la consapevolezza che, ogni mattina, guardandoci allo specchio vedremo riflessi i risultati della nostra crescita professionale e personale. Ringrazio perciò tutti i partner dell’Associazione per la formazione nel beverage per quello che fino a qui ci hanno trasmesso, per la fiducia che hanno in noi, e per quello che verrà». Il Master in Trade Management forma le figure professionali specializzate che operano nel settore della produzione e distribuzione dei prodotti food and beverage da consumo fuori casa. Il processo di creazione del valore per il cliente finale dei prodotti da consumo extradomestico (Ho.Re.Ca.), passa attraverso le azioni coordinate di tutti gli operatori della filiera –  produttori, grossisti/distributori ed esercenti – e quindi richiede una formazione a 360 gradi. I partecipanti al programma imparano a svolgere attività di customer insight, analizzando la domanda e il comportamento dei consumatori con i Big Data, a gestire i rapporti con i partner, a massimizzare l’esperienza di consumo dei clienti presso i punti vendita. È un percorso che si avvale dell’interazione costante con gli esponenti delle aziende e associazioni partner: dalla definizione del programma, alle attività di coordinamento, al coinvolgimento degli studenti in un’esperienza di formazione professionale in azienda attraverso il Field Project. Scopri le storie di successo degli alumni del Master in Trade Management! #MasterYourCareer SCARICA LA BROCHURE

09 Gennaio 2018

L’approccio del Total Reward: qualche provocazione per recuperarne la sapienza originaria

Articolo di Gabriele Gabrielli, Professor of Practice in People Management, Human Resource Management and Organisational Behaviour LUISS Business School e Responsabile del People Management Competence Centre & Lab  L’approccio del Total Reward incrocia direttamente i temi critici dello Human Resource Management e del People Management in quest’epoca segnata dalla grande trasformazione del lavoro. Sono temi che rappresentano al tempo stesso sfide importanti per imprenditori, manager e professionisti dello sviluppo delle persone. Cos’è una sfida? La sfida – leggo dal dizionario Treccani - è una «provocazione, un atto che ha lo scopo di suscitare comunque una reazione da parte di altre persone». Il Total Reward sfida infatti a rileggere con lenti nuove e potenti molte questioni della gestione delle persone, gettando il guanto della provocazione in faccia alla leadership HR per scovare quella coraggiosa, aperta e inclusiva e lasciare al palo quella rattrappita su se stessa. La trappola degli incentivi  Per proporre la prima provocazione prendo spunto dalle pagine di un libro del filosofo statunitense Michael Sandel, Quello che i soldi non possono comprare. I limiti morali del mercato. Si tratta di un lavoro molto interessante che indaga la questione se si possa comprare tutto con i soldi. Posta così la questione appare retorica, perché sollecita una risposta negativa, ossia che la vita (e le sue dimensioni) non può essere governata tutta dalla logica di mercato. Riformulo allora la questione e domando: siamo sicuri che non ci siano imprenditori, manager e HR convinti invece che con gli strumenti descritti nel quadrante “Pay” della nota matrice di successo formulata dai consulenti Brown e Armstrong nel 1999 si possa comprare davvero tutto? L’esperienza dice che ci sono e anche più numerosi di quanto si possa credere. Sono convinti che senza soldi non si possa far niente, così diventano incapaci - loro per primi - di immaginare impegni che non prevedano come ricompensa un premio economico. È questa la trappola degli incentivi. Chi non è caduto nella trappola sa bene che gli incentivi economici sono importanti, sa anche però che occorre ben altro per essere felici, per essere soddisfatti nel lavoro e lasciarsi coinvolgere emotivamente. Ecco allora una prima sfida importante che ci lancia il Total Reward: comprendere la vera natura dell’uomo, di che pasta siamo fatti, quali sono le motivazioni che spingono i nostri comportamenti e i bisogni da cui nascono. Total Reward per chi? Dunque, ecco la seconda sfida: ascoltare attivamente le persone. L’ascolto attivo chiama in causa tutti i sensi. Non si ascolta attivamente se utilizziamo solo l’intelligenza cognitiva. D’altro canto abbiamo imparato ormai da decenni, grazie alle ricerche di studiosi come Herbert Simon, che la razionalità umana è limitata, che gli uomini non sempre scelgono razionalmente, che le organizzazioni sono reti complesse di decisioni e piuttosto ambigue. Adam Smith, quasi tre secoli fa, scriveva nel volume Teoria dei sentimenti morali mentre andava alla ricerca di ciò che muove l’uomo (un vero e proprio studio sul comportamento organizzativo), che le persone alla fine desiderano sentirsi amate e utili. L’approccio del Total Reward, allora, diventa straordinaria occasione per verificare se e quanto le imprese e le funzioni HR sono attrezzate in questo campo, se sanno ascoltare in profondità cosa muove una persona. La sfida che lancia è l’invito ad abbandonare la ricerca di scorciatoie che non portano da nessuna parte (gli incentivi, talvolta, rappresentano una scorciatoia pericolosa e fallace) per farci carico direttamente di comprendere le strutture motivazionali, i bisogni e le attese, le motivazioni e le preferenze di ciascuno. Si tratta di una sfida che illumina con una luce diversa gli investimenti in ricerca, facendoci capire quanto sia importante conoscere i suoi esiti per diventare buoni people manager. Come si può pensare, in effetti, di gestire bene le persone, potenziarne la performance e cercarne l’engagement, senza l'aiuto della ricerca psico-socio-organizzativa? Generazioni o età? L’esercizio dell’ascolto attivo va praticato anche per comprendere le preferenze delle diverse generazioni presenti in azienda. L’approccio generazionale presenta però anche zone d’ombra. A livello accademico c’è molta discussione al riguardo e si dibatte se non sia preferibile assegnare centralità all’approccio fondato sull’età. Ai fini di questa riflessione, ciò che conta è che anche gli studi fondati sull’approccio generazionale ci sfidano a percorrere la strada sopra indicata, un percorso contrassegnato da queste domande: gli incentivi e i premi che stiamo progettando sono attrattivi e motivano i più giovani? I giovani di tutte le generazioni? E le persone più mature? Cosa si aspettano e preferiscono gli uni e gli altri? Disponiamo di conoscenze e dati solidi per non cadere in un’altra trappola, quella dei pregiudizi e degli stereotipi che ci fa indossare lenti che distorcono la realtà? Meglio guardare da vicino allora, direttamente e senza troppi filtri. Gestire le risorse umane in questa prospettiva significa incorporare - nella progettazione di sistemi e strumenti e nella pratica quotidiana della presa di decisioni - la dimensione della “prossimità”. Una prossimità intesa come comprensione più autentica della persona - accolta nelle sue dimensioni cognitive, emotive e affettive- che vive un tempo e un contesto specifici. L’orizzonte della prossimità e le sue componenti diventano così il parametro attraverso cui misurare l’efficacia delle politiche e della performance delle funzioni HR. A proposito delle zone d’ombra cui accennavo sopra, in un recente articolo domandavo: “Sappiamo davvero cosa vogliono i Millennials dal lavoro?” Ponevo più in particolare una serie di domande. Cosa attrae i più giovani al lavoro? Quali sono i fattori che i Millennials mettono al primo posto quando cercano o si trovano nelle condizioni di poter scegliere un’occupazione? È prioritario per loro il livello di ricompensa economica o la corrispondenza dei contenuti del lavoro con i valori in cui credono e che vogliono perseguire anche nelle organizzazioni con cui collaborano? Sono più concentrati sugli interessi personali o credono che sia importante contribuire con il loro lavoro a cambiare in meglio il mondo in cui viviamo? Sono poi davvero disponibili a mettere in secondo piano una brillante carriera pur di garantirsi una buona qualità della vita? Ho segnalato come le ricerche non siano univoche al riguardo, tutt’altro. Al di là dell’Atlantico sembra che le generazioni sono più alla ricerca di senso nel lavoro, al di qua pare invece più spinte da maggiore concretezza e pragmatismo. L’approccio del Total Reward ci sfida a non essere superficiali e frettolosi, a investire in conoscenza del contesto in cui si opera senza lasciarsi affascinare dalle retoriche che sempre abbondano. Soprattutto ci invita a dare valore alle molte componenti di premio che i luoghi di lavoro celano, a scoprirne di nuove, a personalizzarle in funzione delle caratteristiche individuali, dei valori in cui le persone credono, dell’età, delle esperienze che fanno. La sfida più significativa che il Total Reward oggi lancia allo Human Resource Managament e ai capi è quella che chiede di trovare risposte adeguate per gestire scambi più sofisticati di quello economicistico e meramente transazionale cui siamo per lo più abituati. Recuperare la sapienza originaria Bisogna recuperare così la sapienza originaria del Total Reward, che prioritariamente non è quella di risparmiare sul costo del lavoro o cogliere le opportunità di efficienze fiscali offerte dalla legislazione. Certo, anche queste sono risultati importanti, costituendo benefici significativi da cogliere. Ma il cuore del Total Reward pulsa altrove. Il suo significato più prezioso risiede nella capacità di ri-orientare radicalmente la gestione delle persone: da un approccio transazionale - basato sullo scambio di prestazioni - a uno relazionale, fondato sulla conoscenza delle aspirazioni professionali e personali di gruppi e individui. Anche il welfare aziendale, allora, i suoi piani e le sue iniziative, si colorano di una tinta nuova capace di arricchirne il significato per valorizzarlo quale componente significativa del Total Reward che va evidenziando lo spazio di una corrispettività più ampia nel lavoro entro la quale gestire uno scambio anche sociale. Una prospettiva che consente di lavorare – con leve più articolate - anche sull’engagement per ricercare quel coinvolgimento attivo delle persone capace di generare comportamenti extra ruolo, non richiesti e per nulla scontati. Quei comportamenti che possono fare davvero la differenza, anche in termini di performance e produttività come ho scritto altrove, tra un’impresa e un’altra. Bibliografia Gabrielli G., Ricompensare: sistemi di Rewarding e politiche retributive, inGabrielli G., Profili S., Organizzazione e gestione delle risorse umane, II edizione, Isedi, Torino 2016 Gabrielli G., Politiche remunerative e partecipazione, in Carcano M., Ferrari R., Volpe V. (a cura di), La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, Guerini Next, Milano 2017 Sammarra A., Profili S., La diversità di età nei contesti di lavoro. Sfide organizzative e implicazioni per il People Management, Franco Angeli, Milano 2017 Sandel M., Quello che i soldi non possono comprare. I limiti morali del mercato, Feltrinelli, Milano 2015 Smith A., Teoria dei sentimenti morali, Rizzoli, Milano 1995 09/01/2018

27 Dicembre 2017

Il nostro 2017

Rivivi con noi tutti i momenti che hanno reso indimenticabile il 2017 della LUISS Business School!   Gennaio 2017: la LUISS Business School arriva a Villa Blanc. Febbraio 2017: Claudio Descalzi, Amministratore Delegato Eni, incontra gli studenti nell’ambito del progetto Leader for Talent – #L4T. Il racconto di una studentessa. Marzo 2017: la LUISS Business School lancia GROW – Generating real opportunities for Women, il progetto a sostegno della leadership al femminile. Aprile 2017: Villa Blanc ospita la prima conferenza sulla sostenibilità e la responsabilità sociale “Hybrid Organizations: walking at the edge between economic performance and social & environmental impact” organizzata da LUISS Business School e IESE Business School. Maggio 2017: primo giorno in aula per gli allievi del progetto Generazione Cultura, ideato da Il Gioco del Lotto in collaborazione con il MiBACT, ALES e LUISS Business School per formare i futuri manager dei beni culturali. Giugno 2017: con TIM e Wikipedia, gli studenti danno vita alle voci Wikipedia di business & management. Luglio 2017: si conclude la prima edizione di Data Girls, il progetto nell’ambito di GROW, che vede le studentesse protagoniste di una sfida sui Big Data con le aziende partner. Settembre 2017: a Roma si incontrano tutti i più grandi esponenti del sistema bancario italiano: Italian Banking Conference, l'evento organizzato dalla LUISS Business School in partnership con The Ruling Companies e Harvard Business Review Italia– HBR. 40 studenti provenienti da 9 Business School di tutto il mondo, arrivano alla LUISS Business School per l’International Week MBA in collaborazione con Benetton Group. Ottobre 2017: Andrea Viganò, Country Head for Italy Blackrock, ha tenuto l’Inspirational Speech per il Graduation Day degli studenti MBA. Novembre 2017: Un contest LUISS Business School lanciato durante il Welcome Party dei master specialistici, ha nominato i primi Brand Ambassador della scuola. Dicembre 2017: una giornata di studi sull’evoluzione della Corporate Governance e delle politiche di Executive Compensation in Italia, alla luce della crescente presenza di investitori istituzionali nei board delle quotate.   27/12/2017

21 Dicembre 2017

L’accordo Disney-Pixar secondo un Disney snob: ecco le storie dei Brand Ambassador #LUISSBusiness

Pubblichiamo la prima storia dei Brand Ambassador #LUISSBusiness, i vincitori del contest che ha sfidato gli studenti a scendere in campo per diventare la voce della scuola, lanciato in occasione del Welcome Party con Coca-Cola, Ferrero e RDS.  Simone Morello, studente del Master in gestione delle Risorse Umane e organizzazione ha raccontato il Case Study “The Walt Disney Company and Pixar Inc.: To Acquire or Not to Acquire?” analizzato nell’ambito della lezione di Strategy. “La mia Hostmother a Brighton affermava che fossi un 'Disney snob'. Mi chiamò così la prima volta da quando le dissi che preferivo guardare solo film Disney e non Disney-Pixar. A distanza di due mesi mi sono ritrovato a studiare il #CaseStudy dell’acquisizione della Pixar da parte della Disney durante la lezione di Strategy. Il team di cui facevo parte era quello degli azionisti Disney. Avevamo la possibilità di ribaltare il risultato ed evitare l’acquisizione della Pixar. In 40 minuti dovevamo decidere cosa fare. L’assemblea si riunisce e vota compatta per l’acquisizione, l’unica voce contraria era la mia. Pongo sul tavolo le questioni che mi facevano propendere per la ritrattazione degli accordi e non per l’acquisizione. La discussione dura circa 30 minuti, nei quali l’assemblea si divide, propendendo di poco per l’acquisizione ma con modifiche radicali dell’offerta. Dopo il confronto con i rappresentanti della Pixar, riusciamo ad acquisire la stessa alla metà del prezzo richiesto nella realtà. L’applicazione delle teorie studiate in precedenza durante le ore di lezione è stata la spinta necessaria per arrivare a tale accordo. L’applicazione derivante dal case study è stata utile anche per testare quali siano le skills da migliorare. Purtroppo non è andata come desideravo, ma vedere il gruppo unito nella discussione è stato lo stimolo migliore”. 21/12/2017

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